Ero seduto, i muscoli tesi fino allo spasmo. Le braccia contratte, le vene sulla fronte pulsanti per l'incredibile sforzo.
Ormai erano passati parecchi minuti, secondo la meridiana da polso, ma nell'angusto vano il tempo sembrava procedere con regole diverse dal normale.
Fitte di dolore ormai mi attraversavano il corpo, ma non potevo muovermi, non adesso, non ora che ero così vicino all'epilogo.
La mia attesa sembrò essere ripagata, con un sussulto ebbi la certezza che il momento giusto stava arrivando.
L'aria era avvolta da un'atmosfera greve, quasi irrespirabile, di sudore e sporcizia, ma ormai non importava più.
Battiti. Sembravano battiti, concitati, una voce che urlava qualcosa, avvertimenti? Ma i suoni mi arrivavano come attraverso un velo di tenebra...
L'unico mio pensiero era rivolto ai mille e uno dei, che ponessero fine presto all'attesa, al dolore.
Quasi estraniato, ebbi la sensazione che i colpi aumentassero, erano più fitti, forti, al contempo la voce aveva acquisito un tono di minaccia, pericolosa.
E poi venne.
Il dolore mi lacerò il corpo, come trafitto da una lancia, ma ormai era una questione di attimi, digrignai i denti e cercai di resistere.
Quasi in un impeto di estrema difesa, la mente mi si ottenebrò, intorno a me la realtà svaniva, fallaci visioni mi apparirono davanti agli occhi... svenni.
Citazione:
Piano piano, porto la luce davanti a me, illuminando gli orribili 'tesori' che le ombre nascondevano.
Sangue.
Sangue.
Carne.
Sangue.
Metallo.
Sangue.
Testa.
Sangue.
Ormai ho quasi raggiunto la parete con le luce.
Sangue.
Carne.
Corpo.
Sangue.
.....
Niente.
Altro sangue.
BAM BAM BAM BAM BAM
Rinvenni di colpo, sfinito ma stupito di essere ancora vivo.
La porta sussultava sotto i colpi potenti che provenivano da fuori.
Quasi ridendo per il passato pericolo mi alzai e aprii la porta.
"E ALLORA LA GAVEMO FINIO DE OCCUPAR EL CESSO???!!"
La faccia rubiconda e perennemente rossa di fratello Mescal mi si parò davanti, le mani che si tenevano l'inguine.
Sorrisi gioioso al compagno d'apprendistato che per tutta risposta mi lanciò uno sguardo vacuo e si chiuse a sua volta nella "Sala della Meditazione" senza aspettare la mia risposta; che, in questo caso, per dovere di croncaca, sarebbe stata "uè Otis, ti consiglio di aspettare almeno due quadranti di meridiana prima di entrare".
Feci spallucce e mi incamminai verso la sala grande, mentre un pianto sconsolato e offese varie agli dei si levavano al cielo (1) dietro di me.
Stranamente alleggerito, ripensai alla fugace visione che avevo vissuto durante la mia esperienza extrasensoriale. Di visioni così ne avevo avuto tante, d'altronde sono un monaco e noi di visioni ne abbiamo a bizzeffe, sopratutto quando meditiamo che sembra quasi che stiamo dormendo e invece... ehm...
Ma insomma, questa era diversa, molto diversa: inanzitutto non c'erano tette! Che io quando ho le visioni di solito sono tette o altro di questo genere (2), e invece qua niente, nemmeno un capezzolo. E poi, i miei sogni sono sempre corretti grammaticalmente, qua c'era da mettersi le mani sui capelli.
No no, c'era qualcosa che decisamente non andava. Forse Arrov I'nthe Knee, il possente (e sfortunato) dio degli avventurieri, mi aveva mandato un segno.
Un segno! Proprio a me! Io, che al corso di Ochuto (3) ero arrivato penultimo. Certo, fratello Nun C'ved lo avevo stracciato, ma i maestri non avevano comunque gradito il mio accanimento contro uno che aveva perso entrambi gli occhi durante l'assedio di Harrogath.
Mi appoggiai dubbioso su un gradino del peristilio dell'Accademia, che dall'alto del monte sembrava dominare su quasi tutta Ivgorod.
Decisamente questa poteva essere la mia occasione. Certo, se solo avessi saputo cosa fare, dove farla e come. Un po' d'incertezza c'era.
Che riguardasse forse quella strana cometa rossa caduta dal cielo verso Khanduras?
La visione parlava di sangue (tanto sangue, troppo sangue), il sangue è rosso, la cometa era rossa, DOVEVA C'ENTRARCI SICURAMENTE qualcosa!! (e poi dicevano che io ero il tardo della compagnia, tsk.)
Insomma, long story short (visto che so parlare anche i dialetti di Scosglen io?), complice anche il fatto che si stava avvicinando l'esame di "Tecniche Omicide: gli tsubo da Nanto a Cento" di cui avevo bigiato gran parte delle lezioni, decisi di partire verso l'ignoto.
Gliel'avrei fatta vedere io agli altri "simpaticoni" dell'Accademia.. L'onore va conquistato sul campo di battaglia, non nelle scuole. E se magari nel contempo avessi raggranellato qualcosa sarebbe stato ancora meglio!
"Augurami buona fortuna, fratello Mescal." - dissi al confratello ancora chiuso nella SdM.
In risposta, dalla finestrella della SdM mi arrivò dritto in faccia un bong d'avorio intarsiato.
NOTE a margine:
1. Contrariamente a quanto si può pensare, la bestemmia per i Monaci di Ivgorod è prassi diciamo, comune. La giustificazione è che, su mille e uno dei, anche se ogni tanto si tira un porcone su uno di essi non è che sia così grave. Certo la ferrea disciplina e il severo allenamento a cui i monaci si sottopongono dovrebbe renderli imperturbabili alle interferenze esterne, ma suvvia... se uno si pesta le dita in mezzo a un tirapugni un cristone lo tira lo stesso.
2. Contrariamente al pensiero comune (e due), i Monaci non hanno fatto voto di castità. Essi quindi conoscono le gioe della carne e anzi, è anche la consapevolezza di quanto ciò sia bello che gli da la forza per compiere il loro dovere. Il problema è che durante l'apprendistato (che dura da 10 a 25 anni, ma nessuno si laurea mai in tempo alla fine) le Accademie sono divise per sesso e per nessun motivo è possibile mischiarsi con le "allieve". Lasciamo ai lettori la possibilità di trarre le ovvie conclusioni.
3. Ochuto, arte sacra simile all'agopuntura ma più propensa verso... la morte. Di solito ci si allena bucando con le dita lastre di ferro spesse 10 centimetri, e con esercizi mirati atti a potenziare l'intera mano fino a trasformarla in uno strumento di morte. Documentati casi di allievi che si sono auto-evirati durante la notte (vedi nota sopra) per non essere riusciti a dosare la forza.