Nel mondo videoludico ci sono almeno due duelli che si ripetono, incessanti, da diversi anni. Uno riguarda la sfera di cuoio, e vede protagonisti FIFA e Pro Evolution Soccer. L'altro, invece, ci porta in moderni teatri di guerra, con gli sparatutto prodotti da Electronic Arts e Activision. A differenza del confronto che si disputa sul manto erboso, dove i titoli sono due e due soltanto da molto tempo, in "guerra" abbiamo sempre assistito ad alternanze cicliche. Activision impiega due team differenti, Treyarch e Infinity Ward, mentre EA ha optato, ultimo biennio a parte, per serie diverse. Il risultato, tuttavia, non è mai cambiato: mentre Electronic Arts sacrificava sull'altare della competizione Medal of Honor, un tempo serie gloriosa capace di farci vivere intense emozioni nella piazza di Stalingrado, CoD rimaneva il re incontrastato delle vendite. Contrariamente a quanto avviene nel mondo calcistico, quindi, nel campo bellico la situazione è differente, ed Electronic Arts si trova a dover inseguire il rivale. È interessante notare, e se ne è già parlato in questi lidi, come anche in questo caso si stia assistendo alla medesima strategia messa in campo per detronizzare PES. Battlefield 4 è stato mostrato presto, spesso, e in modo convincente. CoD, invece, è stato un pochino nascosto, specie nella sua componente single player. Sarebbe miope non accorgersi delle analogie che ci sono tra il campo"pallonaro" e quello tutto pistole e lanciarazzi, ma i dati di vendita, anche in questo caso, stanno dando ragione ad Activision: salvo cataclismi, infatti, Call of Duty continuerà a vendere una camionata di copie più di qualsiasi altro gioco (GTA V a parte, ma questo è un altro discorso).
Per quanto riguarda la nostra redazione, quello di cui siamo certi è che la parte multiplayer dei due giochi continua a dividerci come poche altre cose. C'è chi, come me, apprezza lo stile più frenetico proposto da CoD e chi, come Mario, predilige gli scontri su larga scala che solo Battlefield sa offrire. Non ce la caveremo mai, e sarà difficile che qualcuno di noi cambi idea. Quello su cui siamo tutti concordi, tuttavia, è il single player, su cui il giudizio ci unisce più intensamente di un patto di sangue. Nonostante riescano entrambe a strappare una valutazione discreta, nessuna delle due campagne ha quella verve che serve per tenere incollato allo schermo un giocatore che non sia di primo pelo. CoD è un po' troppo scontato, mentre Battlefield 4, stando a quanto racconta il nostro Mario, ha semplicemente "uno dei finali più brutti della storia dei videogiochi': La domanda che ci poniamo, quindi, riguarda il senso di tutto questo. Serve ancora, oggi, concentrare un sacco di risorse in un comparto in cui entrambi i contendenti paiono avere poco da dire? La domanda è in realtà semplicemente retorica, perché la risposta si conosce già: se Battlefield e CoD dovessero provare a seguire la strada tracciata dal free-2-play di Crytek, Warface, non potrebbero nemmeno lontanamente pensare di vendere le copie che vendono. E noi, probabilmente, dovremo imparare a guardare altrove per giocare un single player che sia capace di emozionarci davvero.
Davide "ToSo" Tosini