C'è una fregatura nel prendere i farmaci generici oppure si può andare tranquilli?
http://www.mednat.org/farmaci_bene_produce.htm
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C'è una fregatura nel prendere i farmaci generici oppure si può andare tranquilli?
http://www.mednat.org/farmaci_bene_produce.htm
No, il farmaco generico, per l'utente medio, non ha differenze rispetto a quello griffato. Certo ci sono preparazioni particolari che, pur essendo simili al generico, non sono proprio uguali. Esempio: il nimesulide generico non è la stessa preparazione del Nimedex, che contiene anche un elemento che favorisce l'assimilazione del principio attivo (ciclodestrina). Tieni conto che il farmaco generico esiste per quei principi attivi che sono diventati di pubblico dominio perchè è scaduto il brevetto che assegnava la disponibilità esclusiva allo scopritore/inventore. Per i farmaci nuovi, dunque, non esiste il generico. Ma se devi prendere qualcosa per il mal di testa o un po' di antibiotico il generico va benissimo e permette di risparmiare molto (negli ospedali convenzionati si usano molto gli antibiotici generici).
E le fobie da vecchina "i generici li fanno in cina, fanno male"? Tutte super bufale?
Citazione:
Complimenti.....Sei entrato nel piu' completo Portale sulle Medicine Alternative, Biologico Naturali e Spirituali - la Guida alla Salute Naturale
nice try, 4/10
si sposta un jfs 'sta cloaca?
ma morite gonfi :rotfl:Citazione:
La malattia non nasce “per caso” o per sfortuna, ma essa nasce per il “Caos” autogenerato, inconsciamente o consciamente dall’Essere stesso che si pone in modo “anti-contro-opposto” rispetto alle Leggi che regolano gli Esseri Viventi, generando in se stesso un sistema biologico caotico; quindi la malattia e’ la cristallizzazione, ovvero il corpo fisico caotico nel sistema Psicoecobiologico alterato rispetto alla Perfetta Salute.
direi proprio di si :sisi:
i generici vanno benissimo ovvio che se poi uno prende un farmaco che unisce diversi principi attivi, il problema non è del fatto che si usa un generico ma che la composizione è diversa :boh2:
Però per esempio prendere la Tachipirina o il Paracetamolo non fa alcuna differenza :snob:
Io una volta ho preso il lassativo generico e pareva l'esondazione del Nilo.
Vai tranquillo :celafa:
In effetti :asd:
Comunque la sintesi è questa: nell'intimo delle vostre quattro mura pigliatevi pure tutti i generici che volete, mentre in società, se siete tra quelli che non possono fare a meno di "sfoggiare" oltre a borse, scarpe, smartphone anche i medicinali* allora tenetevi stretta la griffe :asd:
*true story vecchi miei, truissima story.
:asd: mea culpa, ho linkato uno dei link peggiori della storia. Non ritrovo quello che avevo trovato...
fra il generico e il farmaco di marca cambiano gli eccipienti che favoriscono l'assorbimento del principio attivo, per esempio è venuto fuori che un generico di un farmaco aveva uno smalitmento epatico piuttosto che renale, queste cose non vorebbero ma possono succedere (rarissimo in realtà). Perchè la lunghissima sperimentazione sul farmaco prima che sia messo in commercio è fatta su quello "di marca" mentre per i generici si prendono dati a posteriori, cioè prima vanno in commercio e poi si vede...
All'inizio le ditte che producevano i generici si contavano sulle dita di una mano, oggi con il boom dei generici ce ne sono centinaia, e molte di queste non producono per conto loro la molecola, ma si limitano a inscatolarla e venderla. In questo caso, la molecola viene prodotta da aziende in Cina e paesi dell'Est Europa, che la vendono poi a queste ditte che la distribuiscono da noi.
C'è poi la questione della quantità di principio attivo. Il generico per essere venduto come tale deve rientrare in un certo intervallo di variazione di contenuto rispetto a quello di marca (20%, mi pare). Questo non è un problema per i farmaci che uno assume occasionalmente (ma può esserlo in certi casi), mentre lo diventa quando la terapia è cronica. Ora, i pazienti già in cronico prima dell'entrata in vigore della legge continuano a prendere il farmaco di marca. Cosa succede per i nuovi cronici? Il medico è obbligato a indicare sulla ricetta solo il nome della molecola. Quindi il paziente, quando va dal farmacista, riceverà un generico che può benissimo non essere lo stesso ogni volta (a seconda della farmacia e della ditta del generico dal quale il farmacista ricava il maggior profitto). Ipoteticamente, il paziente può ricevere la prima volta un generico che contiene -20% di principio attivo rispetto a quello di marca, la seconda volta uno che contiene +20%, quindi un massimo di 40% di variazione tra un generico e l'altro.
C'è anche il problema delle allergie a elementi presenti nei generici e assenti nel farmaco di marca (e viceversa), ma lì dovrebbe intervenire il medico che se ha il dubbio di possibili reazioni può prescrivere, motivando, quello di marca.
:sisi:
mi hai fatto risparmiare un post.
e oltre alle terapie croniche, pensiamo anche ai farmaci salvavita. un 20% di differenza per certi farmaci è importante.
Nella mia opinione, questa legge, obbligando a indicare solo il nome della molecola, di fatto sottrae al medico il controllo di ciò che prescrive, spostando sul farmacista la responsabilità di decidere la composizione del farmaco da dare al paziente. Peccato che nel 99% dei casi questa decisione non sia fatta su basi mediche ma unicamente di profitto.
Impossibile. Se il medico curante intende somministrarmi ibuprofene 200 mg tre volte al dì lo scrive sulla ricetta ed il farmacista si attacca, può solo proporre al paziente di non dargli il moment ma il generico. Visto che si tratta di curare il mal di testa, poco importa. I generici esistono per coprire soprattutto la fascia di automedicazione, per i farmaci salvavita e le preparazioni specifiche non cambia sostanzialmente niente. Dire che questa norma è un assist al profitto delle farmacie è un modo particolarmente andreottiano di interpretarla. E comunque, ripeto, nell'area dell'ospedalità convenzionata molti ospedali obbligano già il medico a specificare il principio attivo in ricetta. Tra l'altro la medesima legge prevede che l'utente può richiedere comunque il farmaco griffato, accollandosi la differenza di prezzo, perciò il farmacista dorebbe convincere l'utente a tirare fuori soldi in più di tasca propria.
Se il medico è obbligato a indicare solo e unicamente il principio attivo, tutto ciò che riguarda la composizione del farmaco (vedi discorso sul 20% ed elementi extra di prima) ricade sul farmacista. E non ho detto che la legge aumenterà il profitto delle farmacie (la legge ha solo lo scopo di far risparmiare soldi allo stato), ma che il farmacista ti propone quella marca di generico perché gli conviene, non perché è migliore di un'altra.
Lavoro nel campo,ma questo fatto mi è sconosciuto. Mi puoi dire il nome del farmaco.
Un piccolo appunto riguardo a quegli eccipienti che migliorano l'assorbimento del farmaco: le citate ciclodestrine migliorano la solubilità del PA da cui dipende anche l'assorbimento,ma esistono diversi eccipienti che servono allo stesso scopo. Le beta-ciclodestrine non sono le uniche,ma presnetano alcuni vantaggi rispetto ad altre sostanze.
Ma se il generico risultasse peggiore del farmaco griffato non credi che all'Agenzia del Farmaco qualcuno se ne accorgerebbe? Io credo che l'idea del farmaco generico, finchè deve sostituire il prodotto da banco, sia più che buona. Sulla questione che al farmacista conviene bisognerebbe confrontare i margini di guadagno tra i due tipi di farmaci: in fondo il generico costa meno anche all'utente finale.
Sì ma io non penso che il generico sia peggiore di quello di marca. E' solo una questione di responsabilità: se il paziente ha una reazione allergica a un generico, magari diverso dal generico che il suo medico gli prescriveva abitualmente, è sempre responsabile il medico, che si è limitato a scrivere il nome del principio, o del farmacista, che ha venduto quel particolare generico solo perché ci guadagna di più che con l'altro?
Nè dell'uno nè dell'altro, probabilmente. Ogni caso è diverso, c'è probabilmente una responsabilita dell'SSN, poi viene il medico che non abbia compiuto accertamenti sulla possibile reazione allergica del paziente, posto che si dimostri che c'erano indizi tali che la diligenza medica imponesse un'indagine (storia clinica; se non sbaglio la responsabilità sussiste solo per dolo e colpa grave). Sul farmacista dubito potrebbe ricadere una particolare responsabilità da fatto illecito, atteso che lui si limita a fare quello che il medico dice (il medico fa quello che la legge dice) e non dovrebbe essere tenuto ad offrire il farmaco griffato, ritenendolo migliore. Se non fosse così nessun farmacista si azzarderebbe mai a vendere il generico, rischiando di essere tenuto responsabile. Potrebbe infine esserci una responsabilità del produttore, nel caso non si tratti di allergia dovuta al paziente ma alla preparazione stessa, che quindi coinvolga un discreto numero di casi.
Comunque è in parte vero che la stragrande maggioranza dei prodotti viene dalla cina; non a livello farmaceutico ma a livello di materie prime chimiche, nelle quali la cina è leader mondiale assoluto.