Una busta anonima. Sigillata con della lacca rossa.
Emack mi guardò con aria truce, le sue mani tremavano appena mentre stringevano quell'involto stropicciato dalla pioggia.
- "L'ho raccolto stamani, "disse guardandomi fisso" era davanti la porta del municipio..."
Un lieve brusio si levò tra la gente presente, mi guardai intorno cercando di scorgere i presenti. Li avevo convocati tutti; essì che tanti non erano, ma la questione era così importante da richiedere la massima attenzione.
Fu un gesto della mia mano a interrompere quel continuo vociare.
"E' nelle nostre mani. Per voi è la fine"
Lessi a voce alta incurante della reazione di chi era presente oltre a me. Un coro preoccupato ed agitato coprì le mie parole. Di certo non molti amano sentire delle cosi "buone notizie"...
- "Calmi, state calmi! Non è ancora giunta la fine... Questa lettera non vuol dir nulla!"
Afferrai la busta; quel marchio scolpito sulla lacca significava una sola cosa, eppure ancora non riuscivo ad ammettere la chiara e fredda verità. Molti videro la mia preoccupazione e i loro sguardi si fecero ancora più cupi e profondi.
"Così è vero..." iniziò Babets "...La sacra reliquia che da decenni custodiamo gelosamente è stata rapita!"
Da un angolo della sala Stm avanzò con fare greve, saggio e schivo, da sempre custodiva tutti i segreti pomerani e conosceva verità dai più ritenuti solo leggenda.
- "Avete lasciato che il nemico vi cogliesse di sorpresa! Guardatevi! Bifolchi! Sembrate dei lapponi! Che ne è stato del vostro orgoglio!" agguantò un boccale di birra e l'ingollò tutto d'un fiato "Probabilmente molti di voi neanche sanno di cosa stiamo parlando...ma c'è un tesoro davvero inestimabile che noi dobbiamo proteggere..."
Domande e toni interrogativi si diffusero, un vocio che si zittì solo quando Stm riprese a parlare.
- "Nella lontana guerra che i nostri avi combatterono contro quegli sporchi monopalle fu usata un'arma potentissima contro il loro martello. Quella fu la nostra unica possibilità di salvezza..."
- "La spada di Zorro?" chiese Fearless timida.
- "Il cinghialino d'oro?" fece eco Ukyo.
Nella mente di tutti risuonavano le maledizioni che il falso dio aveva lanciato sul popolo pomerano.
"Porco Zorro..." Mi lascia sfuggire mentre accarezzavo il simbolo del M.A.P. sul mio petto. Il popolo era libero dal depravato vestito di nero, ma non della sua nefasta aura. Il suo odore infestava ancora le strade e le latrine.
Bisogna agire e ognuno doveva fare la sua parte, ma per il momento non restava altro da fare che cerca di saperne di più.
Eladar, al mio fianco, mise mano alla spada e, poggiandola sul tavolo disse:
- "Se c'è bisogno del mio aiuto per ritrovare quel che è andato perduto, conta pure su di me"
Anche altri fecere eco e tutti si avvicinarono per sentire il resto della storia.