Si può rinominare il topic in "L'angolo di Vitor"? :asd:
Visualizzazione Stampabile
Si può rinominare il topic in "L'angolo di Vitor"? :asd:
"La munnezza di Vitor" suona meglio
Ma povero Vittò :asd:
:bua:
rilancio con questa notizia :rullezza:
Del Giudice, la ex meteorina di Fede
diventa assessore provinciale a Napoli
È stata candidata alle elezioni regionali, ma non ce l’ha fatta, arrivando trentunesima su trentadue candidati
NAPOLI - Dieci giorni fa, quasi tremò al telefono: «Pronto? Noooooo, non rilascio interviste. Non c’è ancora nulla di ufficiale». Ma ora che l’ufficialità è quasi ghermita, ecco cosa raccontò: «E basta con questa storia della meteorina, vinsi un concorso di moda e il premio fu quello di partecipare ad alcune registrazioni del Meteo del Tg di Fede. Da allora nessuna comparsata in tv. Ho fatto seriamente politica. Certo, con Berlusconi: è l’unico che crede e investe sui giovani». La statuaria militante berlusconiana, Giovanna Del Giudice, 26 anni, ha coronato il suo sogno: sarà nominata nelle prossime ore assessora provinciale alle politiche giovanili e alle pari opportunità della giunta Cesaro. È stata candidata alle elezioni regionali, ma non ce l’ha fatta, arrivando trentunesima su trentadue candidati. Sebbene con un bottino di voti non irrilevante: 4166 preferenze. Doveva essere in lista anche alle Europee. Ma poi... si sa cosa accadde. «Mi sto laureando in Giurisprudenza: ho chiesto la tesi in diritto comunitario. Sono di San Sebastiano al Vesuvio, faccio l’imprenditrice, settore abbigliamento: Dg fashion srl è l’azienda di famiglia. Faccio politica da sempre: ho collaborato con i parlamentari Maria Rizzotti, Enzo Ghigo e Gilberto Pichetto Fratin ».
Cosa pensa di Fini? «Grande oratore, ma non ha lo stesso carisma del Presidente». Chi presidente, Berlusconi? «Certo, c’è solo lui». Mai stata a Villa Certosa? «No, mai». Cosa pensa delle critiche sulla moralità del premier? «Accuse gratuite. In giro ci sono troppi moralisti. Lui non fa nulla di male. Paga per essere un uomo allegro e sincero. Che trasferisce a tutti il suo entusiasmo». Forse quello stesso, contagioso entusiasmo che ha consentito alla Del Giudice di spiazzare ogni altra diretta concorrente all’assessorato. Persino la superaccreditata Francesca Pascale, ex valletta di Telecafone, che in consiglio provinciale siede di diritto per essere stata eletta e per questo ha da sempre nutrito ambizioni da assessora, prima in Regione e poi in Provincia: «Preferisco rimanere su Roma dove lavoro presso il ministero dei beni culturali — ha più volte commentato quest’ultima con un po’ di sufficienza — e tornare a Napoli per le convocazioni del consiglio».
La Del Giudice invece no. Ha tenacemente insistito: da meteorina per caso ad assessora per Cesaro, passando dalla piazza televisiva a piazza Matteotti. Intanto la sua nomina non rischia più di saltare come ha temuto qualche giorno fa. L’incertezza è dettata esclusivamente dal giro di valzer che interessa i tre assessori in quota Udc. Infatti, Cesaro è intenzionato a difendere a spada tratta il suo vicepresidente, il rettore della Parthenope Gennaro Ferrara, per il quale sarebbero pronte pure le deleghe alla legalità e alla sicurezza, già dell’ex assessore Franco Malvano. Anche Nello Palumbo vola verso la riconferma, mantenendo la sua delega all’urbanistica, mentre la new entry dei centristi dovrebbe essere rappresentata da Piergiorgio Sagristani, consigliere provinciale di Sant’Agnello, comune della penisola di cui è stato sindaco, e già assessore provinciale alla solidarietà sociale in quota Pd della giunta Di Palma, che dovrebbe sostituire Valeria Casizzone, destinata all’Ept di Napoli. Francesco Mallardo, poi, del Nuovo Psi di Caldoro, sarà assessore al personale e al commercio. Marco Di Stefano, ex di An, all’edilizia scolastica e ai trasporti marittimi. Ma la vera sorpresa (benché più volte annunciata) sarà rappresentata proprio da Giovanna Del Giudice, che sarà assessora alle politiche giovanili e alle pari opportunità. «Ho lavorato da sempre nel partito, sono cresciuta in Forza Italia. La mia famiglia ha votato puntualmente a destra. Ora, dopo la campagna elettorale per le regionali, ho imparato tante cose: a seguire i problemi quotidiani della gente, a considerare l’importanza di mantenere un forte contatto con il territorio. Vorrei impegnarmi su questo. E sostenere le sane ambizioni dei giovani». Sarà pur legittimo chiedere che tempo farà a palazzo Matteotti? «Basta con questa storia, giudicatemi per ciò che saprò fare. Senza pregiudizi».
Se fosse stata un cesso sarebbe stata più credibile?
credibilità e giunta Cesaro non marciano di pari passo.
spe' Cesaro è quello di Melchiorre?
bravo :asd:
ok, ho afferrato :asd:
Cesaro, il presitente impottante
INCHIESTA FERROVIE
«Il ponte non regge? Fai un pezzotto»
Così il costruttore ingannò la Sepsa
Quarto, dettagli da brivido nelle carte. Il sindaco Secone: sotto c’è la provinciale, se cedesse sarebbe una strage
NAPOLI— Centinaia di persone, ogni giorno, prendono treni della Sepsa che passano su un ponte costruito male e perciò molto pericoloso. Un ponte sotto al quale corre la strada provinciale che collega Quarto con Pozzuoli, trafficatissima: un cedimento strutturale potrebbe dunque avere conseguenze spaventose. Tutto questo è saltato fuori ieri, quando la Guardia di Finanza ha eseguito arresti e perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti pilotati da parte di alcuni dirigenti di Trenitalia. Nell’ordinanza di custodia emessa dal gip Luigi Giordano su richiesta dei pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock c’è un’intercettazione sconvolgente. Il 27 maggio di un anno fa Giovanni De Luca, titolare assieme al fratello Antonio della Fd Costruzioni (entrambi sono stati arrestati ieri; in città sono noti perché gestiscono il teatro Bolivar di Materdei) parla al telefono con l’ingegner Salvatore Di Lillo per informarlo dell’avvenuto collaudo di un ponte: è il ponte di Quarto. De Luca gli chiede di fare una verifica tecnica su come sono stati eseguiti gli attacchi dei bulloni per consentire la consegna del ponte stesso. Di Lillo ha bisogno di un mese emezzo per preparare la documentazione, i relativi calcoli e la redazione della perizia di variante. L’imprenditore, allarmato, risponde che non è possibile; inoltre, sottolinea di aver già promesso al sindaco che la consegna del ponte avverrà a settembre. Di Lillo non è d’accordo e spiega che non gli interessa quanto detto dal collaudatore: «Se poi cade il treno, la firma sul foglio l’ha messa lui». De Luca insiste ancora ed aggiunge: «Il disegno è di un altro ponte». La conversazione è da brivido; quando l’ingegnere esprime perplessità sulla costruzione del ponte («Tu adesso tieni la trave saldata in testa ed in più ci sta messo l’angolare sopra. Quindi mo vai a veder come cazzo si calcola sta cosa») De Luca suggerisce: «E facci un pezzotto sopra, una cosa veloce veloce». La conversazione prosegue su argomenti tecnici; quello che è chiaro è che il ponte, così com’è, non va bene e non corrisponde al progetto. De Lillo ne è certo: «Il treno quando va a terra poi tiene la firma mia sotto»; il suo interlocutore minimizza: «No, quello è un treno tipo A; se passa la funicolare sopra è pure assai, stiamo tranquilli». De Luca è lapidario: «Salvatore, noi prima chiudiamo e prima ci togliamo la rogna davanti». Il ponte è stato effettivamente consegnato l’autunno scorso ed è in funzione da allora. Il sindaco di Quarto, Sauro Secone, è sconvolto: «Contatterò la Prefettura, chiederò un incontro urgente sul da farsi. Il rischio è enorme, lì sotto passa la Provinciale». Il ponte, chiarisce Secone, è stato costruito in sostituzione di un altro che era fatiscente: «Sarebbe stato meglio tenersi l’altro, allora». Poi una battuta scherzosa, per sdrammatizzare: «Quando il ponte fu inaugurato, suscitò l’ilarità generale per il colore viola, che avevo scelto io. Avrei dovuto sapere che il viola porta male». Dall’ordinanza del gip Giordano— 250 pagine fitte di intercettazioni — salta fuori anche il cardinale Crescenzio Sepe. Non viene mai chiamato per nome: i fratelli De Luca, che gli si rivolgono tramite la sorella Anna per ottenere un incontro con Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato spa, tra di loro parlano del «cardinale di Napoli», ma hanno contatti anche con un altro ecclesiastico romano. Il cardinale non li mette in contatto con Moretti: «Il cardinale, infatti— scrive il gip — aveva saputo da uno stretto collaboratore del ministro dei Trasporti che Moretti, entro poco tempo, avrebbe lasciato l’incarico. Sarebbe stato fissato, invece, un appuntamento con un parlamentare di spicco»; procura un incontro con Guido Bertolaso, dal quale però non derivano appalti. I De Luca, emerge dall’ordinanza, corteggiano anche i politici. Uno di questi è l’ex assessore regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta. In una telefonata, Giovanni De Luca coglie l’occasione per invitare Raffaele Arena, ex dirigente di Trenitalia arrestato ieri, «presso il teatro Bolivar, dove si sarebbe tenuta la chiusura della campagna elettorale, aggiungendo che sarebbero stati presenti, tra gli altri, l’assessore regionale Cascetta e dirigenti delle Ferrovie. De Luca sottolinea ad Arena l’utilità della sua presenza all'incontro per riuscire a parlare con Cascetta che, a suo dire, sarebbe passato alle Ferrovie nel 2010. La conversazione— scrive il gip— è utile perché conferma il metodo adoperato dagli indagati nello svolgimento della loro attività: incontri con personaggi influenti, segnalazioni, strade oblique, contatti con persone che possono ambire ad incarichi di vertice nel futuro, sempre per ottenere ulteriori commesse, magari senza neanche l'indizione di una nuova gara».
Titti Beneduce
07 luglio 2010
I soldi prima di tutto. Tutto questo mi ricorda la tragedia di San Giuliano, dove la figlia del sindaco crepò tra le macerie.
Da Il Tempo
In politica, si sa, nessuna esclusione di colpi. Ma ormai ogni limite sembra superato, a leggere le intercettazioni citate nell'ordinanza che ha portato giovedì in galera l'affarista Flavio Carboni, l'imprenditore Arcangelo Martino (colui che in passato avrebbe presentato il papà di Noemi Letizia a Berlusconi) e il giudice tributario Pasquale Lombardi. Dalle carte sulla piccola P2, che sembra uscita da un film di Luciano De Crescenzo, emerge una battaglia combattuta tutta dentro il Pdl. Nel 2009, in vista delle elezioni regionali, Martino insiste per scegliere il candidato del Pdl in Campania. Carboni lo rassicura: «Allora io chiamo subito Verdini». I tre decidono di sostenere il sottosegretario Nicola Cosentino, ma a novembre tutto precipita: a Cosentino arriva un ordine di arresto, contro il quale presenta ricorso. Affinché questo venga accolto, Lombardi chiama l'allora presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone; lo vede e poi informa Martino: «Ho fatto quello che dovevo fare per Nicolino».
Ma i tentativi non vanno a buon fine, mentre si rafforza la candidatura di Stefano Caldoro. Che dunque va screditato pubblicamente. E' a questo punto che entra in scena Ernesto Sica, sindaco di un comune nel Salernitano. In una telefonata, Martino gli spiega: «Abbiamo messo in piedi una cosa strepitosa, mi segui?». Sica: «Non so se c'è... tu pensi una valanga mediatica sia opportuna?». Il 28 gennaio scorso, Sica trasmette via fax a Martino un documento in cui sono riportate le informazioni da utilizzare contro Caldoro. Ma sono generiche e deludenti agli occhi di Martino: «Solo date, praticamente», dice. Sica: «No, è dove c'è la certificazione! Mo' bisogna vedè anche la fotocopia delle cose, vabbuò?». E più avanti, Sica: «Quindi basta che gli dici tu il 19 settembre sei andato là... Lui ha cambiato un po', ha girato un po', gira un po', all'Excelsior e altre parti, capito?».
Nei giorni successivi, Lombardi e Martino parlano di come far arrivare questa voce infamante ai giornali, cercano di farlo sapere a Repubblica. L'8 febbraio scatta il piano. Sul cellulare dell'imprenditore arriva un sms: «Dici a Nicola che dovrebbe uscire il rapporto di Caldoro con i trans, forse del problema ha parlato anche un pentito, che fine abbiamo fatto, siamo finiti in un mondo di froci. Povero Berlusconi». È tutto falso, ma il gruppo cerca di far passare Caldoro per un Marrazzo campano, nella speranza che il Cavaliere ne ritiri la candidatura. E su internet, su un sito anonimo, il 9 febbraio, scatta il trappolone. Sica chiama Martino, entrambi si fingono sorpresi: «Mi stavo leggendo, ho visto internet una cosa Campania elezioni, ma pure un altro blog, sul conto del candidato nostro, una cosa incredibile: un Marrazzo in Campania». Martino: «Ma veramente dici?». In effetti, proprio quel giorno su un blog anonimo era stato pubblicato un articolo da titolo «Un Marrazzo in pectore: le "passioni" strane di Caldoro» che «trovava corrispondenza in quanto era stato oggetto nelle conversarioni telefoniche», è scritto nell'ordinanza. «In tale articolo si faceva riferimento all'Hotel Miravalle e all'Hotel Excelsior».
Quest'ultimo era menzionato nella conversazione tra Sica e Martino, il Miravalle in un'altra tra Cosentino e Martino del 18 gennaio. Non basta. Il secondo giorno, altra palata di fango sempre dallo stesso sito: «Pentito di camorra accusa: nel 99 stringemmo un patto con Caldoro». Tutto falso, anche questo. Martino al telefono si chiede: «Ma quelle informazioni saranno trasferite a qualche organo di informazione?». E Sica: «Penso di sì». Invece nessuno abbocca. Tanto meno Berlusconi. Caldoro resta candidato e vince, ma, ironia della sorte, nominerà Sica assessore (guarda un po') all'Avvocatura. Ma Sica o darà una giustificazione plausibile (davvero arduo) o sarà sbattuto fuori.
:pippotto:
"Non riesco proprio a capire. In questa sporca storia chi è che decide? E Sica a chi risponde". E' questo - secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa - lo sfogo del governatore della Campania, Stefano Caldoro, rivolto ai suoi più stretti collaboratori, dopo l'incontro di ieri con l'assessore regionale Ernesto Sica, accusato di aver tramato contro il presidente della giunta partecipando alla stesura di falsi dossier. Lo stesso Sica ha successivamente annunciato le sue dimissioni. Sempre secondo quanto riferisce La Stampa, che riporta un colloquio con Caldoro, Sica, avrebbe detto di essere "solo l'ultima ruota del carro". Il governatore ha anche aggiunto di aver avuto l'impressione che "questa storia sia solo ai primi passi". Il presidente della Regione esprime, in base all'indiscrezione riportata da La Stampa, stupore anche per il coinvolgimento di Arcangelo Martino, oggi imprenditore, ma per anni assessore socialista. "Lo consideravo - dice Caldoro - un amico. Pensare che l'ho incontrato qualche mese fa. Ci siamo visti spesso prima del '94. Con me mai un segno di ostilita'. Di stima, semmai. Allora, una volta di più non capisco perché questi due si mettono insieme per farmi una cosa del genere. Non riesco a spiegarmelo con una chiave solo politica". Caldoro, secondo quanto emerge dal colloquio, ritiene che possa trattarsi di un'offensiva scattata dopo la decisione di avviare una politica di rigore nei conti della Regione.
che bella vicenda :bua:
il partito dell'amore :asd:
'NDRANGHETA: BLITZ CC-PS; INFILTRAZIONI IN ECONOMIA DEL NORD
ROMA
(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Gli oltre 300 arresti compiuti da carabinieri e polizia contro la 'ndrangheta, riferiscono gli investigatori, scaturiscono da "complesse indagini coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria": indagini che "hanno consentito di documentare la gestione delle attività illecite in Calabria e le infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, dove stava estendendo i propri interessi illeciti in diversi settori economici''.
'NDRANGHETA: BLITZ CC-PS; ARRESTATO DIRETTORE ASL PAVIA
MILANO
(ANSA) - MILANO, 13 LUG - Nella maxi operazione di carabinieri e polizia, coordinata dalle Dda di Milano e di Reggio Calabria, e' stato arrestato per associazione mafiosa e corruzione il direttore dell'Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Nell'inchiesta, che ha accertato infiltrazioni della 'ndrangheta nel nord Italia, sono indagati anche l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa.
'NDRAGHETA: BLITZ CC-PS; ARRESTATO BOSS LOMBARDIA PINO NERI
MILANO
(ANSA) - MILANO, 13 LUG - Nel maxi blitz di carabinieri e polizia, coordinato dalle Dda di Milano e Reggio Calabria, e' stato arrestato Pino Neri, considerato il capo dell'ndrangheta in Lombardia. A quanto si è appreso da fonti investigative, Neri era, fino a prima dell'arresto, il vertice assoluto della mafia calabrese in Lombardia.
++ 'NDRANGHETA:BLITZ CC-PS;NERI ACCUSATO CONVOGLIARE VOTI ++
IN FAVORE DEPUTATO PDL ABELLI, ESTRANEO A FATTI E NON INDAGATO
MILANO
(ANSA) - MILANO, 13 LUG - Pino Neri, boss della 'ndrangheta in Lombardia arrestato oggi per associazione mafiosa nel maxi-blitz di carabinieri e polizia, è accusato anche di avere convogliato voti elettorali su indicazione di Antonio Chiriaco, direttore della Asl di Pavia, anche lui finito in carcere per associazione mafiosa e corruzione. Da quanto si apprende, Neri, ritenuto il capo assoluto della mafia calabrese in Lombardia, avrebbe indirizzato, su indicazione di Chiriaco, voti a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, che risulta estraneo ai fatti e non è indagato.
'NDRANGHETA: BLITZ CC-PS; COSCA SI CHIAMAVA 'LA LOMBARDIA'
MILANO
(ANSA) - MILANO, 13 LUG - Stando alle indagini il boss Pino Neri sarebbe stato 'eletto' con un vero e proprio brindisi durante una cena a Paderno Dugnano, nel Milanese. Alla riunione avrebbero partecipato diversi esponenti della 'ndrangheta che hanno deciso di eleggere Neri come boss lombardo. La centralita' della struttura messa in piedi dagli 'ndranghetisti nella regione del Nord sarebbe testimoniata anche dal nome dato all'organizzazione, "La Lombardia", appunto, e si risconterebbe anche dal numero degli arresti effettuati dalle forze dell'ordine proprio in Lombardia, circa la metà dei 300 eseguiti nell'operazione. Secondo le risultanze, il boss avrebbe dato vita a una organizzazione diversa dalla classica struttura 'ndranghetistica, non solo orizzontale ma anche verticale, una specie di organo di coordinamento.
++ 'NDRANGHETA: PRESO DOMENICO OPPEDISANO,CONSIDERATO N.1 ++
ROMA
(ANSA) - ROMA, 13 LUG - Tra gli arrestati nel blitz contro la 'ndrangheta, si apprende da fonti informate, c'é anche Domenico Oppedisano, 80 anni, considerato dagli investigatori l'attuale numero uno delle cosche calabresi. La sua nomina a 'capocrimine' - cioé colui che è al vertice dell'organismo che comanda su tutte le 'ndrine ed e' denominato 'Provincia' - sarebbe stata decisa il 19 agosto del 2009 nel corso del matrimonio tra Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro, entrambi figli di boss.
gran bel colpo :rullezza:
delle infiltrazioni della 'ndrangheta al nord ne parlammo parecchio tempo addietro. qualcuno era scettico, per sua fortuna non mi ricordo chi :asd:
La butto lì, mi pare fosse Default :asd:
che schifo
Beh, per una volta tutte buone notizie.
l'importante è non abbassare mai la guardia :sisi:
poi certo, andando a leggere di buone notizie ce ne son pochine. Prima che partiate in quarta non intendo gli arresti :asd: , ma intendo come la criminalità organizzata sia drammaticamente permeata nel tessuto sociale del nostro paese, trovando la collaborazione non solo dei poveracci del tipo "lo Shtato ci ha abbandonato", ma anche di professionisti, imprenditori, politici, forze dell'ordine.
:sad:
un po' di rassegna sul caso Caldoro, intanto. Il primo è del Corriere del Mezzogiorno, molto interessante. E inquietante.
Spoiler:
Spoiler:
Spoiler:
Ne hanno arrestati altri 9 qui a Lecco :asd:
Colpa del soggiorno forzato :snob: