tanto fra dieci giorni non sarà più un problema- :caffe:
Visualizzazione Stampabile
tanto fra dieci giorni non sarà più un problema- :caffe:
Ti ha intervistato Ruotolo?
Terzigno... ma la gente attorno al vesuvio non ha posti migliori dove andare ad abitare?
rischia di saltare in aria da un momento all'altro o di vedere devastati i suoi averi, sono sommersi dalla monnezza e sottostare alla camorra.
mah!
che se ne faranno del panorama se poi devono campare male, vabbe' che l'uomo s'adatta a tutto ma quando e' troppo e' troppo.
e' solo una curiosita', non una critica.
io se in un posto sto male ed ho la minima possibilita' di andarmene me ne vado.
che pure se risolvessero monnezza&camorra resterebbe sempre il vesuvio, mica cazzi.
Si infatti...veniamo a sversare nel Colosseo e Piazza S.Pietro! :facepalm:
No era una giornalista, mi pare fosse la Franceschetti.
Perchè le aree edificabili sono pochissime, ed a Terzigno nonostante tutto sto casino paghi un mini appartamento di 70mq oltre 100.000€.
Come esci fuori i prezzi salgono alle stelle, casa mia pagata 60.000€ (nel 1991, ed ereditata per un terzo) ora vale oltre 12 volte tanto!! Ed un affitto di un appartamento di 90Mq qui lo paghi almeno 550€/mese!
Dimmi tu come fanno famiglie prevalentemente povere dove al massimo riescono a portare in casa 2000€/mese a trasferirsi in un posto dove non possono manco acquistare una casa!
70mq a 100.000€ è un prezzo bassissimo rispetto ai prezzi medi di qui :asd:
Ma anche senza arrivare a Milano, a Lecco si viaggia sui 2.500€/mq, 3.000€ e rotti per abitazioni di pregio.
beh è rinomato che giu il costo della vita sia molto più basso rispetto al nord
Già, è risaputo. Almeno finché non si parla di gabbie salariali.
Certo che a vedere l'energia impiegata in quella guerriglia urbana che si vede nei TG, viene da pensare che se altrettanto vigore venisse utilizzato per ribellarsi ai camorristi, questi ultimi potrebbero avere parecchi fastidi.
Sto parlando di una casetta di campagna non nuova e non ristrutturata!
Ci sono un po' di differenze. Chi fa la guerriglia la notte hanno solo voglia di prendersela con le forze dell'ordine, infatti di giorno quando c'è la protesta civile spariscono.
Inoltre i Carabinieri a cui tiri i sassi non vengono a darti fuoco il negozio, l'auto o spararti alle gambe per vendetta!
La seconda che hai detto.
E ci aggiungo anche che nel momento in cui inizia la sassaiola, i civili che occupano la rotonda sono costretti a scappare (per evitare sassi e le cariche delle forze dell'ordine). Il risultato è che la zona presidiata come protesta per non far passare i camion si libera ed i camion sono liberi di passare.
La sfida senza fine degli incappucciati
"Ogni notte andiamo a caccia di sbirri"
"Imperversano a bordo degli scooter. Sono figli del degrado napoletano". L'ipotesi della polizia: sono pagati da qualcuno per seminare il terrore
dal nostro inviato CONCHITA SANNINO
TERZIGNO - "Ma chi ci ferma, a noi?". Ridono, qualche volta. Ma li vedi soprattutto gesticolare, su quegli scooter da cui non scendono mai, senza i quali sarebbero soltanto ragazzi allo sbando. E non incendiari di piazza.
Le facce della notte, tra Boscoreale e Terzigno, hanno trovato praterie per i loro istinti. Come se, di settimana in settimana, mentre i Palazzi litigavano tra loro e la politica inviava messaggi contraddittori, le contrade un tempo quiete e gli agglomerati in gran parte abusivi del Vesuvio si fossero trasformati in un grande stadio. Una incubatrice di violenza i cui vettori sono giovani senza ideologia ambientalista, ma con un po' di precedenti penali o una vita sballata da situazioni di eterna precarietà o solo illogico ribellismo.
Eccoli. I targhini coperti, come i volti. A ogni tramonto, che anche in queste ore cade rosso e romantico sopra le macerie dei centri storici devastati, gli "incappucciati" saltano in sella e si preparano agli scontri. Traggono linfa dalle scorribande con le barriere di uomini in divisa. Si impossessano dell'arena, aprono la palestra delle molotov. Una febbre che, in parte alimentata da fiancheggiatori delle attività illecite, rischia di moltiplicare i suoi effetti durante l'ennesimo braccio di ferro tra l'offerta del mediatore Bertolaso e lo scetticismo delle popolazioni locali. Almeno sessanta giovani, una trentina di scooter. Così le bande "dei motorini" sono diventati il problema numero uno.
Sono un bersaglio all'esame delle forze dell'ordine, che devono acciuffarli senza che uno dei "buoni" capiti in mezzo all'inseguimento. E una zavorra per il popolo del "no" irriducibile alle discariche, che però ha beneficiato della violenza, e ora non vorrebbe sporcarsi l'immagine con l'ira gratuita dei centauri senza controllo.
"Chi sono? Escono dall'alveare di Scafati, la cittadina a una decina di chilometri dal cuore della protesta. Oppure dalle palazzine rosa del "Piano Napoli"", racconta il questore Santi Giuffré, nel suo ufficio al primo piano di via Medina, dove ormai c'è una grande cartina geografica dell'area vesuviana fissa sul tavolo di lavoro, le crocette a segnare - tra l'altro - le zone in cui le bande dei motorini compaiono, scompaiono, fanno la guerra ai camion.
"Piano Napoli", appunto: due parole che ancora oggi mettono paura, perché indicano il rione alla periferia di Boscoreale che dalla metà degli anni Ottanta ospita oltre 800 famiglie originarie delle aree più degradate di Napoli. Un rione da evitare, ti dicono gli abitanti di Terzigno e di Boscoreale, da sempre; sebbene a vivere laggiù ci sia anche la solita minoritaria quota di povericristi che sbarca il lunario facendo l'operaio, l'impiegato, e resta lì perché non può permettersi un canone superiore ai 200 euro, né una casa più grande di 70 metri quadri. Tant'è, la maggior parte di quegli "sfollati" ha messo in piedi la spa della delinquenza. Spaccio di cocaina o eroina o kobrett. E poi ritrovo di altre specialità: rapine, furti, scippi.
Se entri nel "Piano Napoli" a tarda sera ti accorgi del febbrile lavoro di preparazione. Loro ti invitano a uscire, come si fa nei territori "controllati". E non nascondono di essere coinvolti nella rivolta. Il più alto del gruppetto ha gli occhi nerissimi e mobili, non si schioda dallo scooter e mentre parla fa con la testa su e giù nel timore di eventuali sgraditi arrivi di sbirri. L'altro, il sottoposto, appena più alto, allampanato, si occupa della "viabilità" della strada e caccia via i curiosi e i ragazzini venuti a giocare. "Basta, oggi non si paréa", non si perde tempo. Il primo chiarisce: "Quando andiamo alla Rotonda Panoramica e sulla Passanti facciamo solo danni statali. Distruggiamo semafori e insegne, incendiamo i camion, le auto degli sbirri, i mezzi di chi ci riprende con le telecamere e ci mette nei guai. Ma non facciamo male ai cristiani".
Si avvicina un compagno, anche lui con una tuta sportiva e un cappuccio momentaneamente abbassato: "Volevamo andare a bloccare un mezzo dei trasporti pubblici. Siamo andati fino a Torre Annunziata, ma c'erano troppe guardie, troppi blindati. Se mettevi un piedi storto stavi già in galera, così ce ne siamo tornati. Oramai con le guardie ce ne vediamo bene", ci divertiamo a sfidarli. Che siano pagati da un ras locale o vadano in giro a chiedere denaro, cambia poco. Polizia e carabinieri stanno verificando l'ipotesi - tratta da numerose segnalazioni sul territorio - che ci sia qualche "versamento" quotidiano a favore di pochi, selezionati capi-centauri che, a loro volta, si trascinano batterie di ultras. L'assenza parla per loro. Ovviamente non li vedi quando tra Boscoreale e Terzigno soffia il vento della protesta diretta e argomentata. Ovviamente non c'erano ieri mattina, durante il "corteo funebre" dei duemila arrabbiati e con i volti alla luce del sole.
Ma possibile che questa gente non riesca ad essere arrestata e processata il giorno dopo?
son troppo impegnati a manganellare i manifestanti pacifici.
Ma soprattutto non è facile arrestare qualcuno che il motorino lo guida meglio di Valentino Rossi, arriva a "distanza di tiro" dai carabinieri gli tira addosso sassi, fumogeni e botti e poi scappa, mentre le forze dell'ordine sono appiedate!
«È evidente che l’attività della commissione di collaudo, così come prevista dal disciplinare, non può contemplare verifiche di durabilità a lungo termine»: è uno dei punti nevralgici della relazione di collaudo del termovalorizzatore di Acerra firmata da Gennaro Volpicelli , Isabella Annibaldi, Carlo Botti, Gian Michele Calvi, Marcello Fiori e Giuseppe Viviano. Una relazione, già acquisita dai pm Federico Bisceglie e Maurizio De Marco dopo l’esposto denuncia del senatore Tommaso Sodano che ha chiesto il sequestro dell’impianto.
Ma i tecnici, nelle loro conclusioni, chiariscono: «L’impianto risponde, sia in termini funzionali che prestazionali, alle prescrizioni recate dal parere Via e dell’Aia» e sottolineano «Per quanto attiene alla funzionalità, alle prestazioni e all’affidabilità dell’impianto le prove effettuate nel corso delle operazioni di collaudo dimostrano il raggiungimento degli obiettivi prefissati». Ma subito dopo spiegano: «Si rileva, in ogni caso, che la prova prestazionale in senso stretto non si è potuta effettuare, in quanto non era disponibile rifiuto da incenerire della qualità prevista a progetto». Il termovalorizzatore, infatti, era stato progettato per bruciare combustibile derivato da rifiuti (il fantomatico Cdr) mentre brucia rifiuti nei quali, lo sottolineano i tecnici, continua a essere presente una parte umida. E, infatti, per permettere di utilizzarli è stato necessario modificare la norma.
E non solo: non è stato possibile collaudare, perché non ancora installati, il portale di rilevamento della radioattività (attualmente le misurazioni vengono effettuate con strumenti manuali dai militari), la duplicazione del sistema di monitoraggio fumi al camino di ogni linea, il sistema di monitoraggio in continuo del mercurio al camino di ogni linea, il sistema di prelievo in continuo dei microinquinanti organici al camino di ogni linea. Tutti strumenti richiesti con una nota del 31 dicembre del 2009 dalla struttura del sottosegretario e non ancora installati da Partenope Ambiente, come risulta dal verbale della riunione del 15 settembre del 2010 dell’osservatorio di Acerra.
La commissione sottolinea che il tutto sarà oggetto di un collaudo separato. È stato anche impossibile collaudare il circuito di recupero del calore perché nel corso del collaudo le unità di scambio termico sono andate tutte fuori servizio. «È probabile che si tratti di un difetto intrinseco costruttivo», spiegano gli esperti. Un lungo paragrafo viene poi dedicato all’impianto di inertizzazioni delle ceneri. Un impianto che non viene attualmente usato perché, lo ricorda la commissione, queste vengono smaltite all’esterno dell’impianto.
Un passaggio estremamente delicato. Scrive la commissione di Volpicelli, attuale direttore dell’Arpac, l’agenzia che controlla il corretto funzionamento dell’impianto: «Durante le prove il sistema ha mostrato di essere perfettamente funzionante dal punto di vista elettromeccanico».
Cionostante gli inerti prodotti mancano «delle caratteristiche attese» e questo secondo i tecnici potrebbe derivare dal fatto che l’impianto non viene normalmente utilizzato. La commissione sottolinea, poi, che durante il sopralluogo del 30 gennaio 2010 è stata notata la presenza, sul piano di calpestio fronte forno della linea 1, di alcuni frammenti di materiale refrattario e perciò la commissione suggerisce «l’opportunità di far effetture le idonee veifiche all’interno del sistema forno/caldaia», proprio quello che è andato in tilt nei mesi scorsi provocando la fermata improvvisa di una delle tre linee. (Daniela De Crescenzo, IlMattino)
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/.../Relazione.pdf
Ma continuo a dire: si pensa sempre e solo a trovare un buco dove buttare la spazzatura.
Ma invece varare un piano per finanziare la costruzione di una struttura di smaltimento per la differenziata no?
E' tanto difficile progettare un impianto che smisti e ricicli alluminio, vetro, plastica e carta? Qui da me vogliono chiudere la cartiera per abbatterla e farci una nuova palazzina!!
domani sera ad Anno Zero Tommaso Sodano :timido:
Ci sono pure io! :snob:
Virtuoso fuori luogo
Ogni volta che vedete i roghi di Terzigno, prima di arrabbiarvi pensate a Vincenzo Cenname. Dopo vi arrabbierete molto di più. Cenname è un ingegnere ambientale, eletto sindaco di un Comune di duemila anime della provincia di Caserta, Camigliano. Alle spalle non ha né la destra né la sinistra, ma una laurea. Sulle spalle una testa. E dentro la testa un sogno: trasformare il suo borgo in una Svizzera col sole. Mette le luci a basso impatto energetico al cimitero e i pannolini lavabili all'asilo nido. Si inventa una moneta, l'eco-euro, spendibile solo in paese, con cui ricompensa i bambini che portano a scuola il vetro da riciclare. Giorno dopo giorno, senza alcun aumento dei costi, cattive abitudini inveterate si trasformano in comportamenti virtuosi, mentre la raccolta differenziata raggiunge percentuali scandinave.
E i luoghi comuni sul Sud immutabile e inemendabile? Rottamati dal sogno di un sindaco casertano che ha meno di quarant'anni. Ci si aspetterebbe la fila di notabili alla sua porta: la prego, ingegner Cenname, venga a insegnarci come si fa. Arriva invece una legge assurda che solo in Campania toglie ai Comuni la raccolta dei rifiuti per affidarla a un carrozzone provinciale. Il sindaco si ribella, sostenuto dall'intera popolazione, ma il prefetto segnala il suo caso al ministro Maroni. In dieci giorni il consiglio comunale viene sciolto e Cenname rottamato neanche fosse un mafioso. Da allora sono passati tre mesi, ma non lo sconforto per l'ottusità di uno Stato che per far rispettare una brutta legge ha sporcato quel po' di pulito che c'era.