USA, Cina. Europa. Che Barzelletta
Scritto da Francesco Carbone
L'S&P 500 ha fatto il 100% dai minimi del 2009. Onestamente, a suo tempo, tra fine 2008 e inizio 2009, aspettando serenamente il bottom di mercato, ero sicuro che con un buon stock picking si sarebbe potuto fare, dal quel bottom al successivo top, un 100% facile facile. Mai avrei pensato che il 100% lo potesse fare addirittura l'indice azionario più importante del mondo.
Quindi innanzitutto, pane al pane: congratulazioni a Bernakkio per essere riuscito a conseguire un risultato che ha veramente dell'incredibile. E quindi anche vino al vino: congratulazioni anche a tutta l'allegra combriccola di falsari mondiali, seduti alla dirigenza delle banche centrali del pianeta, senza l'aiuto dei quali il più incredibile falsario di tutti i tempi non sarebbe mai riuscito nello scopo.
Bernakkio, oramai lo hanno capito anche i bambini, attraverso il quantitive easing regala alle banche centinaia di miliardi, che loro gentilmente ridepositano presso la banca centrale, evitando in tal modo di far esplodere la massa monetaria con conseguenze disastrose per i prezzi e l'economia. Anche se il gioco in parte funziona, quei 12-15 e passa trilioni di dollari generati dal nulla in questi 2 anni qualche effetto ce l'hanno: il fuoco inflazionistico è già acceso e brucia ovunque, solo che nei paesi avanzati lo si ignora, mentre allo stesso tempo si fa di tutto per truccare i numeri ufficiali con gli artifici statistici.
Secondo chi gestisce il sito Shadow Government Statistics, ad esempio, se gli USA calcolassero l'inflazione come si faceva ai tempi di Carter l'inflazione ufficiale sarebbe quasi il 10% l'anno, invece che l'1.5%. Potrebbe mai Bernanke tenere i tassi allo zero percento con un tasso di inflazione ufficiale al 10%? Neanche per sogno. Di fronte a una cifra del genere i morti viventi che gestiscono il mercato obbligazionario chiederebbero dai titoli di stato almeno il 7/8%, lasciando gentilmente a terra il solito 2/3% di tasso reale negativo che oramai si prendono in faccia dai tempi di Mr Magu Greenspan.
Tassi di interesse reali negativi sono quasi una certezza, una garanzia per i prossimi 30 anni a venire, sempre che vada tutto bene! Questo è il destino al quale amaramente si devono rassegnare tutti gli investitori in titoli di stato, non solo negli USA, ma anche in tutta Europa, e si badi bene, lo sottolineo: nel migliore degli scenari!
I rendimenti reali negativi sono anche il motivo principale che continua a spingere i rialzi in ogni sorta di asset reale e finanziario (tranne il povero natural gas, dimenticato anche dal diavolo che per il suo inferno utilizza solo petrolio e derivati). Siamo allo stesso scenario già vissuto nel 2005-2006, dove al posto della bolla immobiliare americana c'è adesso quella cinese.
E vediamo quindi qualche numero che arriva dalla Cina. La Cina quest'anno ha superato il Giappone, è adesso la seconda economia del pianeta. La massa monetaria Cinese invece ha superato quella americana, nonostante in termini nominali l'economia Cinese sia ancora un terzo di quella USA. Ecco che bei dati ho trovato:
Money Supply: China US
M1 (Cash & Checking accts) $3.2 T + 32% $1.7 T +6%
M2 (M1 + near cash assets) $8.9 T + 27% $8.5 T +3%
Se l'incremento della M2 è del 25% nell'ultimo anno, l'aumento negli ultimi due pare sia intorno al 53%. Ed è per questo che i Cinesi stanno cercando di frenare l'espansione del credito.Negli USA il credito è già ai massimi, sono tutti indebitati fino al collo. Ma in Cina c'è ancora largo spazio per fare debiti. Se le autorità monetarie cinesi sono costrette a stampare denaro per mantenere la parità verso il dollaro (e godere pertanto di un tasso di cambio favorevole), ma poi vogliono impedire che il moltiplicatore bancario faccia esplodere la massa monetaria di 10 volte tanto, sono costretti ad alzare i tassi o i coefficienti di riserva delle banche presso quella centrale. Un gioco pericoloso che nel frattempo sta gonfiando una bolla immobiliare spaventosa.
E in mezzo a questi due paesi, oramai uno più disperato dell'altro, l'Europa. Dopo le vicessitudini tristi del 2010, che l'hanno portata a vedere la morte in faccia, cioè il fallimento dell'unione monetaria, l'Europa sta vivendo adesso la rinascita, un vero e proprio periodo di splendida euforia. Grazie ovviamente al settore bancario assicurativo! Certo, nonostante i prezzi dei titoli di stato dei maiali siano crollati nel 2010 e siano ancora nel cesso, stranamente l'imborraggiatissimo settore bancario assicurativo, non mostra minusvalenze, non fa segnare perdite, nessun danno, booom, come andare a sbattere contro un muro con l'auto, sfondarlo e uscire dall'altra parte con la vettura rimessa a nuovo, lavata, lucidata, e tanto di pieno al serbatoio.
L'arte magica della contabilità! Che meraviglie. Se poi si ha anche il favore di decreti, leggi e leggine ad hoc dalle meraviglie si arriva ai miracoli, come quello a cui stiamo assistendo in questi giorni. Quindi per ora tutto bene quel che finisce bene, e siccome bisogna anche saper ridere, che fa bene alla salute, stavolta non vi raccomando di comprare il libro Cosa è il Denaro, o la Trilogia intera (aspetto di farlo dopo che avremo aumentato i prezzi, sapete, con l'inflazione che corre....), ma vi lascio con una barzelletta, trovata in rete, dove però l'autore, secondo me, ha invertito l'economista con il contabile. Non è vero?
Un matematico, un contabile ed un economista concorrono per lo stesso lavoro.
L'intervistatore chiama il matematico e chiede: "Quanto fa due più due?" Il matematico rispose "quattro". L'intervistatore chiede "Quattro, esattamente?". Il matematico guarda l'intervistatore ed incredulo disse: "Si, quattro, esattamente".
Successivamente l'intervistatore chiama il contabile e gli fa la stessa domanda: "Quanto fa due più due?". Il contabile risponde: "In media, quattro - più o meno il 10%, ma in media quattro".
Infine l'intervistatore chiama l'economista e gli pone la stessa domanda: "Quanto fa due più due?". L'economista si alza, chiude la porta a chiave, abbassa le tapparelle, si siede accanto all'intervistatore e gli dice: "Quanto vuole che faccia?".