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Da Jarring.it
BOCCIO QUERELA SABATINI, CHE RISPONDE
In un'Ansa diffusa poco fa, Max Boccio racconta la sua reazione alla vicenda Caffè Maxim: «Alle prese con ''sopravvenuti problemi finanziari'' che gli fecero chiedere il posticipo di un pagamento a novembre 2005, gli sarebbe stata ''imposta'' la vendita di quattro auto di lusso, fra Ferrari e Porsche, al ''50% del loro valore di mercato'', e di ''due appartamenti'' del valore di 550.000 euro: così si legge nella querela presentata alla Procura di Bologna da Massimiliano Boccio, ''legale rappresentante della Caffè Maxim'', fino ai primi di gennaio sponsor della Virtus pallacanestro, proprio contro il proprietario del club bianconero Claudio Sabatini e altre persone. La querela - depositata lo scorso 2 febbraio - si inserisce in una battaglia legale già piuttosto intricata: il 12 gennaio Sabatini aveva annunciato ''l'affitto'' del marchio Caffè Maxim, che mai avrebbe potuto onorare il contratto di sponsorizzazione, poi, la scorsa settimana, lo stesso numero uno della Virtus aveva depositato istanza di fallimento contro Boccio e la società Caffè Maxim al tribunale del capoluogo emiliano. Boccio - questa era l'accusa - si era sostituito al liquidatore nominato per valutare la situazione patrimoniale dell'azienda di torrefazione di caffè. Ora Boccio, in nove pagine di querela, racconta la sua versione, fra telefonate, cambiali e incontri davanti a notai: tutti particolari che dovranno però essere verificati dalla Procura. Boccio ha anche chiesto ai magistrati il ''sequestro preventivo per tutti i beni citati nella denuncia, dalle auto agli immobili. Secondo la versione di Boccio, ci sarebbe stato ''un unico disegno, ideato o quantomeno voluto da Sabatini'' insieme ad altri soggetti, con il ''fine fraudolento'' di ''sottrarsi al rischio di una falcidia fallimentare''. La stessa scelta dell'affitto di azienda - sempre secondo la querela - sarebbe ''un escamotage per ovviare al rischio di partecipare al reato di distrazione in una futura possibile procedura fallimentare della Caffè Maxim''. Nell'atto di querela, viene spiegato come la sponsorizzazione per la stagione 2005/2006 era di 1.140.000 euro, divisi in un versamento in contanti di 60.000 euro e di cambiali da liquidarsi in sei tranche, la prima delle quali al 20 novembre. Saltata quella, sarebbero iniziate le pressioni: ''Sabatini - ha affermato Boccio - avrebbe fatto protestare la società Maxim, e lo avrebbe 'sp*****atò personalmente sulla piazza di Bologna convocando una conferenza stampa apposita e assumendo che avrebbe dichiarato che la società avrebbe venduto i giocatori americani per sua inadempienza''. Da lì sarebbe partita la prima vendita di tre auto, ''a un certo Bernardoni della Emilianauto di Bologna, buon amico di Sabatini''. Bernardoni è un personaggio molto noto in città, che anni fa ricoprì un ruolo nel Bologna calcio e, più recentemente, è stato coinvolto nell'inchiesta per il crac di Parmalat come ex amministratore della Parmatour e uomo di fiducia di Calisto Tanzi. Secondo Boccio, la vendita di una Ferrari 456 Gt, di una Ferrari Maranello, di una Mercedes sl 55 amg e di una Porsche 911 turbo, ''stimate sul mercato 350.000 euro, fruttò circa 177.000 euro: somma consegnata ''per 65.000 euro oltre a cambiali Caffè Maxim per 90.000 euro e la promessa non mantenuta della consegna di altre cambiali per 30.000 euro''. Oltre che contro Sabatini la querela è stata fatta nei confronti del fratello Fabio, di un commercialista e di Bernardoni».
A ruota arriva la replica di Claudio Sabatini, visibilmente contrariato per lo sviluppo della situazione, che ha già dato mandato al suo legale Filippo Sgubbi di sporgere querela per calunnia contro Boccio: «Mi sembra di vivere un film di fantascienza, ma ho già risposto con una controquerela. Sono estremamente dispiaciuto per il dottor Nannucci, un commercialista serio che lavora gratuitamente per la Virtus, e sono imbarazzato per Bernardoni che in questa vicenda non c'entra nulla. Sono certo che la magistratura appurerà in breve tempo chi sono le persone rispettabili e definirà il luogo adatto per tutti i coinvolti. Siamo di fronte a una vicenda costellata da assegni a vuoto, cambiali a vuoto e protestate, imposte non pagate da lustri. Si definirà chi ha fatto cosa, io sono fiducioso perchè ognuno andrà nel suo ambiente naturale. Personalmente, la mettina ho ancora l'abitudine di alzarmi e andare a lavorare».