Dalla mole di lettere ricevute ieri e dai vostri interventi sul forum, pare evidente che il problema della disinformazione in merito ai videogiochi è molto sentito. Come darvi (darci) torto? È già difficile lottare contro i mulini a vento di chi attacca i videogame violenti, quelli dove rubi le macchine e uccidi le vecchiette. Se adesso se la prendono anche con i buoni, vecchi city builder e i cosiddetti god-games, allora ci rimane solamente, e per davvero, il Solitario di Windows. A meno che qualcuno non se ne esca, di qui a qualche mese, dicendo che è pericoloso perchè incita al gioco d'azzardo...
Scherzi a parte, molti di voi mi/si chiedevano come mai, proprio ora, e solo adesso, questo putiferio. Ci sono due possibilità: la prima, quella che mi suggerisce la mia vocina, è che tutto sia stato organizzato ad arte dall'ufficio stampa di EA, che ha spedito un comunicato stampa volutamente "tendenzioso", nella speranza che effettivamente nascesse tutto il "casino" che si è visto. In fin dei conti, uno dei principi base della pubblicità è "bene o male, l'importante è che se ne parli".
La seconda possibilità, a mio avviso meno probabile ma comunque non da escludere, è davvero che alcuni giornalisti non sanno di che parlare, e "montano" un caso tanto per fare notizia e riempire le pagine dei giornali. Del resto, GTA III ha scatenato un putiferio, ma i primi due sono passati sotto silenzio; Mafia è finito in Parlamento, ma Getaway pare essersela cavata; esiste purtroppo un certo fattore di casualità tale per cui di alcuni giochi si parla (male), aprendo dibattiti e simposi sulla pericolosità del fenomeno della pleistescion, mentre tutto il resto (giochi anche peggiori, se vogliamo) passa sotto silenzio...

PS In questo marasma va quantomeno segnalata la correttezza di Massimo Gramellini, autore di un editoriale "contro" pubblicato su La Stampa Web di ieri, e che nel forum del suo giornale ha chiesto scusa ai lettori (http://www.lastampa.it/forum/forum2.asp? IDforum=269) ammettendo di aver «calcato troppo la mano fidandosi dei resoconti di stampa, senza avere esperienza diretta di quel gioco».