Il governo greco continua imperterrito nel sostenere la sua (controversa) legge che mette al bando i videogiochi nei luoghi pubblici, che i giudici hanno già ritenuto incostituzionale, e che l'Unione Europea sta cercando in ogni modo di far modificare: dopo una prima lettera ufficiale di richiamo dello scorso mese di ottobre, la UE ha recentemente "minacciato" la Grecia affinché ritiri la legge o la renda meno severa, perchè la sua attuale formulazione sta ostacolando il libero scambio delle merci all'interno dell'Unione. In effetti, una legge che rende de facto illegali gli Internet Cafè e persino giocare con il serpentone sul proprio cellulare sta rendendo la vita difficile a molta gente, non ultime le software house.
Nata con lo scopo di bloccare, o quantomeno limitare il dilagante fenomeno dei videopoker e del gioco d'azzardo elettronico, la legge 3037 è eccessivamente restrittiva, e ha trasformato una gran quantità di cittadini greci in fuorilegge involontari. Il testo è già stato modificato, perchè nella sua prima stesura includeva persino il gioco in casa propria; attualmente, sono considerati illegali tutti i dispositivi che consentono una «qualsivoglia forma di guadagno finanziario per i giocatori o per terze parti». Facile capire come nella categoria incriminata possano rientrare le software house, gli Internet Cafè e persino i gestori di telefonia mobile.
Ma la cosa peggiore di tutta la faccenda è che il governo sembra immune alle critiche che arrivano da tutte le parti: oltre all'Unione Europea, stanno facendo sentire la loro voce i publisher locali e i videogiocatori (firmatari di una petizione da quasi ventimila firme). Purtroppo i tempi per i ricorsi alla Corte Suprema Europea sono lunghetti, mentre gli interventi della polizia che sequestra versioni elettroniche del Trivial Pursuit (sic) e chiude Internet Cafè si susseguono a ritmo piuttosto serrato...