Re: News militari (air based)
Da Pagine di Difesa, articolo di Giovanni Martinelli.
Saluti
Se c’и un settore per il quale le Forze armate italiane - e piщ in particolare l’Aeronautica militare - stanno dimostrando una grande attenzione, piщ che giustificata alla luce delle sempre crescente importanza che esso sta assumendo, questo и quello relativo ai velivoli senza pilota, gli Uav (Unmanned aerial vehicle).
Un interesse che comincia a materializzarsi nel 2001, quando il ministero della Difesa - nell’ambito di un programma interforze gestito dall’Aeronautica stessa - firmт con la General atomics aeronautical systems, inc. (Ga-asi) un contratto iniziale del valore di 50 milioni di dollari per la fornitura di un sistema composto da cinque Uav Rq-1a Predator (uno dei quali andт perduto in fase di addestramento) e una stazione di guida e controllo. Le missioni da affidare a questi velivoli, provvisti di sensori elettro-ottici e infra-rosso, sono quelle di Isr (Intelligence, surveillance, reconnaissance).
Fin da subito si presenta la necessitа di predisporre un’apposita normativa per l’impiego degli Uav. Con l’approvazione della legge 178 del luglio 2004 si giunge, in tempi rapidi, a una soluzione e giа nel dicembre dello stesso anno viene raggiunto un importante traguardo: la piena operativitа dei Predator. I velivoli ben presto sono chiamati ad affrontare un impegno importante: tre di questi vengono infatti inviati in Iraq giа nel gennaio successivo, nell’ambito della missione Antica Babilonia, operati dal reparto che li ha in dotazione e cioи il 28° gruppo velivoli teleguidati del 32° stormo di Amendola.
Un impiego che ha dimostrato la grande utilitа di questo particolare assetto operativo tanto che, nel corso del 2005, sempre la Difesa firma un ulteriore contratto, questa volta pari a 14 milioni di dollari, per altri due velivoli e relativi equipaggiamenti. Le sempre maggiori necessitа in termini di sorveglianza del Comando regionale assegnatoci nell’ambito della missione in Afghanistan, hanno poi portato a schierare lo scorso anno due velivoli anche in quel teatro di operazioni. E anche da questo impiego giunge la conferma del fatto che gli Uav sono, senza dubbio, degli utili moltiplicatori di forza perchй consentono di aumentare il livello di controllo del territorio, soprattutto in quei contesti caratterizzati dalla presenza di aree molto vaste.
Ed и proprio nell’ottica di migliorare ulteriormente tali capacitа che nel corso di quest’anno prenderа il via il programma relativo all’acquisto di quattro esemplari di quella che и una versione profondamente evoluta del velivolo oggi in servizio: il Predator B (o Mq-9 Reaper secondo la classificazione della Us Air Force). Un primo stanziamento di 12,5 milioni di euro и giа stato inserito nello stato di previsione del ministero della Difesa per il 2008, mentre il 12 febbraio scorso и giunto il parere favorevole al loro acquisto da parte della commissione difesa della Camera dei deputati; il costo complessivo dell’intero programma, comprensivo dei velivoli, dei sensori e dei sistemi di controllo e comunicazioni, и stimato in 80 milioni di euro da ripartire su quattro esercizi finanziari.
Lo sviluppo del Predator B prende il via sulla base di un’iniziativa privata della stessa Ga-asi. Si era nel 1998 e la sia pur positiva esperienza accumulata con il suo predecessore aveva dimostrato, al tempo stesso, quali fossero i limiti di questa macchina e di conseguenza su quali aspetti fosse necessario intervenire; prestazioni e capacitа operative nel loro complesso diventano cosм i versanti sui quali si agisce con maggiore decisione. Eppure, nonostante i significativi interventi operati sulla cellula, il nuovo velivolo mantiene comunque un’elevata comunanza - soprattutto a livello di componentistica - col suo progenitore.
Per ottenere quel miglioramento complessivo cui si accennava, era giocoforza intervenire sulle dimensioni del velivolo le quali, assieme alla diversa disposizione delle superfici di controllo posteriori, rappresentano l’elemento distintivo del Predator B; con questa versione si raggiungono infatti gli 11 metri di lunghezza e i 20 di apertura alare, mentre anche il peso massimo al decollo cresce a oltre 4.500 Kg. Un aumento di dimensioni che comporta un corrispondente incremento in termini di carburante trasportato, pari adesso a 2.300 litri.
Ma и nell’apparato motore che si riscontra l’altra grande novitа. Sulla versione B и infatti installato un moderno turboprop Honeywell Tpe 331-10T da 900 Hp di potenza. Come si puт facilmente comprendere, le prestazioni risultano sensibilmente incrementate; la velocitа massima raggiunge ora gli oltre 440 km/h, mentre quella di crociera si attesta intorno ai 400, valori tripli rispetto a quelli del Predator. Incremento che si riscontra anche rispetto ad altri parametri, l’autonomia varia tra le 24 e le 40 ore - in funzione del carico trasportato - a una quota di piщ di 15.200 metri, valori che pongono questo velivolo nella categoria Male (Medium altitude, long endurance).
Incremento dimensionale e prestazionale che non poteva non riflettersi sul carico pagante trasportabile dal Predator B, sia internamente (in termini di sensori), sia esternamente (in fatto di armamento). Per ciт che riguarda quest’ultimo aspetto, sono circa 1.360 i chilogrammi trasportabili, ottenibili combinando le capacitа offerte dai due piloni centrali - ‘bagnati’, per l’impiego di eventuali serbatoi supplementari - da 680 Kg ciascuno, i due centrali da 270 e i due laterali da 90. Ne risulta anche un sensibile ampliamento dei sistemi d’arma trasportabili, oltre agli Hellfire - gli unici impiegabili dal Predator - sono ora utilizzabili le bombe a guida laser Gbu-12 Paveway II e le Gbu-38 Jdam (Joint direct attack munition) a guida Gps.
Ma, come detto, anche in termini di sensori le possibilitа offerte dalla versione B sono superiori, con una suite di sensori composta da un apparato Mts (Multi-spectral targeting system) An/Aas-52 in torretta - con un sensore elettro-ottico, uno infrarosso nonchй un telemetro/designatore laser - e da un radar ad apertura sintetica An/Apy-8 Lynx che assolve anche la funzione di Ground moving target indicator (Gmti). Questo significa che il Predator B и in grado di fornire immagini e informazioni in ogni condizione di tempo, di giorno e di notte e con un’elevata precisione. Accanto a questa che и la dotazione standard, resta inalterata la possibilitа di imbarcare altri tipi di carichi per missioni specifiche quali sistemi Sigint/Esm (Signal intelligence / Electronic support measures) o apparati per le comunicazioni. И infine presente un’ulteriore camera TV a colori - posta nel muso - utilizzata dal pilota dell’Uav.
Aspetto, quest’ultimo, che ci consente di passare all’analisi di quello che и uno degli elementi peculiari di un Uav: l’insieme dei sistemi di controllo del velivolo stesso. Nel caso del Predator, la Gcs (Ground control station) standard consiste di uno shelter di 30 piedi - meno di dieci metri - che ospita le postazioni del pilota e dell’operatore dei sensori e/o dell’armamento, oltre a tre Multi-function workstation (Mfw) per la pianificazione e il monitoraggio della missione nonchй la presentazione e l’archiviazione dei dati provenienti dai sensori. Sono anche disponibili Gcs piщ complesse, tali da consentire il controllo simultaneo di quattro velivoli, e piщ semplici, installabili su veicoli del tipo Humvee ma con prestazioni degradate. И inoltre disponibile un laptop appositamente modificato per permettere anche a un singolo soldato di ricevere le immagini dell’Uav.
Sempre in tema di controllo del velivolo, il Predator B dispone di un data link in banda C, con una portata di poco meno di 300 Km, e di uno satellitare in banda Ku che ne consente la gestione a grandi distanze; ugualmente completi i sistemi di ricezione-distribuzione dei dati e delle immagini ricevute. И importante sottolineare come proprio la componente relativa al controllo dei velivoli sia rimasta sostanzialmente immutata rispetto alla versione originaria.
Anche in termini di mobilitа strategica, questo velivolo si distingue per le proprie caratteristiche; oltre che in maniera autonoma, esso puт essere rischierato in zona di operazioni dopo essere stato smontato, caricato in un container e trasportato su un velivolo C-130 (come la stessa Gcs standard). Dopo una breve preparazione, meno di 12 ore, il Predator B и nuovamente operativo и puт utilizzare piste semi-preparate e lunghe non piщ di 600 metri.
Il Predator B si presenta dunque come un velivolo in grado di unire una grande autonomia (per una persistenza sul campo di battaglia significativa) a un’elevata velocitа di transizione (per colpire tempestivamente eventuali bersagli di opportunitа), con una suite completa di sensori ognitempo, con un altrettanto completa dotazione di sistemi d’arma e con sistemi di guida, controllo e distribuzione dei dati affidabili; in sintesi, un velivolo pienamente multiruolo, con ampi margini di sviluppo ma comunque piщ che maturo. Una scelta importante dunque per la nostra Aeronautica; scelta sulla quale pesa perт un elemento di perplessitа. Sui velivoli italiani, infatti, non и prevista (almeno per il momento) l’integrazione di alcun armamento; una decisione che, qualora non venisse modificata, finirebbe con il privarli di capacitа operative importanti, vanificandone - almeno in parte - le grandi potenzialitа.
Originariamente Scritto da Gil-galad, Re degli Elfi
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