Qualche tempo fa, in un editoriale, mi sono lamentato dell'aumento spropositato dello spam (posta elettronica non gradita) che in questi ultimi mesi sembra affliggere con particolare ostinazione le mie e vostre caselle di posta elettronica. Lamentarsi serve davvero a poco, programmi come l'ottimoMailWasher (che trovate anche nel prossimo numero di TGM ^__^) possono sicuramente contribuire ad arginare in parte il fenomeno, ma è inevitabile che di fronte a situazioni di questo genere è quantomeno auspicabile l'intervento delle grosse compagnie che offrono e gestiscono servizi di posta elettronica.
È quindi con estremo piacere che leggo la notizia che Microsoft, proprietaria di Hotmail (http://www.hotmail.com), ha deciso di prendere una posizione forte contro gli spammatori che sfruttano i suoi server e servizi, aprendo una causa (definita John Doe, una scelta davvero azzeccata) presso la corte distrettuale di San Josè, in California. Non sono stati ancora resi noti i nomi degli imputati, che sono accusati di utilizzare un "dictionary attack" per scoprire ed accedere agli account attivi di Hotmail; un attacco di questo genere consiste nell'utilizzare un programma che passa al setaccio tutte le parole di un vocabolario come possibili nomi di account di posta elettronica da rendere "vittime" di spam. Nel frattempo, la casa di Redmond sta facendo pressioni sul legislatore affinchè passi una legge che proibisca la raccolta incondizionata di indirizzi email per la creazione di mailing list per spam e punisca la falsificazione dell'oggetto o del mittente di una mail per incuriosire i destinatari. Sperém...