Ultima modifica di Azatoth; 25-07-14 alle 15:05:15
La modernità di un paese cattolicoNella conferenza stampa sono stati resi noti i risultati di un attento monitoraggio dello stato di attuazione della legge nella Regione Lazio, emblematico della drammaticità della situazione in cui versa la gran parte delle Regioni italiane. E’ così emerso che la situazione reale è ben più grave di quanto riportato nella relazione annuale presentata in Parlamento dal Ministro della Salute:
Nel Lazio in 10 strutture pubbliche su 31 (esclusi gli ospedali religiosi e le cliniche accreditate) non si eseguono interruzioni di gravidanza. Tra queste, 2 sono strutture universitarie (il Policlinico di Tor Vergata e l’Azienda Ospedaliera S. Andrea), che dunque disattendono anche il compito della formazione dei nuovi ginecologi, sancito dall’art.15 della legge 194.
Nel Lazio ha posto obiezione di coscienza il 91,3% dei ginecologi ospedalieri. Se per gli aborti del I trimestre si può fare in parte fronte alla situazione ricorrendo a medici convenzionati esterni o a medici gettonati, così non è per gli aborti terapeutici, sui quali quel 91,3% pesa come piombo. Con il ricorso a medici convenzionati esterni e medici “a gettone” l’obiezione scende all’84%, dato comunque più grave dell’80,2% riferito dal ministro, che non considera nella sua relazione il fatto che una parte dei non obiettori in realtà non esegue IVG.
In 3 Province su 5 (Frosinone, Rieti, Viterbo) non è possibile eseguire aborti terapeutici, che costringe le donne alla triste migrazione verso i pochi centri della capitale, sempre più congestionati, o all’estero. Gli stessi centri romani che assorbono anche la gran parte delle IVG entro il 90° giorno provenienti dal resto della Regione
musulmani, guardate e imparate come si fa a far convivere felicemete la modernità culturale occidentale con lammerda religiosa
Il titolo: "Subito incontro con Ragione Lazio"
Tanta gente dovrebbe cambiar mestiere.
Io l'obiezione di coscienza la vieterei proprio. Non vuoi fare aborti? cambia mestiere.
Peró ha avuto la possibilitá di battezzare la bambina morta, questa sí che é civiltá.
A questo punto dovrebbero estendere l'obiezione di coscienza anche a chi non vuole curare i criminali, sarebbe piú corretto.
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Ma una bella denuncia in procura no?
Si tratta di scrivere due pagine e depositarle in procura, poi tutto va da sè (peraltro potrebbero procedere anche d'ufficio, non occorre la querela).
Altro discorso sarebbe costituirsi parte civile, ma non è strettamente indispensabile.
E comunque la giustizia penale è mediamente più celere (diciamo meno lenta) della civile.
L'unica perplessità che ho, rileggendo l'articolo con calma, è questa.
E' pacifico che il medico obiettore non può rifiutarsi di prestare assistenza in tutte le fasi anteriori o successive all'aborto, così come nel caso sia a rischio la vita del paziente. Mi chiedo, però, se la fase di espulsione del feto dopo un aborto chimico rientri nella procedura "obiettabile" o sia da considerare una fase successiva e quindi non "obiettabile".
Io direi la seconda, ma verificherei gli orientamenti sul punto, se esistono.
Forse qualcosa inizia a muoversi: http://www.vitadidonna.org/salute/11...-la-forza.html
Se hanno aderito anche SENONORAQUANDOMIPAGHI e VITADITONNA allora siamo come minimo alla vigilia della rivoluzione d'ottobre.Forse qualcosa inizia a muoversi: http://www.vitadidonna.org/salute/11...-la-forza.html
M'interessava la faccenda della rete di avvocati, se la sviluppano bene potrebbe essere utile.
Ultima modifica di Azatoth; 09-11-14 alle 15:06:43
Basterà entrare in farmacia e chiedere, senza avere con sé la ricetta di un medico. Dall'Europa arriva una decisione che potrebbe rivoluzionare la contraccezione di emergenza anche in Italia. Sempre che non si trovi il modo per aggirare la disposizione di Ema, l'agenzia del farmaco europea, e della Ue, in base alla quale per acquistare la pillola dei 5 giorni dopo (EllaOne è il nome commerciale, ulipristal acetato il principio attivo) non c'è più bisogno di una prescrizione. E in effetti, a giudicare dalle polemiche già scatenate dal fronte cattolico, è facile prevedere un percorso pieno di spine per il farmaco nel nostro Paese. "È solo un aborto mascherato", dicono medici e farmacisti cattolici italiani, mentre Francia, Inghilterra e Germania si preparano a partire a febbraio.
Ema ha spiegato che la pillola non ha effetti collaterali, se viene presa a gravidanza già iniziata non provoca danni. In Italia, invece, le donne che vogliono assumerla devono fare il test per escludere che siano incinte. Così solo in 20mila l'anno scelgono EllaOne, mentre 320mila prendono la pillola del giorno dopo. Il produttore già sei mesi fa ha chiesto ad Aifa di togliere l'obbligo del test, ma l'agenzia ha risposto che trattandosi di un aspetto eticamente rilevante avrebbe girato tutto al ministero. Quando l'agenzia del farmaco europea ha deciso di non richiedere più la ricetta, l'Italia è stato uno dei pochi Paesi a votare contro, il che fa capire quanto sarà difficile attuare la regola. All'Aifa prendono tempo e annunciano che la questione verrà sottoposta alla commissione tecnica. "È anche ipotizzabile la richiesta al ministro della Salute di un approfondimento in seno al Consiglio superiore di sanità". C'è da aspettarsi un lungo periodo di riflessione, come sempre quando gli organi tecnici devono prendere decisioni scientifiche che possono avere aspetti etici.
"Non vogliamo che sia sancito il divieto di usare la pillola - dice Filippo Boscia, ginecologo e presidente dell'Associazione medici cattolici - ma definirla un contraccettivo è una bugia. Usarla vuol dire abortire, ma non è questo che mi preoccupa, quanto il fatto che ormai le giovani hanno rapporti a 13-14 anni. Se iniziano così presto a usare farmaci di questo tipo danneggiano il loro sviluppo riproduttivo. Confido che governo e Aifa blocchino tutto". Molto duro Pietro Uroda, dei farmacisti cattolici. "Per quanto ci riguarda questo rimedio non dovrebbe essere messo in commercio perché abortivo. È una vergogna: come la pillola del giorno dopo inter- rompe la possibilità di ospitare nell'utero il concepito. Stiamo facendo una causa legale e, se vanno avanti, diremo ai nostri associati di fare obiezione".
Emanuela Lulli, presidente di Scienza e Vita, aggiunge: "È una deresponsabilizzazione enorme per un farmaco importante. In Italia nemmeno un rimedio da 100 milligrammi per il raffreddore viene dato senza prescrizione". Parla di "facilitazione" dell'aborto monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia accademia per la vita. Sul fronte opposto c'è Emilio Arisi, presidente della Società della contraccezione: "È razionale dare il farmaco senza ricetta, cosa tra l'altro decisa da un ente importante come Ema. Penso alle donne e all'utilità dello strumento. Chi ne ha bisogno oggi lo insegue con una serie di peripezie inutili. Ricordo che stiamo parlando di contraccezione di emergenza".
In Italia, nel 2015, il paese dove in alcune regioni c'è il 90% di ginecologi obiettore di coscienza.
Mamma mia
Al di là di tutte le cattofaggate, a quanto ne so la pillola del giorno dopo è una bella botta ormonale, quindi serve la ricetta per evitare che venga presa con leggerezza.
Qua leggo
significa che prenderla se non si è incinte può provocare danni? Se sì mi sembra ovvio che sia necessaria visita (ma in 5 giorni si riesce a determinare qualcosa?) più ricetta.Ema ha spiegato che la pillola non ha effetti collaterali, se viene presa a gravidanza già iniziata non provoca danni. In Italia, invece, le donne che vogliono assumerla devono fare il test per escludere che siano incinte.
Immagino intendessi "se si è incinte": la pillola serve a prevenire la gravidanza, quindi va presa prima del concepimento, ma c'era il dubbio che potesse provocare danni al feto nel caso la gravidanza fosse già iniziata, da qui il test per escluderla. Infatti il foglietto illustrativo dice:
Ellaone è controindicato durante una gravidanza in atto o sospetta (vedere paragrafo 4.3). Esistono dati estremamente limitati sulla salute del feto/neonato nel caso in cui una gravidanza sia esposta a ulipristal acetato. Anche se non si è riscontrato alcun potenziale teratogenico, i risultati ottenuti su specie animali sono insufficienti per una valutazione della tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).Al contrario il Norlevo, la pillola classica, non ha controindicazioni se la gravidanza è già iniziata (è solo inutile).I dati di tossicità riproduttiva sono insufficienti a causa della mancanza di dati farmacocinetici sia nell'uomo che negli animali. Dato il suo meccanismo d'azione, ulipristal acetato ha un effetto embrioletale in ratti, conigli (a dosi ripetute superiori a 1 mg/kg) e scimmie. Non si hanno dati sulla sicurezza dell'embrione umano. A dosi sufficientemente basse da mantenere in atto una gestazione in specie animali non si è osservato potenziale teratogenico.
Evidentemente il foglietto non è stato ancora aggiornato con gli ultimi dati dell'EMA
Ultima modifica di Gilgamesh; 15-01-15 alle 08:03:08