ROMA — Nell'estate del 2005 fu uno dei protagonisti del caso delle scalate bancarie dei «furbetti». Perché
Vito Bonsignore, europarlamentare dell'Udc ora passato nel Popolo della Libertà, era uno dei contropattisti Bnl. Adesso il suo nome compare nell'elenco degli italiani che hanno depositato soldi presso la banca Lgt di Vaduz, nel Liechtenstein.
È l'ormai famosa «black list» trasmessa dalle autorità tedesche che la Procura di Roma ha ordinato di sequestrare presso l'Agenzia delle Entrate. Oltre 400 nomi di personaggi più o meno famosi che hanno trasferito denaro nel paradiso fiscale. Molti appartengono allo stesso nucleo familiare e sono cointestatari di un unico conto corrente. Questo consente di ridurre a 157 i depositi da «esplorare». I manager di Tangentopoli Imprenditori, avvocati, commercialisti, politici, professori universitari, gente di spettacolo: come aveva anticipato il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco, «c'è la fotografia dell'Italia» in quelle carte riservate che i servizi segreti della Germania hanno acquistato da un dipendente della banca e poi inviato alle agenzie fiscali di dieci Stati. Heinrich Kieber, l'ex archivista della Lgt, ha trafugato il dvd con 1.400 nomi di evasori di mezzo mondo e nel giugno scorso l'ha ceduto all'intelligence per 4,3 milioni di euro. Ora ha cambiato identità, ma questo — ha sostenuto nei giorni scorsi — «non basta a proteggermi, perché da quando è uscita fuori la storia la mia vita è in pericolo».
Dal passato italiano rispuntano i nomi di persone coinvolte nelle indagini su Tangentopoli. Come
Carlo Sama, il delfino di Raul Gardini, che insieme ad altri esponenti della famiglia Ferruzzi ha portato nell'istituto di credito di Vaduz cinque milioni di euro. Ben altre cifre hanno trasferito su quei conti esteri i proprietari del gruppo farmaceutico che fa capo alla famiglia Mian: 400 milioni di euro. È il record, seguito da quello di un altro gruppo specializzato nella commercializzazione di medicinali che dovrà giustificare capitali per oltre 200 milioni di euro. I milioni dell'eurodeputato Accanto al nominativo di Bonsignore risulta un deposito di cinque milioni e mezzo di euro. E adesso l'europarlamentare, come tutti gli altri «soggetti fiscalmente residenti in Italia», dovrà chiarire come mai decise di trasferire una parte dei suoi beni in Liechtenstein.
Il saldo dei conti correnti «venduti» dal dipendente della banca Lgt si ferma al 2002. Non è specificato
Carlo Sama, ex amministratore Montedison, è stato il delfino di Raul Gardini
l'ammontare dei depositi e dei prelevamenti, ma soltanto una cifra complessiva. Le verifiche della magistratura dovranno dunque accertare se in questi cinque anni i presunti evasori abbiano fatto rientrare i capitali o si siano avvalsi di condoni e scudi per evitare di dover fare adesso i conti con il fisco. Rocco Buttiglione aveva subito ammesso di aver depositato a Vaduz «poco più di 4.000 euro, compenso di una università del Principato».
Luigi Grillo, parlamentare di Forza Italia grande amico dell'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio e del suo banchiere preferito Gianpiero Fiorani risulta invece intestatario di un conto da qualche centinaia di milioni di euro anche se lui nega categoricamente e dice di aver «semplicemente comprato un podere a Monterosso, in Liguria, da un imprenditore del Liechtenstein ». In campo c'è pure la procura nazionale Antimafia. Oltre al mancato pagamento delle tasse, la Guardia di Finanza è stata delegata a verificare anche even tuali ipotesi di riciclaggio. Gli investigatori dovranno accertare se tra i privati e le società inserite nella lista ci siano prestanome di esponenti della criminalità organizzata, ma anche personaggi che abbiano reinvestito soldi provenienti da affari illeciti o dal pagamento di tangenti.
Per completare il lavoro serviranno settimane e intanto i magistrati romani hanno deciso di trasmettere gli atti a una decina di altre procure sparse in tutta Italia. Il criterio seguito è quello della competenza in base alla residenza delle persone o alla sede legale delle aziende inserite nell'elenco. Le sigle di «copertura» Ci sono nomi dell'industria e dell'imprenditoria, ma anche tanti «signor nessuno» che hanno occultato all'erario decine di milioni di euro. E ora rischiano di dover pagare una multa pesantissima. Le indagini stabiliranno se questi sconosciuti siano in realtà il paravento di chi ha utilizzato identità di «copert ura» per trasferire il denaro. Anche perché nella lista ci sono numerosi sigle alfanumeriche, alcune fondazioni, diversi «trust» dei quali non si conoscono ancora i reali beneficiari.
Dopo aver ricevuto l'elenco l'Agenzia delle Entrate ha effettuato le prime verifiche per stabilire se i nomi inseriti nell'elenco risultassero in regola con il pagamento delle tasse. Sono cominciate a filtrare indiscrezione sull'identità dei presunti evasori e alcuni politici hanno chiesto a Visco di rendere nota la lista completa «per evitare di influire sulla campagna elettorale». L'Agenzia avrebbe voluto proseguire i controlli ottenendo la delega all'indagine, ma la procura di Roma ha incaricato la Guardia di Finanza di effettuare il sequestro della documentazione arrivata dall'estero e di svolgere gli accertamenti. La protesta Due esponenti di Attac, l'organizzazione anti-globalizzazione, manifestano contro lo status di «paradiso fiscale» del Liechtenstein