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Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
    Moderatore spudorato L'avatar di Sarpedon
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    Predefinito Lavoratori a progetto - brutte notizie

    A rendere la vita del collaboratore uno schifo totale oltre alle leggi fatte male ed eseguite peggio adesso ci si mettono anche le sentenze della Magistratura.
    Mi spiego; fino ad oggi la collaborazione a progetto si basava su due pilastri fondamentali: l'assenza di vincolo gerarchico con relativa autonomia del collaboratore, e la presenza di un progetto (d'altronde si chiameranno contratti a progetto per una ragione no?). In caso di mancanza certificata di uno dei due pilastri il contratto a progetto si sarebbe automaticamente tramutato in contratto a tempo indeterminato.
    Questo fino a quando il tribunale del lavoro di Genova, con sentenza del 06 aprile 2006 decise che il povero datore di lavoro soffriva troppo nelle gabbie di questi rigidi automatismi e che quindi, anche stante l'assenza di un progetto, il contratto di co.co pro era da considerarsi valido se il datore di lavoro fosse stato in grado di dimostrare l'autonomia del collaboratore.
    Tale sentenza sembra abbia fatto giurisprudenza. dato che ad un anno di distanza dalla sentenza genovese, il tribunale del lavoro di Torino, ha prodotto una sentenza uguale basta proprio sull'esperienza genovese.
    Quindi sembra proprio che una delle poche tutele riservate al lavoratore a progetto sia destinata a scomparire, così il datore di lavoro non sarà soggetto a principi draconiani e l'ingegnere a progetto la mattina lavorerà in ufficio, e la sera pulira i cessi del medesimo ma in totale autonomia....

    Se volete approfondire: http://www.microsoft.com/italy/pmi/l...articolo1.mspx

  2. #2
    KymyA
    ospite

    Predefinito Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    E come stabiliscono il compenso? Io sapevo che il contratto a progetto era pagato in base al lavoro da compiere... ad esempio, se un tizio vuole che gli sistemi il network aziendale, si fa un contratto nel quale m'impegno a risolvergli il problema in 1mese al costo di €1.000.000 (fatemi sognare, no?)
    Con questa abolizione, adesso, come lo calcolano il compenso? Faranno una cosa del tipo: "per 6 mesi sarai mio schiavo alla cifra di €1!". Pazzi...

  3. #3
    Shuren
    ospite

    Predefinito Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    Citazione Originariamente Scritto da [K-Y-M-Y-A] Visualizza Messaggio
    E come stabiliscono il compenso? Io sapevo che il contratto a progetto era pagato in base al lavoro da compiere... ad esempio, se un tizio vuole che gli sistemi il network aziendale, si fa un contratto nel quale m'impegno a risolvergli il problema in 1mese al costo di €1.000.000 (fatemi sognare, no?)
    Con questa abolizione, adesso, come lo calcolano il compenso? Faranno una cosa del tipo: "per 6 mesi sarai mio schiavo alla cifra di €1!". Pazzi...
    credo proprio che il succo sia quello. però devi lavorare in autonomia

  4. #4
    KymyA
    ospite

    Predefinito Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    Cioè FARE LO SCHIAVO ma in totale autonomia? Figus!

  5. #5
    L'Onesto
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    Predefinito Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    Non è esatto.

    La sentenza ha solo stabilito che, una volta accertata l'inesistenza di un progetto (e, quindi, di un Contratto a Progetto), la conversione in lavoro subordinato non sia automatica (presunzione assoluta) ma vincolata all'effettiva esistenza di subordinazione (presunzione relativa).

    Non vedo come ciò possa essere ritenuto vessatorio nei confronti del lavoratore.

    Mi hanno fatto un contratto a progetto ma manca il progetto? Benissimo, si converte in lavoro subordinato! Ma se il datore di lavoro dimostra (e l'onere della prova, non facile, è a carico suo) che il lavoro è invece autonomo, mi pare più che giusto riconfigurarlo come autonomo.

    Dire "saremo schiavi ma autonomi (sic)" è una sciocchezza. Se fai un lavoro da schiavo, il datore di lavoro non riuscirà a dimostrare l'autonomia del rapporto. Soprattutto considerando la secolare tendenza della magistratura giuslavorista a dare ragione ai lavoratori e torto alle aziende.

  6. #6

    Exclamation Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    Salve a tutti,

    primo post uppando questo thread per segnalare un'iniziativa semplice, ma molto sentita, ideata da me e altri. Mi scuso se potrà sembrare maleducato.

    L'iniziativa è una petizione virtuale per "per l'ABOLIZIONE DEL CONTRATTO A PROGETTO al fine di eliminare dallo scenario del mercato del lavoro italiano un contratto che non prevede indennit� di malattia, maternit�, ferie, permessi, trattamento di fine rapporto e in genere tutte le tutele sociali che sono patrimonio universale dei lavoratori.
    L'iniziativa ABOLIZIONE DEL CONTRATTO A PROGETTO non si riduce a chiedere l'abolizione del contratto a progetto, ma intendere cancellare il concetto stesso di contratto di lavoro che non contempla le tutele sociali di base di cui sopra, subordinato o parasubordinato che esso sia, presente e futuro che esso sia.
    L'iniziativa ABOLIZIONE DEL CONTRATTO A PROGETTO non � contro il contratto a termine. Esso � anzi un buon strumento di flessibilit�: deve per� garantire al lavoratore a termini gli stessi diritti di quello a tempo indeterminato, tranne ovviamente l'aspetto della durata del contratto.
    Questa petizione non ha nessun valore legale e serve esclusivamente per raccogliere consensi in vista di un eventuale procedimento legale."

    l'URL:
    http://www.petitiononline.com/cocopro/petition.html

    Per i moderatori: questo non è spam, è anzi una richiesta d'aiuto e contemporaneamente un'offerta di aiuto.
    Tuttavia se la valutazione dei moderatori sarà diversa, cancellate pure questo messaggio e/o bannate il mio account.

    Un sentito in bocca al lupo a tutti voi.

  7. #7
    Lo Zio L'avatar di jackcarver
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    Predefinito Re: Lavoratori a progetto - brutte notizie

    Non eliminerò né editerò il post qui sopra nemmeno per una virgola.
    Mi limiterò a sottolineare un paio di questioni, una fra tutte:
    anche il contratto a progetto, con l'entrata in vigore della Legge n. 296 del dicembre 2006 (detta "Legge Finanziaria per il 2007" o "Finanziaria 2007") dà diritto, a partire dal 1° gennaio 2007, ad una indennità giornaliera di malattia a carico DELLO STATO (Inps) (si tratta dell'ultima finanziaria del Governo Prodi, per la cronaca).
    La stessa Legge ha previsto anche l'introduzione nella disciplina del contratto a progetto del diritto ai congedi parentali.
    C'è poi il Decreto Ministeriale 04/04/2002 che ha esteso il diritto all'indenittà di maternità anche alle lavoratrici parasubordinate (alle quali, l'anno successivo, si sono aggiunte quelle "a progetto"), a determinate condizioni di contribuzione alla Gestione Separata INPS (quella a cui sono iscritti i collaboratori a progetto). In caso di gravidanza, la durata del rapporto è comunque prorogata di diritto per un periodo di 180 giorni, salva più favorevole disposizione del contratto individuale.

    Il problema dei contratti a progetto è semmai l'abuso che se ne fa, anche per attività che tutto sono tranne che riconducibili a un preciso progetto o programma di lavoro. La stessa cosa avviene con i contratti a termine, e lì le tutele ci sono sempre state. Per cui non è tanto un problema di tutela in sé e per sé del lavoratore come persona, ma di capire quando c'è autonomia e quando subordinazione. Quando ci sono le condizioni per l'apposizione di un termine ad un contratto di lavorto e quando invece questo è a tempo indeterminato o diventa automaticamente tale.

    Contratto a termine e lavoro parasubordinato sono due cose moooolto diverse, sono disciplinati da due diverse leggi ed entrambi preesistevano alla Riforma Biagi. Eppure sono entrambe forme di lavoro precario, di una precarietà che non è però congenita al tipo di contratto (tutto ciò che ha una scadenza è "precario") ma conseguenza dell'incapacità dei nostri imprenditori di farne un uso onesto e sensato. Vuoi perché manca un "puntello" adeguato dall'altra parte della barricata, vuoi perché così si sono abituati a fare e basta.

    Per tornare sulla questione della Giurisprudenza di merito, mi limito ad aggiungere che quanto stabilito dai giudici non fa che dare maggiore centralità all'altro presupposto fondamentale della fattispecie, cioè la totale assenza di un vincolo di subordinazione. Requisito che deve comunque, come è confermato nelle sentenze, essere provato dal datore di lavoro.
    É il presupposto di qualunque forma di parasubordinazione, anche quelle che prima della Riforma Biagi non contemplavano un progetto di base.
    Persino l'osservanza di un preciso orario di lavoro, al pari degli altri lavoratori dipendenti all'interno dell'azienda (e qui mi ricollego al discorso dell'abuso cronico, visto che non ne ho mai avuto un riscontro nella realtà dei fatti) è un chiaro indice di subordinazione, e come tale non può e non deve essere rigidamente applicato anche al collaboratore a progetto.

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