Mercoledi' 16 Giugno 2004
La riscoperta del nucleare per combattere l’effetto serra
Desidero intervenire nel dibattito che si è aperto sulla sua pagina in materia di ambiente per segnalare come, a mio avviso, tra i problemi affrontati il più allarmante sia quello dell’effetto serra. Il film «The day after tomorrow» è lì a ricordarci che i danni prodotti dall’effetto serra non sono solo il caldo terribile come quello dell’anno scorso che ha prodotto migliaia di morti, ma anche inondazioni e autentiche glaciazioni che possono portare alla rovina il nostro pianeta. Contro l’effetto serra non bastano più le lamentazioni di rito o le accuse a chi come gli Stati Uniti non ha aderito agli accordi di Kyoto: occorre individuare un modo per impedire a tutti di produrre i gas che causano quell’effetto.
Giorgio Bonazzoli ,
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Caro signor Bonazzoli, c’è una persona che ha recentemente offerto una soluzione al problema da lei proposto. È l’ottantaquattrenne chimico inglese James Lovelock che anni fa ha creato un apparecchio in grado di individuare i Cluorofluorocarburi (Cfc), ovvero i gas responsabili del buco nell'ozono e nel 1979 ha pubblicato un libro in cui esponeva una nuova teoria che chiamò con il nome della divinità greca della terra: Gaia. Secondo questa ipotesi, la Terra sarebbe un superorganismo che si comporta come un essere vivente e controlla, attraverso un complicato sistema di interazioni, le sue caratteristiche per rendersi adatta alla vita. L'ipotesi Gaia all'inizio venne accolta dalla comunità scientifica con freddezza, ma subito suscitò grande entusiasmo tra chi si richiamava alla filosofia New Age e tra ambientalisti e Verdi che ne fecero una loro bandiera. Gradualmente, poi, Gaia cominciò ad essere presa sul serio anche dagli scienziati e oggi, con il nome di Earth System Science (Scienza del sistema Terra), è accettata dall’intera comunità scientifica.
Bene. Date queste credenziali è stato un autentico colpo quando, a fine maggio, l’ Independent ha pubblicato un suo articolo in cui Lovelock diceva che David King, il consulente scientifico del governo inglese, aveva ragione a dire che il riscaldamento globale è una minaccia più seria del terrorismo. Quando nel Settecento il pianeta era abitato soltanto da un miliardo di persone, l'impatto della presenza umana sull’orbe terracqueo era abbastanza limitato, non c'era bisogno di pensare ad un uso razionale delle fonti energetiche. Oggi siamo sei miliardi di persone (e questo numero continua ad aumentare), quindi ci rimangono poche scelte: non possiamo continuare a usare i combustibili fossili, ma d'altro canto l'energia rinnovabile - eolica, idrica o di altro tipo - non è capace di fornire energia a sufficienza nel giro di poco tempo. Esiste solo una fonte energetica già disponibile che non farebbe aumentare il riscaldamento globale: è l'energia nucleare.
Forse a salvarci saranno degli eventi inattesi, come delle eruzioni vulcaniche abbastanza forti da riuscire a bloccare la luce del sole e far raffreddare la terra. Ma solo persone che hanno già accettato di soccombere potrebbero affidare le loro vite a una eventualità così remota. E allora? «L'opposizione all'energia nucleare si basa su delle paure irrazionali, alimentate dai film di Hollywood, dai gruppi ambientalisti e dai mezzi di comunicazione; si tratta di paure ingiustificate: fin dall'inizio, nel 1952, l'energia nucleare si è dimostrata la fonte energetica più sicura», sostiene lo scienziato; «dobbiamo smetterla di preoccuparci per i rischi statistici di tumore legati agli agenti chimici o alle radiazioni; un terzo di noi morirà comunque di cancro, ma se non ci concentriamo sul vero pericolo, il riscaldamento globale, potremo morire anche prima, come è accaduto a più di ventimila sfortunati la scorsa estate in Europa per via del caldo eccessivo». «Anch'io», concludeva Lovelock, «sono un ambientalista, e supplico i miei amici del movimento di abbandonare le loro obiezioni sbagliate contro l'energia nucleare; anche se avessero ragione per quanto riguarda il pericolo del nucleare (e non ce l'hanno) il suo uso nel mondo come fonte principale di energia sarebbe una minaccia insignificante in paragone ai pericoli dovuti a un caldo intollerabile e letale, o all'innalzamento del livello del mare che sommerge le città costiere di tutto il mondo». Parole interessanti. Non foss’altro che per la storia e l’autorevolezza di chi le ha pronunciate. (paolo mieli)