Spulciando come sono solito fare i siti di mezzo mondo mi sono imbattuto in una positivissima recensione (su Dreadcentral) di questo recente film con protagonista Colin Hanks, attore che sta crescendo di anno in anno e che aveva già avuto un parte in King Kong.
In questo film Hanks interpreta la parte di uno stalker, ovvero uno di quei pazzoidi paranoici che sembrano andare tanto di moda soprattutto negli USA: seguono la loro vittima, solitamente una donna, e la spiano in ogni istante del giorno e della notte, in modo ossessivo e maniacale.
Lo stalker in questione si serve di telecamere nascoste e microfoni vari per poter aver sotto controllo tutti gli angoli della casa di Amy, la ragazza spiata, interpretata da una ottima Ana Claudia Talancon.
Amy è sola, è reduce da una storia d'amore finita malissimo, ha solo un'amica fidata sulla quale contare (Jen) ed un ragazzo con il quale sta tentando di ricominciare una nuova relazione.
Doug, il personaggio interpretato da Colin Hanks, si intrufola nella vita di Amy furtivamente, vivendole accanto e seguendo ogni suo momento attraverso un monitor: per lui è l'unico modo di poter carpire i suoi gusti, i suoi progetti e poterla aiutare, sperando in tal modo di poterla incontrare sul serio. Doug la spia anche quando lei è fuori casa, porta con sè una borsa con nascosta un'altra telecamera. I due si incontreranno in un bar, ed a poco a poco nascerà una amicizia che Doug guiderà letteralmente passo dopo passo: ovviamente non è un'amicizia "normale", Doug è ossessionato da Amy, e si serve delle telecamere per capire come poterla aiutare sul lavoro ad esempio (lei è una artista), e come togliere di mezzo gli ostacoli che si frappongono tra lui e lei. A poco a poco la fiducia di Amy nei confronti di Doug, e la curiosità di capire che tipo possa essere cresce sempre più, ma l'amica Jen, durante un incontro a tre, capisce che Doug sta mentendo su qualcosa...un nuovo ostacolo per lo stalker, che però non servirà ad arrestare la sua opera. Ed il suo affetto morboso sarà scoperto anche da Amy...
Film gustoso, questo Alone with Her: tutta la vicenda ci consente di spiare la vita di Amy attraverso le stesse telecamere che Doug utilizza, quindi a tutti gli effetti saremo noi spettatori i veri stalkers. Trovata interessante e ben girata, grazie ad una recitazione più che valida, e ad una vicenda che scorre via senza momenti di noia, nonostante il ritmo narrativo sia tutt'altro che frenetico. Non c'è sangue, non c'è gore, solo qualche nudità al femminile che non gusta mai. Piacevole thriller a sfondo paranoico, girato con perizia ed attenzione, puro voyeurismo senza scadere mai nel volgare. nel suo piccolo, un gioiellino. Pochi mezzi, tanta sostanza.
Se apprezzate i ghost-movies ed il cinema spagnolo, questa pellicola credo possa costituire un trade-union ideale tra le due cose.
Ritmi lenti, fotografia eccellente, ambientazioni suggestive: gli elementi necessari per una buona storia di fantasmi.
In questo caso ruota tutto attorno ad un orfanotrofio nel quale Laura, la protagonista, era cresciuta e dove la stessa donna ritorna assieme al marito ed al figlio adottivo Simon. La sua intenzione è riaprire l'orfanotrofio e renderlo nuovamente funzionante per ospitare i bambini che ne avessero bisogno. Come di consueto, la casa è però animata da strani suoni, apparizioni, scricchiolii sinistri e personaggi inquietanti, che trascineranno lentamente Laura in una spirale di disperazione apparentemente senza via di scampo.
I "salti" sulla sedia sono assicurati da un paio di gustose scene, decisamente d'effetto, mentre il resto della pellicola riesce a mantenersi interessante nonostante la storia sia tutt'altro che rapida nel suo svolgimento. Seguire Laura nella sua ricerca della verità (Simon, il figlio adottivo, sparirà dalla casa dopo aver parlato più volte di "amici invisibili" con i quali giocava in una grotta vicino alla spiaggia, ed è malato di HIV) risulta gradevole, anche perchè tutto il film è visivamente di alta qualità e, grazie all'ottimo uso delle musiche, riesce ad essere quasi poetico anche nei momenti più oscuri e cupi. Consigliato soprattutto agli amanti del cinema spagnolo.
Attratto dal regista, lo stesso di Live Feed (filmetto indipendente abbastanza deprecabile ma ricco di gore), ho deciso di vedermi questa nuova fatica di Ryan Nicholson, forse uno dei pochi registi realmente "estremi" rimasti negli USA. Il risultato? Un mediocre slasher con attori demenziali, tutto girato in un bowling, con gratuite scene di violenza e di sesso (uno stupro di circa 10 minuti totalmente senza senso, che benchè non sia grafico risulta decisamente sgradevole soprattutto per la sevizia finale)ed un killer che si diverte ad uccidere i giovinastri di turno nei modi più assurdi e divertenti. Forse è questo l'unico motivo per guardarsi Gutterballs: le death-scenes infatti non lesinano in dettagli splatter (spesso economico ma comuqnue discretamente realizzato) e strappano più di un sorriso (morire soffocati durante un 69 vi sembra poco originale? ), per il resto non c'è trama, c'è un tentativo di sorpresa finale abbastanza ridicolo e alla fine ci si riduce ad attendere la prossima vittima, nient'altro.
Il sesso è talvolta piuttosto esplicito, e anche in tal senso Nicholson ha fatto scelte abbastanza gratuite, tanto per "scandalizzare".
Atmosfera molto anni '80, ma realizzazione al limite del mediocre. Peccato.
L'unico cosa bella e originale di sto film è forse la tagline nel poster "It's not a remake,it's not a sequel and it's not based on a japanese movie.Old School American Horror"
Per il resto è davvero poca roba, un film piuttosto inutile da lobotomia al cervello, certo, è un chiaro omaggio all'horror anni 80 alla Venerdi 13 e soci e probabilmente molti lo troveranno divertentissimo, alcune trovate cmq sono divertenti però manca davvero qualcosa, il peggior difetto probabilmente è il non capire fino a che punto vuole essere uno slasher serio o solo parodistico o solo un omaggio e si arriva alla fine scontentando tutti.
Una piacevole sorpresa, un direct-to-dvd onesto e migliore di tanti horror usciti in sala. La trama è essenziale e nemmeno tanto stupida come appare, un reality show in un bosco si trasforma ben presto in un vero gioco al massacro, ma fa cmq il suo lavoro sfornando carne da macello a non finire e le solite situazioni, i redneck-mostri sono schifosi al punto giusto, sangue e budello a profusione in un film che regala davvero qualche bella soddisfazione ai patititi del genere senza mai prendersi troppo sul serio. Divertente.
Altra piacevole sorpresa, forse la pellicola migliore nel disastro quasi totale dell'8 Films to Die For dello scorso anno.
Tratta da una vicenda reale, come confermato dal regista stesso e come documentato in giro (cercate la storia di Adolfo de Jesus Constanzo), Borderland è la storia di tre ragazzi in viaggio verso la frontiera messicana, all'insegna della libertà totale. Donne, droga e ballo, senza troppi pensieri. Finiranno coinvolti nei macabri disegni di una setta composta da spacciatori che, per ottenere l'immunità totale nel loro contrabbando di droga, si ingraziano gli dei attraverso i sacrifici umani, seguendo la religione Palo-Mayombe di derivazione africana. Lascio a voi scoprire cosa accadrà ai tre sfortunati protagonisti... c'è anche la storia di un poliziotto, lasciato solo ad investigare contro questa setta e pronto a rischiare la vita pur di dimostrare le sue ragioni e vendicarsi della morte di un collega proprio per mano degli stessi messicani. Film brutale ma che non scade mai nel torture-porn, nonostante le numerose scene violente ed alcune sequenze gore piuttosto cattive ed anche gratuite, se vogliamo. Non manca il cattivone della situazione, anche se i miei personali applausi vanno a Marco Becuzzi, attore italo-messicano capace di dar vita ad uno dei villains più convincenti e bastardi dell'intera cinematografia horror, e non sto esagerando. Consigliato. Un crime-thriller orrorifico con tanta azione ed un paio di attrici femminili davvero gustose.
Nel cast anche nomi importanti, come quello di Sean Astin o Damian Alcazar.
A metà tra horror grottesco e black comedy, Teeth è simpatico, è splatter (in alcuni frangenti) e funziona benino, eccezion fatta per lo stupidissimo finale e per un ritmo narrativo decisamente torppo lento.
La protagonista, Jess Weixler, è carina e convincente nella parte della verginella che dapprima si pone a capo di un movimento giovanile per la difesa della purezza morale e della castità, mentre poi diventa una vera e propria mangiatrice di uomini, ed è decisamente il caso di dirlo
Infatti dopo una "prima volta" non desiderata con un amico che, di fatto, la violenta (e ne fa le spese, ahilui), Dawn cercherà di capire se sia davvero la vagina dentata il suo problema, ed a poco a poco a farne le spese saranno in tanti: dal suo ginecologo fino al fratellastro bastardo (interpretato da John Hensley), in una escalation di sesso omicida, nella quale la giovane finirà col prenderci gusto nel decapitare il pisellino dei suoi sventurati amanti. Vedibile quindi, ma avrei preferito un ritmo più sostenuto.
Per carità, mi aspettavo un prodotto fumettoso, sopra le righe e totalmente fuori di testa, però credevo anche sarebbe stato realizzato meglio...
Noburu Iguchi invece si limita a mettere insieme alcuni imbarazzanti attori, un plot che supera di gran lunga il ridicolo (la classica vendetta della sorella-Rambo contro la famiglia Yakuza che le ha ucciso il fratellino)
ed un gore che avrebbe dovuto essere il punto forte della pellicola e che si rivela invece eccessivamente cartoonesco e mal realizzato, eccezion fatta per qualche intervento in CG carino e per qualche trovata simpatica.
Si sprecano gli omaggi e le citazioni ai classici del genere horror (Evil Dead su tutti) ed i clichè riguardanti i personaggi (la studentessa cazzuta che diventa una belva assatanata di vendetta, il padre-padrone cattivissimo, i ninja al suo servizio, i tirapiedi servizievoli e un pò scemi, eccetera eccetera), ma la pellicola risulta troppo ridicola e mal recitata per essere divertente. Oltretutto me la son vista doppiata in inglese, ed il lavoro di doppiaggio era insopportabile... salvo soltanto alcune sequenze di combattimento discretamente supportate dai buoni movimenti di camera e alcuni momenti splatter che strappano una risata, per il resto sembra quasi di vedere uno Schnaas nipponico in azione, più patinato ma altrettanto confusionario, maldestro e poco simpatico.
Non una delusione, ma neanche un capolavoro: un buon horror che finalmente rinuncia a molti dei clichè che spesso popolano le pellicole più recenti e che offre invece spunti piuttosto originali ed alcune sequenze decisamente impressionanti dal punto di vista visivo.
I quattro ragazzi protagonisti, sventurati vacanzieri, hanno pregi e difetti, e riescono ad apparire in tutta la loro umanità e nelle loro debolezze. La location è una soltanto e quasi tutto il film è girato alla luce del giorno, ma nonostante questo l'atmosfera di costante inquietudine è resa piuttosto bene, e si ha sempre la sensazione che possa accadere qualcosa di orrendo e di malvagio. I selvaggi che circondano il tempio poi, aggiungono crudeltà (e quanto siano crudeli lo si può apprezzare da subito grazie alla prima scena splatter del film..), anche se vedremo come il loro essere spietati sia dettato da un atto di salvaguardia di sè stessi e della loro gente.
Plauso al regista per esser riuscito, se non ad impaurire, quantomeno ad inquietare senza i soliti espedienti della botta di volume o del mostrillo che spunta dal buio...come detto, quasi tutta la vicenda è girata in piena luce, rendendo di fatto le sequenze più cattive decisamente più efficaci.
Il lato debole è rappresentato da alcune scene che, mentre nel libro risultavano efficaci nella loro assurdità, qua diventano involontariamente comiche, complice anche un utilizzo discutibile della computer-grafica.
Globalmente più che discreto, comunque.
Già che ci sono, vi propongo un breve excursus all'interno di questo Masters of Horror in salsa iberica, globalmente piacevole e riuscito, eccezion fatta per un paio di episodi deboli e sconclusionati.
Visionario quanto basta, ben intepretato e capace di inquietare e spaventare in non pochi frangenti, grazie ad una regia attenta e ad alcuni espedienti piuttosto riusciti ed inaspettati; una sorta di Shining rivisitato secondo i criteri del cinema spagnolo, con buoni interpreti ed alcuni momenti da salto sulla sedia di discreta fattura.
Sicuramente il miglior episodio del lotto; taglio televisivo ma fotografia grigia e sinistra, interpreti eccellenti e decisamente azzeccata sia la location che la storia di base(un falso annuncio immobiliare si rivela l'inizio di un incubo per una tranquilla coppia di sposi). Spirale di follia con alcuni momenti di panico puro. Dirige Balaguerò, e si vede.
Qui il ritmo si fa più lento, è un episodio particolare, a tratti troppo passivo, in altri momenti disturbante ed efficace, si lascia guardare con discreto interesse anche se il finale mi ha lasciato un pò interdetto, anche perchè il messaggio anti-abortista che traspare non mi trova affatto d'accordo.
omaggio alle classiche pellicole anni 80 con i bambini pacioccosì e un pò avventurieri come protagonisti. Stavolta ruota tutto intorno ad una serial-killer travestita da Babbo Natale che, precipitata in una fossa, viene scoperta dai ragazzini e ricattata, passando da carnefice a vittima. Tenterà di vendicarsi, ovviamente. Più commedia che horror, ma a mio avviso il ritmo non decolla ed anche il gore scarseggia. I piccoli attori però se la cavano bene.
un mezzo pasticcio, nonostante l'idea di partenza fosse valida. Angela è una bambina spesso sola che guarda un sacco di film horror e finisce col crearsi dei veri e propri amici-mostri, che in realtà saranno tutt'altro che immaginari. L'ho trovato noioso, ed il taglio televisivo è sin troppo marcato.
una sorta di ghost-story di derivazione asiatica, ma molto lenta e piuttosto prevedibile. Soprattutto non mi ha nè spaventato nè inquietato; produzione inutilmente patinata, ho sbadigliato molto e nulla più. Agli amanti delle atmosfere e del ritmo lento e quasi ossessivo potrebbe piacere, a me ha solo frantumato le palle
Dopo il promettente Wolf Creek, Mclean tenta la carta del Croc-movie con alle spalle una produzione americana, e benchè il film non abbia particolari guizzi o momenti da ricordare particolari si lascia vedere con piacere. Un film molto eighties dall'approccio classico che lascia spazio alla natura incontaminata dell'australia e a un piccolo gruppo di persone che si ritrovano a loro malgrado in una situazione isolata e pericolosa.
A me lo stile di Marshall piace. Non sarà un genio della cinepresa, ma qualcosa di più di un onesto mestierante sì. Dog Soldiers e The Descent mi avevano sorpreso e sollazzato non poco, e anche questa nuova pellicola non mi ha deluso. Certo, non si tratta di un film esente da difetti nè di una pellicola da prendere troppo sul serio, ma per divertirsi andrà più che bene.
Mescolate road-movie alla Mad Max, un sacco di azione cazzuta, villains schizofrenici, splatter a go-go, sparatorie e combattimenti ovunque ed una eroina praticamente immortale (la splendida Rhona Mitra) e avrete Doomsday: il film funziona, intrattiene e non importa se la trama sia solo un pretesto per assemblare quante più possibile scene di pura follia.
Ottimo l'utilizzo della colonna sonora, su tutte una Two Tribes dei Frankie Goes to Hollywood gasante come non mai nell'inseguimento finale.
E' uscito in dvd all'inizio dell'anno e poi a sorpresa anche nei nostri cinema.A sorpresa perchè il primo uomo nero era stato un flop sotto tutti gli aspetti.Produce di nuovo Sam Raimi e fra gli attori anche Tobin Bell.Non che ci volesse molto però stavolta il risultato sembra migliore.Sbudellamenti, decapitazioni, perfino una scena di sesso(!).E almeno una scena che mette i brividi (quella nell'archivio, incompiuta ma pianificata molto bene).Le pesantissime mancanze ameno due: innanzitutto manca il sangue, quello vero, quello a fiumi, quello che ti fa dire "sto regista cià le palle!" (a proposito, Betancourt esordiente alla regia, aveva curato solamente il montaggio molti recenti horror e la seconda unità di The Ruins).Il vero gore è solamente accennato, incompiuto il film in questo senso.In secondo luogo, non se ne può più di vedere teenager complessati in terapia per superare le proprie paure.Inventatevi qualche nuovo pretesto!
Scena di pochi secondi dopo i credits.
Ultima modifica di Grisson; 16-07-08 alle 14:13:41
Simpatica commediola in salsa horror questo Fido, che non vi farà ribaltare dalle risate, preferendo uno humour tutto british e decisamente all'acqua di rose, eccezion fatta per alcune scene più riuscite dal punto di vista comico.
Il film scorre via con leggerezza ma senza annoiare, ed il pretesto utilizzato per inserire zombie in una commedia è quantomeno singolare: una società, la Zomcom, ha creato un collare che addomestica i non-morti. Tutte le famiglie di un placido villaggio americano anni 50 hanno un morto vivente al proprio servizio, e Fido è uno di loro. Peccato che il suo collare smetterà accidentalmente di funzionare, dando inizio ad una serie di delitti più o meno efferati. Ma Fido ha anche un cuore (marcio e putrido, ma lo ha) ed una famiglia che lo adora e che lo sostituirebbe volentieri ad un padre pauroso, paranoico e superficiale. Fotografato ottimamente, Fido offre poco sangue ma un plot divertente e mai banale, soprattutto grazie agli ottimi interpreti e ad alcuni personaggi azzeccati: su tutti il vicino di casa, mr. Theopolis, che ha una zombie come fidanzata e che è sempre pronto ad intervenire con la sua doppietta qualora un non-morto sfuggisse al controllo del collare.
Da vedere per un'ora e mezzo piacevole, ma senza aspettative troppo elevate. Si sorride, non si ride.
Qualora riusciste a passare indenni i primi 35 minuti di questo film, allora potreste anche godervi un discreto slasher con tanto di doppio twist finale che lascia aperti non pochi interrogativi ma che tenta anche di dare una spiegazione pseudo-razionale alla vicenda.
L'avvertimento è d'obbligo, dato che nella prima mezzora il film sembra atutti gli effetti un teen-movie in piena regola, fatto di amori liceali, droga, sesso, battutine, cheerleaders e Mandy. E' lei la ragazza più desiderata della scuola, ma nessuno riesce ad averla. La vcanza al ranch di un amico sarà l'ennesimo pretesto per i ragazzi presenti per tentare un aggancio, ma i risvolti saranno decisamente spiacevoli...
Slasher diverso quantomeno dal solito "raduna le vittime ed falle uccidere tutte mediante comportamenti idioti", questo All the Boys Love Mandy Lane riesce ad approfondire la psicologia e la personalità di quasi tutti i protagonisti(senza esagerare, sia chiaro), e col pretesto di una storia di gelosia mette in campo una buona vicenda ricca di tensione, di violenza mai eccessivamente grafica ma comunque utile allo scopo, ed una sorpresa finale che non arriva inaspettata ma induce almeno a qualche porsi più di una domanda. Non vado oltre, ovviamente.
Thriller a tinte horror quindi, con una fotografia eccellente ed un utilizzo frequente ma saggio dello slow-motion, soprattutto nelle sequenze più importanti. Buone anche le musiche, finalmente ben scelte e non limitate alla solita musichetta di tensione con botta di volume improvvisa.
Regia capace, interpreti giovanissimi ma convincenti, finale che ho interpretato come quasi ironico nella sua nerissima realtà.
Trascurabile splatter in salsa trash giocato sulle gesta omicide dell'ennesimo clown malvagio, che stavolta è talmente goffo da fare quasi tenerezza, nonostante sulla sua strada lasci numerosi arti mozzati, teste decapitate e interiora di ogni genere qua e là. Il gore è copioso ma spesso realizzato con sufficienza, la regia è francamente inguardabile e le interpretazioni ai limiti del sopportabile. Vero punto debole del film è l'eccessiva lentezza ed una inutile grande quantità di pessimi dialoghi, che appesantiscono ulteriormente un filmaccio già brutto di per sè.
Da evitare, a mio avviso.
Degli studenti americani si trovano per il ballo di fine college e un serial killer che perseguitava una ragazza si rifà vivo!
Giudizio:Una ***** assoluta, non vale lo spazio che occupa su un HDD, figuriamoci il prezzo di un noleggio!!! Una banalità sconvolgente, il vostro elettrocardiogramma e/o encefalogramma non cambieranno di una virgola guardando questo film!
Forse l'encefalogramma si avvicinerà alla morte cerebrale!!
Pessimo, osceno e offensivo!
Lo attendevo da tempo questo film, un pò perchè Gordon è tra i miei preferiti per quanto concerne l'horror, e un pò perchè sia Mena Suvari che Stephen Rea sono da me considerati attori validissimi ed efficaci.
Purtroppo, a fronte di molte reviews incoraggianti, ho trovato la pellicola appena passabile e nulla più: mi spiego meglio.
La storia, ispirata ad un fatto reale, fatica a reggersi in piedi, un pò perchè un uomo imprigionato in un parabrezza non è esattamente il massimo per eventuali spunti di sceneggiatura, e un pò perchè a parte Rea nei panni dello sventurato homeless investito, il resto del cast fatica a rendersi credibile. La Suvari in particolare passa dalla tenera immagine di infermierina per anziani tuttofare a mignotta drogata fino a psicopatica menefreghista e pazza omicida frustrata, il tutto nel giro di due giorni spiccioli.
Capisco che la situazione fosse difficile da affrontare, ma cribbio un minimo di logica...
A peggiorare il tutto contribuisce quell'atmosfera da horror comedy che penalizza oltremodo le scene più cruente: vedere per 80 minuti un tizio dentro un lunotto che tenta in ogni modo di farsi liberare e riceve solo botte in testa è abbastanza patetico,e più di una volta mi son ritrovato a ridere in scene che avrebbero dovuto risultare drammatiche.
La colpa è anche di Gordon, che spezza il ritmo con alcune gag di dubbio gusto, inserendo nel film un personaggio, il fidanzato della Suvari, che puzza di clichè da lontano, con la sua caricatura da gangsta-rap-spacciatore tante chiacchiere e poche palle.
Un'occasione sprecata, ma il gore, anche se non copioso, è ben fatto ed efficace (Gordon in tal senso è una garanzia) ed anche la regia è più che discreta. Vedibile, non di più.
Avevo letto un bel pò di recensioni positive su questo film, ma dire che mi ha annoiato sarebbe riduttivo. La storia dell'elettromagnetismo malefico che trasforma un comune cittadino in un killer spietato è già stata sviluppata altre volte in maniera migliore(da S.King ad esempio, anche se lo scrittore del Maine si concentrava sui celllulari se non sbaglio), ed oltretutto qua troviamo anche una storia d'amore-odio che non decolla mai e si rivela alquanto pretestuosa, un pò come l'intera pellicola. Il film si divide poi in 3 segmenti, e se la prima parte potrebbe anche risultare quantomeno interessante, se non altro per capire quanto la scenggiatura possa valere, le altre due lo fanno precipitare nel baratro, infarcendo il tutto con scene monotone ed inutili, momenti di violenza gratuita ed ingiustificata, recitazioni sopra le righe assolutamente pessime. Il secondo segmento in particolare tenta la strada della dark comedy fallendola sotto tutti i punti di vista. Neanche il finale risolleva The Signal dall'oblio. Sipario.
Iniziamo subito col dire che questa è sicuramente la pellicola finora più riuscita da parte del boxeur teutonico dalle mille risorse. Non che fosse necessario un grande sforzo comunque. Ed aggiungo anche che questo Postal, nel suo essere tremendamente trash (e forse, una volta tanto , anche volutamente) riesce a cogliere piuttosto bene lo spirito del videogioco, ed in tal senso potremmo promovuerlo.
Il problema però è che c'è anche altro da giudicare, e in questo caso il giudizio si fa meno positivo: Postal è un film demenziale, sin dall'inizio, politicamente scorretto, sempre sopra le righe, e non rinuncia a nulla. Battute volgari, nudità, esplosioni, violenza non-sense e persino un tremendo cameo dello stesso Boll a metà film. Talvolta si ride, talvolta si sogghigna, molte altre volte ci si chiede il motivo per cui si stia sprecando il nostro tempo a sorbirsi una zozzeria del genere. Tutto sommato però la ricetta, seppur pasticciata e spesso realizzata in modo quasi amatoriale, sembra funzionare, e potrebbe essere la vera dimensione cinematografica del famigerato regista tedesco. Pellicola discutibile, ma non mancano gli spunti divertenti e alla fine si resta meno disgustati del solito, ammesso che riusciate a sopportare l'immane quantità di idiozie presenti.
Inaspettatamente soddisfatto dalla visione del primo Reeker ho deciso di sobbarcarmi l'impegno di vedere questo recentissimo seguito, ma purtroppo le aspettative, che non erano comunque troppo elevate, non hanno trovato riscontro positivo. Questo secondo capitolo infatti potrebbe essere considerato sia come un prequel che come un vero e proprio successore: il vero problema è che chi avesse già visto il primo film non faticherà a prevedere il finale di questo No Man's Land. Stavolta non ci sono twist spiazzanti: una storia piuttosto lineare in pieno deserto, qualche momento splatter di fattura discreta, alcuni effetti in CG risibili e tanta noia nella parte centrale della pellicola, penalizzata da un ritmo blando e da dialoghi mediocri, per non parlare di qualche vago tentativo di humour nero che non riesce a funzionare. La spiegazione finale sa appunto di aria fritta e sembra anche frettolosa, messa lì giusto per dare un risvolto alla vicenda raccontata. Neanche la presenza del mitico Robert Pine, il sergente Getraer dei CHIPS, risolleva il film dalla mediocrità. Non pessimo, ma comunque trascurabile, eccezion fatta per una buona fotografia e per i rari momenti sanguinolenti.
Inizio dicendo che a me è piaciuto molto, nonostante non sia affatto un prodotto convenzionale, o forse proprio per quello.Le attese erano alte (il regista è quello di Calvaire) e non posso dire di essere rimasto deluso (nonostante sia stato accolto in modo timido/perplesso dagli spettatori presenti alla proiezione veneziana alla mostra del cinema 2008 ).Il film è la storia di una coppia di genitori, Paul e Jeanne, che perde il figlio nello tsunami che li ha colpiti mentre erano in vacanza a Phuket, in seguito Jeanne (nel film Emmanuelle Béart, un'interpretazione sofferta) sembra riconoscere il figlio in un video amatoriale girato in Birmania: partono alla ricerca del figlio nonostante Paul non sia affatto convinto che possa essere ancora vivo.La sceneggiatura è piuttosto scarna, Vinyan è il classico film di regia.I movimenti di macchina sono spesso molto elaborati e sono diversi i momenti in cui rumori assordanti diventano puro fastidio per l'udito.Soprattutto nella seconda parte.Il film inizia con un'esplosione sonora/visiva, si appiattisce subito per poi intraprendere un crescendo a tutti i livelli (la tensione aumenta e l'horror si fa più tangibile) mentre la coppia di protagonisti si addentra nella foresta alla ricerca del figlio.Dicevo anticonvenzionale appunto, perchè sembra che du Welz abbia abbondato i tratti distintivi del recente horror d'oltralpe per girare una storia completamente diversa, a tratti mi ha ricordato il Vital di tsukamoto, fate voi.Mi immaginavo tutt'altro stile e invece sono rimasto decisamente sorpreso.Un film pesante, sporco, sopra le righe, a tratti fastidioso, tutto d'attori e interpretato veramente bene.
Se il primo episodio era un allegro caos a base di splatter, mostriciattoli e schifezze assortite, dovreste vedere cosa ha combinato Gulager con questo seguito. Sia chiaro, il livello cinematografico è quel che è, il budget era più risicato e lo si vede soprattutto nelle scene in CG (pure troppe) e nei costumi dei mostri, davvero imbarazzanti nelle scena all'aperto, tanto da farli somigliare al Toxic Avenger made in Troma.
Il film comunque funziona, è un B-movie onestissimo che non si prende mai sul serio e regala momenti di estrema volgarità, gag a base di vomito e puzze aliene, un manipolo di personaggi spassosi (su tutti la coppia di nani luchadores) e qualche passo falso di troppo.
C'è anche una scena tremendamente cheap ma altrettanto spassosa per quanto politicamente e moralmente imbarazzante e scorretta, che da sola vale la visione. Il resto è un pò fatto in economia, e ne risente a tratti il montaggio, mentre la fotografia è accettabile anche se tradisc e l'aria da indie movie. Meno curato del primo, ma forse più divertente, e Honey Pie è ancora lì a lottare contro i mostri (terzo episodio in arrivo..)
[HORROR REVIEWS]L'angolo delle recensioni
), per il resto non c'è trama, c'è un tentativo di sorpresa finale abbastanza ridicolo e alla fine ci si riduce ad attendere la prossima vittima, nient'altro.
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