Risultati da 1 a 17 di 17
  1. #1
    Il Niubbi L'avatar di ginopino
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    Predefinito Diritti delle minoranze

    La Filosofia attuale sostiene a spada tratta il Diritto e il Dovere delle coppie conviventi ad assimilarsi a quelle che hanno sottoscritto un regolare rapporto di matrimonio.
    Però vi sembra giusto che lo Stato entri nelle vostre case e vi imponga delle regole nella sfera prettamente personale? Che di legge
    se una coppia intende perfezionare una convivenza o meno è una scelta loro, unanime, non la vieta nessuno. Se anche uno dei due non la volesse, non può essere imposta. E' una questione d'amore. Mentre nel caso che si sta cercando di imporre con il riconoscimento, entrano in gioco dei fattori estranei all'amore.
    Non è una limitazione della libertà ?
    Non è uno scacco matto all'"amore"?

  2. #2
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    A scanso di equivoci, non ho capito alcune cose del tuo intervento.
    In che senso "la filosofia attuale sostiene ecc ecc" ? e in che senso il diritto E il dovere ? O l'uno o l'altro.
    Mi pare che il riconoscimento delle coppie di fatto, anzi, sia anni luce dalla nostra legislazione. Ancora per poco, si spera.

  3. #3
    the_lamb
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    Quoto Jimmy, e non ho capito nemmeno dove sta la compromissione dell'amore e nemmeno (ma questo è un mio problema) se è sempre una questione di amore

  4. #4
    Il Nonno L'avatar di St1ll
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    Se non ho capito male parli del rapporto tra il matrimonio e lo stato ed eventuali limiti/imposizioni?
    Beh, il matrimonio è un contratto sociale. Essendo un contratto sociale ha delle regole, stabilite dallo Stato.
    In senso utopico io sono anarchico, quindi no, non lo trovo giusto, ma diversamente non si può fare.

  5. #5
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    St1ll_4liv3 ha scritto mer, 03 maggio 2006 alle 17:53
    Se non ho capito male parli del rapporto tra il matrimonio e lo stato ed eventuali limiti/imposizioni?
    Beh, il matrimonio è un contratto sociale. Essendo un contratto sociale ha delle regole, stabilite dallo Stato.
    In senso utopico io sono anarchico, quindi no, non lo trovo giusto, ma diversamente non si può fare.
    A dire il vero si tratta di una fattispecie che il nostro codice civile ha raccolto da una tradizione sociale, ed ha semplicemente "fissato", permettendo tra l'altro grandissima discrezionalita', ma garantendo che certi diritti potessero essere garantiti solo contro l'assunzione di determinati doveri.

    Io del tuo intervento non capisco in quale modo lo stato limiterebbe le scelte personali degli individui. Solo perche' non garantisce determinati privilegi a chi non si assume certi doveri?
    E' come se uno volesse "comprare" una cosa senza pagarla.

    Forse e' sbagliato tirare in ballo la filosofia, perche' stiamo parlando di situazioni economiche, che si pretendono.
    Le situazioni emozionali, quelle almeno, sono sfera privata e tale restano.

    Michele

    ps: occhio all'utilizzo del termine "contratto sociale", che probabilmente e' una definizione tua, ma che letteralmente non si addice al matrimonio per diversi motivi (per esempio, banalmente, non si tratta di un "contratto")

  6. #6
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto lun, 08 maggio 2006 alle 20:19

    ps: occhio all'utilizzo del termine "contratto sociale", che probabilmente e' una definizione tua, ma che letteralmente non si addice al matrimonio per diversi motivi (per esempio, banalmente, non si tratta di un "contratto")
    però si "contrae"

    edit: per non essere troppo spammoso faccio però notare come il torrente definisce il matrimonio (civile, ovviamente):

    "atto (le nozze) mediante il quale viene fondata la società coniugale (matrimonium in fieri) dalla quale deriva il rapporto per gli sposi (matrimonium in facto)"

    inevitabilmente delle caratteristiche contrattuali saltano fuori.

  7. #7
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto gio, 11 maggio 2006 alle 18:53
    michy79 ha scritto lun, 08 maggio 2006 alle 20:19

    ps: occhio all'utilizzo del termine "contratto sociale", che probabilmente e' una definizione tua, ma che letteralmente non si addice al matrimonio per diversi motivi (per esempio, banalmente, non si tratta di un "contratto")
    però si "contrae"

    edit: per non essere troppo spammoso faccio però notare come il torrente definisce il matrimonio (civile, ovviamente):

    "atto (le nozze) mediante il quale viene fondata la società coniugale (matrimonium in fieri) dalla quale deriva il rapporto per gli sposi (matrimonium in facto)"

    inevitabilmente delle caratteristiche contrattuali saltano fuori.
    Si', il matrimonio e' un negozio giuridico.
    Il contratto invece e' solo una delle categorie, la maggiore, di negozio giuridico.

    L'elemento chiave e' la volonta', ma poiche' gli effetti non sono strettamente patrimoniali la disciplina e' diversa. Rivolgersi al libro 1 del codice.

    Michele

  8. #8
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto lun, 15 maggio 2006 alle 16:25
    memex ha scritto gio, 11 maggio 2006 alle 18:53
    michy79 ha scritto lun, 08 maggio 2006 alle 20:19

    ps: occhio all'utilizzo del termine "contratto sociale", che probabilmente e' una definizione tua, ma che letteralmente non si addice al matrimonio per diversi motivi (per esempio, banalmente, non si tratta di un "contratto")
    però si "contrae"

    edit: per non essere troppo spammoso faccio però notare come il torrente definisce il matrimonio (civile, ovviamente):

    "atto (le nozze) mediante il quale viene fondata la società coniugale (matrimonium in fieri) dalla quale deriva il rapporto per gli sposi (matrimonium in facto)"

    inevitabilmente delle caratteristiche contrattuali saltano fuori.
    Si', il matrimonio e' un negozio giuridico.
    Il contratto invece e' solo una delle categorie, la maggiore, di negozio giuridico.

    L'elemento chiave e' la volonta', ma poiche' gli effetti non sono strettamente patrimoniali la disciplina e' diversa. Rivolgersi al libro 1 del codice.

    Michele
    zut zut, ovviamente non volevo sussumerlo sotto il 1321... (e sappiamo bene quale significato, in realtà, va attribuito alla locuzione "contratto sociale").

    più interessante notare come, invece, il matrimonio civile diriga la propria strada essenzialmente proprio verso quella meta (forse l'unica che abbia senso dal punto di vista civile) di regolare i rapporti economico/giuridici, dei coniugi. la pur importante (postuma? postergata? giudiziaria?) funzione di tutela della prole minore - insita non nel matrimonio, ma nelle norme civilistiche (sostanziali e procedurali) che tale contr... hem, negozio regolano - è secondo me scorporabile dal matrimonio stesso, tanto più nella nostra epoca che estende (soprattutto in questo campo) le tutele ai conviventi more uxorio.

  9. #9
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto lun, 15 maggio 2006 alle 23:26
    michy79 ha scritto lun, 15 maggio 2006 alle 16:25
    memex ha scritto gio, 11 maggio 2006 alle 18:53
    michy79 ha scritto lun, 08 maggio 2006 alle 20:19

    ps: occhio all'utilizzo del termine "contratto sociale", che probabilmente e' una definizione tua, ma che letteralmente non si addice al matrimonio per diversi motivi (per esempio, banalmente, non si tratta di un "contratto")
    però si "contrae"

    edit: per non essere troppo spammoso faccio però notare come il torrente definisce il matrimonio (civile, ovviamente):

    "atto (le nozze) mediante il quale viene fondata la società coniugale (matrimonium in fieri) dalla quale deriva il rapporto per gli sposi (matrimonium in facto)"

    inevitabilmente delle caratteristiche contrattuali saltano fuori.
    Si', il matrimonio e' un negozio giuridico.
    Il contratto invece e' solo una delle categorie, la maggiore, di negozio giuridico.

    L'elemento chiave e' la volonta', ma poiche' gli effetti non sono strettamente patrimoniali la disciplina e' diversa. Rivolgersi al libro 1 del codice.

    Michele
    zut zut, ovviamente non volevo sussumerlo sotto il 1321... (e sappiamo bene quale significato, in realtà, va attribuito alla locuzione "contratto sociale").

    più interessante notare come, invece, il matrimonio civile diriga la propria strada essenzialmente proprio verso quella meta (forse l'unica che abbia senso dal punto di vista civile) di regolare i rapporti economico/giuridici, dei coniugi. la pur importante (postuma? postergata? giudiziaria?) funzione di tutela della prole minore - insita non nel matrimonio, ma nelle norme civilistiche (sostanziali e procedurali) che tale contr... hem, negozio regolano - è secondo me scorporabile dal matrimonio stesso, tanto più nella nostra epoca che estende (soprattutto in questo campo) le tutele ai conviventi more uxorio.
    Personalmente non sono molto d'accordo. Uno degli aspetti chiave dei rapporti familiari è proprio quello di regolare i rapporti verso coniuge e figli.
    Un eventuale negozio che tralasci questi aspetti, e regolasse solo gli aspetti patrimoniali, quello sì sarebbe un contratto a tutti gli effetti. Ma allora tanto vale chiamarlo Contratto di Convivenza, no?

  10. #10
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto lun, 22 maggio 2006 alle 01:09


    Personalmente non sono molto d'accordo. Uno degli aspetti chiave dei rapporti familiari è proprio quello di regolare i rapporti verso coniuge e figli.
    Un eventuale negozio che tralasci questi aspetti, e regolasse solo gli aspetti patrimoniali, quello sì sarebbe un contratto a tutti gli effetti. Ma allora tanto vale chiamarlo Contratto di Convivenza, no?
    bè, ma non nego certo importanza ai rapporti familiari. ma al giorno d'oggi sono insiti (ormai per la maggior parte, soprattutto verso i figli) nel "fatto" stesso del rapporto, a trescindere dalla sacralità con cui questo rapporto è stato sigillato.

    è per questo che li vedo viaggiare su binari paralleli ma comunque separati.

  11. #11
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto lun, 22 maggio 2006 alle 10:45

    bè, ma non nego certo importanza ai rapporti familiari. ma al giorno d'oggi sono insiti (ormai per la maggior parte, soprattutto verso i figli) nel "fatto" stesso del rapporto, a trescindere dalla sacralità con cui questo rapporto è stato sigillato.

    è per questo che li vedo viaggiare su binari paralleli ma comunque separati.
    Immagino tu ti riferisca ad una sorta di "protezione naturale" dei rapporti filiali.
    Onestamente ho due argomenti contro questo assunto:
    1) la legge serve proprio per regolare i rapporti che non funzionano, quindi dove questa "legge naturale" non funziona;
    2) la frammentazione familiare di cui siamo testimoni in questi ultimi decenni e' una situazione di grande stress per le famiglie, e non riguarda solo i rapporti fra i coniugi.

    Beh, cercando di quagliare.
    Il dibattito corrente (sul tema familiare) riguarda la scelta su come garantire chi, oggi, ha ancora voglia di costruire un rapporto familiare.
    Ha ancora fondamento questa tutela? Non solo ti rispondo di si', ma ti dico che l'argomento e' piu' delicato che in passato.

    Michele

  12. #12
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto mer, 24 maggio 2006 alle 15:47
    memex ha scritto lun, 22 maggio 2006 alle 10:45

    bè, ma non nego certo importanza ai rapporti familiari. ma al giorno d'oggi sono insiti (ormai per la maggior parte, soprattutto verso i figli) nel "fatto" stesso del rapporto, a trescindere dalla sacralità con cui questo rapporto è stato sigillato.

    è per questo che li vedo viaggiare su binari paralleli ma comunque separati.
    Immagino tu ti riferisca ad una sorta di "protezione naturale" dei rapporti filiali.
    Onestamente ho due argomenti contro questo assunto:
    1) la legge serve proprio per regolare i rapporti che non funzionano, quindi dove questa "legge naturale" non funziona;
    2) la frammentazione familiare di cui siamo testimoni in questi ultimi decenni e' una situazione di grande stress per le famiglie, e non riguarda solo i rapporti fra i coniugi.

    Beh, cercando di quagliare.
    Il dibattito corrente (sul tema familiare) riguarda la scelta su come garantire chi, oggi, ha ancora voglia di costruire un rapporto familiare.
    Ha ancora fondamento questa tutela? Non solo ti rispondo di si', ma ti dico che l'argomento e' piu' delicato che in passato.

    Michele
    no, mi sono spiegato male io (come al solito).

    intendevo che esiste una protezione legale dei fisgli che prescinde dal rapporto "orizzontale", quello tra i genitori cioè. che siano sposati, pacsati () o manco quello. e che si debba andare sempre di più nella direzione di rendere il rapporto orizzontale indifferente per quello verticale (genitori - figli).

    semplificando diciamo che sono per l'equiparazione dei metodi di "creazione" della famiglia.

    questo non vuol dire che non creda nella famiglia nè creda che esa non abbia bisogno di tutela. anzi. magari auspico un ripensamento (magari perchè adesso tocco con mano come è complicato azionare quelle tutele legali..)

  13. #13
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto gio, 25 maggio 2006 alle 23:20
    michy79 ha scritto mer, 24 maggio 2006 alle 15:47
    memex ha scritto lun, 22 maggio 2006 alle 10:45

    bè, ma non nego certo importanza ai rapporti familiari. ma al giorno d'oggi sono insiti (ormai per la maggior parte, soprattutto verso i figli) nel "fatto" stesso del rapporto, a trescindere dalla sacralità con cui questo rapporto è stato sigillato.

    è per questo che li vedo viaggiare su binari paralleli ma comunque separati.
    Immagino tu ti riferisca ad una sorta di "protezione naturale" dei rapporti filiali.
    Onestamente ho due argomenti contro questo assunto:
    1) la legge serve proprio per regolare i rapporti che non funzionano, quindi dove questa "legge naturale" non funziona;
    2) la frammentazione familiare di cui siamo testimoni in questi ultimi decenni e' una situazione di grande stress per le famiglie, e non riguarda solo i rapporti fra i coniugi.

    Beh, cercando di quagliare.
    Il dibattito corrente (sul tema familiare) riguarda la scelta su come garantire chi, oggi, ha ancora voglia di costruire un rapporto familiare.
    Ha ancora fondamento questa tutela? Non solo ti rispondo di si', ma ti dico che l'argomento e' piu' delicato che in passato.

    Michele
    no, mi sono spiegato male io (come al solito).

    intendevo che esiste una protezione legale dei fisgli che prescinde dal rapporto "orizzontale", quello tra i genitori cioè. che siano sposati, pacsati () o manco quello. e che si debba andare sempre di più nella direzione di rendere il rapporto orizzontale indifferente per quello verticale (genitori - figli).

    semplificando diciamo che sono per l'equiparazione dei metodi di "creazione" della famiglia.

    questo non vuol dire che non creda nella famiglia nè creda che esa non abbia bisogno di tutela. anzi. magari auspico un ripensamento (magari perchè adesso tocco con mano come è complicato azionare quelle tutele legali..)
    Guarda, ti sollevo il morale.
    I rapporti genitori-figli sono tutelati allo stesso modo, qualunque sia la relazione fra i coniugi al momento della procreazione. Permangono delle distinzioni fra i figli naturali ed i figli legittimi, ma sono piu' di natura "terminologica" che altro.
    Quello che e' in discussione e' invero il rapporto fra coniugi-pacsati-etc, perche' il tipo di tutela che si prende nei confronti dell'altro non e' omologabile (del tutto...).
    Michele

  14. #14
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto mar, 30 maggio 2006 alle 20:24
    memex ha scritto gio, 25 maggio 2006 alle 23:20
    michy79 ha scritto mer, 24 maggio 2006 alle 15:47
    memex ha scritto lun, 22 maggio 2006 alle 10:45

    bè, ma non nego certo importanza ai rapporti familiari. ma al giorno d'oggi sono insiti (ormai per la maggior parte, soprattutto verso i figli) nel "fatto" stesso del rapporto, a trescindere dalla sacralità con cui questo rapporto è stato sigillato.

    è per questo che li vedo viaggiare su binari paralleli ma comunque separati.
    Immagino tu ti riferisca ad una sorta di "protezione naturale" dei rapporti filiali.
    Onestamente ho due argomenti contro questo assunto:
    1) la legge serve proprio per regolare i rapporti che non funzionano, quindi dove questa "legge naturale" non funziona;
    2) la frammentazione familiare di cui siamo testimoni in questi ultimi decenni e' una situazione di grande stress per le famiglie, e non riguarda solo i rapporti fra i coniugi.

    Beh, cercando di quagliare.
    Il dibattito corrente (sul tema familiare) riguarda la scelta su come garantire chi, oggi, ha ancora voglia di costruire un rapporto familiare.
    Ha ancora fondamento questa tutela? Non solo ti rispondo di si', ma ti dico che l'argomento e' piu' delicato che in passato.

    Michele
    no, mi sono spiegato male io (come al solito).

    intendevo che esiste una protezione legale dei fisgli che prescinde dal rapporto "orizzontale", quello tra i genitori cioè. che siano sposati, pacsati () o manco quello. e che si debba andare sempre di più nella direzione di rendere il rapporto orizzontale indifferente per quello verticale (genitori - figli).

    semplificando diciamo che sono per l'equiparazione dei metodi di "creazione" della famiglia.

    questo non vuol dire che non creda nella famiglia nè creda che esa non abbia bisogno di tutela. anzi. magari auspico un ripensamento (magari perchè adesso tocco con mano come è complicato azionare quelle tutele legali..)
    Guarda, ti sollevo il morale.
    I rapporti genitori-figli sono tutelati allo stesso modo, qualunque sia la relazione fra i coniugi al momento della procreazione. Permangono delle distinzioni fra i figli naturali ed i figli legittimi, ma sono piu' di natura "terminologica" che altro.
    Quello che e' in discussione e' invero il rapporto fra coniugi-pacsati-etc, perche' il tipo di tutela che si prende nei confronti dell'altro non e' omologabile (del tutto...).
    Michele


    o non mi so spiegare o c'è un'incomunicabilità trascendente...

    lo so benissimo (EDIT: non c'è motivo di essere spocchiosi) quali siano le tutele attribuite ai figli (siano essi nautali, legittimi o chissàcosaltro) in caso di problemi - di qualsiasi natura - della coppia che li ha generati.

    l'ordinamento per riconoscere quest'equiparazione totale tra figli legittimi o naturali si è dovuto evolvere, perchè prima non era così.

    attualmente l'ordinamento sta cercando di evolversi nel senso di rendere uguali (meglio, più uguali di quanto siano adesso) le tutele per un coniuge ("debole") rispetto all'altro ("forte"), a prescindere da quale sia il "contratto" che la famiglia ha creato (matrimonio cattolico, civile, celtico, convivenza ecc). di qui il riconoscimento di alcuni diritti all'ex convivente more uxorio, la spinta sociale verso i pacs (o soluzioni analoghe) e via discorrendo.

    assodata la direzione di questo movimento diventa (dovrebbe diventare, auspico che diventi) irrilevante, per la legge nell'attribuire tali tutele, il COME la famiglia si sia formata. il matrimonio (cattolico, ma anche civile) diventa solo UNO dei modi per creare una famiglia. questo non toglie importanza al matrimonio o alla famiglia, anzi, li rende importanti ciascuno nel proprio ruolo. il "funzionamento" della società (e quindi le tutele) per il "fatto-rapporto" a prescindere da come si sia costituito, la vita spirituale dei singoli per il COME il rapporto si crea.

    d'altro canto, una volta raggiunta tale omologazione, sarebbe possibile, a seconda della forza dei tipi di vincoli che creano la famiglia, modulare le tutele, escludendone aclune (di secondarie) dai rapporti meno forti.

  15. #15
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto mer, 31 maggio 2006 alle 00:20
    attualmente l'ordinamento sta cercando di evolversi nel senso di rendere uguali (meglio, più uguali di quanto siano adesso) le tutele per un coniuge ("debole") rispetto all'altro ("forte"), a prescindere da quale sia il "contratto" che la famiglia ha creato (matrimonio cattolico, civile, celtico, convivenza ecc). di qui il riconoscimento di alcuni diritti all'ex convivente more uxorio, la spinta sociale verso i pacs (o soluzioni analoghe) e via discorrendo.
    Scusa, non ho capito che fossimo proprio all'"origine del discorso".
    Non ho capito, perche' secondo te dovrebbero prevalere queste spinte? Cioe', io sono disposto a lottare perche' vengano tutelate le persone omosessuali che vogliono vivere insieme, o anche le altre coppie che non vogliono sposarsi per altre ragioni. Ma non riesco a capire perche' dovrebbero vedersi garantiti tutti i DIRITTI delle coppie sposate, mentre e' evidente che le coppie sposate assumono dei DOVERI di ampiezza maggiore.
    Qui non stiamo parlando di giochi a somma nulla. Se lo Stato avvantaggia un nucleo familiare di un certo tipo (ad esempio a livello fiscale o previdenziale), non sta creando ricchezza, ma la sta "spostando" dalla collettivita' a questi gruppi. Ora, questo trasferimento e' del tutto giustificato quando abbiamo a che fare con una famiglia tradizionale che di fronte alla societa' si assume determinati DOVERI, perche' questi alleviano e non di poco il costo sociale. Ma dove troverebbero fondamento gli interventi legislativi di cui sopra, quando vengono meno i DOVERI dei nuovi gruppi, per definizione piu' flessibili, e quindi meno generosi di garanzie verso la societa'?

    Michele

  16. #16
    Il Nonno L'avatar di memex
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    michy79 ha scritto gio, 01 giugno 2006 alle 16:15
    memex ha scritto mer, 31 maggio 2006 alle 00:20
    attualmente l'ordinamento sta cercando di evolversi nel senso di rendere uguali (meglio, più uguali di quanto siano adesso) le tutele per un coniuge ("debole") rispetto all'altro ("forte"), a prescindere da quale sia il "contratto" che la famiglia ha creato (matrimonio cattolico, civile, celtico, convivenza ecc). di qui il riconoscimento di alcuni diritti all'ex convivente more uxorio, la spinta sociale verso i pacs (o soluzioni analoghe) e via discorrendo.
    Scusa, non ho capito che fossimo proprio all'"origine del discorso".
    Non ho capito, perche' secondo te dovrebbero prevalere queste spinte? Cioe', io sono disposto a lottare perche' vengano tutelate le persone omosessuali che vogliono vivere insieme, o anche le altre coppie che non vogliono sposarsi per altre ragioni. Ma non riesco a capire perche' dovrebbero vedersi garantiti tutti i DIRITTI delle coppie sposate, mentre e' evidente che le coppie sposate assumono dei DOVERI di ampiezza maggiore.
    Qui non stiamo parlando di giochi a somma nulla. Se lo Stato avvantaggia un nucleo familiare di un certo tipo (ad esempio a livello fiscale o previdenziale), non sta creando ricchezza, ma la sta "spostando" dalla collettivita' a questi gruppi. Ora, questo trasferimento e' del tutto giustificato quando abbiamo a che fare con una famiglia tradizionale che di fronte alla societa' si assume determinati DOVERI, perche' questi alleviano e non di poco il costo sociale. Ma dove troverebbero fondamento gli interventi legislativi di cui sopra, quando vengono meno i DOVERI dei nuovi gruppi, per definizione piu' flessibili, e quindi meno generosi di garanzie verso la societa'?

    Michele
    Quote:
    d'altro canto, una volta raggiunta tale omologazione, sarebbe possibile, a seconda della forza dei tipi di vincoli che creano la famiglia, modulare le tutele, escludendone aclune (di secondarie) dai rapporti meno forti.
    ovviamente, salvo le tutele BASE che faticosamente si stanno estendendo a tutti, i rapporti meno forti avranno meno diritti di quelli qiù forti. mai sostenuto il contrario.

    a questo punto, però, vista la tua veemenza (), ti devo chiedere:

    * quali doveri della famiglia tradizionale alleviano quali costi sociali

    * quali maggiori garanzie per la società comporta la famiglia tradizionale

    * quali sono i motivi, eventuali, per discriminare le famiglie "alternative" rispetto ai singoli diritti

    * perchè non si considera mai che la concessione di un diritto (e soprattutto di una tutela) comporta automaticamente dei doveri?

    * quali sono i diritti che non attribuiresti

  17. #17
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Diritti delle minoranze

    memex ha scritto gio, 01 giugno 2006 alle 18:19

    * quali doveri della famiglia tradizionale alleviano quali costi sociali

    * quali maggiori garanzie per la società comporta la famiglia tradizionale

    * quali sono i motivi, eventuali, per discriminare le famiglie "alternative" rispetto ai singoli diritti
    Possiamo rifletterci insieme, e' un discorso interessante.
    Pero' a livello sociale la questione e' stata risolta con l'impostazione della Costituzione, che da ruolo centrale alla famiglia nel prevedere il disegno sociale del paese.

    Quote:

    * perchè non si considera mai che la concessione di un diritto (e soprattutto di una tutela) comporta automaticamente dei doveri?
    Beh, nel nostro ordinamento giuridico, ogni DO UT DES e' necessariamente esplicito. Nessuno e' mai obbligato a una prestazione che non ha un fondamento scritto.

    Quote:

    * quali sono i diritti che non attribuiresti
    Penso che a livello sociale sia gia' in corso un confronto, purtroppo non sempre con toni adeguati, che sta dando peso alle diverse voci.
    In generale, penso che da un punto di vista sociale, la situazione vada necessariamente parificata (ma il discorso adozione mi mette davvero in difficolta').
    Ho qualche dubbio in piu' per quanto riguarda la tutela economica.

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