WhiteKen ha scritto gio, 28 aprile 2005 alle 17:51
Non ha deciso.
Non aveva scelta.
Donnie è un ricettore vivente, e come tale può attivare un varco temporale con l'ausilio di un artefatto (in questo caso il reattore del Boeing).
Lui fa tutto questo alla fine della realtà parallela.
Il Manipolatore morto (Frank) torna indietro e lo chiama fuori, creando la dimensione parallela in cui Donnie non muore e in cui invece Frank è un cadavere.
Frank cerca di far capire a Donnie che questa alterazione del corso prestabilito del destino va eliminata.
Il concetto di destino prestabilito è spiegato anche dai "fili" che Donnie vede dipanarsi dal centro dei corpi delle persone, che indicano il loro futuro senza possibilità di deviazioni.
Lui stesso parla con il professore di fisica che, sebbene continui a sostenere che, conoscendo il proprio futuro, lo si potrebbe cambiare, non lo convince del tutto.
Cambiare il futuro a cui si è predestinati è un po' come abbandonare il sentiero che Dio ci ha posti dinnanzi e disegnato per noi.
Così Donnie alla fine fa davvero finire il mondo.
Lui stesso, dopo 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi, decide di mandare il reattore nel passato chiudendo il circuito che si era creato: lui nel passato muore e la strada alternativa presa dal mondo scompare (il mondo alternativo quindi finisce davvero).