ma scusa, io chiedo na cosa con panzer che stritolano sotto i cingoli vagonate di sottuomini polacchi, bombardieri che seppelliscono di napalm orfanotrofi a grappoli, valanghe umane che vanno all'attacco con addosso più grappa che munizioni...e lui mi linca sta roba giappofaggosa con spade, armature, orki, fate, cazzi e mazzi...ennamo
E allora o civ o hoi.
Poco c'hai da fare.
HOI due versione guerra fredda e' ancora il non plus ultra secondo me.
Dipende comunque dai gusti.
uffa. servirebbe qualche nuovo gioco sulla guerra mondiale. oppure una nuova guerra mondiale.
vabbuò, ripiegherò come al solito su sven hassel
"HOI doomsday armageddon"
rimane il buco nero del tempo.
Lo avvi e BUM invadi la polonia e sono passate 4-5 ore senza che te ne accorgi.
sembra 'na roba di spinoza.it, ma non lo è-«Non c'è una cazzo di ragione per votarvi». A margine dei saluti di Natale tra le più alte cariche dello Stato al Quirinale, Berlusconi si è presentato in grande forma.
non ce la fa più
neanche io.
idem
Meanwhile, in Hungary
Una legge simile in un Paese dell'Unione europea non si era mai vista. Con la maggioranza di due terzi il Parlamento dell'Ungheria, controllato dal partito di destra Fidesz del primo ministro Viktor Orban, ha approvato una legge sulla stampa che, tra le altre cose prevede:
- soppressione delle redazioni di news alla tv e alla radio, che confluirebbero in un unico centro di notizie presso l'agenzia di stampa nazionale Mti, finanziata dallo Stato
- multe pesanti agli organi d'informazione nel caso di «violazione dell'interesse pubblico», non meglio specificato, articoli «non equilibrati politicamente» o «lesivi della dignità umana», le multe vanno da 700 mila euro per le tv, a 89 mila per i giornali e siti internet
- i telegiornali dovranno rispettare un tetto del 20% per le notizie di cronaca nera
- il 40% della musica trasmessa dovrà essere di provenienza ungherese
- i giornalisti saranno tenuti a rivelare le loro fonti per questioni legate «alla sicurezza nazionale» e le autorità investigative potranno analizzare tutti i loro strumenti e i documenti anche prima di aver identificato un delitto.
DISEGNO - L'approvazione della «legge bavaglio» è l'ultima mossa di un disegno preciso della maggioranza conservatrice. A luglio, dopo aver ottenuto in aprile una maggioranza di due terzi alle elezioni, senza precedenti dopo la caduta del regime comunista in Ungheria, che consente di modificare la Costituzione e la struttura dello Stato, il primo ministro Orban ha subito istituito un'Autorità nazionale delle telecomunicazioni con a capo la garante Annamaria Szalai, vicina al premier, e composta da cinque membri tutti nominati dal partito di governo, alla quale è stato assegnato un mandato di nove anni con inoltre la facoltà di emanare decreti. Poi è stato istituito un ente unico di cui fanno parte la televisione pubblica (Mtv e Duna), la radio pubblica (Mr) e l'agenzia stampa Mti, con direttori nominati dal garante. Infine lunedì 20 dicembre il varo definitivo di una legge di 175 articoli che regola il comportamento degli organi di stampa.
PROTESTA - Circa 1.500 persone lunedì sera hanno manifestanto davanti il Parlamento a Budapest. Orban si è giustificato con il fatto che la tv pubblica, per esempio, era senza presidente da anni perché l'autorità - nella quale c'erano tutti i partiti - non riusciva ad accordarsi su un nome. «D'ora in poi, giornalisti e direttori dovranno essere molto cauti su cosa pubblicheranno», ha detto il direttore di Nepszabadsag, il maggiore quotidiano indipendente, di stampo liberal, che ha annunciato ricorso alla Corte costituzionale. Con nulle possibilità di successo, dato che l'approvazione con la maggioranza di due terzi ha blindato la legge. Csaba Belenessy, direttore generale dell'agenzia Mti, che dirigerà la nuova centrale di notizie, aveva di recente detto che i giornalisti nel suo servizio dovranno essere leali al governo. Orban ha affermato che la nuova legge èconforme alle norme europee. L'Istituto internazionale della stampa (Ipi), invece si è detto invece preoccupato per la situazione della stampa in Ungheria, e anche l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), ha espresso critiche severe nell'ultimo rapporto del garante per la libertà di stampa in Ungheria.
http://www.corriere.it/esteri/10_dic...4f02aabc.shtml
babba bia
Non so dove metterla e la metto qui.
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«Viviamo la crisi che fu dell'Impero Romano»
Benedetto XVI: senza il consenso morale anche oggi è in gioco il futuro del mondo La citazione Per descrivere la situazione attuale, il Pontefice cita le parole di Ildegarda, una santa del XII secolo
Vaticano Il discorso del Papa durante gli auguri alla Curia romana. «I preti pedofili hanno coperto di polvere il volto della Chiesa»
«Viviamo la crisi che fu dell'Impero Romano»
Benedetto XVI: senza il consenso morale anche oggi è in gioco il futuro del mondo La citazione Per descrivere la situazione attuale, il Pontefice cita le parole di Ildegarda, una santa del XII secolo
CITTÀ DEL VATICANO - «Excita, Domine, potentiam tuam, et veni». La voce del Papa è sommessa ma il tono è solenne, «è in gioco il futuro del mondo», alza lo sguardo a cardinali e monsignori: e ripete quella preghiera di Avvento, «Ridesta, Signore, la tua potenza e vieni» che fu probabilmente formulata, spiega, «nel periodo del tramonto dell'Impero Romano». Allora come oggi si «disfaceva» quel «consenso morale» senza il quale «le strutture giuridiche e politiche non funzionano».
Nel discorso natalizio alla Curia romana, Benedetto XVI ripercorre l'anno e parla per primo del male interno, la «dimensione per noi inimmaginabile» degli abusi su minori commessi da sacerdoti, l'«umiliazione» per lo scandalo dal quale «siamo stati sconvolti» e che ha «coperto di polvere il volto della Chiesa». Quindi allarga lo sguardo «ai fondamenti ideologici» la «perversione» dell'etica perfino «nell'ambito della teologia cattolica», l'idea diffusa per cui «niente sarebbe in se stesso bene o male»: «Negli anni Settanta, la pedofilia venne teorizzata come una cosa del tutto conforme all'uomo e anche al bambino» e «al contesto del nostro tempo» e torna a denunciare la pornografia, il turismo sessuale, «la devastazione psicologica dei bambini» ridotti a merce, quel «commercio dei corpi e delle anime» che l'Apocalisse «annovera tra i grandi peccati di Babilonia, simbolo delle grandi città irreligiose del mondo»; denuncia «la dittatura di mammona che perverte l'uomo» e trova espressione nella droga «che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno all'intero globo terrestre»; invoca i leader politici e religiosi «perché fermino la cristianofobia» e le persecuzioni dei fedeli in Paesi come il Medio Oriente, dove sulle «voci troppo deboli» della ragione prevalgono «avidità di lucro ed accecamento ideologico».
Tutti «spaventosi segni dei tempi», tempi difficili nei quali vacillano «le basi essenziali e permanenti dell'agire morale» ed è «in pericolo» il consenso di fondo sulla «grande tradizione razionale dell'ethos cristiano». Ecco il parallelo con il crollo dell'Impero Romano: «Il disfacimento degli ordinamenti portanti del diritto e degli atteggiamenti morali di fondo, che ad essi davano forza, causavano la rottura degli argini che fino a quel momento avevano protetto la convivenza pacifica tra gli uomini. Un mondo stava tramontando. Frequenti cataclismi naturali aumentavano ancora questa esperienza di insicurezza. Non si vedeva alcuna forza che potesse porre un freno a tale declino. Tanto più insistente era l'invocazione della potenza propria di Dio».
Anche oggi, dice Benedetto XVI, «il mondo con tutte le sue nuove speranze e possibilità è, al tempo stesso, angustiato dall'impressione che il consenso morale si stia dissolvendo». Come rivolgendosi al mondo laico, cita Alexis de Tocqueville: «Aveva osservato che in America la democrazia era diventata possibile e aveva funzionato perché esisteva un consenso morale di base che, andando al di là delle singole denominazioni, univa tutti».
Ma il Papa guarda anzitutto all'interno. Evoca una visione di Sant'Ildegarda di Bingen XII secolo, il volto della Chiesa «coperto di polvere», le scarpe «infangate», il vestito «strappato» per colpa dei sacerdoti, «come lei l'ha visto ed espresso, l'abbiamo vissuto in quest'anno». L'«umiliazione» dei crimini pedofili è «un'esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento», sillaba: «Dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare per riparare il più possibile l'ingiustizia avvenuta. Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell'intero nostro modo di configurare l'essere cristiano, così che una tale cosa potesse accadere. Dobbiamo trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Dobbiamo essere capaci di penitenza. Dobbiamo sforzarci di tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere». Ma se «siamo consapevoli» della «nostra responsabilità», dice, «non possiamo tacere circa il contesto del nostro tempo».
Il consenso etico che si dissolve. E, per contro, l'esempio di tanti sacerdoti, la «capacità di verità dell'uomo» mostrata dal cardinale Newman. Come capitò ai discepoli di Gesù, «anche in noi tanto spesso la fede dorme», sospira il Papa: «PreghiamoLo di svegliarci dal sonno di una fede divenuta stanca e di ridare alla fede il potere di spostare i monti - di dare l'ordine giusto alle cose del mondo».
Gian Guido Vecchi
Dal corriere.it
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Sono molto daccordo.
In Ungheria il centrosinistra si è giocato ogni possibilità di avere una legittimazione a governare per i prossimi 10 anni, dato che Ferenc Gyurcsany (o come cazzo si scrive) ha fatto il peggio del peggio del peggio (SIGNORE! [cit.]) possibile e immaginabile. Qualcosa del tipo: brogliare le penultime rielezioni, nascondere l'indebitamento pubblico, giri di mazzette che manco in italia, e confessare in televisione dopo essere stato rieletto metà delle malefatte, e mandare ad un passo dalla bancarotta il paese.
Molte di queste belle cosettine sono state fatte con la complicità attiva delle reti televisive e degli organi di stampa, era abbastanza prevedibile che calasse il martello con tutta la sua forza. Anche sacrosanto, direi.
dai, ancora un mille annetti e ci sarà un nuovo rinascimento!
per il resto boh, quasi sicuramente è per via della necessaria sintesi giornalistica ma non mi sembraun discorso così coinvolgente. a tratti pare pure un filo ingenuo, che è francamente improbabile. quindi o non ho capito una bega io (questo sì è probabile) o è stato sforbiciato selvaggiamente.
troppo facile fare queste tirate moralistiche e poi:
Io mi ricordo di imperatori lasciati fuori nella neve per giorni prima di poter essere accolti da Sua Santità.
Mica è colpa sua se a Roma l'ultima volta che ci sono stati tre giorni di neve di seguito è stato nel 16/12/1846
Qui dice che è stato solo per un'ora
http://www.meteo-net.it/articoli/storiconeve.aspx
poveracci gli ungheresi, in meno di 60 anni sono passati dall'invasione dei carri armati all'invasione dei bunga-bunga-boys
Tutti disinformati persi eh....
Continuo a dire, provate a documentarvi un attimo su FG (ex premier CSX ungherese), e poi capirete molto facilmente come mai il centro destra è passato dalla minoranza alla maggioranza di 2/3
Muoio