da corriere.it
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Quindi non è vero che il petrolio sta finendo. «Ma quando mai! Secondo il club di Roma del molto commemorato Peccei, il petrolio sarebbe dovuto essere finito da cinque anni. Invece ogni cinque anni le riserve raddoppiano, o comunque si rivedono al rialzo. Basterebbe un grande patto europeo per costruire 50 centrali di quarta generazione, in modo da coprire metà del fabbisogno entro il 2020, per far crollare il petrolio e il gas del 30 o del 40%. Allora i produttori avrebbero fretta di vendercelo, per paura che gli resti sul groppone». Quanto costa costruire 50 centrali di quarta generazione? «Sei, sette miliardi di euro l’una. Moltiplicato per 50, fanno 350 miliardi di euro». Dove li troviamo? «Lanciando gli eurobond. Titoli europei, garantiti con le eccedenze auree e valutarie della Bce. Enorme risparmio, enorme investimento nella ricerca, enormi risorse per la sicurezza e le infrastrutture dal Baltico al Mediterraneo, da far impallidire il tunnel sotto la Manica e il ponte sullo Stretto: l’Europa ripartirà. È l’idea keynesiana che ho in comune con Tremonti e Delors».
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Questa del "consorzio" europeo nuclearista non è la prima volta che la sento, eppure mi è sempre sembrata un ragionamento molto teorico. Brunetta afferma di averne la volontà, anche se compie due errori clamorosi:
- le centrali di quarta generazione non sono pronte;
- è pura utopia averne 50 operative entro il 2020.
Però l'idea è interessante, e potrebbe dare un po' di senso in più all'UE.
Voi che ne pensate? E' fattibile? Conviene all'Europa investire 350 miliardi di euro?