Il mio editoriale di ieri ha, senza volerlo, generato un discreto "flame" di risposte da parte vostra che, in tutta onestà, non mi sarei aspettato. C'è stato chi, come Paolo e Manghino (tra gli altri), ha espresso solidarietà nei miei confronti, e mi ha suggerito di abbandonare la soluzione cordless (definita da Francesco un "abominio" per un hardcore gamer), consigliandomi di tornare al buon vecchio mouse col filo.
Altri, come Il Conte o Vince 15, mi ingiungono di non lasciarmi prendere dallo sconforto e dare tempo al mouse di "farsi piacere". E in effetti, già dopo una giornata di intenso utilizzo, le cose vanno decisamente meglio. C'è stato chi invece è rimasto perplesso dalle mie parole, e indeciso nell'acquisto mi ha scritto chiedendomi se il mouse in questione valesse o meno i soldi spesi. A loro ho risposto che il mio problema non era legato alla qualità dell'oggetto, che non era assolutamente in discussione, ma alla fatica che sto facendo IO ad abituarmi ad un nuovo (si fa per dire, eh) modo di lavorare.
Ma la mail che mi ha colpito maggiormente è stata quella di Andrea, che oltre a suggerirmi di non desistere, scrive che «se il mouse non ti serve solo a spostare la freccina da una parte all'altra del desktop, ma lo usi intensamente per giocare o lavorare allora, quando scopri di trovarti bene [con uno in particolare, NdCT], compratene una vagonata di scorta e continua ad usarlo! Spendiamo centinaia di euro per interfacce software imperfette, e poi quando troviamo l'interfaccia hardware "perfetta" la buttiamo via appena si rompe o perchè esteticamente superata?». Ottimo consiglio!