+ Rispondi alla Discussione
Pag 7 di 7 PrimaPrima ... 567
Risultati da 151 a 166 di 166
  1. #151
    Lo Zio L'avatar di vinta
    Data Registrazione
    27-01-02
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    3,296

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da GANGREL89 Visualizza Messaggio

    credo che cambierò facoltà quindi..quest'anno studio,mi informo se ci sono esami in comune con altre facoltà e l'anno prossimo provo medicina o qualche professione sanitaria,almeno non c'è ricerca lì (l'altra alternativa è andarmene a studiare e a vivere definitivamente all'estero ma non è fattibile per ora almeno..)
    dì la verità, non hai la minima idea di come funzioni la ricerca universitaria eh?

  2. #152
    La Borga L'avatar di Il Nero
    Data Registrazione
    31-12-01
    Messaggi
    12,066

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    AdrianoMeis ha portato qualcosa per quanto riguarda le tasse universitarie in altri Paesi. Ho qualche altro dato anche su altri Paesi Europei, ma niente di sistematico. Comunque il trend generale è quello, con l'eccezione, forse, dell'UK.
    Le borse di studio IMHO non sono così impossibili da ottenere come si narra, soprattutto per famiglie numerose.
    Comunque, rispondo in modo specifico a Ronin sui finanziamenti. Non è affatto vero che il problema è l'investimento privato. In tutti i Paesi "di riferimento" l'investimento puramente pubblico è sensibilmente superiore a quello che abbiamo in Italia. Aggiungo che in tutti i Paesi "di riferimento" la proporzione pubblico-privato, non ci crederete, è molto più sbilanciata verso il primo termine di quanto non sia in Italia (poi non so da dove hai tirato fuori quel 96-4, dato che le proporzioni sono 70-30, mentre la media EU19 è 83-17).
    Tutte le informazioni, ed anche altre, le trovate qui:
    http://www.oecd.org/document/9/0,334..._1_1_1,00.html
    Infine, contesto l'idea metodologica che per attaccare i baroni sia necessario o sufficiente tagliare fondi a ***** di cane. I baroni a mio avviso se la ridono allegramente di qualunque norma che non colpisca il vulnus fondamentale del sistema universitario italiano, cioè l'inesistenza di criteri seri per l'assunzione e l'avanzamento di carriera.
    A me il ragionamento sembra semplice:
    1) Le università nel resto di Europa soffrono della piaga dei baroni ? Apparentemente no.
    2) Le università nel resto di Europa dispongono di fondi pubblici largamento superiori all'università italiana, sia in assoluto, sia in rapporto al PIL, sia in proporzione ai fondi privati ? Sicuramente sì.
    Quindi, non c'è alcuna correlazione tra i baroni ed i soldi pubblici dell'università. Punto e basta.
    Ultima modifica di Il Nero; 02-11-08 alle 18:49:14

  3. #153
    Lo Zio L'avatar di vinta
    Data Registrazione
    27-01-02
    Località
    Piacenza
    Messaggi
    3,296

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Il Nero Visualizza Messaggio
    Le borse di studio IMHO non sono così impossibili da ottenere come si narra, soprattutto per famiglie numerose.
    Rispondo solo su questo punto perchè me la sono legata al dito: vero, già per una famiglia con due figli l'ISEE si riduce di brutto, mentre i figli unici lo prendono in quel posto. Qui però si confondono le borse di studio con i sussidi per il diritti allo studio: un conto è dare soldi a persone che per motivi familiari non potrebbero studiare all'università, un altro è premiare chi l'università la fa bene e il suo rendimento è sopra la media. Dovrebbero essere due cose indipendenti, ma per ora in Italia il grosso è solo del primo tipo, e del secondo c'è pochissimo, giusto le borse della normale di Pisa.

    Fa incazzare però che il regolamento delle "150 ore", ovvero il part-time svolto nelle strutture universitarie, preveda una graduatoria compilata esclusivamente sul merito, l'opposto esatto delle borse ordinarie.

  4. #154
    La Borga
    Data Registrazione
    19-06-02
    Messaggi
    10,549

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Il Nero Visualizza Messaggio
    AdrianoMeis ha portato qualcosa per quanto riguarda le tasse universitarie in altri Paesi.
    giàggià.
    guardacaso però sono quasi tutti paesi nordici, dove la pressione fiscale è enormemente superiore a quella italiana: quella dei paesi del nord europa è una società diversa, dove il patto sociale tra cittadini è equilibrato su un livello molto differente di tasse e servizi.
    anche condivisibile se vuoi, in astratto, ma l'idea di applicarlo alla società italiana è decisamente utopica.


    Citazione Originariamente Scritto da Il Nero Visualizza Messaggio
    Le borse di studio IMHO non sono così impossibili da ottenere come si narra, soprattutto per famiglie numerose.
    boh.
    io ho avuto per due anni la media del 29,5 e 29,8 (con 7 lodi); madre e padre insegnanti, con un fratello a carico, e naturalmente ero fuori sede e tutto il resto.
    i miei erano così ricchi che penso fossimo l'unica famiglia italiana con 3 patenti e una sola macchina (comprata usata); però siccome avevano fatto un mutuo trentennale per comprare la casa, eravamo ricchi, e niente borsa di studio.
    ribadisco: ci saranno anche casi strani e fortunati, ma dire che le borse di studio sono accessibili è negare la realtà.

    Citazione Originariamente Scritto da Il Nero Visualizza Messaggio
    poi non so da dove hai tirato fuori quel 96-4, dato che le proporzioni sono 70-30, mentre la media EU19 è 83-17 e padre
    perchè in quel "30", ci sono pure i contributi delle famiglie che pagano le rette universitarie: di quel "30", soltanto 4 è "finanziamento privato alla ricerca".
    dunque di quel "30", 26 è esattamente come il rimanente 70: sono contributi dei cittadini.


    Citazione Originariamente Scritto da Il Nero Visualizza Messaggio
    Quindi, non c'è alcuna correlazione tra i baroni ed i soldi pubblici dell'università. Punto e basta.
    è un ragionamento giusto, ma anche a rovescio, rispetto al procedimento.
    tutti noi siamo coscienti che i baroni sono impossibili da cacciare dall'università italiana (fino a che non verranno pensionati, cosa che dovrebbe accadere in massa nei prossimi 4-5 anni per limiti geriatrici).
    poichè non si possono cacciare, ALMENO strozziamoli.

    il ragionamento che tu fai (almeno, secondo me) rovescia il rapporto di causa-effetto: quello giusto è che SICCOME nelle altre università i baroni non ci sono, ALLORA ricevono molti più fondi, pubblici E privati (sotto forma di contributi alla ricerca, non alla didattica.
    i "molti più fondi alla ricerca" è l'effetto che vogliamo ottenere, mica la causa.
    e non rispondere che la riforma prevede tagli, perchè quelli che la riforma taglia NON sono fondi alla ricerca, ma alla didattica.

    SICCOME in italia i baroni ci sono, e sono impossibili da scalzare, ALLORA le aziende si tengono lontane dall'università (ripeto 4% di finanziamento privato alla ricerca, non alla didattica); ma se noi IMPEDIAMO la nascita di nuovi baroni stroncando il percorso di "professorizzazione automatica per meriti geriatrici", e STRANGOLIAMO il potere baronale togliendo loro quello che è l'oggetto di questo potere (i dindini), e obbligando le università dissestate (NON tutte le università, SOLO le dissestate) ad aprirsi ai privati (che i soldi non li regalano), vedrai che nel giro di pochi anni i baroni saranno specie estinta.

    almeno questo è quel che si spera, e la riforma sarà anche frettolosa, incompleta, mal gestita, ma negli ultimi 20 anni è quello che più si avvicina ad una riforma corretta che abbiamo mai avuto.
    il meglio è nemico del bene: per me questo è un principio guida.

  5. #155
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
    Data Registrazione
    11-03-02
    Località
    Bruxelles
    Messaggi
    8,173

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Ronin Visualizza Messaggio
    è un ragionamento giusto, ma anche a rovescio, rispetto al procedimento.
    tutti noi siamo coscienti che i baroni sono impossibili da cacciare dall'università italiana (fino a che non verranno pensionati, cosa che dovrebbe accadere in massa nei prossimi 4-5 anni per limiti geriatrici).
    [...]
    SICCOME in italia i baroni ci sono, e sono impossibili da scalzare, ALLORA le aziende si tengono lontane dall'università (ripeto 4% di finanziamento privato alla ricerca, non alla didattica); ma se noi IMPEDIAMO la nascita di nuovi baroni stroncando il percorso di "professorizzazione automatica per meriti geriatrici", e STRANGOLIAMO il potere baronale togliendo loro quello che è l'oggetto di questo potere (i dindini), e obbligando le università dissestate (NON tutte le università, SOLO le dissestate) ad aprirsi ai privati (che i soldi non li regalano), vedrai che nel giro di pochi anni i baroni saranno specie estinta.
    Sinceramente non concordo con te. Sul primo punto sei completamente fuori strada, dato che
    a) ci sono scappatoie che permettono di continuare ad insegnare vita natural durante. Io quattro anni fa ho fatto un esame con il professor Pitocco, di età pari ad 80+ anni e totalmente rincretinito dalla senilità, che a livello ufficiale era in pensione da non so quanti anni, ma continuava ad insegnare con un contratto da consulente esterno, mentre allo stesso tempo era sindaco del suo comune e consigliere della giunta provinciale.
    b) Purtroppo il sistema dei baroni è perfettamente in grado di replicarsi, dato che alla scomparsa di un barone di un certo livello ci sono x baroni di livello più basso che combatteranno fino alla morte per avere il suo posto. Io posso citare il caso della facoltà dove ho fatto la triennale alla Sapienza: in origine c'era Lettere e Filosofia, ma poi il preside è andato in pensione e visto che c'erano tre pretendenti alla poltrona... et voilà, dove prima era uno adesso sono tre: Lettere, Filosofia e Scienza Umanistiche, tre facoltà che hanno gli stessi identici corsi e programmi, ma che essendo separati non permettono agli studenti dell'una di seguire i corsi dell'altra, con un forte detrimento della qualità dell'insegnamento ed una triplicazione delle spese infrastrutturali.
    Riguardo al secondo punto, io non ho visto nulla nel decreto, a parte come dici tu la minaccia di diventare fondazioni, che possa implicare un cambiamento della modalità di gestione. Tu affermi che nel privato il baronaggio è molto minore, ma io ti rispondo che è solo di poco inferiore, dato che il problema è più generale ed ha a che fare con l'intera cultura di base italiana.
    Gli effetti di questa riforma saranno, IMHO, semplicemente quelli di decurtare i fondi a disposizione dell'università senza provocare altri cambiamenti, fondi che o saranno compensati con una ulteriore riduzione della qualità della didattica o verranno recuperati alzando le tasse universitarie. Di conseguenza (visto che col cavolo lo stato investirà più soldi in borse di studio) il risultato finale sarà una università di qualità ancora più bassa e più inaccessibile di prima ai giovani di merito, ma non di "buona famiglia". Forse gli unici effetti positivi saranno che per risparmiare qualche centesimo chiuderà qualche università periferica o sede distaccatissima e sarà tagliato qualche corso di laurea astruso da 4 studenti e 40 professori, ma non vedo molto di più in giro.

  6. #156
    La Borga
    Data Registrazione
    19-06-02
    Messaggi
    10,549

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    forse sono io troppo ottimista, ma:
    a) e va bene, sarà come dici (anche se secondo me sono casi unici, e non norma); aspetteremo che muoiano proprio, allora: anche per quello, non dovrebbe volerci molto
    b) mi viene da dire che se ci sono investitori privati, la "tripartizione" delle cattedre di presidenza non viene nemmeno proposta, o se proposta, silurata in 5 secondi con coro di pernacchie (magari sono io ingenuo; può essere, il tempo ce lo dirà molto in fretta).
    dici che ai privati non aprono, ma che compensano il taglio dei finanziamenti con l'aumento delle rette: ma il fatto è che, come ha spiegato Il Nero, per legge NON POSSONO farlo (non possono prendere dalle rette più di una certa percentuale).

    allora, da persona che non ha in mano i bilanci di gestione dei singoli atenei, mi viene da dire che andrà così: chi ha i bilanci a posto, continuerà la navigazione come prima, e ai privati farà sberleffi (al massimo appunto, prenderà un poco di soldi in più dagli studenti e un poco di meno dai cittadini: cosa che ripeto, nella mia visione è una cosa giusta); chi non ha i bilanci a posto, dovrà aprire ai privati.

    ora, come diceva neteagle, se una università nonostante tutte le baronie ha i bilanci a posto vuol dire che le persone che ci lavorano, anche se figlie e nipoti di, sono capaci.
    Ultima modifica di Ronin; 03-11-08 alle 12:49:15

  7. #157
    La Borga L'avatar di Il Nero
    Data Registrazione
    31-12-01
    Messaggi
    12,066

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Ronin Visualizza Messaggio
    giàggià.
    guardacaso però sono quasi tutti paesi nordici, dove la pressione fiscale è enormemente superiore a quella italiana: quella dei paesi del nord europa è una società diversa, dove il patto sociale tra cittadini è equilibrato su un livello molto differente di tasse e servizi.
    anche condivisibile se vuoi, in astratto, ma l'idea di applicarlo alla società italiana è decisamente utopica.
    No, guarda, facciamo figuracce anche con Francia, Germania, Spagna, ecc.
    Ti invito a leggere i dati OECD.

    boh.
    io ho avuto per due anni la media del 29,5 e 29,8 (con 7 lodi); madre e padre insegnanti, con un fratello a carico, e naturalmente ero fuori sede e tutto il resto.
    i miei erano così ricchi che penso fossimo l'unica famiglia italiana con 3 patenti e una sola macchina (comprata usata); però siccome avevano fatto un mutuo trentennale per comprare la casa, eravamo ricchi, e niente borsa di studio.
    ribadisco: ci saranno anche casi strani e fortunati, ma dire che le borse di studio sono accessibili è negare la realtà.
    Guarda, due genitori impiegati con 2 figli proprio non è una famiglia "in difficoltà", dal mio punto di vista. Inoltre, se anche tuo fratello avesse frequentato l'università, avresti quasi sicuramente ricevuto il sussidio, almeno al giorno d'oggi (ho un amico nelle stesse identiche condizioni).

    perchè in quel "30", ci sono pure i contributi delle famiglie che pagano le rette universitarie: di quel "30", soltanto 4 è "finanziamento privato alla ricerca".
    dunque di quel "30", 26 è esattamente come il rimanente 70: sono contributi dei cittadini.
    Le proporzioni che riporti non sono corrette. Ti invito ancora una volta a consultare i dati OECD qui: http://www.oecd.org/document/9/0,334..._1_1_1,00.html.
    è un ragionamento giusto, ma anche a rovescio, rispetto al procedimento.
    tutti noi siamo coscienti che i baroni sono impossibili da cacciare dall'università italiana (fino a che non verranno pensionati, cosa che dovrebbe accadere in massa nei prossimi 4-5 anni per limiti geriatrici).
    poichè non si possono cacciare, ALMENO strozziamoli.

    il ragionamento che tu fai (almeno, secondo me) rovescia il rapporto di causa-effetto: quello giusto è che SICCOME nelle altre università i baroni non ci sono, ALLORA ricevono molti più fondi, pubblici E privati (sotto forma di contributi alla ricerca, non alla didattica.
    i "molti più fondi alla ricerca" è l'effetto che vogliamo ottenere, mica la causa.
    e non rispondere che la riforma prevede tagli, perchè quelli che la riforma taglia NON sono fondi alla ricerca, ma alla didattica.

    SICCOME in italia i baroni ci sono, e sono impossibili da scalzare, ALLORA le aziende si tengono lontane dall'università (ripeto 4% di finanziamento privato alla ricerca, non alla didattica); ma se noi IMPEDIAMO la nascita di nuovi baroni stroncando il percorso di "professorizzazione automatica per meriti geriatrici", e STRANGOLIAMO il potere baronale togliendo loro quello che è l'oggetto di questo potere (i dindini), e obbligando le università dissestate (NON tutte le università, SOLO le dissestate) ad aprirsi ai privati (che i soldi non li regalano), vedrai che nel giro di pochi anni i baroni saranno specie estinta.

    almeno questo è quel che si spera, e la riforma sarà anche frettolosa, incompleta, mal gestita, ma negli ultimi 20 anni è quello che più si avvicina ad una riforma corretta che abbiamo mai avuto.
    il meglio è nemico del bene: per me questo è un principio guida.
    Ma l'oggetto del potere dei baroni non sono i soldi, bensì le nomine, questo è il problema fondamentale. Inoltre i dati OECD dimostrano che le università italiane sono molto più "private" di quanto non lo siano le università degli altri Paesi europei. Insomma, a meno di non voler rincorrere un impossibile modello statunitense, il problema dell'università italiana non è certo la carenza di fondi privati.

  8. #158
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
    Data Registrazione
    11-03-02
    Località
    Bruxelles
    Messaggi
    8,173

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Ronin Visualizza Messaggio
    b) mi viene da dire che se ci sono investitori privati, la "tripartizione" delle cattedre di presidenza non viene nemmeno proposta, o se proposta, silurata in 5 secondi con coro di pernacchie (magari sono io ingenuo; può essere, il tempo ce lo dirà molto in fretta).
    dici che ai privati non aprono, ma che compensano il taglio dei finanziamenti con l'aumento delle rette: ma il fatto è che, come ha spiegato Il Nero, per legge NON POSSONO farlo (non possono prendere dalle rette più di una certa percentuale).
    Allora, il problema di fondo è che tu assumi trasformazione in fondazione=ingresso di privati nella gestione. Dove è scritta una cosa del genere? Cosa impedirebbe ad una università di diventare fondazione per attuare una gestione privatistica delle risorse (-->aumento tasse) senza per questo far entrare nuove figure nel board? Anche nel caso di ingresso dei privati, a meno che essi non entrino con quote di maggioranza o di minoranza di blocco, mi immagino scene del genere:

    (direttore): Ok, siamo qui per discutere la triplicazione della facoltà di lettere
    (2 membri nominati dai privati): ma siete scemi, pazzi, o semplicemente lunatici?
    (direttore): può essere. Mettiamo ai voti?
    Risultato del voto: i 2 privati votano no, i 7 membri nominati dall'università votano sì. Mozione approvata.

    A quel punto i privati rappresentati dai due tizi scuotono la testa ed abbandonano la fondazione ritirando i loro soldi. L'università prende nota della cosa e raddoppia le tasse per compensare (tanto non essendo più ente pubblico chi può dire qualcosa?). BEL passo avanti.

    P.S., Nero, in italia la OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development) si chiama OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

  9. #159
    La Borga
    Data Registrazione
    19-06-02
    Messaggi
    10,549

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    dimentichi di dire che, con la sovrabbondante* offerta didattica che c'è in italia, l'università che raddoppia le tasse (per di più SENZA aumentare la qualità dell'offerta formativa), semplicemente viene abbandonata dagli studenti che si rivolgono ad altri lidi e chiude baracca.

    * adesso magari qualcuno tirerà fuori che siccome in certe facoltà occorre il numero chiuso, l'offerta non è affatto sovrabbondante: col cavolo. è che vale talmente poco e costa talmente poco, che di fatto si finisce per iscriversi tutti quanti.
    mentre un'università dovrebbe laureare un'elite (di migliori, non di più ricchi, si intende).

  10. #160
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
    Data Registrazione
    11-03-02
    Località
    Bruxelles
    Messaggi
    8,173

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Citazione Originariamente Scritto da Ronin Visualizza Messaggio
    dimentichi di dire che, con la sovrabbondante* offerta didattica che c'è in italia, l'università che raddoppia le tasse (per di più SENZA aumentare la qualità dell'offerta formativa), semplicemente viene abbandonata dagli studenti che si rivolgono ad altri lidi e chiude baracca.
    Non è detto. Al sud le tasse universitarie sono in media molto più basse, ma com'è che invece di un flusso di gente dagli atenei del nord verso quelli del sud ce ne è uno opposto?

  11. #161
    La Borga
    Data Registrazione
    19-06-02
    Messaggi
    10,549

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    perchè gli atenei del nord formano MEGLIO (=con titoli più spendibili sul mercato del lavoro), e dunque GIUSTAMENTE possono chiedere più soldi di retta.
    che è poi appunto l'essenza stessa della riforma.

    oggi questo "di più" che gli atenei possono chiedere è cmq relativamente basso (rispetto ad esempio alla spesa per mantenere uno studente fuori sede), domani potrebbe crescere: se crescesse, le università sarebbero obbligate a garantire una qualità conseguente, salvo venir penalizzate.

    poi, scusami, oramai siamo arrivati all'assurdo che stai sostenendo che gli studenti sono disposti a pagar più soldi per avere un servizio più scadente: se è così, non c'è riforma che possa salvarli, a quel punto problemi loro.

  12. #162
    Il Nonno L'avatar di Gil-galad, Re degli Elfi
    Data Registrazione
    11-03-02
    Località
    Bruxelles
    Messaggi
    8,173

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    No, sostengo semplicemente che, come del resto hai affermato anche tu, la retta da pagare non sia l'unico elemento preso in considerazione quando ci si iscrive ad una università, col risultato che un aumento delle rette in un luogo non è detto che provochi una grande variazione nel numero di iscritti.

  13. #163
    Il Nonno L'avatar di skyprof
    Data Registrazione
    05-02-08
    Località
    Veneto k(H)
    Messaggi
    8,392

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    da dati falsi si possono trarre ogni genere di conclusioni
    ronin almeno serve a qualcosa.

  14. #164
    Il Nonno L'avatar di Gabo
    Data Registrazione
    25-12-04
    Località
    Milano
    Messaggi
    9,786

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Non ho letto le ultime pagine e perciò non so a che punto del dibattito siate arrivati, comunque vi posto la lettera della gelmini al politecnico di milano (per chi non lo sapesse, doveva essere presente alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico, ma alla fine non è venuta):

    ------
    Magnifico Rettore,
    Illustri Docenti, Cari Studenti,
    impegni contingenti mi impediscono di essere con voi per celebrare insieme l'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico.
    Il Politecnico di Milano è un'ottima università che compete ai massimi livelli. Gli straordinari risultati raggiunti nella ricerca, l'eccellenza dei percorsi formativi, la grande capacità di interagire con il tessuto produttivo arricchendolo con intelligenza e creatività ne fanno ai miei occhi un punto di riferimento e un modello per tutto il nostro sistema universitario.
    Viviamo un momento difficile, in cui alle preoccupazioni per un quadro economico pieno di incertezze si assommano, per chi lavora nel mondo universitario, preoccupazioni specifiche sul futuro a medio termine. Anche in questo contesto il Politecnico ha saputo dar prova di saggezza e prudenza, impegnandosi in un dibattito serrato ma costruttivo. Ne prendo atto con ammirazione a tutta la comunità del Politecnico, a partire da lei, caro Rettore, e dai suoi Colleghi e Studenti. E' in questo modo, sforzandosi di comprendere e dialogare, che riusciremo insieme a impostare le soluzioni migliori per rafforzare le nostre università. Credo che sia ormai chiaro a tutti che per ottenere risorse dobbiamo metter mano a riforme non di facciata, offrire segnali chiari di una volontà di rinnovamento che, siamo onesti, troppe volte in passato è venuta a mancare.
    Sarà prezioso, appunto, il "modello Politecnico", cioè quello di un ateneo che da tempo ha scelto di puntare senza esitazioni sul merito e sulla valutazione. Proprio su merito e valutazione si deve insistere, tutti dobbiamo insistere, per far crescere la stima e il rispetto di cui le università devono godere nel Paese. Non condivido i giudizi sommari e le critiche generiche. Nel nostro sistema universitario si registrano certamente problemi anche seri e storture da radrizzare, ma ci sono migliaia e migliaia di docenti che giorno dopo giorno svolgono con impegno e dedizione i loro compiti e che illustrano l'Italia nel mondo. E' per loro e per il futuro delle giovani generazioni, le quali si aspettano dall'università un'occasione irripetibile di crescita umana e professionale che dobbiamo sforzarci di lavorare in un clima di dialogo e rispetto.
    Vorrei concludere questo saluto con la promessa di una visita a tempi brevi. Sarà per me un piacere ritrovare la comunità accademica del Politecnico e testimoniare ancora una volta, di persona, la mia profonda stima per questa gloriosa università che oggi si accinge a dare avvio al 146mo anno della sua storia illustre.

    Mariastella Gelmini
    ------

    Che dire, mi sembrano un mucchio di banalità messe una dopo l'altra, ma una cosa sensata l'ha detta: "Credo che sia ormai chiaro a tutti che per ottenere risorse dobbiamo metter mano a riforme non di facciata, offrire segnali chiari di una volontà di rinnovamento"
    Ora, io non so che cosa lei abbia in mente per riforme non di facciata. Se per riforma non di facciata ha in mente analizzare caso per caso gli atenei e verificare efficienze ed inefficienze, tagliare cosa è da tagliare e finanziare ed incentivare gli aspetti migliori e più trasparenti delle nostre università, le do pienamente ragione. Ma dubito fortemente che sia questo il suo pensiero, almeno a giudicare dai fatti.

  15. #165

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    Il mio corso di laurea chiuderà già a gennaio,ma se analizzata la cosa in modo oggettivo può avere un senso.

    Sono iscritto nel corso di laurea di "scienze e tecnologie erboristiche" della facoltà di farmacia dell'università di Cagliari. Più del 60 % degli sami che avrò dato fino alla laurea saranno uguali a quelli del corso di farmacia e CTF,inoltre quest'anno le matricole erano pari a 40,delle quali 21 frequntano. Ogni anno nel mio corso 3 studenti su 10 passano non dico tutti,ma almeno la metà degli esami del primo anno. Con tutta probabilità il mio corso di laurea diventerà una laurea specialistica,e credo che abbia molto senso.

    Per il resto dalle mie parti non succederà nulla di disumano. Licenzieranno qualche professore,e sicuramente dei ricercatori.

    Da che mondo e mondo un professore deve passare tot di ore a insegnare,non molti,ma alcuni dalle mie parti so trovano spesso durante tutta la mattina nel loro ufficio a caxxeggiare,e i ricercatori non tutti ricercano,ma alcuni fanno tutoraggio,e altri ancora di quelli che ricercano alla fine non ricercano un bel nulla.

    Quel decreto è stato interpretato male da subito,è un sieme di SE e di MA,ma è sempre più facile strumentalòizzare milioni di studenti per far chiasso invece di vedere le cose come stanno

    Poi,come se tutto sto casino sia scoppiato ora. Questa legge è solo la mazzata finale,ma dietro a tutto ciò ci sono quasi 20 anni di tagli all'istruzione,e nessuno ha fatto nulla per farlo notare. Quanti sanno che lo sciopero di alcuni anni fa dei camionisti è stato risolto togliendo soldi alla ricerca?POchi,certo,la cosa non è stata strumentalizzata perchè l'opposizione allora non lo fece. A sto punto,non è più una questione nè di destra nè di sinistra,almeno,non dovrebbe esserlo,ma ultimamente lo si sta facendo ancora.

    Se sfruttato bene questo decreto può essere funzionale,ma dubito verrà usato nel modo migliore.

    Anche se trovo sensato che vogliano chiudere corsi come il mio,non lo trovo comunque giusto,si tratta comunque di una privazione dei diritti allo studio,non capisco perchè un ragazzo debba farsi 3 anni di palle di farmacia che non gli interessa per poi specializzarsi in erboristeria quando potrebbe esistere un corso di laurea.

    In sostanza,ci siamo fatti pigliare per il **** da quasi 20 anni a questa parte,spesso osservando le cose e non facendo nulla nonostante l'informazione ci sia,insomma,io sono del parere che ogni popolo ha il governo che si merita

  16. #166

    Predefinito Re: Decreto sulle università

    l'Università italiana perpoter rinascere deve prima essere chiusa..
    poi dopo aver mandato a casa tutto il marciume ke c'è va riaperta...
    ovviamente con maggiori fondi di quelli dati nei tempi passati...

+ Rispondi alla Discussione
Pag 7 di 7 PrimaPrima ... 567

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  • Il codice BB è Attivato
  • Le faccine sono Attivato
  • Il codice [IMG] è Attivato
  • Il codice HTML è Disattivato