Cos'è un videogioco?
26-02-09
di Claudio Todeschini
Spoiler:
Cosa rende un software che gira su uno schermo (di computer o di televisore o portatile che sia, non sottilizziamo) un videogioco? L'interazione? Ok, fin qui credo che siamo tutti d'accordo. E poi? Che altro?
Seriamente, eh. La domanda mi frulla in testa da quando ho messo le mani sulla versione beta di The Path, bizzarro titolo indipendente per PC di cui potete leggere l'anteprima pubblicata giusto oggi sulle "pagine" di questo sito. Credo che ognuno di noi abbia la propria definizione di videogame. Ne può esistere una che vada bene per tutti? Probabilmente no. E se ci sono dei titoli che possono scombussolare i "confini" di questa definizione, The Path è il primo che mi viene in mente.
Perché, tanto per cominciare, non è divertente; al contrario, è angosciante. Dopo averci giocati lascia quasi spossati, almeno psicologicamente. Tutto il contrario di quel che accade di solito trastullandosi con - NOME DI UN GIOCO A CASO CHE VI PIACE -, dove l'adrenalina scorre veloce, ci si entusiasma quando si vince, si arriva primi, si fragga un avversario, si scoprono oggetti, ecc. ecc. ecc.
Quindi: un gioco dev'essere per forza divertente? E chi l'ha detto? Al cinema ci sono i blockbuster di Jerry Brukheimer che ti fanno fare un giro di giostra a suon di esplosioni, e ci sono i film che ti fanno pensare, ti inquietano, ti mettono a disagio. Perché nei VG non dovrebbe poter valere la stessa regola? Altrimenti è inutile che parliamo di "arte", di medium maturo, se poi tutto quel che non è ludicamente divertente non lo consideriamo un videogioco.
The Path può per molti risultare noioso; niente inseguimenti, niente fiato sul collo, niente salti, niente esplosioni. Anche qui, non posso non pensare al cinema: se ho voglia di vedere un film di Michael Bay, trovarmi davanti a un drammone da tre ore di Takeshi Kitano mi devasta. E viceversa, naturalmente. Se lancio The Path pensando a God of War, mi ammorbo dopo venti secondi. Ma se cerco originalità, spunti artistici intriganti, nuovi modi di "raccontare" un'esperienza, il gioco vale la candela.
In compenso è emozionante. Le emozioni definiscono un videogame? Forse no. Prendete un Trackmania, un Peggle o un Brain Training qualsiasi: divertono, rilassano, quel che vi pare, ma non emozionano. Ma non vi sognereste mai di non chiamarli videogiochi. Mass Effect, The Witcher, Portal invece sono in grado di emozionarci. Di trasmettere qualcosa di intenso, di unico, di memorabile, bello o brutto che sia.
Ci sono altri elementi che consentono a un software di essere considerato un videogioco? Quali? Oppure siamo a posto così? E la definizione di videogioco quale diventa?