BOLLETTE PAZZE AGLI ANGOLI DELLE STRADE
Dai semafori energia (abusiva) per tutti
E il Comune paga 350mila euro in più
Taranto: allacciamenti furtivi per le utenze domestiche
A via del Faro 17 euro a bimestre, in centro più di 1.700
Taranto: il semaforo di via
Polibio, all'angolo di via Dante
TARANTO — Ogni semaforo della città di Taranto succhia energia a modo suo. Tutti lavorano lo stesso numero di ore al giorno sia rimanendo fissi sul giallo lampeggiante che facendo scattare anche il rosso e il verde. Eppure, ognuno di essi costa alle casse comunali una cifra diversa uno dall’altro. Il più risparmioso è quello di via Del Faro: nel periodo gennaio-febbraio del 2008, ultimo dato di riferimento, l’importo alla presa, cioè al contatore dell’energia elettrica, è stato di 17,98 euro. Il più costoso risulta quello di via Nazario Sauro, una piccolissima strada che incrocia via Di Palma: stesso periodo e un salasso di 1748.75 euro, con la singolare circostanza che lì un semaforo proprio non c’è. L’elenco della direzione programmazione economico-finanziaria del Comune di Taranto elenca cinque impianti in via De Cesare, ma non ce n’è uno che costi quanto un altro.
Gli importi versati ad Enel sono 200,45 euro, 20,64, 97,24, 91,48, 226,37, con differenze sulla stessa linea che certamente avranno una spiegazione ma che alimentano un mistero. Il secondo semaforo cittadino per esosità è situato in via Dante, qui il Comune ha pagato 1.099,63 euro. La mappa che emerge dalla contabilità della direzione finanziaria è quanto mai variegata, in un punto della città l’impianto costa alla collettività 17 euro e in un altro 1748, al Porto mercantile 25,40 e in via Umbria 379,20. L’anomalia era stata segnalata dall’ex dirigente Simone Simeone il quale aveva sollecitato una ricognizione per venire a capo di questo leggendario andamento della spesa legata ai consumi di energia elettrica dei semafori tarantini. Non se n’è fatto nulla come, d’altra parte, nessun monitoraggio è stato effettuato sulle utenze, gas luce e acqua, intestate al Comune, che continua a pagare fior di bollette, ma utilizzate da privati.
Uno dei casi clamorosi fu scoperchiato dall’inchiesta sull’affidamento della pineta Cimino, il privato consumava e il Comune saldava le bollette. L’andazzo, a quanto pare, continua e l’ex dirigente non ha mai ottenuto risposta alle richieste contenute nella relazione consegnata al sindaco Stefàno poco prima della scadenza del suo mandato. Il sindaco, che proprio due giorni fa s’è «compiaciuto » con il segretario generale Anna Maria Franchitto per aver inserito l’Inpdap nella massa passiva per contributi obbligatori non pagati per quattro milioni, dovrebbe analogamente controllare anche altri tipi di spese sopportate dal Comune. Gli alti e bassi della bolletta dei semafori, insinua qualche esperto, potrebbero essere spiegati con qualche allaccio abusivo, simile a quelli che ogni tanto si scoprono a Taranto. Nel frattempo sta prendendo corpo una bolletta per la pubblica illuminazione di 350mila euro in più rispetto alla spesa storica e fisiologica. I nove semafori di viale Virgilio, l’autodromo della città secondo gli stessi residenti, spendono 83,94 euro, 33,22, 47,53, 99,72, 138,69, 58,97, 65,11, 128,45, 166,30. Ognuno una cifra diversa dall’altra.
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chissà quanti di questi galantuomini che si allacciano abusivamente persino alle linee elettriche dei semafori (che coraggio ci vuole???) si lamenteranno dei politici ladri...
questo è un paese specializzato nel chiedere onestà agli altri, ma marcio a partire dal suo interno