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  1. #176
    Shogun Assoluto L'avatar di Lo Zio
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    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    meglio essere precisi

    ma tanto quest'anno non nevica


    in b4 tormenta

  2. #177
    Banned L'avatar di Ben_Weasel
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    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    http://www.ab.gov.ag/gov_v2/governme...08mar13_2.html

    Ovviamente si sa solo grazie al sito web del governo Antiguano (... antiguese? Facciamo caraibico)

  3. #178
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    sinceramente non so di cosa parla-

    http://www.youtube.com/watch?v=ZLnJ8b39Sh0

  4. #179
    Banned L'avatar di Ben_Weasel
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    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    Ovviamente la foto con Mandingo sul loro sito sarà un fotomontaggio

  5. #180
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    certo che mentire così spudoratamente-

  6. #181
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    non ci siamo-

    Metalli tossici e diossina, sequestrata a Milano area di 300mila mq

    La Procura di Milano ha sequestrato un’area di 300.000 mq per irregolarità nelle bonifiche autorizzate dal Comune di Milano e per la presenza di metalli tossici e diossina. L’area, che si trova in zona Bisceglie, è stata recentemente indicata dall’amministrazione comunale per ospitare un progetto di riqualificazione in vista dell’Expo. L’indagine è partita nel giugno scorso a seguito della denuncia fatta da Francesco De Carli di Legambiente e Sergio Pennacchietti del comitato ‘Calchi Taeggi’.


    lo scorso ottobre, la procura riceve i risultati di una relazione di Asl, Arpa e Corpo forestale dello Stato, secondo la quale, nelle acque della falda acquifera e nei terreni ci sono sostanze cancerogene oltre a solventi, diossine, metalli tossici e pesticidi, in misura superiore ai limiti previsti dalla legge. Le due societa’ a cui appare affidata l’opera di riqualificazione dell’area sono la 1 Emme srl e la Arcadis Set srl. Qui dovrebbe sorgere anche uno dei parchi che rientrano nel progetto ‘Vie d’Acqua Expo’.


    Il sequestro è motivato dal fatto che l’area, dove c’era l’ex cava di Geregnano, era in passato utilizzata come discarica e non sarebbe stata adeguatamente bonificata. In particolare, i rilievi ordinati dal pm Paola Pirrotta, avrebbero fatto emergere la presenza nella falda acquifera sottostante al terreno di sostanze pericolose per la salute, come le diossine e altri elementi potenzialmente cancerogeni. Nell’inchiesta sono indagate alcune persone con l’accusa di avvelenamento delle acque, omessa bonifica e gestione di discarica. L’area è di proprietà delle società ‘Antica Acqua Pia Marcia’ riconducibile all’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone e della ‘Torri Parchi Bisceglie Srl’. La societa’ Expo non e’ coinvolta in alcun modo nella vicenda.

    ilfattoquotidiano.it

  7. #182
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    da L'Espresso
    wot ma interessantissimo.
    roba che da buona Cassandra dicevo un paio d'anni fa

    Milano, le mani sulla città
    di Paolo Biondani e Mario Portanova
    Da Santa Giulia all'Expo, le cosche calabresi hanno messo piede in quasi tutti i cantieri. E mirano a condizionare la politica. Un assalto silenzioso, con fiumi di soldi e minacce(29 ottobre 2010)
    Santa Giulia dei veleni. Veleni di mafia. La città satellite celebrata dai politici, finanziata dai banchieri e venduta dai big del mattone come simbolo della Milano del futuro, ha le fondamenta inquinate da fiumi di scorie cancerogene: "bombe ecologiche e sanitarie", come le definiscono i periti della Procura, sepolte per anni accanto agli uffici e alle case del super quartiere da un miliardo e 600 milioni di euro che avrebbe dovuto ridisegnare l'area sud-est della metropoli. Sotto i piedi della nuova città c'è un sistema di discariche abusive che contaminano le acque della prime due falde: tra meno sette e meno venticinque metri, la terra è morta. Uccisa da montagne di rifiuti tossici che le nuove indagini collegano ai clan più sanguinari della 'ndrangheta. Nomi che scottano e che gli inquirenti rivelano a "L'espresso": i Nirta-Strangio. Sì, proprio quelli della strage di Duisburg, la mattanza nel cuore della Germania.

    Edilizia, superstrade, ferrovie, aeroporto, centri commerciali, ortofrutta, rifiuti, ospedali, bar, negozi di lusso, banche, prestiti a usura e, naturalmente, droga: la mafia calabrese ha conquistato l'economia del Nord. A partire dall'ex capitale morale. Le indagini dei pm di Milano e Reggio, culminate nello storico blitz di luglio (304 arresti, per metà in Lombardia), hanno smascherato 15 strutture mafiose, in gergo "locali", attive in mezza regione: nella metropoli trafficano "da quarant'anni". Uno dei boss, intercettato, svela al compare che gli affiliati sono molti di più: "Cecè, qua in Lombardia siamo in cinquecento". Clan emigrati dalla Calabria, certo. Come i Cosco, trafficanti di droga arrivati a rapire nel pieno centro di Milano e a sciogliere nell'acido la pentita Lea Garofalo. Ma ci sono anche imprenditori padani al cento per cento, piegati con la violenza o sedotti col denaro. Soldi sporchi che comprano politici, professionisti, funzionari, manager, industriali, medici, avvocati, direttori di banca, perfino uomini in divisa. A Milano come nella Locride.

    LA CITTA' DEI VELENI
    A Santa Giulia, in mezzo a due file di nuovi palazzi abitati da migliaia di cittadini onesti, c'è un geometrico pratone abbandonato: Parco Trapezio, l'avevano chiamato gli architetti-star dell'immobiliarista Luigi Zunino. In fondo c'è un asilo coloratissimo, con le giostre in cortile e i banchi di legno immacolati, pronto per un'inaugurazione mai avvenuta. Il recinto è costellato di cartelli: "sequestro giudiziario". Loretta e Rosa, giovani mamme di Ettore, 6 mesi, ed Emma, 4, spingono le carrozzine nello stradone centrale: "Viale del Futurismo". "Qui non c'è inquinamento, è solo un problema di detriti edilizi", rispondono spensierate. Ma il Comune non vi ha detto niente? "No. Abbiamo sentito qualcosa solo su Sky tv. La nostra cooperativa ha nominato un perito. Speriamo che dissequestrino almeno il parco e l'asilo".

    Mariagrazia, 31 anni, segretaria d'azienda, sa ancora meno: "Ho comprato casa dieci giorni fa. Nessuno mi ha avvisato dell'inchiesta. Sono molto preoccupata". Finora sui giornali si è parlato solo di mancata bonifica. Riassunto: nel marzo 2005 il Comune di Milano autorizza il gruppo Zunino a costruire su oltre un milione di metri quadrati di aree contaminate dell'ex acciaieria Radaelli e dell'ex Montedison. Un tecnico ciellino, Vittorio Tedesi, ora indagato, si accontenta di un "piano scavi": ripulire tutto è inutile, basta e avanza cambiare terra solo nelle zone da ricostruire. Quindi Zunino appalta il disinquinameno a Giuseppe Grossi, il re degli inceneritori privati, che subappalta a due imprese collegate: Lucchini-Artoni ed Edilbianchi. Poi arrivano i magistrati: Grossi ha usato fatture offshore per rubare 23 milioni di fondi neri, nascosti all'estero grazie a riciclatori come Rosanna Gariboldi, moglie dell'onorevole Giancarlo Abelli, il ras della sanità lombarda oggi al ministero della Cultura. Arrestati tra le proteste dei big del Pdl, Grossi e Gariboldi risarciscono e patteggiano. Intanto un sindacalista della Cgil manda ai pm una mappa di Santa Giulia piena di zone nere: i veleni sono ancora lì, i misuratori di inquinanti "sono stati distrutti", il "percolato" tossico delle discariche ha invaso le falde. Ddt, pesticidi e scorie che i tecnici classificano così: "Sostanze cancerogene, che mettono a rischio la fertilità e possono danneggiare i bambini non ancora nati".

    Come è potuto succedere? Due operai delle imprese subappaltatrici, terrorizzati, hanno per primi il coraggio di testimoniare: invece di portar via la terra malata, i camion scaricavano nuovi veleni. Voragini riempite di rifiuti tossici "d'ignota provenienza". A est si vede un lunghissimo muraglione in cemento, costruito da poco, da cui straripano tonnellate di amianto e chissà cos'altro. Ma chi erano i trasportatori? A rispondere è un rapporto della Guardia di Finanza: pregiudicati calabresi, usciti dal carcere dopo condanne per "omicidio, associazione mafiosa, droga e reati ambientali". Legami di sangue e d'affari portano ai Nirta-Strangio. Del resto la faida di San Luca, che a Ferragosto 2007 ha scosso la Germania (ammazzati sei italiani collegati alle famiglie Pelle-Vottari), era emigrata nell'hinterland milanese già 18 anni prima di Duisburg, con l'assassinio di Giovanni Vottari a Limbiate. Oggi Milano sembra una Gomorra del Nord. Smaltire regolarmente costa, per cui il lavoro sporco lo fa la mafia spa. Rifiuti, edilizia e "movimento terra": monopolio della 'ndrangheta lombarda.

    IL "SISTEMA".
    Ma da dove arrivavano i Tir che, invece di bonificare, hanno riavvelenato Santa Giulia? "Dalla Stazione Centrale", rispondono le indagini. Proprio dal cantiere che ha trasformato in un caotico centro commerciale il monumentale portone d'ingresso dei treni in città. E l'alta velocità? Inquinata anche quella: tonnellate di scorie sepolte dalla 'ndrangheta lungo i binari, sia per Torino che per Venezia. Veleni di mafia anche sotto la quarta corsia dell'autostrada A4. E tra i nuovi "quartieri ecologici" spuntati come alveari sull'asse dei Navigli. Le imprese del Nord progettano, costruiscono e vendono case, uffici e ipermercati. E a sotterrare le vergogne ci pensano i clan.

    Oggi Milano è disseminata di mega-progetti già sequestrati per inquinamento, con migliaia di famiglie disperate, o ad altissimo rischio di nuovi blitz giudiziari, secondo quanto risulta a "L'espresso", sul modello Santa Giulia. Una pista tra le tante: i carabinieri stanno dando la caccia a "oltre due milioni di tonnellate di rifiuti tossici" sotterrati chissà dove dal gruppo Perego, grossa azienda lombarda doc, in apparenza. In realtà, secondo i giudici, era in mano alla 'ndrangheta come il suo titolare, arrestato. E conquistava subappalti milionari: tra gli altri, il tunnel targato Expo, il maxi-ospedale di Como e perfino il nuovo tribunale di Milano.

    ONORATA SANIT?€.
    Tra il 2007 e il 2009 le cosche Morabito e Paparo si erano infiltrate, secondo l'antimafia, in tutta la filiera alimentare, dall'Ortomercato ai magazzini logistici dei supermercati, con manovali pestati a sangue e concorrenti gambizzati. Ora le indagini documentano una nuova scalata: ospedali e cliniche private.
    In galera per mafia, nella retata di luglio, è finito Carlo Antonio Chiriaco, direttore sanitario dell'Asl di Pavia, cioè "manager di fiducia della giunta Formigoni", come insegna la legge regionale che dal '98 ha legalizzato la lottizzazione (per fermare i processi). Le microspie lo hanno registrato mentre si vantava di essere "uno dei capi della 'ndrangheta a Pavia", assolto da un tentato omicidio anche se era "vero che gli abbiamo sparato". Questi segreti li confidava a un dirigente del San Paolo di Milano, che non potrà difendersi dall'accusa di mafia: è volato giù dalle scale del suo ospedale. Una morte senza testimoni: omicidio o suicidio?
    In attesa di risolvere il giallo, altre indagini hanno svelato massicci investimenti della 'ndrangheta in cliniche private: decine di milioni riciclati in nuove residenze per anziani tra le province di Bergamo (148 posti letto a Vigolo), Pavia (tre ospizi da accreditare a Costa dei Nobili, Pinarolo Po, Monticelli) e Novara. I soldi per le cliniche uscivano dalla tasche di decine di commercianti e imprenditori usurati e taglieggiati con violenza selvaggia. È la storia nera dei comuni accanto all'aeroporto di Malpensa, secondo l'accusa dominati dai boss Filippelli di Cirò Marina. Per ripulire il denaro usavano, tra l'altro, l'immobiliare Makeall, sede a due passi dal Duomo: il dominus era un ingegnere milanese che fece l'errore di chiedere prestiti a quei "crotonesi di Varese", fino a diventarne ostaggio. Oggi è testimone sotto protezione: deve vivere con la scorta.

    Anche nel profondo nord, ormai, la sanità serve alla mafia per condizionare la politica e incassare lavori pubblici. Un esempio? Il direttore sanitario del carcere di Monza cerca voti per una nuova lista mirata sugli elettori disabili. Li chiede a un boss detenuto con cui si scambia favori, Rocco Cristello, che spiega agli affiliati: "È un amico, con la politica prenderà in mano qualche Asl. E noi avremo gli appalti". Commento di un candidato: "Anche i carcerati sono diversamente abili". L'epilogo è tragico. Cristello viene ammazzato a Verano Brianza, nella guerra di mafia culminata nell'omicidio del boss scissionista Carmelo Novella. Punito perché aveva sfidato la cupola calabrese, organizzando una secessione dei clan lombardi.

    POLITICA INQUINATA.
    L'assalto al cielo, dal Comune di Milano alla Regione Lombardia e magari al Parlamento, comincia dai piccoli feudi elettorali della provincia, dove le cosche chiedono favori e promettono i voti di migliaia di calabresi. È il modello Chiriaco, che maneggiava comitati d'affari, sindaci e assessori. Nelle intercettazioni i boss brigano per eleggere decine di politici milanesi e nazionali, primo fra tutti Abelli ("a mia insaputa", giura lui). Tra Pavia e Milano la Procura è arrivata a contestare il reato di "condizionamento mafioso delle elezioni". Casi dubbi e isolati, minimizzano i leader. Eppure nel cuore della Brianza c'è addirittura il primo grande comune del Nord paralizzato per mafia.

    Desio, 40 mila abitanti, è la capitale lombarda del mobile. Il consiglio comunale si è riunito una sola volta in quattro mesi: la maggioranza di centrodestra non raggiungeva il numero legale. La settimana scorsa tre assessori leghisti si sono dimessi senza spiegazioni. Perché i motivi sono imbarazzanti: lo stallo è l'effetto delle indagini che hanno scoperto un "locale" dei clan reggini di Melito Porto Salvo. Tanto forte da "permerare i gangli della vita politica". Nessun indagato, almeno ufficialmente, ma negli atti si legge che il coordinatore cittadino del Pdl, Natale Marrone, chiede al presunto boss, Pio Candeloro, "un'azione violenta" contro un avversario politico. È Rosario Perri, potente e discusso direttore dell'edilizia privata, diventato nel 2009 assessore della neonata Provincia di Monza e Brianza. Candeloro rifiuta di colpirlo, perché Perri è intoccabile: "appoggiato da persone di evidente rispetto", come scrivono i pm. Quando altre intercettazioni lo immortalano mentre parla di "soldi nascosti nei tubi di casa", Perri si dimette. E il mandante del suo mancato pestaggio si scusa: "Era solo un'esternazione di rabbia". Poi abbandona la carica di coordinatore del Pdl. Ma non il consiglio comunale. Intanto due suoi zii sono stati arrestati per armi: l'uno era arrivato a minacciare per strada l'altro (suo fratello) con una pistola.

    Tutti i protagonisti di questi e altri infortuni sono calabresi, come Annunziato e Natale Moscato, imparentati con il clan Iamonte di Melito. A Desio entrambi hanno avuto cariche pubbliche. Il primo è finito in manette per mafia il 13 luglio, il secondo, già assessore all'urbanistica del Psi, era stato arrestato con la stessa accusa nel '94, uscendone assolto. A quel punto è diventato berlusconiano: alle europee del 2009 era proprio Natale Moscato il rappresentante di lista del Pdl al seggio numero 13 di Desio, come ha verificato "L'espresso". L'anno scorso si votava anche per le amministrative. Il presidente del consiglio comunale, Nicola Mazzacuva, ha trovato una molotov fuori dal suo studio medico, con proiettili e "santini" elettorali di altri due candidati, suo figlio Giuseppe e un certo Michele Vitale, un nome che divide tuttora il centrodestra. Almeno quanto Pietro Gino Pezzano, direttore dell'Asl di Monza. E proprio da questa fetta di Brianza ha scalato il Pirellone Massimo Ponzoni, ex assessore formigoniano all'ambiente, rieletto consigliere regionale nonostante una bancarotta e nuove indagini per corruzione. I giudici antimafia non esitano a definire Ponzoni "parte del capitale sociale" dello stesso clan 'ndranghetista che ha scalato l'azienda Perego.

    Colta da improvviso imbarazzo, la Lega Nord ha bloccato la maggioranza. "Il Comune è allo sfascio", riassume Lucrezia Ricchiuti del Pd: "Senza delibere i fornitori non vengono pagati, lo scuolabus è sospeso". La copertura di bilancio è stata votata in extremis, il 25 ottobre, ma solo per evitare lo scioglimento prefettizio.

    STATO E ANTISTATO.
    La lotta a Cosa Nostra ha insegnato che la criminalità comune è contro lo Stato, mentre la mafia è dentro lo Stato. Le indagini sulla 'ndrangheta stanno svelando molte complicità insospettabili. Ma a dare la misura della profondità delle infiltrazioni in Lombardia può bastare un solo filmato di Michele Berlingieri, ex carabiniere di Rho, il comune dell'Expo, indagato con tre colleghi e ora in cella per corruzione e mafia. La notte del 25 gennaio scorso il militare interviene nel bar "Il brigante", dove un giovane albanese, Avrami Artin, è appena stato ucciso a colpi di pistola. Sette videocamere dei carabinieri di Monza lo riprendono mentre stringe la mano a due familiari del presunto assassino, Cristian Bandiera, figlio di un boss poi arrestato. Gli stessi filmati dell'accusa mostrano il ragazzo italiano che spara e poi passa la pistola a un complice. Il carabiniere infedele vede l'arma, ma lo lascia uscire indisturbato. Poi raccoglie i bossoli e li risistema a terra, inquinando la scena del delitto. E secondo i giudici sapeva benissimo con chi aveva a che fare. Del boss Novella, dopo l'omicidio, diceva a un collega: "Tu sai chi è quello lì? Riina era siciliano, questo è calabrese".

  8. #183
    Banned L'avatar di Ben_Weasel
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    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    Si sta dipanando la solita storia all'italiana

    IL CASO

    Expo, si muove la Corte dei conti
    lettera di richiamo a Palazzo Marino


    Nel mirino i ritardi per l'accordo sui terreni. La società 2015 non può utilizzare le aree di Rho-Pero
    Appello del cda a fare presto nella seduta convocata oggi


    di ALESSIA GALLIONE Il sindaco Letizia Moratti



    Buio fitto sui terreni dell’Expo. In quattro mesi non è stato concretizzato l’accordo formale sull’area di Rho-Pero, e adesso si muove il cda della società Expo. Nelle scorse settimane l’amministratore delegato Giuseppe Sala e la presidente Diana Bracco hanno tradotto la preoccupazione in una richiesta di informazioni al sindaco-commissario straordinario. E l’argomento tornerà ad aleggiare anche nella seduta del consiglio d’amministrazione convocata per oggi. Perché da ottobre, e da quelle lettere con cui Fondazione Fiera e gruppo Cabassi si sono impegnati a cedere i terreni su cui dovranno sorgere i padiglioni, non si è ancora arrivati al passo fondamentale: la chiusura dell’iter urbanistico e la definitiva consegna alla società del milione di metri quadrati a Rho-Pero.

    Un passaggio indispensabile per far partire le ruspe e per spendere fondi. Che adesso sollecita anche Maria Teresa Docimo, il magistrato della Corte dei conti che ha il compito di vigilare sull’attività del board dell’Esposizione. Ha chiesto spiegazioni, il referente della magistratura contabile, in una lettera girata al Comune per richiamare l’attenzione su una vicenda ancora aperta. E per avvertire: senza la disponibilità formale dei terreni, la società non potrà continuare ancora per molto a fare investimenti o, addirittura, ad aggiudicare gare.

    È l’Expo che ha messo in moto la macchina, quella che si è mostrata alla città nella kermesse dell’ultimo fine settimana. L’Esposizione che cerca di lasciarsi alle spalle le polemiche e macina progetti, pensa ai contenuti, chiama a raccolta supporter eccellenti come l’economista Mario Monti e l’oncologo Umberto Veronesi. Sono stati loro a dichiarare dal palco del teatro Dal Verme: «Expo è un’occasione per Milano». «Il vento è cambiato», ha detto Sala. Ma sulla strada dei cantieri, che a luglio dovranno partire a Rho-Pero per iniziare a ripulire l’area del sito espositivo, rimane l’ostacolo formale dei terreni. E la società attende risposte. Trovato l’accordo con i privati, infatti, adesso si deve chiudere la variante urbanistica e il cosiddetto accordo di programma: è l’atto fondamentale per cambiare la destinazione della zona, anche in vista del post Expo.
    Palazzo Marino promette di chiudere la vicenda entro la fine di febbraio. Ma il documento dovrà poi affrontare il voto del consiglio comunale in un periodo, quello a ridosso delle elezioni, incandescente.

    Per ora la parola è ancora ai tecnici che continuano a riunirsi nonostante ci siano ancora questioni da risolvere. A cominciare dalla quadra da trovare per il contributo che Fiera e Cabassi dovranno dare alle infrastrutture dell’area. Non solo. Sul tavolo anche la questione delle opere che si realizzeranno per il 2015: strutture che soprattutto la Regione spinge perché siano costruite soltanto se riutilizzabili dopo l’evento. Proprio dal Pirellone, poi, arriverebbero i malumori più forti: vietato alzare polveroni in campagna elettorale, ma la Regione continua a credere che la soluzione dell’acquisto dei terreni fosse la strada migliore. Il tempo, però, stringe. E un allarme è partito anche dai sindaci del Nord Ovest, da Pero ad Arese, che hanno scritto a Letizia Moratti, Roberto Formigoni e Guido Podestà per avere «risposte concrete e condivise per Expo», dai parcheggi alla viabilità della zona. I lavori «del 2015 — hanno avvertito — sono subordinati all’approvazione della variante urbanistica la cui approvazione richiede l’assenso del territorio»
    http://milano.repubblica.it/cronaca/...rino-12145698/







    Più la solita figuretta di guano che di contorno ci sta sempre bene

    Milano, gli elogi del 'Financial Times'
    erano in realtà un dossier pubblicitario


    Il sindaco Moratti aveva presentato l'iniziativa al presidente Napolitano dicendosi "orgogliosa
    di questo biglietto da visita". Ma sul giornale viene specificato che è un annuncio a pagamento


    di ANDREA MONTANARI



    «Siamo orgogliosi di un biglietto da visita in più che ci viene riconosciuto anche dall’inserto del Financial Times che riconosce che Milano è diventata una capitale internazionale della cultura». Parola di Letizia Moratti una settimana fa davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo la visita al Museo del '900. L’inserto in questione è uscito due giorni prima, il 29 gennaio. Cinque pagine presentate con il titolo "Milano si prepara a prendere la scena".

    Seguono lodi sperticate al sindaco, alle sue capacità manageriali che le hanno fatto vincere l’Expo 2015. Dimostrate anche nelle sue precedenti esperienze nella finanza, nelle assicurazioni e come presidente della Rai. Ma è un dossier a pagamento, come conferma la celebre testata con l’avvertenza ai lettori nella prima pagina in alto a destra: "Advertising dossier". Proprio quella dedicata alla Moratti. Le altre sono dedicate a moda, Borsa e all’immobiliare Citylife, che riconosce di aver pagato l’inserzione.

    Insorge il leader lombardo di Fli, Giuseppe Valditara, che annuncia un’interrogazione della consigliera comunale finiana Barbara Ciabò al sindaco. «Vogliamo sapere chi ha pagato questo servizio — spiega il senatore futurista — E soprattutto come mai il sindaco ha utilizzato politicamente il contenuto di questa inserzione pubblicitaria. Dopo le bugie sul bunga bunga, pretendiamo che almeno a Milano la politica cittadina sia rispettosa della verità dei fatti». Il Comune, però, fa sapere che non ha speso un centesimo e che l’iniziativa è stata presa dal Financial Times, così come la decisione di ampliare il dossier. In ogni caso, dicono a Palazzo Marino, il servizio ha parlato della città all’estero in termini positivi e senza alcun costo per i milanesi.

    Olè

  9. #184
    Vitor
    ospite

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    l'annuncio a pagamento

  10. #185
    alberace
    ospite

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    il top della PA-

  11. #186
    Banned L'avatar di Ben_Weasel
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    -> Giorgio, visto cheffighi?
    -> Uè, ma l'annuncio è a pagamento
    -> Beh? Mica abbiamo pagato noi

    un ordinario giorno di strumentalizzazione

  12. #187
    Chiwaz
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    Che figura da pirla

  13. #188
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Aspetto che qualcuno si dimetta




  14. #189
    La Borga L'avatar di Firestorm
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    si come no...

  15. #190
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di caesarx
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    Ma non ci credo!

  16. #191
    Don Zauker
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    rotfl

  17. #192

    Predefinito Riferimento: Expo Milano... que fail :V

    Ma sti bioparco di terreni non li hanno ancora ottenuti?

    Motivo in più per votare Pisapia, almeno da buon Comunista fa un bell'esproprio e GG.

    Comunque la Moratti sembra che le stia provando tutte per cercare di perdere delle elezioni che avrebbe già potuto vincere in scioltezza.

    Se si candidava Albertini come indipendente al ballottaggio ci finivano lui e Pisapia.

  18. #193
    Banned L'avatar di Ben_Weasel
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    MILANO 2015/ LA SCELTA PER «ATTIRARE GLI INVESTITORI»: «PUNTEREMO SU TECNOLOGIA E RICERCA»
    L'Expo cambia l'Orto botanico:
    «Meglio un supermarket del futuro»

    Il Pd: si vuole una colata di cemento. L'ad Sala: falso, meno padiglioni Il primo progettista



    MILANO - L'orto non rende. «Non si può vendere l'Expo solo come un orto botanico planetario»: l'ad Giuseppe Sala dà la svolta culturale all'impostazione dell'Expo 2015. Doveva essere il festival delle colture di tutto il mondo, nella visione iniziale pensata dagli architetti coordinati dall'urbanista Stefano Boeri. Ma in corso d'opera, «parlando con il Bureau International des Expositions e con i Paesi invitati a partecipare», ci si è resi conto che quell'immagine non avrebbe richiamato l'attenzione che Milano vuole invece suscitare nel 2015. «Un'Expo verde e con tendoni leggeri - conferma Sala - troppo proiettata solo nella direzione agricola, non trova consenso in chi dovrà investire per Expo».

    L'annuncio arriva nel bel mezzo di una seduta di commissione consiliare convocata per fare il punto sulla situazione di Expo. Infatti, ci sono questioni importanti ancora aperte: dalla titolarità delle aree su cui sorgerà l'evento (ancora oggi di proprietà della Fondazione Fiera e della famiglia Cabassi) ai conflitti interni ai soci, ad esempio. Ma le affermazioni di Sala scatenano l'opposizione: «Se volete fare una colata di cemento invece del parco tematico di cui si parla nel dossier di registrazione, dobbiamo ridiscutere tutto», tuona il capogruppo del pd, Pierfrancesco Majorino. Sala smentisce e replica: «Gli spazi dedicati alle serre, ai climi temperati e alla collina Mediterraneo ci sono e restano inalterate le cubature», assicura. E aggiunge che «per convincere un visitatore a venire a Milano dobbiamo dargli qualcosa di più e unico che le serre, per quanto suggestive». Il tema scelto da Milano, («Nutrire il pianeta, energia per la vita») sembra piacere molto: «Infatti non è mai accaduto che a 50 mesi dall'inaugurazione già 13 Paesi abbiano dato la loro adesione», insiste Sala. Ma serve uno spunto nuovo: «Vorremmo poter mostrare cose uniche, come un padiglione dedicato al supermarket del futuro, o a luoghi che spieghino cosa e come mangeremo tra vent'anni e così via».

    Boeri, che è anche capolista del Pd per le prossime amministrative, difende il lavoro fatto: «Il nostro era un progetto avanzato, meno costoso di un Expo tradizionale, fatto di capannoni e padiglioni, e capace di lasciare in eredità a Milano il più moderno parco agroalimentare europeo, in grado di attirare investimenti, produrre ricerca e ospitare un grande salone dell'alimentazione in contatto con la fiera di Rho Pero e il mondo della ristorazione milanese». E poi: «Resta piuttosto il sospetto che una revisione "tecnologica" dell'orto botanico nasconda in realtà l'intenzione di realizzare un Expo con più volumi costruiti, cedendo così, una volta di più, alle aspettative dei privati proprietari dell'area». Sala è categorico: «Le volumetrie dei padiglioni sono addirittura diminuite rispetto al concept plan di Boeri e degli altri architetti. Il sito conserva integralmente le sue caratteristiche di vivibilità e grande equilibrio ambientale e paesaggistico. Restano infatti inalterati sia il progetto delle serre che quello degli agrosistemi. Dal punto di vista della sostenibilità stiamo quindi confermando tutti gli impegni previsti». L'ultimo dato è che «da tutto il mondo, come dalle categorie produttive italiane, ci giungono quotidianamente sollecitazioni per realizzare un'esposizione universale sulle frontiere della tecnologia, della ricerca e del futuro». E l'europarlamentare Carlo Fidanza assicura che «non c'è nessun ripensamento rispetto all'idea originaria, ma certamente ora dobbiamo rendere attraente il "prodotto Expo" per i Paesi e le imprese, coniugando verde e serre con la tecnologia e il futuro». Serve una svolta, quindi.

    Elisabetta Soglio
    Ma guarda, la stessa previsione che facemmo su un forum di videogiochi, qualche anno fa senza costosissime consulenze. Ma andate a quel paese...

  19. #194
    alberace
    ospite

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    novità?
    se dovesse vincere pisapia, spero che il progetto di boeri venga realizzato.

    http://www.stefanoboeriarchitetti.net/?p=3245

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  20. #195
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    Sulla carta sembra bello, poi una volta fatto son i soliti gradoni di cemento col deserto intorno

  21. #196
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    cos'è che vuole fare il boero? spostare la tangenziale ? roba da amici miei

  22. #197
    Chiwaz
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    cos'è che vuole fare il boero? spostare la tangenziale ? roba da amici miei
    capito tutto

  23. #198
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    illuminami

  24. #199
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    Si può votare il logo:

    L'uovo


    La psichedelia


    http://www.expo2015.org/ht/it/news_e...icolo-284.html

  25. #200
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    per favore , che qualcuno ci tolga sta fiera

    l'uovo sottointende che sarà una fiera fatta col culo? la psichedelia invece intende che ci siamo già fumati tutti i soldi?

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