La madre in un primo momento ha detto che era caduta dalle scale, infine la confessione
Cinque anni, legata e picchiata a morte La bambina è arrivata in ospedale con ecchimosi sul corpicino. Fermato per omicidio il convivente della donna
CINQUE anni sono ancora troppo pochi per morire, ma per la piccola Alice, non c’è stato nulla da fare. Una morte sospetta da subito, tanto che a chiusura della prima giornata di indagini Mauro Bronchi, 39 anni, convivente della madre della piccola, Viviana Di Laura, 28 anni, è stato rinchiuso a Regina Coeli. A carico dell’uomo l’accusa di omicidio volontario. Tutto è accaduto nella notte fra domenica e lunedì. Sembrava una serata come le altre in una palazzina nel quartiere Labaro, appena fuori il Raccordo, non lontano dalla Flaminia e dal cimitero di Prima Porta. Nell’appartamento che diverrà teatro della tragedia, vivono i due compagni, entrambi disoccupati, lui con un’esperienza nel ramo assicurativo, la piccola di 5 anni e una figlia quindicenne dello stesso Bruno, frutto di un suo precedente matrimonio conclusosi con l’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie. Domenica, in quell’edificio a Labaro, a pochi minuti dalla mezzanotte, degli urli rompono improvvisamente l’atmosfera sonnolenta della sera. Mauro bussa alla porta dei vicini chiedendo soccorso: «La piccola sta male». Alice, già esanime, sta fra le braccia della madre che continua a ripetere, «non mi lasciare, non mi lasciare». Chiamato il pronto soccorso arriva subito un mezzo del 118. Il medico tenta le prime operazioni del caso per tenere in vita la piccola agendo sul tavolo della cucina. Poi la corsa dell’ambulanza all’ospedale Sant’Andrea. Qui, i medici comprendono subito che le condizioni di Alice sono disperate. Non riesce a respirare e viene intubata. Presenta molte ecchimosi sul corpicino e come viene subito appurato, ha anche un trauma cranico. Nessuna manovra di rianimazione ha effetto. Per la bambina non c’è nulla da fare. A destare i primi sospetti e a motivare l’inizio delle indagini, sono stati proprio tutti quei segni e quei lividi sul piccolo corpo, non tutte risalenti a un’eventuale e recente caduta, ma anche a momenti parecchio precedenti. Sul caso, la direzione dell’azienda ospedaliera Sant’Andrea ha immediatamente messo a disposizione del pm Caterina Caputo la cartella clinica della bambina. L’appartamento della coppia è stato messo sotto sequestro dai carabinieri e fino a poco dopo le 15 di ieri, una squadra dei carabinieri del Ris ha compiuto una serie di rilevamenti. Contemporaneamente Mauro, Viviana e il padre naturale della bimba sono stati sottoposti a un lungo interrogatorio alla caserma della Compagnia dei carabinieri Cassia. Solo alle 17 è stato disposto il trasferimento di Bronchi in carcere. La tesi precedentemente raccontata dei due, quella di una brutta caduta di Alice dalle scale, verrebbe quindi esclusa dagli inquirenti. Le cause del decesso dovranno essere stabilite all’Istituto di medicina legale. L’autopsia dovrebbe dare i primi risultati proprio oggi. L’indagine medico-legale deve stabilire anche se la bambina possa aver subito violenza sessuale. Solo con questi risultati la procura potrà decidere sul destino di Mauro Bronchi. Al tutto si aggiunge una seconda tragedia di non trascurabile portata, quella della figlia quindicenne del sospettato. La ragazza, Martina, già strappata alla sua vita normale da questa tragedia, dovrà essere affidata a un parente vicino o alla madre, sconvolgendo ulteriormente gli equilibri dell’adolescente.
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come si può arrivare a sfogare le proprie frustrazioni di fallito su una bambina di cinque anni?
Sull'essere meglio che non mi esprimo.
Conto solo che passi un luuuuungo periodo nelle patrie galere, come gli spetta.
I suoi begli annetti se li farà pure quella ****** della madre, che gli avrebbe dovuto far sputare da tempo tutti i denti, a questo campione.
O almeno cercare aiuto.
Brividi per quanto possa andare in basso l'essere umano.