Come maniaco di fatti storici e VG bellici realistici, la notizia mi ha attirato, ma come era lecito aspettarsi non mancano le polemiche dato l'argomento.
Come potete leggere in inglese su Game Politics, l'annuncio di Six Days in Fallujah da parte del publisher giapponese Konami non è passato inosservato, scatenando una prima serie di reazioni indignate raccolte ieri dal quotidiano britannico Daily Mail.
In sostanza, viene pesantemente attaccata la scelta di ambientare un videogioco nell'ambito di un'operazione bellica a dir poco controversa (l'assedio della città irachena di Fallujah, portato avanti dall'esercito americano a più riprese tra il 2003 e il 2004), le cui ferite sono ancora ben lontane dall'essersi rimarginate, e comunque nella cornice di una guerra che non può certo dirsi, purtroppo, conclusa.
Le stime sulle vittime civili a Fallujah sono variabili ma le più pessimiste parlano di circa seimila morti, causati anche dall'uso di armi chimiche e non convenzionali; di certo c'è che gran parte della città è stata gravemente danneggiata e che la popolazione residente è ridotta oggi di circa la metà.
A sviluppare il gioco sarà lo studio americano Atomic Games, specializzato in franchise di guerra come Close Combat. Atomic ha definito il suo FPS (alternato a terza persona, con elementi di comando di squadra come già visto nella serie Full Spectrum Warrior) un "survival combat", dove l'angoscia costante del giocatore sarà riguardo ad uscire vivo da quelle sei giornate di inferno, morti, imboscate, mine e trappole, strada per strada.
“Riproduciamo una cronologia accurata e specifica - ovvero sei giorni letteralmente. Abbiamo tracciato i movimenti delle varie unità attraverso l’operazione e voi potrete capire com’era l’esperienza giorno per giorno. Non siamo per la guerra. Non vogliamo mettere le persone a disagio. Vogliamo solo presentare una soddisfacente esperienza d’intrattenimento. Alla fine, è soltanto un gioco”.
La cosa interessante (leggo e traduco da GamePro) è che circa 70 dei marines impegnati a Flallujah (il più grosso assalto urbano dai tempi del Vietnam) hanno raccontato le loro esperienze al team Atomic, aneddoto per aneddoto, al fine di ricostruirle in game, incluse paure, emozioni, trappole, tattiche, dettagli vari.
Il gameplay terrebbe conto di due elementi caratterizzanti: l'altissimo ricorso a imboscate di ogni tipo, e il fatto che la metà dei guerriglieri di Fallujah fossero "martiri", ovvero ben intenzionati a immolarsi, a non uscire vivi dalla città, con conseguenze ovvie sulla ferocia dei combattimenti.
Atomic promette inoltre una alta distruttibilità di ambiente e strutture, funzionale alle dinamiche di gioco (coperture, passaggi, etc). Atomic parla addirittura del 100% di interazione e distruzione grazie a un engine di rendering nuovo di zecca. Si sbilanciano a dire che dopo l'esperienza, tornare agli altri giochi o addirittura ai Call of Duty sarà "frustrante" . Quindi o sanno di avere un asso in mano, o si preparano a una poderosa figura di cacca.
Insomma, premesse enormi, team capace, spero ardentemente che non si risolva in una vaccata perchè ci resterei male. Mettiamoci in attesa-mode