Dark Fall: lost souls prime impressioni
E forse qualcosa di più, visto che, ad occhio e croce, sono ad un terzo del gioco.
Premetto che non spoilererò alcunchè, per cui sarò volutamente generico in certi passaggi, pur cercando di rendere il mio pensiero il più chiaro possibile.
Trama: in questo terzo capitolo della saga ritorniamo a Dowerton, alla sua stazione abbandonata ed al suo spettrale hotel. Da quanto ho potuto vedere, il racconto ricalca a grandi linee quello originale. Anche in questo caso saremo sulle tracce di una persona scomparsa e dovremo capire di più sul come e sul perchè della sparizione, interagendo nel corso del gioco con forze soprannaturali, ostili e non, alla ricerca della verità. Il plot è, dunque, piuttosto semplice ma fa bene la sua parte, che è essenzialmente quella di calarci all'intero degli evocativi luoghi in cui si svolge l'avventura. Anche in questo caso Boakes utilizza una tecnica a lui nota: fornire al giocatore il minimo degli elementi necessari a collocarlo all'interno della storia e dargli informazioni supplementari sempre più dettagliate e precise nel corso del gioco, ma mano che si risolvono puzzle e si prosegue. Il risultato è senz'altro soddisfacente, visto che, disseminate nel corso del gioco, vi sono tantissime informazioni, sottoforma di libri, ritagli di giornale, oggetti ed altro ancora, che premiano il giocatore per la risoluzione di un enigma e contribuiscono a dare corpo e sostanza al racconto. Personalmente ho trovato meglio riuscito l'incipit del primo Dark Fall, in cui la nostra comparsa a Dowerton era preceduta da un piccolo prologo, piuttosto che quello di Lost Souls, in cui siamo immediatamente calati nel gioco senza preamboli e con poche spiegazioni, con un effetto leggermente spiazzante.
Grafica e sonoro: ossia l'atmosfera di gioco. Ancora una volta Boakes fa pieno centro. Innanzitutto, poter tornare negli stessi luoghi già visitati in The Journal, dà sicuramente un gusto maggiore a tutti gli amanti del primo episodio. Rivedere l'hotel, l'interno della stazione, i binari abbandonati ecc. ecc., fa tornare subito in mente le forze oscure che infestavano quei luoghi ed i fatti ad essi legati, e contribuisce non poco a creare l'atmosfera.
La grafica è molto dettagliata, ricca di particolari e fa a pieno il suo dovere. Le schermate sono piene di oggetti, di piccole cesellature e di altre minuzie tali da renderle decisamente evocative. V'è pure qualche buon effetto visivo, come la possibilità di selezionare l'antialiasing ed altro ancora. Per l'occasione è stato utilizzato un sistema di schermate a 360° ruotabili però non liberamente, ma a mezzo pressione del pulsante del mouse. Il risultato, secondo me, non è estremamente convincente per due ordini di ragioni. Intanto, proprio la implementazione di un sistema a 360° avrebbe reso necessario un movimento libero del mouse e non segmentato a mezzo pressioni del pulsante. Inoltre, quando ci spostiamo lateralmente a destra o a sinistra, il gioco, per una scelta di programmazione non so quanto felice, attende un attimo prima di eseguire l'operazione, titubando una frazione di secondo nel compimento della rotazione. Questo effetto, forse introdotto per dare un maggior senso di realismo, comporta, però, una certa macchinosità nel movimento laterale che alla lunga stanca. Si tratta, comunque, di un piccolo difetto, cui ci si abitua abbastanza in fretta e che si perdona facilmente.
Il sonoro, come spesso succede nei giochi di Boakes, fa la parte del leone. I suoni ambientali sono niente meno che eccellenti, estremamente evocativi e collocati nei luoghi e momenti giusti: stridii, rumori improvvisi di oggetti che cadono, suoni metallici, musiche sinistre, respiri, e chi ne ha più ne metta, creano un'atmosfera eccellente e si amalgamano molto bene nel gioco, che alterna momenti di assoluto silenzio ad improvvise esplosioni sonore, con risultati molto convincenti. Mi è capitato già che, durante un paio di improvvise apparizioni spettrali, accompagnate da un subitaneo quanto agghiacciante sibilo, l'adrenalina mi salisse in circolo in modo incredibile. Non convince, invece, il parlato, almeno dei personaggi che ho incontrato sino ad ora, specialmente quello del protagonista che è così forzato da risultare caricaturale (anche questo un difetto comune ai giochi di Boakes).
I puzzle: andiamo molto bene, molto. Belli, strutturati con intelligenza, ottimamente integrati nel gioco e soprattutto molto vari: andremo dal classico utilizzo dell'oggetto con lo scenario ad enigmi basati sull'udito, ad altri di ragionamento, a puzzle che necessitano ricerca e composizione ad altri che richiedono il compimento di un'azione manuale da simulare tramite il movimento del mouse. Il quadro, insomma, è più che positivo, e tutto è reso ancora migliore dal fatto che si tratta di enigmi "politically correct": la soluzione è a portata del cervello di ciascuno di noi, e la pazienza nel cercare, nell'analizzare e nel sentire darà sempre i risultati sperati: niente di astruso o insuperabilmente difficile, insomma.
I personaggi del gioco: non li menziono. Dico solo che gli esseri o le entità con cui avremo a che fare sono numericamente superiori a quelli del primo episodio (basta leggere il libretto di istruzioni per rendersene conto), e non sono affatto convinto che ciò sia un bene in un gioco fatto soprattutto di atmosfera e di sensazioni (convinzione, la mia, peraltro confermata dal primo contatto con una delle suddette creature, che si ha immediatamente all'inizio del gioco e che mi ha lasciato piuttosto perplesso). C'è il rischio che un (eventuale ed ipotetico, a questo momento della mia personale esperienza gioco) eccessivo contatto con tali entità possa infrangere quel senso di sospensione dell'incredulità che l'atmosfera di gioco così bene riesce a creare.
In sintesi, Boakes sembra aver fatto centro ancora una volta. Il gioco ha forma e sostanza e sembra costituire una degnissima chiusura del trittico. E' un gioco "pauroso"? Non lo è nel senso letterale del termine (difficilmente lo può essere un gioco di fantasmi). E' un gioco di atmosfera? Assolutamente si, degno successore del primo episodio, ricco di pathos, in cui aleggia una sorta di silenzio sospeso, carico di attesa, di un senso di fatalità e di imminente pericolo, insomma, per dirla all'inglese ,"disturbing".
Ulteriori aggiornamenti nel prosieguo.
C
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Originariamente Scritto da daves1987
