approvato il cerottone anti scarcerazioni. Speriamo non ci siano più sorprese
Mafia, via libera del governo
al decreto anti-scarcerazione
Approvato all'unanimità il testo messo a punto da Alfano dopo la "sentenza beffa" della Cassazione
MILANO - Via libera all'unanimità del Consiglio dei ministri al decreto legge presentato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano per evitare la scarcerazione di boss e mafiosi a seguito della recente sentenza della Cassazione che ha attribuito alle Corti di Assise, anziché ai Tribunali, la competenza a giudicarli in caso di reati pluriaggravati. Soddisfatto il Guardasigilli, che durante la riunione dell'esecutivo ha ricevuto anche i complimento di Gianni Letta. Illustrando i contenuti del decreto, il ministro ha sottolineato che i processi a rischio di azzeramento, dopo la sentenza della Cassazione, erano 388. «Abbiamo posto una toppa al buco che si era creato», ha spiegato il titolare della Giustizia. Per i processi per mafia in corso la competenza viene quindi attribuita al tribunale, e non alla Corte d'Assise come aveva stabilito un recente pronunciamento della Cassazione. «L'errore non è stato del legislatore - ha affermato il ministro -, ma è stato di chi ha interpretato la norma. Non lo dico però per fare polemica, perchè oggi si è risolto il problema ed è un buon giorno».
IL PROVVEDIMENTO - Il provvedimento si è reso necessario, come detto, dopo che nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza con cui ha dichiarato la competenza delle Corti d'Assise, e non più dei tribunali, a giudicare su reati aggravati contestati a presunti boss della mafia. Era stato proprio il Guardasigilli Angelino Alfano ad annunciare domenica scorsa di avere in preparazione un decreto per il consiglio dei ministri, allo scopo di mantenere ai tribunali la competenza per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso aggravato e non trasferirle alle Corti d'Assise, anche con riferimento ai processi in corso. Il decreto arriva per ovviare agli effetti «indesiderati» dell'inasprimento delle pene previsto dalla legge «ex Cirielli» e, più specificamente, allo spostamento in Corte di Assise di numerosi processi di criminalità organizzata, con il rischio di centinaia di scarcerazioni in tutta Italia per decorrenza dei termini di custodia cautelare, dato che i processi sarebbero da rifare. È stata la Cassazione in una recente sentenza a precisare che dal dicembre 2005, data di entrata in vigore della legge «ex Cirielli», determinati reati di mafia aggravati dall'associazione armata o dal reimpiego di profitti derivanti da illeciti «sono diventati di competenza della Corte di Assise». L'intervento normativo è stato messo in cantiere per mostrare la massima fermezza del governo contro la mafia, nonostante alcune perplessità nella maggioranza, in un momento in cui il premier Silvio Berlusconi e il suo partito ricevono l'accusa di essere stati collusi con Cosa Nostra nei primi Anni Novanta.
http://www.corriere.it/politica/10_f...4f02aabe.shtml
per fortuna. Speriamo non ci siano altre sorpresucce!
Vebbeh dai lo sappiamo che , tirando proprio la corda, sto giochetto si può fare massimo una volta. Non è un potere, nessuno è in grado di entrare nell'operato di un ddl (cit.) . E sono anche d'accordo.
Non capisco perchè continui a citarmi , quando sono d'accordo su questa questione.
Scusa, stai parlando con me, mi pare naturale che ti citi.Vebbeh dai lo sappiamo che , tirando proprio la corda, sto giochetto si può fare massimo una volta. Non è un potere, nessuno è in grado di entrare nell'operato di un ddl (cit.) . E sono anche d'accordo.
Non capisco perchè continui a citarmi , quando sono d'accordo su questa questione.
Comunque Napolitano è intervenuto spesso, anche nei confronti della magistratura. Diciamo che ha una "moral suasion" molto efficace