Che noia, verrebbe da commentare di primo acchitto. Più difficile farlo, dal momento che non stiamo parlando di qualche remoto regime africano o sudamericano, ma della assai vicina Svizzera, il cui governo ha appena promulgato una legge che potrebbe portare alla messa al bando completa dei videogame violenti nella nazione neutrale per antonomasia. Non è ancora chiaro in cosa si esplicherà questa normativa, che lascia comunque alle autorità svizzere il potere di decidere qualsiasi misura riterranno necessaria.
L'esito più probabile, secondo gli analisti, sarà la completa proibizione di produzione, distribuzione e vendita di qualsiasi gioco ritenuto non adatto al mercato elvetico, qualsiasi cosa insomma si porti appresso il "marchio dell'infamia" del PEGI 18+. Del resto, inizialmente la legge chiedeva la messa al bando di qualsiasi titolo che "richiede atti di violenza crudele su creature umane e dalle sembianze umane per ottenere successo nel gioco". Non va bene più neppure sparare agli zombie o agli alieni antropomorfi, insomma.
A nulla pare sia servita l'opera di lobbying dei rivenditori e dei publisher che hanno insistito per una norma che ponesse severi limiti e vincoli alla vendita di giochi violenti ai minori, soluzione che anche noi auspichiamo da tempo e che potrebbe chiudere una volta per tutte questi deliri normativi da parte di politici che non sanno neppure ciò di cui stanno parlando, ma come al solito questo appello è caduto nel vuoto. Tocca prendere atto della soluzione "metto la testa nella sabbia e faccio finta che non esistano i giochi violenti". Un approccio decisamente moderno.