1) E' vero che non c'è correlazione fra temperatura elevata e rottura dei dischi. Certo, la temperatura deve cmq essere ragionevole, se sta a 80 gradi è troppo. Però fra un disco che sta fisso a 30 gradi e uno che sta a 50, la possibilità di rottura è uguale identica. Vale anche per altre componenti, pure una cpu o una vga, che stiano a 30 o 50 gradi non cambia assolutamente nulla, sono temperature di sicurezza. Il problema c'è quando si superano certe soglie. E' cmq buona norma piazzare una ventola nel case di fronte agli hard disk, oltrettutto se accompagnata da una ventola posteriore nel case crea un flusso d'aria che va a raffreddare anche i componenti della scheda madre
2)E' vero che il momento più pericoloso per gli hard disk è l'accensione/spegnimento, lo "shock" elettrico c'è sempre in questi casi e il disco è forse la componente più fragile di tutto il pc in questo senso. E' vero che piuttosto che spegnere un disco 10 volte al giorno e riaccenderlo altre 10 volte, conviene che stia sempre acceso. Ma se si tratta di spegnerlo una singola volta al giorno, per farlo stare spento magari di notte 8 ore, allora è meglio farlo
3)Che il p2p spacchi gli hard disk è possibile in base a vari parametri. Io anni fa tenevo la roba di emule su un disco secondario, senza deframmentarlo mai e con un parametro importantissimo (opzioni>opzioni avanzate>dimensione buffer del file) settato su un valore basso (256 k, quello di default). Non lo deframmentavo mai perchè non era un disco di sistema e perchè mi sembrava inutile visto che appena deframmentato, vista la quantità di roba che mettevo in download, si sarebbe frammentato subito di nuovo. Il risultato è che ogni volta che finivo un donwload e quindi faceva il cosiddetto hashing del file, il disco frullava per un minuto buono (crrr crrr crrr crrr) come se stesse facendo un operazione molto complicata. Il disco non è mai morto però di sicuro non era il modo migliore di allungargli la vita.
Attualmente ho cambiato due abitudini: la prima è che da Vista/Seven c'è un defrag settimanale schedulato dal sistema operativo che lascio attivo su tutti i dischi, anche sul disco dei download, col risultato che è sempre deframmentato e anche se si frammenta un pò non arriva mai a livelli preoccupanti. L'altra abitudine è aver settato sul mulo il buffer del file al valore massimo, cioè 1,5 mega. Questo parametro praticamente indica dopo quanto il mulo deve trasferire i dati dalla ram al disco. Col valore di default il mulo scarica i file e ogni volta che raggiunge la quota di 256 k di dati (quindi molto spesso) trasferisce i dati dalla ram e li scrive sul disco. Aumentandolo al valore massimo si ha il vantaggio che prima di andare a scrivere i dati su disco il mulo attende di arrivare a quota 1,5 mega. Lo svantaggio è che la quantità di ram occupata sale (una cosa è doversi tenere in ram 256 k, un altra 1,5 mega) ma coi quantitativi attuali è una cosa totalmente trascurabile. Il vantaggio è che gli accessi al disco sono molto minori, per la precisione 6 volte inferiori. Se col valore di default il mulo per scaricare 1,5 mega deve scrivere 6 volte distinte sul disco, col valore aumentato ci scrive una singola volta tutta assieme. Il risultato è che al completamento di un file adesso l'hashing è fulmineo e il disco non emette un suono (anche se cmq il fatto che sia un caviar green a 5400 giri aiuta). Con parametri di questo tipo il disco dedicato ai download è meno sotto stress rispetto al disco di sistema, che tra aperture dei programmi, immagazzinamento cache e tutte le operazioni che fa in background esegue un numero di letture e scritture ben superiore al disco dei download. Quindi il fatto che il p2p ammazzi i dischi non è vero o meglio, dipende da alcuni parametri che se settati a dovere rendono falsa quell'affermazione