o, per citare rothbardle uniche societa' giuste, logiche e stabili sono quelle in cui i poteri di estorsione e di legiferazione non vengono dati a NESSUNO. Dove la legge e' immutabile, basata sul diritto naturale, dove nessuno ha il diritto di effettuare scambi non volontari. Allora tutti gli uomini sono uguali e la societa' prospera.
Viceversa la societa' si avvita su se stessa come un mulinello. Magari incomincia piano, ma accelera sempre di piu' fino a distruggersi.
E' altresi' chiaro che una societa' esattamente cosi' tuttora non esiste e probabilmente e' utopica. Ma la direzione che deve prendere una comunita' che voglia sopravvivere e' esattamente quella.
In "The etichs of liberty" Rothbard sostiene il diritto a trattenere il 100% dei propri sforzi e della proprietà, come unico principio compatibile con l'etica universale e il codice libertario[7].
Copertina de Man, Economy and State, edizione 2004
Proprio da questa teoria della proprietà, ossia proprietà assoluta del proprio corpo e dei frutti del proprio lavoro intesa come diritto intoccabile, nacque il cosiddetto assioma di non aggressione. Rothbard arrivò a definire le tasse come un furto legalizzato, la coscrizione come la schiavitù moderna e le guerre di Stati come terrorismo, inoltre si oppose a qualsiasi obbligo di cura.
Bisogna anche sottolineare l'esistenza di un'altra visione dell'anarco-capitalismo, una visione utilitaristica, data da David Friedman. Questa visione gradualista, prevede prima l'accettazione da parte dell'intera società del codice legale libertario, successivamente un processo di privatizzazione dei settori controllati dallo Stato, fino ad arrivare alla privatizzazione del diritto, quindi all'abolizione dello Stato stesso (teoria esposta in The machinery of freedom, 1973).in parole povere diritto naturale o giusnaturalismoMerita certamente un capitolo a parte la teoria "giudiziaria" libertaria, in special modo dal punto di vista rothbardiano.
Partendo dal già citato assioma di non aggressione, Rothbard e il libertaranismo ritengono che la punizione per l'aggressore sia la perdita proporzionale di diritti inflitta alla vittima, vediamo cosa implica nella pratica.
Innanzitutto il principio di proporzionalità chiarisce quale sia la massima pena, che non necessariamente sarà quella inflitta. Infatti nella società libertariana vi saranno solo due parti in causa, la vittima e il presunto aggressore, in quanto non esisterebbero reati contro un presunta società, di conseguenza sparirebbero figure come il Procuratore della Repubblica.
In breve si può dire che il principio di proporzionalità deciderebbe la pena sanzionabile massima, sarà poi la vittima o i suoi eredi a decidere la pena da attuare, ovviamente entro i limiti dati, come potrebbe decidere di commutare la pena in un'ammenda.
In pratica la pena non avrebbe scopi di deterrenza o reinserimento come oggi, ma fungerebbe semplicemente da risarcimento.
In merito alla pena di morte Rothbard scrisse:
« Dovrebbe quindi essere chiaro che, secondo il diritto libertariano, la pena capitale dovrebbe essere rigorosamente limitata alla punizione dell'omicidio. Infatti un criminale può perdere il proprio diritto alla vita soltanto se ha privato una vittima dello stesso diritto. Non sarebbe ammissibile , quindi, che il negoziante giustiziasse il ladro di caramelle condannato. »