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Risultati da 1 a 6 di 6
  1. #1
    keiser
    ospite

    Predefinito [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    Quest'oggi è apparso un articolo alquanto interessante (http://www.publicbroadcasting.net/kuhf/n ews.newsmain?action=article&ARTICLE_ ID=506830) sul sito della radio KUHF 88.7, nel quale vengono messe in evidenza le contraddizioni di un mercato che si definisce globale ma che è comunque costretto a fare i conti con la cultura, le tradizioni e le "fissazioni" di ogni singolo paese nel quale opera.
    Lara Croft è un'eroina tutta azione e combattimenti, che non ha certo paura di qualche ferita o cicatrice. In Germania, tuttavia, non sanguina mai, neppure se divorata da una tigre. I civili di Vice City non perdono sangue, neppure se colpiti con un bazooka, e i loro corpi non possono essere fatti a pezzi (a che serve la katana, allora? ^__^). Nell'ultimo gioco di Indiana Jones sono state cancellate tutte le svastiche, e rimpiazzate con simboli generici.
    Il sangue, che negli esseri umani è tradizionalmente rosso, in Australia diventa verde. Personaggi che nei videogiochi europei girano in topless, con l'arrivo negli Stati Uniti guadagnano un simpatico bikini coprente. Per contro, gli avversari umani che i videogiocatori statunitensi affrontano, in Germania diventano dei freddi robot assassini. Scene di sesso presenti nei videogiochi giapponesi, come per magia spariscono quando attraversano il Pacifico e arrivano negli USA.
    Per quanto riguarda la Germania, una simile "politica" viene spesso incoraggiata dai publisher medesimi, che vogliono a tutti costi evitare che i loro prodotti più violenti vengano messi all'indice, il temutissimo elenco di videogiochi che non possono essere venduti ai minorenni, pubblicizzati su stampa e tivù, e neppure esposti sugli scaffali. Un vero e proprio suicidio commerciale. Da questo punto di vista, in effetti, le modifiche ai giochi diventano più tollerabili...

  2. #2
    La Nebbia L'avatar di vito
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    Predefinito Re: [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    ma come pretendete di abbattere le barriere culturali nei videogiochi se non si abbattono nemmeno quelle economiche??
    Un chiaro esempio.. Vorrei prendere per ps2 un gioco import... mi andrebbe bene spendere una 50ina di euro e non mi lamenterei.. ma spendere 70 euro+ spese di spedizione del corriere (altri 10 euro) in un negozio italiano, o spendere 40 euro da un negozio americano, + 12 euro per le spedizioni, +20 e dico VENTI EURO per le tasse d'importazione in Italia dei dvd... ci mancherebbe che i videogiochi rimangono legati alle zone dove vengono sviluppati e ne sono fortamente influenzati.. manco riusciamo ad abbattere le barriere economiche...


    P.S. So di essere andato off topic, ma avevo bisogno di sfogarmi

  3. #3
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Onslaught
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    Predefinito Re: [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    vito ha scritto mer, 11 giugno 2003 15:46
    ma come pretendete di abbattere le barriere culturali nei videogiochi se non si abbattono nemmeno quelle economiche??
    Un chiaro esempio.. Vorrei prendere per ps2 un gioco import... mi andrebbe bene spendere una 50ina di euro e non mi lamenterei.. ma spendere 70 euro+ spese di spedizione del corriere (altri 10 euro) in un negozio italiano, o spendere 40 euro da un negozio americano, + 12 euro per le spedizioni, +20 e dico VENTI EURO per le tasse d'importazione in Italia dei dvd... ci mancherebbe che i videogiochi rimangono legati alle zone dove vengono sviluppati e ne sono fortamente influenzati.. manco riusciamo ad abbattere le barriere economiche...


    P.S. So di essere andato off topic, ma avevo bisogno di sfogarmi
    E' una cosa che penso da sempre: già non importano i giochi,poi mettono i blocchi territoriali,infine mettono prezzi assurdi per chi vuole giocare import(e il bello è che vorrebbero pure farti passare per ladro o comunque per qualcuno che fa cose contro la legge).
    Grazie a questi geni ho detto addio a xenosaga

  4. #4
    Shogun Assoluto L'avatar di nukemall
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    Predefinito Re: [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    keiser ha scritto mer, 11 giugno 2003 12:47
    Il sangue, che negli esseri umani è tradizionalmente rosso
    keiser, questa mi è piaciuta da matti. Abbiamo il sangue rosso perché tramandiamo l'usanza dei nonni dei nostri nonni, che l'avevano colorato in quel modo ?

    Scherzi a parte, tra tutte le forzature determinate dalle localizzazioni, quelle che più mi hanno stupito sono le tedesche. Non pensavo che i crucchi fossero così bacchettoni, e pensare che qui da noi passa l'idea che nei paesi del Nord Europa ci sia una maggiore apertura mentale...

  5. #5
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di maxpay
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    Predefinito Re: [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    mmmm....mah....personalmente sono sempre stato dell'idea che la globalizzazione in se non ha alcun significato oltre quello commerciale. inoltre le differenze fra popoli e civiltà a mio avviso sono necessarie poichè penso - ma è un mio modo di vedere - che in fondo la bellezza del mondo sia proprio nella sua varietà.
    [la maggior parte delle pubblicità passate della Benetton si fondavano proprio su questo. ricordate immagini di bambini o gente di diversa nazionalità?]
    non è possibile però commentare i casi elencati poichè non mi sembrano derivanti in qualche modo da "differenze etniche" chiamiamole cosi.
    sono più scelte volte ad evitare lamentele da parte dell'opinione pubblica e quindi vendere ugualmente.
    insomma...mi pare più politica spicciola che non altro...
    boh...

  6. #6

    Predefinito Re: [11/06/2003] Videogiochi, mercato globale ma non troppo

    Che bell'elenco di castronerie! Sembra che il buon senso sia merce rara in questi paesi. Non so scegliere quella più ridicola. Ci si potrebbe fare un programma di cabaret!

    Piccola consolazione: almeno i giochi per computer non hanno problemi territoriali e quindi volendo ci si potrebbe comprare una versione estera se quella nostrana diventa improvvisamente affetta da strane mutazioni... (costa di più, ma forse è il prezzo della libertà).

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