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Produce l'8% del greggio estratto negli Usa. Petrolio record a Londra
Petrolio, chiude pozzo in Alaska: su i prezzi
Un danno alle conduttore costringe la Bp a fermare le attività nel più grande giacimento americano. Washington ricorre alle riserve
C'è un buco nel petrolio americano. La chiusura dell'impianto di estrazione di Prudhoe Bay, in Alaska, il più vasto degli Stati Uniti, sta colpendo i mercati internazionali del petrolio - e non solo - come un ciclone. E al danno si aggiunge l'incertezza: la compagnia che gestisce le operazioni non è in grado di capire quando la situazione potrà tornare alla normalità, si parla comunque di qualche mese. E si sa, l'incertezza è benzina sul fuoco della speculazione.
Tutta nasce dalla rilevazione di una perdita dovuta all'usura nell'oleodotto che collega i 1000 pozzi ai luoghi di stoccaggio. Un problema tecnico che ha costretto la British Peroleum (Bp) a fermare tutto e ha generato la mancata produzione di 400.000 barili al giorno, pari all'8% della produzione nazionale statunitense. Sono mesi che la conduttura è
sotto l'occhio di ecologisti e tecnici del settore, dopo una perdita massiccia risalente a 6 mesi fa e successive più piccole fuoriuscite. Gli ultimi controlli hanno rilevato 16 anomalie in 12 punti, ed è scattata la chiusura totale.
La reazione a catena della notizia è partita dai mercati petroliferi, che tra instabilità in medio oriente e questo incidente hanno visto il prezzo del greggio e dei future impennarsi immediatamente. A cascata, le borse internazionali si sono appesantite, il titolo Bp è in calo e i mercati fibrillano. Non si sono fatte attendere le contromosse di chi tiene in mano le redini dell'oro nero: il governo americano ha annunciato lunedì di aver messo a disposizione le riserve strategiche per quelle raffinerie che fossero in difficoltà per la mancata produzione in Alaska. E anche l'Opec, l'organizzazione che unisce i produttori di petrolio del mondo, ha detto che la capacità inutilizzata dei membri del cartello è più che sufficiente a compensare il calo della produzione statunitense.
Intanto a Londra il petrolio ha fatto registrare un nuovo record, facendo segnare il prezzo di 78,64 dollari al barile.
07 agosto 2006