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  1. #101
    Para Noir
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Kshacoso, alla fine mi sono preso un libro di Osho. Uno /accaso che c'era lo sconto del 30%. Qualcosa la vita, non ricordo il titolo, ce l'ho in camera. Che dire, per quel poco che ho letto fin'ora la pensa parecchio come me. Sì, insomma, era un tipo sveglio. Spero che più avanti mi dica anche qualcosa di nuovo

    Comunque lo consiglierei ad un religioso un pò dubbioso. Tra l'altro è quasi più aggressivo di me a smontare l'adorazione dei santi e simili

  2. #102
    L'Onesto L'avatar di -Kshatriya-
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Citazione Originariamente Scritto da Para Noir Visualizza Messaggio
    Kshacoso, alla fine mi sono preso un libro di Osho. Uno /accaso che c'era lo sconto del 30%. Qualcosa la vita, non ricordo il titolo, ce l'ho in camera. Che dire, per quel poco che ho letto fin'ora la pensa parecchio come me. Sì, insomma, era un tipo sveglio. Spero che più avanti mi dica anche qualcosa di nuovo

    Comunque lo consiglierei ad un religioso un pò dubbioso. Tra l'altro è quasi più aggressivo di me a smontare l'adorazione dei santi e simili
    Ecchebbravo. Mi rendi fiero.
    Poi magari comincia anche a fare gli esercizietti di consapevolezza che include

  3. #103

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Ecco una intervista di O'Reilly a Dawkins, su FoxNews. O'Reilly è un ultra-repubblicano bigottone dedito alla propaganda, per chi non lo sapesse. Come sempre lo stile di Dawkins è impagabile:

    http://www.youtube.com/watch?v=wECRv...elated&search=

  4. #104
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Citazione Originariamente Scritto da JimmyPage Visualizza Messaggio
    Per un'etica laica NON relativistica: Eugenio Lecaldano, "Un'etica senza Dio" - molto breve, forse sbrigativo in alcuni momenti, ma ricco di spunti e di rimandi sulla questione. Appena edito da Laterza.
    Intervista all'autore: http://www.giornaledifilosofia.net/p..._Lecaldano.pdf

  5. #105
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Mi permetto di segnalare in questo spazio una mia recensione, relativa a un volume uscito da poco dal titolo La natura dopo Darwin, di Orlando Franceschelli. Il testo tratta del tema importante del rapporto e possibile dialogo fra posizioni evoluzionistiche e tradizione cristiana, rivisitando la vicenda storico-filosofica della contrapposizione naturalismo/creazionismo.
    E' un po' lunghetta.
    http://www.giornaledifilosofia.net/p...c_fi.php?id=54

  6. #106
    Morghen
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Christopher Hitchens.

    Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa

    (tit. or. God Is Not Great: How Religion Poisons Everything, New York : Twelve, 2007, trad. di Mario Marchetti).
    Einaudi 2007,
    pp. 271,
    euro 14,50.
    ISBN 8806183370






    Ok, è un libro di successo: ma il contenuto? Un altro libro di critica alla religione? Dove sarebbe la novità? La novità, se così si può dire, è la penna di Hitchens, che espone concetti non nuovissimi con lo stile del giornalista di vaglia, accostando sapientemente la battuta arguta alla denuncia, il fatto di cronaca all’aneddoto storico. Si viene così a conoscenza delle sue esperienze di prima mano, nonché di avvenimenti sfuggiti all’informazione nostrana (non che la cosa stupisca: se vi avanza qualche euro, regalatene una copia ai giornalisti RAI in perenne stazionamento davanti al sacro soglio: magari impareranno un mestiere…).


    Il catalogo degli orrori compilato da Hitchens è completo, non dimentica proprio nulla: la religione uccide, può far male alla salute, vanta false pretese metafisiche, inventa false cosmogonie, ha testi sacri estremamente discutibili, millanta miracoli, non migliora gli uomini, corrompe i bambini. Talvolta sembra di leggere Schopenhauer, ma a differenza del filosofo tedesco qui ce n’è per tutti, anche per il buddhismo, di cui si ricorda l’esperienza teocratica tibetana e il sostegno all’espansionismo giapponese. La parte da padrone la fanno, ancora una volta, i tre monoteismi (che storicamente sarebbero cinque, ma vallo a spiegare…) con i loro testi sacri, i loro fondamentalisti e i loro salti mortali per far quadrare i conti a un dio onnipotente e onnisciente che permette il male, speso commesso a suo nome. Di tutta la tradizione religiosa Hitchens salva solo Martin Luther King, e non esita a prendere le distanze anche da un monumento come Gandhi.


    Il contraltare di questa critica è il suo ateismo: dichiarato, esibito e disinibito. «Ateismo di matrice protestante», precisa, quasi a darsi un assist per una barzelletta ambientata a Belfast. Lo difende anche, l’ateismo, dagli attacchi dei credenti, che alla fine sembrano comunque ridursi all’accusa di collusione con i regimi totalitari. È parzialmente vero, risponde Hitchens, perché anche l’ateismo ha i suoi begli errori da farsi perdonare: ma l’umanesimo «può domandare perdono per essi e anche correggerli partendo dai suoi stessi presupposti, senza dover scuotere o minacciare le basi di alcun immutabile sistema di credenze». Non ha bisogno delle scuse carpiate di un Wojtyla perché può permettersi di sbagliare, anche quando va più vicino della religione nella descrizione del mondo (Democrito docet).



    Nel libro c’è un punto di apparente contraddizione. Da una parte si sostiene che «chi è tanto certo, e si proclama combattente divino in nome delle proprie certezze, appartiene ormai all’infanzia della nostra specie. Potrà essere un lungo addio, ma è iniziato e, come tutti gli addii, non dovrebbe protrarsi troppo». Dall’altra si sottolinea con urgenza «il bisogno di un nuovo illuminismo […] in difesa di un pluralismo laico e del diritto di non credere o di non essere costretti a credere. Questa difesa è ormai diventata un dovere urgente e non rinviabile: questa difesa è ormai diventata un dovere urgente e non rinviabile: una questione di sopravvivenza». Il contrasto, come si diceva, non è però reale, se si assume che negli ultimi secoli i progressi del genere umano hanno fatto ormai piazza pulita di tante superstizioni: ma queste superstizioni, un po’ come certe immangiabili pietanze “di una volta”, troveranno sempre l’inventore di una loro antichissima origine, l’assessore disposto a buttare soldi (pubblici) per continuare a produrle, e consumatori disposti a farsi abbindolare da un’etichetta accattivante. Il rischio, concreto, è di ingurgitare cibo potenzialmente pericoloso: per questo sono necessarie le campagne di denuncia, e una batteria di anticorpi sempre in perfetta efficienza.



    L’eccesso di sicurezza di Hitchens ha già dato e darà ancora fastidio a molti. Bisognerebbe essere forse un po’ più guardinghi, e ricordare come il primo illuminismo fu poi travolto dal romanticismo bacchettone dei Novalis, dei de Maistre e dei Manzoni, con Leopardi a mettere tutti in guardia dalle «sorti magnifiche e progressive». Hitchens sostiene però che oggi «l’illuminismo è alla portata dell’uomo comune». In effetti, basta entrare in una libreria per trovare il suo libro: solo pochi anni fa sarebbe stato quasi impossibile che un libro contro l’esistenza di Dio trovasse una distribuzione così diffusa. Segno dei tempi, e di una libertà di espressione mai così ampia e mai così a rischio. Il futuro, occorre sempre tenerlo a mente, non è ancora stato scritto: anche se «Dio non è», ci saranno sempre piccoli uomini che vorranno farlo grande.


    L’AUTORE

    Christopher Hitchens (Portsmouth, Regno Unito, 1949) si è laureato nel 1970 in filosofia, scienze politiche ed economiche al Balliol College, presso l’Università di Oxford. Nel Regno Unito ha prestato la sua firma a varie testate, tra le quali il New Statesman e l’Evening Standard. Dal 1977 al 1979 è stato corrispondente di cronaca estera del London’s Daily Express, poi di nuovo al New Statesman come responsabile esteri dal 1979 al 1981. Ha collaborato poi come commentatore da Washington per Harper’s e corrispondente USA per The Spectator, nonché per il supplemento letterario del Times. A parte l’opera qui recensita, Hitchens ha scritto più di dieci libri tra cui i più recenti sono A Long Short War: The Postponed Liberation of Iraq (2003), Why Orwell Matters (2002), Il processo a Henry Kissinger (2001), Letters to a Young Contrarian (2001) e, soprattutto, La posizione della missionaria. Teoria e pratica di madre Teresa (recensito in altra pagina di questa sezione). Ha anche insegnato come professore associato all’Università della California a Berkeley, all’Università di Pittsburgh (Pennsylvania) e alla Nuova Scuola di Ricerche Sociali. Attualmente vive e lavora a Washington D.C. (USA) dove scrive mensilmente saggi letterari sull’Atlantic Monthly e cura la rubrica Minority Report per l’edizione in inglese di Vanity Fair, nonché una rubrica giornaliera su Slate. È anche occasionale corrispondente estero per il quotidiano britannico Daily Mirror. Di difficile etichettatura politica, Hitchens si definisce «talora vicino alle posizioni dei neo-con», sebbene rimarchi che la sua formazione politica è fondamentalmente marxista e non sia molto variata rispetto alla sua gioventù. Ateo militante e sostenitore della guerra in Iraq in chiave di contrasto del fondamentalismo islamico, non ha tuttavia mai perso occasione di attaccare il presidente Bush jr. per le sue posizioni confessionaliste.



    Raffaele Carcano
    agosto 2007

  7. #107
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Clive Staples Lewis, Il Cristianesimo così com'è, Adelphi

    L'autore (1898-1963) è conosciutissimo come il creatore delle Cronache di Narnia, meno per i suoi scritti filosofici e teologici. Ateo convinto fin dall'infanzia, durante la sua adolescenza conobbe J.R.R.Tolkien, che divenne il suo migliore amico, e grazie a lui si convertì, prima all'Anglicanesimo, poi al Cattolicesimo. Il libro è stato scritto quando l'autore ancora apparteneva alla Chiesa d'Inghilterra, ma è stato visionato da preti appartenenti a cinque diverse confessioni cristiane (tra cui un cattolico), perchè il suo intento è di dare una visione del Cristianesimo in cui tutti possano ritrovarsi. Non tocca dunque scottanti temi teologici causa di scismi nella Chiesa, ma gli aspetti condivisi da tutti, offrendo una sintesi semplice ed efficace dello spirito del Cristianesimo, scritta con uno stile affascinante nella sua umiltà e limpidezza nel ragionamento. Vivamente consigliato a tutti, in qualunque cosa credano ( o non credano).

  8. #108
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    CREDO - LE VERITA' FONDAMENTALI DELLA FEDE
    Padre Livio Fanzaga
    Pagine: 291
    Edizioni San Paolo
    € 16.00



    "Questo libro vuole essere una risposta a un interrogativo che molti si pongono: quali sono le verità della fede che un cristiano deve credere per conseguire la vita eterna? Nell'esposizione del "Credo" viene illustrata, con chiarezza e semplicità, la dottrina cattolica, facendo costante riferimento alle fonti della divina rivelazione e al magistero vivo della Chiesa, in particolare a quello straordinario dono di Dio che sono i documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica."

    Non ho ancora terminato di leggere questo libro che sto trovando interessantissimo, spiega molto chiaramente quelle che sono le verità fondamentali della fede.
    Partendo dalla preghiera del "Credo" (altrimenti detto "simbolo apostolico") il libro analizza e spiega passo per passo il significato di ogni singola parola, svelandone la pienezza e l'importanza. Spiega quindi cosa significhi "credere in un solo Dio", il concetto di "Padre onnipotente", l'idea di "creatore del cielo e della terra"...e così via.
    Aiuta certamente verso la consapevolezza della propria fede per un credente e fornisce le basi della dottrina cattolica ad un non credente per capire "in cosa" crede in cristiano cattolico per definirsi tale.
    Consigliato vivamente a tutti.

    Un salutone
    Somebody

  9. #109
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Rompere l’incantesimo


    Daniel C. Dennett. Rompere l’incantesimo. La religione come fenomeno naturale. Milano, Raffaello Cortina Editore 2007, pp. 502, € 32,00. ISBN 978-88-6030-097-3





    Nell’acceso dibattito sul New Atheism, che a partire dal 2007 ha animato gli ambienti intellettuali (e non solo quelli) di mezzo mondo, questo libro è stato spesso accostato a Letter to a Christian Nation di Sam Harris e a The God Delusion di Richard Dawkins. Due testi, ancora in attesa di traduzione italiana, che hanno portato l’ateismo in testa alle classifiche di vendita. Quanto a diffusione, Rompere l’incantesimo non gode certo dei loro numeri: eppure non è affatto un caso che sia stato inserito nel lotto a formare una sorte di dissacrante Trimurti. Se quelli di Dawkins e Harris hanno avuto molta più visibilità nelle librerie, il libro di Dennett ha saputo invece spargere la convinzione che costituisca una sorta di spartiacque, uno di quei testi che solo qualche decennio dopo la prima pubblicazione viene già definito come un “classico”, come un testo “fondamentale”. Rompere l’incantesimo ha infatti tutte le credenziali per cambiare il corso della storia degli studi sulla religione.


    Daniel C. Dennett è un filosofo della scienza di fama mondiale. Non solo per le sue tesi provocatorie, ma soprattutto per l’autorità dei suoi studi sulla mente. Lo scopo di questa sua nuova opera è «sottoporre la religione in quanto fenomeno globale allo studio interdisciplinare più intensivo che possiamo condurre, coinvolgendo i migliori intelletti del pianeta. Perché dico questo? Perché la religione è troppo importante per poterci permettere di rimanere ignoranti in questo campo». E Dennett ritiene che questo sia il momento giusto per farlo. E per farlo ha deciso di fungere da “ambasciatore”, presentando le principali idee e introducendo i più importanti testi sull’analisi scientifica della religione che circolano all’interno del mondo accademico statunitense. Un evento particolarmente importante per l’Italia, dove questi libri non sono stati quasi mai tradotti né tantomeno sono stati affrontati dal mondo accademico.


    La religione come fenomeno naturale, dunque: «le grandi idee della religione hanno tenuto gli esseri umani sotto una sorta di incantesimo per migliaia di anni, più a lungo di quanto si estenda la nostra storia documentaria; ma è un lasso di tempo piuttosto breve per la biologia. Se vogliamo comprendere la natura della religione ai giorni nostri, in quanto fenomeno naturale, dobbiamo guardare non soltanto a come è oggi, ma a come è stata in passato». Ma cosa si intende per “naturale”? Per Dennett la religione «è un fenomeno umano fatto di eventi, organismi, oggetti, strutture, forme e simili, che obbediscono alle leggi della fisica o della biologia e che dunque non implicano alcun miracolo». E in ogni caso, ammesso che i miracoli esistano, «la sola speranza di poterlo dimostrare a un mondo che ne dubita dipende dall’adozione del metodo scientifico», e «chi rifiuta di giocare con queste regole può solo indurre il sospetto che, in realtà, egli non creda veramente che la religione sia un fenomeno soprannaturale». E pazienza (per i credenti), se il risultato sarà la rottura dell’incantesimo.


    La prospettiva di Dennett è schiettamente atea. Ciò potrebbe costituire un grosso freno alla ricerca, anche perchè è ancora assai diffusa la convinzione che lo studio della religione debba essere riservato ai soli credenti, gli unici in grado di riservare un’adeguata attenzione al sacro. Ma, come spiega l’autore, «gli atei sono aperti a una messa in discussione intensa e obiettiva delle loro concezioni, delle loro pratiche e delle loro ragioni (Anzi, questa loro incessante esigenza di autocritica può diventare persino noiosa). I religiosi, invece, reagiscono duramente alle impertinenze, alla mancanza di rispetto, al sacrilegio compiuto da chiunque voglia esaminare le loro concezioni». Uno degli scogli più ardui è proprio questo: convincere i credenti che lo studio della religione può essere utile anche a loro. Come? Rafforzando le proprie certezze mettendole a confronto con altre. Quale religione può seriamente aspirare a ergersi depositaria della Verità se impedisce a tale verità di confrontarsi con le altri opinioni? «Il prezzo che dovrete pagare per qualunque affermazione sulle virtù della vostra religione (o di qualunque altra) è la disponibilità a sottoporre tale affermazione a un esame rigoroso», scrive Dennett.


    Una delle prospettive da cui analizzare la religione è la biologia evoluzionista, dalla quale è germogliata, già trent’anni or sono, un’idea “pericolosa” per gli scienziati delle discipline umanistiche. Sto parlando della teoria di Richard Dawkins sui “memi”, gli elementi culturali che verrebbero replicati con minime variazioni, quelle vantaggiose per la sopravvivenza e diffusione dell’elemento stesso: «quel che viene copiato è un certo modo di dire qualcosa, un comportamento o una routine». A detta di Dennett, la prospettiva dei memi è utile perché consente di affrontare il problema del beneficiario di ogni aspetto della religione (il fedele? l’élite? ogni individuo? la società nel suo complesso?), eliminando così due teorie “semplicistiche” quali l’esistenza di un “gene della religione” o di una “cospirazione dei preti”.


    Che Dennett non abbia preconcetti lo dimostra l’ampia citazione dell’opera di William James, un credente (a modo suo) che rappresenta un punto di riferimento anche per un notorio comunitarista come Charles Taylor. Ma in questo libro è ricordato anche Hume, il vero precursore dello studio naturale della religione. E mai in una logica adulatoria. Le stesse tesi di Boyer, Atran e Sperber, frequentemente citate, sono, laddove l’autore l’ha ritenuto opportuno, oggetto di confutazione (a ragione o no, dice bene Dennett, lo dirà solo il futuro della disciplina).

    I temi toccati sono veramente tanti. A mo’ di esempio, può comunque essere utile ricordare che il volume tratta, tra l’altro, della definizione di “religione”; della nascita, dello sviluppo e del futuro dei culti, dalla religione popolare dei primordi alla religione organizzata odierna; di effetto placebo; dell’influenza della religione sulla moralità, e della sua capacità di fungere da controllo sociale; delle basi psicologiche della fede; del volontariato religioso e laico; dell’educazione religiosa; e soprattutto della “credenza nella credenza in Dio” (la circostanza, che anche molti non credenti ritengono vera, che una diffusa credenza in Dio sia comunque necessaria – e sembra quasi che Dennett stia parlando dei nostri atei devoti…).

    Come si vede, non sono temi nuovi: è nuovo il modo con cui li si affronta. Mani avanti, dunque: siamo in presenza di un testo non facile, denso, voluminoso, costoso. Un testo che richiede un’enorme attenzione al lettore, ma che in cambio può dargli molto. Offre infatti prospettive assai stimolanti, e chi porterà in fondo la lettura non guarderà più alla religione con gli stessi occhi di prima. Credente o non credente che sia.
    Raffaele Carcano
    maggio 2007


  10. #110
    the_lamb
    ospite

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Per la cronaca, l'edizione italiana di "The God Delusion" mi è caduta sotto gli occhi qualche giorno fa, in libreria.

  11. #111
    Lo Zio L'avatar di Somebody
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Mistero Medjugorje

    Autore: Socci Antonio
    Editore: Piemme
    Data di Pubblicazione: 2005
    Pagine: 207




    "Ho fatto circa 2.000 chilometri fra terra e mare sulle tracce di una donna. È una donna di "una bellezza indescrivibile", assicura chi l'ha incontrata." Così Antonio Socci racconta il suo primo viaggio a Medjugorje, sui luoghi dove, il 24 giugno 1981, alcuni adolescenti videro su una collinetta, nei pressi del villaggio bosniaco, una giovane ragazza, splendida, dolce, che si sarebbe presentata come la "Beata Vergine Maria" e che tuttora appare loro quotidianamente. A oltre vent'anni di distanza, oggi che Medjugorje è diventata meta di milioni e milioni di pellegrini, Socci ricostruisce la storia e il mistero di questi fatti: visita i luoghi, incontra i protagonisti, ascolta sacerdoti, teologi, scienziati.
    Alla ricerca delle 'prove' delle apparizioni, scandagliando i miracoli che là si sono verificati, i messaggi che sono stati dati all'umanità e soprattutto il contenuto dei 'dieci segreti': fatti eccezionali del futuro prossimo che i sei veggenti riveleranno, su indicazione della Vergine, tre giorni prima del loro accadere. L'ipotesi conclusiva è sorprendente e sconvolgente: riguarda il futuro di ognuno di noi.

    Per quel che mi riguarda è stata una lettura che ha dato una svolta decisiva alla mia fede, facendomi uscire dalla tiepidezza.
    E' uno dei libri più riusciti su Medjugorje e mi sento di consigliarlo soprattutto per chi "non ne sa nulla" a riguardo e vuole essere informato.
    Mi sento assolutamente di consigliarne la lettura a credenti ed atei per questi motivi:
    • capire il contesto e l'entità del fenomeno di proporzioni internazionali
    • capire il significato di queste apparizioni mariane e il continuum con Fatima
    • capire perchè la Madonna appare e quale sia il suo messaggio
    • capire i motivi di credibilità del fenomeno dal punto di vista scientifico, religioso e "umano".
    • farsi una idea senza pregiudizi poichè sebbene Socci sia un cattolico presenta i fatti con sobrietà e rigore, pur mostrando senza timore i propri punti di vista di credente
    • ma soprattutto per essere pronti per il tempo dei "dieci segreti" che verranno
    Vi lascio alcune recensioni.


    Recensioni:

    Libro Boom
    PER SOCCI UNA RIVINCITA DELLA MADONNA

    di Fausto Carioti

    Una vendetta della Madonna, quella di Antonio Socci nei confronti della televisione, verrebbe voglia di scrivere. Ma forse no: forse è solo l’ennesima vendetta silenziosa dell’altra Italia, quella che si mette un crocifisso al collo anche se non lo hanno disegnato Dolce & Gabbana; quella che preferisce portare i figli all’oratorio piuttosto che vederli rincoglionire davanti alla Playstation. Quella che la buona stampa progressista, quando si ricorda della sua esistenza, ama dipingere come un fossile vivente, sopravvissuto chissà come all’evoluzione politica e culturale del Paese, una sorta di drago di Komodo dell’ecosistema italiano.

    Eccotelo qui, il fossile: in un mercato librario alla canna del gas, in cui il 72 per cento dei libri pubblicati vende meno di tre copie, lo “strano cristiano” - ribattezzato così da Ezio Mauro, che in tutta onestà prese atto di trovarsi dinanzi a qualcosa di ignoto ai salotti romani e alla redazione di Repubblica - in poche settimane ti fa andare via dagli scaffali trentamila copie di un libro che nessuno - ma proprio nessuno, eccezione fatta per il Foglio - sinora si è degnato di recensire. Colpa del titolo, sicuramente, così parrocchiale: “Mistero Medjugorje”. E di quella copertina con lo sguardo della Madonna in primo piano, manco fosse Aida Yespica. Insomma, il solito sermone di Socci sulla Madonna, roba per bigotti: perché parlarne?

    Ad esempio perché il libro in questione - che di pubblicità non ha certo bisogno - non è un sermone. Ma un’inchiesta giornalistica con dati, testimonianze. Fatti. Ovviamente un’inchiesta condotta da uno che nel proprio sito dichiara di confidare «nell’immeritata predilezione della Santa Vergine, sua dolcissima Regina e protettrice», e che quindi si meriterebbe di essere seppellito da una valanga laica e magari atea di altri dati, controtestimonianze, controfatti. Oppure perché, intanto, il libro si permette di andare esaurito nelle librerie. Incurante di chi si preoccupa di ignorarlo, senza un grande editore alle spalle, forte solo del passaparola di chi l’ha letto, da due mesi continua a occupare buone posizioni nella classifica Demoskopea dei libri più venduti, dove pure - misteri del marketing editoriale - è stato piazzato tra i testi di letteratura “varia”, accanto all’autobiografia di Platinette e all’Iliade di Baricco. Uscito il 17 marzo, “Mistero Medjugorje” è già alla terza ristampa, per un totale di 31mila copie.
    Del resto, che la Madonna “tirasse” Socci l’aveva già capito nella prima edizione del suo Excalibur, quando proprio una puntata dedicata alla sua “Regina e protettrice” gli fece raggiungere il 10 per cento di share in prima serata. Ora il giornalista senese dirige la scuola di giornalismo Rai di Perugia e la televisione la guarda dal salotto di casa. Giampiero Mughini, che pure gli è amico e gli è stato accanto nell’avventura televisiva, nel suo libro appena uscito lo definisce «un intellettuale cattolico tanto raffinato quanto poco consono all’uso dello strumento televisivo». E come Mughini la pensano in tanti.l In libreria, però, la storia è diversa. Prima il volume di Socci sull’odierno martirio dei cristiani, uscito nel 2002, ha venduto trentamila copie. Ora Mistero Medjugorje promette di fare di più. Per la presumibile gioia del suo amico e lettore Joseph Ratzinger, che a metà ottobre lo ha voluto con sé, a Belluno, per presentare “Fede, verità e tolleranza”, libro del futuro pontefice sui rapporti tra il cristianesimo e le altre religioni. Perché si può discutere se esista o meno una vita ultraterrena. Di certo, però, c’è vita - e tanta - al di fuori della pretesa egemonia culturale della sinistra e dei critici fedeli alla linea dello smarchettamento politicamente corretto. Basta avere gli occhi per vederla.

    © Libero – 20 maggio 2004


    Finito il secolo breve, il reporter Socci indaga a Medjugorje

    DI ALESSANDRO ZACCURI

    a definizione più esatta, probabilmente, è quella di romanzo involontario. Impostosi tra i più venduti anche alla recente Fiera internazionale del libro di Torino, il volume che Antonio Socci ha deciso di dedicare al Mistero Medjugorje valica infatti il duplice confine del reportage, sia pure ben documentato, e della personale testimonianza di devozione. Diventa qualcos’altro, e cioè un racconto appassionato, che fa tesoro della documentazione storica (la prima apparizione della Vergine in Erzegovina è fatta risalire, com’è noto, al 24 giugno 1981) inserito però nella prospettiva tutta particolare della profezia. Socci – che sul «caso Medjugorje» si era già soffermato nella trasmissione televisiva Excalibur – lo lascia con intendere con chiarezza: la verifica che gli sta a cuore non riguarda soltanto l’accertamento dei fatti, ma si estende alla possibilità di interpretare il Novecento, il «secolo breve» della secolarizzazione e degli olocausti, come capitolo irrinunciabile di una più vasta storia sacra, aperta alla dimensione del meraviglioso e, più ancora, del sovrasenso spirituale. Entrano in gioco le date, che legano in modo misterioso le apparizioni di Fatima con l’attentato a Giovanni Paolo II e alla guerra nella ex Jugoslavia, e assumono diverso spessore i luoghi, come la cittadina del Lazio, Civitavecchia, alla quale approda la statuetta della Madonna di Medjugorje destinata a suscitare clamore per la sua lacrimazione di sangue. In particolare, risultano trasfigurate le biografie dei singoli veggenti, ragazzi e ragazze diventati adulti in quello che – al netto di prove e controprove – si presenta come un quotidiano dialogo spirituale con Maria.
    Detentori di dieci «segreti» che ancora attendono di essere pienamente rivelati, i veggenti sono in definitiva i veri protagonisti dell’involontario romanzo di Socci: cresciuti in un regime ostile al cristianesimo, sottoposti a persecuzioni poliziesche e perizie psichiatriche, ma sempre straordinariamente fedeli alla loro originaria schiettezza. E gli scettici? Nel libro di Socci c’è posto anche per loro, anche se l’autore non tarda a scoprire le carte per dichiarare il proprio radicato convincimento sulla realtà delle apparizioni.
    Eppure, come capita in ogni buona inchiesta giornalistica – e, a pensarci bene, anche in tutti i buoni libri – Socci rimane il primo a cercare di contraddire se stesso, a non dare nulla per scontato, a operare ogni possibile deduzione e controdeduzione. Forse è per questo che il mistero, alla fine, rimane tale, risultando proprio per questo ancora più illuminante.
    Avvenire maggio 2004.


    un salutone
    Somebody
    Ultima modifica di Somebody; 19-09-07 alle 10:49:13

  12. #112
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Citazione Originariamente Scritto da the_lamb Visualizza Messaggio
    Per la cronaca, l'edizione italiana di "The God Delusion" mi è caduta sotto gli occhi qualche giorno fa, in libreria.
    Lo sto leggendo ora.
    Dopo 100 pagg. posso dire che è incredibile come Dawkins esprima praticamente il mio punto di vista, e ciò nonostante io trovi tantissime critiche da muovergli. Trovo veramente che affronti la questione dal punto di vista sbagliato.
    Caso mai, una volta finito ne posterò un breve commento.

  13. #113
    the_lamb
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Citazione Originariamente Scritto da JimmyPage Visualizza Messaggio
    Lo sto leggendo ora.
    Dopo 100 pagg. posso dire che è incredibile come Dawkins esprima praticamente il mio punto di vista, e ciò nonostante io trovi tantissime critiche da muovergli. Trovo veramente che affronti la questione dal punto di vista sbagliato.
    Basandomi sulle recensioni, ebbi una sensazione simile (circa il punto di vista sbagliato, poi credo che non sarei comunque d'accordo con lui quanto te).
    Ma non conto di verificare, mi interessa assai poco leggerlo. Scrissi quella nota a titolo informativo.

  14. #114
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Libro da poco edito dell'ottimo ed egregio Telmo Pievani che smonta le ragioni del Vaticano in numerose questioni di natura etica:

    http://www.internetbookshop.it/code/...e-ragioni.html

  15. #115
    Lo Zio L'avatar di Somebody
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Ciao a tutti, ecco un libro che spero di riuscire a leggere presto, vi lascio i dati principali per farvi avere una idea di che si tratta.
    un salutone
    Somebody

    La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza


    AUTORE: Stark R.

    COLLANA: I Draghi

    PAGINE: pp. 384

    ILLUSTRAZIONI: N° 2 b/n

    FORMATO: cm. 14x21

    PREZZO: euro 24,00

    ISBN: 978-88-7180-599-3

    IL LIBRO
    Molto è stato scritto sui motivi per i quali, a partire dal Medioevo, l’Occidente ha sopravanzato il resto del mondo. Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica, l’espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana.
    In La vittoria della ragione, Rodney Stark propone quest’idea rivoluzionaria: le più significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che dobbiamo attribuire la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sull’obbedienza e sulla meditazione, il cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada alla libertà e al progresso.
    Nella sua analisi della supremazia occidentale, Stark ridimensiona in modo convincente «verità» ormai accettate da tempo. Dimostra, ad esempio, che il capitalismo prosperò secoli prima che esistesse un’etica protestante del lavoro, ovvero ben prima della Riforma, confutando l’idea che sia stata essa a favorirne la nascita. Nel V secolo, osserva Stark, sant’Agostino lodava sia il progresso teologico sia quello materiale, mentre, parecchio tempo prima di lui, Aristotele aveva condannato l’attività commerciale come «incompatibile con la virtù umana». Ciò rafforza l’idea che il Medioevo non sia stato un periodo di decadenza o di stasi (i famigerati «Secoli Bui»), ma al contrario la culla delle future glorie dell’Occidente.
    La vittoria della ragione è un’analisi di ampio respiro che accompagna il lettore dal Vecchio al Nuovo Mondo, dal passato al presente, ribaltando in questo percorso non solo secoli di pregiudizi accademici, ma anche la radicata tendenza antireligiosa della nostra epoca. Quest’opera dimostra che ciò che più ammiriamo della realtà che ci circonda – il progresso scientifico, la democrazia, il libero commercio – è in larga misura dovuto al cristianesimo, e che noi oggi siamo gli eredi di questa grande tradizione.

    L'AUTORE
    Rodney Stark è docente di Scienze Sociali presso la Baylor University. Tra le sue opere più importanti ricordiamo The Rise of Christianity, One True God: Historical Consequences of Monotheism e, con Massimo Introvigne, Dio è tornato. Indagine sulla rivincita delle religioni in Occidente.


    Claudio Siniscalchi, «Libero», 17 dicembre 2006
    «Svariati intellettuali si sono domandati cosa Oriana Fallaci trovasse nel Cristianesimo, ai loro occhi religione decadente o agonizzante. Nelle parole di Rodney Stark c’è la risposta. La speranza del futuro fondata sulla contemplazione di una storia bimillenaria, straordinariamente complessa e animata da una solida alleanza tra fede e ragione. Un passato sul quale tuttora permangono pregiudizi, nebbie, leggende nere, che il libro dello studioso americano prova serenamente, pezzo a pezzo, a demolire.»
    Corrado Augias «Il Venerdì di Repubblica», 22 dicembre 2006
    «Contraddicendo le tesi diffuse che fanno risalire alla Riforma luterana il capitalismo e a questo la liberalizzazione sociale progressiva, Stark spiega che dobbiamo alla dottrina cristiana perfino la nascita della moderna democrazia.»
    Antonio Socci, «Libero», 24 dicembre 2006
    «E se Gesù non fosse nato? Non ci sarebbero – per esempio – né università né ospedali. E nemmeno la musica. […] Chi – abbeverato alle fonti avvelenate dell’ideologia dominante – nutre qualche dubbio in proposito, può trovare intere biblioteche che lo dimostrano, ma, per tagliar corto, […] può cavarsela leggendosi un libro. L’autore non è un apologeta cattolico, ma un sociologo americano di una università yankee: Rodney Stark.»
    Roberto Persico, «Tempi», 21 dicembre 2006
    «Non sono apologia, i libri di Rodney Stark; sono solo l’opera di un serio sociologo delle religioni […] un vero studioso, libero dai pregiudizi che accecano la maggior parte dei ricercatori. […] Nessuna tesi preconcetta, dunque, ma solo lo sguardo attento di un serio curioso che si avventura senza pregiudizi in territori inesplorati.»
    Alfonso Piscitelli, «L'Indipendente», 14 gennaio 2007
    «Al di là della lunga disputa tra cattolici e protestanti, il libro di Stark è interessante perché radica il capitalismo occidentale in una tradizione più antica che abbraccia il Rinascimento italiano ed anche i secoli di un Medioevo niente affatto "oscuro".»
    Rino Cammilleri, «il Giornale», 28 aprile 2007
    «Un testo fondamentale che dovrebbe essere studiato nelle scuole.»
    Riccardo Bonacina, «Vita», 18 maggio 2007
    «Non spetta a noi giudicare la scientificità della ricostruzione della storia economica dello Stark […], ma indubbiamente l’abbondanza di ragioni e documenti si come la teologia cristiana già da sant’Agostino abbia abbracciato la strada della libertà, della logica e del pensiero sono non solo convincenti, ma dello stesso spessore della realtà.»

  16. #116
    L'Onesto L'avatar di alexdon
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Ecco l'ultimo libro che ho letto... ve lo consiglio!
    Riprende il vangelo secondo Matteo raccontandolo molto bene (l'autrice, giornalista di "repubblica", aveva qualche anno fa pubblicato una riscrizione dell'Antico Testamento) e cercando le risposte alle domande che noi ci facciamo ma che al tempo degli evangelisti non si faceavno perché erano cose per loro scontate...
    http://www.libreriauniversitaria.it/...830424395g.jpg
    Dice Matteo. Il rabbi che amava, seguiva, interpretava Gesù Dice Matteo. Il rabbi che amava, seguiva, interpretava Gesù
    di Giacomoni Silvia
    Prezzo: € 13.00


    Disponibilità: Spedito in 3/4 giorni lavorativi a causa della chiusura per inventario di editori e distributori
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    (Puoi sempre toglierlo dopo)
    Descrizione
    Sappiamo tutti che Gesù è nato a Betlemme, che i magi gli hanno reso omaggio, Erode ha cercato di ucciderlo, Giovanni lo ha battezzato; che raccontava parabole, sanava gli ammalati, discuteva coi farisei: ed è morto crocifisso. Ma le sue parole e azioni non cessano di suscitare, nel lettore comune, domande e dubbi, ai quali "Dice Matteo" cerca di dare risposta restituendo il contesto storico in cui Gesù è vissuto e il primo vangelo è stato scritto. Silvia Giacomoni si immedesima in Matteo, si appropria della sua cultura per ridire la sua storia di Gesù e far capire a noi quanto intendeva comunicare ai suoi primi lettori. Come nella "Nuova Bibbia Salani", in "Dice Matteo" le parole della Scrittura suonano forti e vive, si aprono e ci vengono incontro: per presentarci in primo luogo l'uomo che ha trasformato il modo di intendere il rapporto tra Dio e l'umanità, quindi i problemi affrontati dal "biografo" Matteo per darne conto, e i modi in cui le sue soluzioni sono state accolte nel corso dei secoli. Il linguaggio semplice e incisivo di Silvia Giacomoni rende vivo il tempo in cui Gesù agisce e parla, la giustizia cui obbedisce Giuseppe nell'accogliere come proprio il figlio di Maria, l'impurità cui Giovanni si oppone battezzando, la fedeltà alla legge di Israele dei farisei, la devozione dei sacerdoti al Tempio, la complessità del giudaismo dei tempi di Gesù e di Matteo.

  17. #117
    Moderatore rigattiere L'avatar di Iron Mew
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    Predefinito La Biblio e Videoteca

    Noto da noi nello stivale come "L'illusione di Dio", è un libro che espone l'idea del famoso etologo secondo la quale qualsiasi religione è null'altro che un'illusione collettiva.
    I 4 concetti che Dawkins vuole promuovere sono:

    - gli atei possono essere felici, equilibrati, morali ed intellettualmente appagati
    - la selezione naturale e simili teorie scientifiche sono superiori all'"ipotesi di Dio" (il cosiddetto intelligent design) nel dare una spiegazione del mondo vivente e del cosmo
    - i bambini non dovrebbero essere "etichettati" con la religione dei loro genitori. Parole come "bambino cattolico" o "bambino musulmano" non dovrebbero essere accettate
    - gli atei dovrebbero essere orgogliosi, non vergognarsi, perché l'ateismo è indice di una mente indipendente e salubre.
    Ultima modifica di Thundersword; 17-01-08 alle 17:04:41

  18. #118
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    David Hume
    Sul suicidio e altri saggi morali
    introd. di E. Lecaldano

    Edizione 2008 Collana Economica Laterza [452] ISBN 9788842084792 Argomenti Classici della filosofia moderna
    Etica: storia e saggi



    In breve
    «È un’empietà, dice la moderna superstizione europea, porre fine alla nostra vita e ribellarsi in tal modo al creatore; e perché non è un’empietà, dico io, costruire case, coltivar la terra, o navigare sul mare? In tutte queste azioni noi usiamo le nostre facoltà fisiche e morali per mutare il corso della natura; in nessuna di esse facciamo nulla di più.»
    David Hume smonta implacabilmente le impalcature della morale religiosa, svelando l’infondatezza della pretesa di limitare la libertà individuale in nome delle paure e delle speranze che accompagnavano le credenze nella vita eterna, nel paradiso e nell’inferno. Lo spessore teorico del suo approccio alle questioni morali, a distanza di tre secoli, mantiene ancora intatta tutta la sua rivoluzionaria fertilità.
    Eugenio Lecaldano

    Indice
    Introduzione di Eugenio Lecaldano - Bibliografia ragionata - Nota ai testi - Cronologia della vita e delle opere di Hume - I. Sul suicidio - II. L’immortalità dell’anima - III. La castità e la modestia - IV. I pregiudizi morali - V. L’amore e il matrimonio - VI. Sulla poligamia e il divorzio - VII. Dignità o viltà della natura umana - VIII. L’impudenza e la modestia - IX. La condizione media di vita - X. Un dialogo

  19. #119
    Lux !
    ospite

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Mentalmente liberi. Come uscire da una setta

    di Steven Hassan


    Istruttivo libro che parla dei culti distruttivi, di come ci si finisca dentro, del come distruggano la personalità e di quali siano le possibilità di tornare ad essere liberi. Scritto da un ex membro del culto di Moon (lo stesso culto in cui è caduto Milingo), tratta sia di esso sia dei culti in genere e di come applicano il controllo mentale.

    Una breve intervista all'autore:
    Spoiler:
    LONDRA. Un automa pronto a uccidere e farsi uccidere a un cenno di comando del reverendo Moon, il capo della «Unification Church» sudcoreana. Così era diventato Steve Hassan alla fine degli anni '70 dopo essere stato reclutato dalla setta dei Moonies. Diciannove anni, una brillante carriera di studioso di letteratura inglese, Hassan per Moon aveva lasciato tutto, i libri, il basket, la musica, qualsiasi interesse che l'aveva tenuto in vita fino ad allora. Non incontrava più né genitori né amici, alla setta aveva consegnato la sua voglia di vivere e il conto in banca. Da quella esperienza che avrebbe potuto ucciderlo, Hassan uscì per miracolo. Vittima di un incidente nel 1976 perché, stremato dal lavoro, si era addormentato al volante mentre si stava recando a un evento per raccogliere fondi e costretto a un periodo di riposo di qualche mese Hassan tornò a vivere dai genitori che non vedeva da tempo. Fu quando questi ultimi decisero di farlo «deprogrammare», ovvero costringerlo a parlare con alcuni ex membri della setta di Moon, usciti dalle grinfie del leader, che egli aprì gli occhi sulla realtà.
    Da quel momento la vita di Steve Hassan è stata dedicata a combattere i culti distruttivi che rappresentano un pericolo costante per ciascuno di noi. L'autore di Mentalmente liberi. Come uscire da una setta, appena uscito in Italia dalle edizioni Avverbi di Roma con prefazione di Cecilia Gatto Trocchi, ha conseguito un master in psicologia al Cambridge College e dirige a Somerville, nel Massachussets, il Centro per la libertà della mente (P.O. Box 45223 MA 02145, indirizzo di website: http://www.freedomofmind.com), una organizzazione che fornisce aiuto a famiglie e parenti, i figli dei quali sono stati plagiati da sette e gruppi parareligiosi.


    Professor Hassan, alcune caratteristiche che lei attribuisce ai cosiddetti "culti distruttivi" sono tipiche di molti gruppi sociali e forse della società nel suo insieme. Agli individui viene chiesto di assumere determinati comportamenti perché sono bene, è importante obbedire a quello che dice il leader, chi la pensa in modo diverso viene allontanato dal gruppo. Cosa distingue una setta distruttiva che ha un effetto negativo sull'individuo dal gruppo sociale che ha una influenza positiva?
    «La prima caratteristica delle sette è l'inganno o il raggiro. I culti o le sette pensano di essere al di sopra della legge e non importa loro quali mezzi usano per reclutare gente. La seconda caratteristica è la soppressione delle capacità critiche dell'individuo nei confronti del culto o della setta. Io, per esempio, quando facevo parte della setta di Moon non notavo nulla di negativo. Il culto ha una struttura piramidale. Il capo plagia i suoi seguaci a comportarsi come lui. Non esiste rispetto per l'individualità della persona o per la sua libera volontà».


    In che modo vengono evitate le critiche nei confronti della setta?
    «Ti vengono insegnate tecniche di controllo della mente che ti aiutano a tenere lontani pensieri critici nei confronti della setta. Per esempio Moon possedeva una fabbrica di armi, ma quando mio padre me lo fece presente non gli credetti, cominciai a recitare delle preghiere che mi aiutassero ad allontanare l'influenza satanica che, ne ero convinto, si manifestava attraverso le parole di mio padre».


    Perché la gente entra a far parte di una setta?
    «Non direi che la gente entra a far parte di una setta, direi che viene reclutata e si tratta di una differenza di cruciale importanza, alla base del mio studio. In genere pensiamo che se una persona è sana dal punto di vista psicologico o intelligente non entra a far parte di una setta, ma è una convinzione del tutto infondata. Le sette possiedono tecniche di controllo della mente che, unite alla menzogna e all'inganno, sono praticamente irresistibili. Si tratta di sistemi molto sofisticati: se sei una persona colta ti parlano di cultura, se sei un tipo spirituale di spiritualità e così via. Io per esempio mi ero appena separato dalla mia fidanzata e venni avvicinato da un gruppo di donne che non dissero chiaramente di essere seguaci di Moon. Se avessi saputo che le persone che mi avevano avvicinato facevano parte della setta di Moon sarei stato attentissimo a non farmi irretire, ma non è stato così».


    Come riescono le sette a controllare il comportamento degli individui?
    «Seguono quello che chiamo il bite model e la sigla bite sta per behaviour, "comportamento", information, "informazione", thought, "pensiero", emotion, "emozioni". Controllando tutte queste sfere della vita di un individuo, le sette controllano l'individuo stesso, dando vita a una pseudoidentità, una identità fondata su un diverso sistema di valori da quello che l'individuo aveva seguito fino a quel momento. Poiché si tratta di una pseudoidentità, essa dà origine a allucinazioni e stati psicologici anormali, ma queste esperienze insolite vengono considerate dalla persona che le vive come esperienze spirituali.
    Un punto molto importante da sottolineare è che la pseudoidentità sopprime, ma non elimina la vera identità dell'individuo. La pseudoidentità dei seguaci di un culto è costruita sulla identità del leader. I seguaci pensano, sentono e agiscono come il leader».


    Un po' come avviene con i bambini nei confronti dei genitori.
    «Sì, con l'unica differenza che mentre la dipendenza dei bambini dai genitori li aiuta a entrare nella realtà e dovrebbe alimentare la loro individualità, i loro interessi specifici, le loro capacità specifiche, nel caso dei seguaci di uno di questi culti le caratteristiche dell'individuo vengono smantellate e la realtà viene allontanata. A me veniva insegnato per esempio che non avevo più genitori, che Moon e sua moglie erano i miei nuovi genitori, che la poesia, la scrittura, il basket erano cose sataniche perché non andavano di pari passo con le esigenze della mia nuova fede. I miei amici, che rifiutavano di essere indottrinati come me costituivano una influenza satanica, così come i miei capelli lunghi: Dio aveva altri piani su di me».


    I leader della setta sono consapevoli del fatto che stanno plagiando gli adepti o sono loro stessi convinti delle idee con le quali controllano le menti dei seguaci?
    «Per la mia esperienza la loro mente non funziona in modo diverso da quello della mente degli adepti, insomma non sono consapevoli che i seguaci sono quasi vittime disposti a fare tutto quello che il capo vuole, al contrario, la totale fiducia dei seguaci alimenta in loro la convinzione di essere persone meravigliose: è una specie di delirio collettivo del quale sia capi che seguaci fanno parte».

    Tratto da Avvenire del 2 Gennaio 2000 (pag. 19) - AGORA'
    Estratti dall'opera e rassegna stampa
    Ultima modifica di Lux !; 15-02-08 alle 23:22:36

  20. #120
    Lux !
    ospite

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Visto che sono temi ricorrenti in questi lidi, segnalo i due tomi anche se non strettamente religiosi:
    • Titolo: Il senso delle cose
    • Autore: Feynman Richard P.
    • Traduttore: Servidei L.
    • Editore: Adelphi
    • Edizione: 5
    • Data di Pubblicazione: 1999
    • Collana: Biblioteca scientifica
    • ISBN: 8845914631
    • ISBN-13: 9788845914638
    • Pagine: 126
    • ___________
    • Riguardo a: cos'è la scienza e al rapporto scienza e religione

  21. #121
    Azatoth
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Sette sataniche
    Vincenzo M. Mastronardi, Ruben de Luca, Moreno Fiori
    Newton e Compton editori

    Questo libro cerca di spiegare il fenomeno del satanismo, adottando un approccio meno sensazionalistico e più razionale.
    Anche se a volte risulta penalizzato dalle dimensioni troppo piccole dei caratteri usati, è secondo me un'ottima lettura.
    Ecco alcuni degli argomenti più interessanti.
    Il mostro di Firenze (occupa circa metà libro)
    Tipologie di culti satanici
    Le dinamiche delle sette
    Culti sincretistici afro americani
    La musica satanica
    La caccia alle streghe, e la stregoneria.
    Consigliato a chiunque voglia farsi un'idea obiettiva di questi fenomeni, senza cadere nel sensazionalismo.

  22. #122
    Lo Zio L'avatar di Calon
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Visto che Lamb cita Girard nella sua sign, mi è venuto in mente di piazzare uno dei suoi libri qui dentro.

    René Girard, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo, Adelphi

    E' un saggio che tocca vari argomenti, si divide in tre parti, una prima di antropologia fondamentale, dove esprime più o meno e con qualche aggiunta la tesi sulla qualità fondante del sacrificio nella civiltà umana, tesi della quale si è occupato in un suo saggio precedente, La violenza e il sacro, del quale comunque consiglio la lettura prima di affrontare il libro di cui parlo.
    La seconda parte analizza la scrittura giudeo-cristiana alla luce della personale tesi dell'autore, che può essere sintetizzata in una visione non sacrificale della passione di Cristo, nell'ebraismo come iniziale distacco dal meccanismo vittimario (es. il capro espiatorio non più visto come una vittima "giustamente" condannata, ma come un innocente) e nel cristianesimo come definitiva rottura col sistema sacrificale fondatore della civiltà. La sintesi da me fatta a proposito di questa seconda parte non è comunque sufficiente; questo pezzo del libro è una figata, vi basti sapere questo.
    La terza parte affronta alcuni problemi di psicologia interdividuale, es. il desiderio mimetico.
    Consiglio vivamente la lettura di questo libro, da effettuarsi con santa pazienza soprattutto se si è a digiuno di nozioni di antropologia, etnologia e fuffa varia. Inoltre è richiesto un certo interesse per il cristianesimo (interesse non nel senso di fede, ma nel senso di, appunto "interesse", consultare Ronin per ulteriori approfondimenti sulla semantica)e, secondo me, la lettura di La violenza e il sacro, che ho citato sopra, questo sì un vero mattone che può scoraggiare; ma non perdetevi d'animo, e vi si apriranno nuovi orizzonti. Yuppiiiii!

  23. #123

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Vi consiglio Mindfucking di Stefano Re, ed. Castelvecchi.
    Parla di coercizione mentale, con un capitolo dedicato alle forme di coercizione psicologiche in atto nelle società, tra cui la religione.

    Bello per chi vuole avere una panoramica ampia e semplce su questo allegro argomento di psicologia.

  24. #124

    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Consiglio del mattino: "dialogo tra un prete e un moribondo" del Divin Marchese.

  25. #125
    Lo Zio L'avatar di Calon
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    Predefinito Re: La Biblio e Videoteca

    Il Divin Marchese...
    Non so se è il luogo giusto, ma visto che si parla di libri... Ti è mai capitato di leggere V.M. 18 di Isabella Santacroce?
    Vorrei avere in merito l'opinione di qualcuno che abbia letto prima De Sade e poi il libro da me citato.

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