Originariamente Scritto da
nykkoz
ho lavorato un po' di tempo per una banca che si trova nell'area commerciale ed industriale dell'Osmannoro tra Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino.
Il meccanismo del quale sono stato edotto da colleghi e che ho saggiato con mano funziona così: il titolare dell'attività commerciale (non fanno solo vestiti ma QUALSIASI COSA) è soggetto giuridicamente adempiente verso qualunque disposizione normativa, soprattutto nel novero del fiscale. Non sforano di una virgola, contabilità impeccabile e rispetto di ogni procedura, questo impedisce -allo stato dell'arte del diritto tributario- di operare verifiche in merito alla contabilità.
Chi lavora nel laboratorio/nell'unità produttiva del caso, è invece arrivato in italia in modo illegale o vi permane in modo illegale, non è una leggenda quella del riciclaggio dei documenti, nessun cinese è mai morto di vecchiaia nel comune di Firenze, magia?
Il fatto che l'impiego di manodopera avvenga al di fuori dei limiti della legge fa risparmiare un sacco di soldi alle imprese, se si considera che lo stipendio retribuito al netto bene o male è pari ad un terzo del costo aziendale; se uno ci aggiunge che le retribuzioni sono ridicole e i ritmi di lavoro da costruzione delle piramidi fai presto a calcolare il volume d'affari.
L'organico di un laboratorio (il personale) mettiamo ammonti a 100 unità: 40 sono regolari per giustificare la produzione, gli altri 60 sono irregolari (2-3€ l'ora e rizzati, no assicurazione, no contributi, ferie cosa? malattia non esiste e blabla). Quindi mentre il titolare dell'attività ha conti correnti in regola, tutti gli altri tengono TUTTO il denaro addosso perché vivono sostanzialmente in una comune dove non esiste "camera mia". Questo lo vidi già da bambino quando mi trasferii dove vivo attualmente e dove vive una popolosa comunità cinese che, sebbene in misura più ridotta, ancora oggi c'è: gente che comprava cassettate di verdura al mercato tirando fuori dal borsello rotoli di banconote da 100mila come se dovesse andare a scambiare partite di droga.
Allo sportello in filiale invece mi è capitato di avere a che fare coi soggetti in regola i quali tra contanti e assegni arrivavano a depositare anche 70-80mila euro ogni cazzo di lunedì. Uno pensa "se ne atterro un paio mi ci compro una casetta" tornano però a mente episodi occorsi a furbacchioni che ci hanno provato prima di me, che hanno per gioco ribaltato un ape (3 ruote, mezzo preferito dai cinesi fino a quando non hanno scoperto le monovolume) con dentro 3 persone, ripeto, tanto per divertirsi. Trovati, rovinati di botte, scaricati davanti casa. True story, non "mio cuggino una volta ha visto/mi ha detto..."
Per un cinese il sogno di una vita è lavorare: solo lavorare. Una ex collega di mio padre è andata a lavorare in giappone e mi ha detto che lì, culturalmente, le ferie non sono qualcosa per la quale si sbava tutto un anno di lavoro, capita di andare in ferie, ogni tanto, forse...
Quando poi arrivano in italia i cinesi hanno già debiti consistenti con chi li fa arrivare quindi devono lavorare per sdebitarsi, se però tieni presente che guadagnano una miseria e i soldi di vitto&alloggio si sommano al debito iniziale un cinese deve lavorare ininterrottamente per 3-4 anni solo per rimettersi in pari...