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Discussione: Che fine ha fatto Dio?

  1. #1
    Banned L'avatar di simux
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    Predefinito Che fine ha fatto Dio?

    Riporto questo testo di Piergiorgio Odifreddi.
    E' un' analisi critica nei confronti del Cristianesimo, penso che sia un ottimo spunto per delle riflessioni personali.

    CHE FINE HA FATTO DIO?

    Piergiorgio Odifreddi



    All'affermazione di Nietzsche che "Dio è morto", Woody Allen ribattè una volta: "No, ha solo traslocato e ora lavora a un progetto meno ambizioso". Morto o emigrato, Dio sembra comunque essersene effettivamente andato dall'Occidente e non interessarci più. O almeno, non nelle forme fumettistiche della religione tradizionale, rivolte ai pastori analfabeti della Palestina di due o tremila anni fa, e dunque anacronistiche e superficiali per l'uomo tecnologico occidentale di oggi. Che cosa rimane allora della religione tradizionale nel mondo contemporaneo, e quali mutazioni del gene(si) ha subíto per adattarsi ai bisogni della modernità?

    Prima di rispondere a queste domande, sarà utile cercare di capire i motivi per i quali la gente crede, quando ancora crede. Al primo, generico e ovvio, alludeva Gadda notando che "non tutti sono condannati a essere intelligenti". Benchè sia infatti imbarazzante dirlo, la maggioranza degli uomini non brilla nè per cervello nè per cultura, e costituisce un fertile terreno per la disseminazione e l'attecchimento delle sciocchezze più disparate: dalle promesse dei governanti alle menzogne della pubblicità, dalle banalità dei media alle soprannaturalità dei preti.

    Sarebbe però semplicistico e superficiale ridurre la fede a un capitolo della stupidità umana: d'altronde, ci sono molte persone intelligenti e colte che credono, o almeno «dicono» di credere. Una buona parte di esse «crede» di credere, secondo la felice espressione di un filosofo, o «finge» di credere, secondo l'infelice abitudine dell'uomo pubblico. La sensibilità e l'interesse per il trascendente non sono infatti molto diffuse in società materialiste come quelle occidentali, e la fede si riduce spesso soltanto a una pratica sociale, adottata senza troppi pensieri per tranquillità personale, o simulata con precisi calcoli per convenienza elettorale.

    Nella maggior parte dei casi, però, la fede è probabilmente il risultato di un programma educativo enunciato brutalmente dal teorico della restaurazione Joseph de Maistre: "dateceli dai cinque ai dieci anni, e saranno nostri per tutta la vita". Non a caso la Chiesa e i partiti politici che la rappresentano, dalla Democrazia Cristiana di ieri al Polo di oggi, combattono battaglie furiose sulla scuola privata, in nome della libertà di insegnamento: perchè sanno benissimo che il lavaggio del cervello effettuato sui bambini avrà effetti permanenti sugli adulti. D'altronde, se una seduta ipnotica può bastare a costringerci a comportamenti inspiegabili ma ineluttabili, un indottrinamento sistematico potrà ben continuare a farci credere a Gesù Bambino anche da grandi.

    Natura e cultura a parte, le motivazioni conscie o inconscie che spingono l'uomo a credere possono essere le più svariate: il desiderio di garantire i valori morali, il bisogno di comprendere e ingraziarsi la natura, i sensi di timore, di impotenza e di paura nei confronti della vita e della morte, il tentativo di affrontare alla radice le crisi esistenziali, la soddisfazione di pulsioni e desideri infantili rimossi, la concretizzazione delle idee di perfezione e di grandezza, la coscienza dell'infinito, l'attivazione simbolica di archetipi collettivi, la solitudine dell'uomo nell'universo, e chi più ne ha più ne metta.

    Ma di fronte a ciascuna di queste motivazioni, di ordine per cosí dire "superiore", le religioni tradizionali ormai non sanno offrire altro che soluzioni di qualità inferiore. I bisogni ai quali abbiamo accennato sono infatti meglio e più adeguatamente soddisfatti da altre parrocchie. Ad esempio, la letteratura, la filosofia e le scienze naturali e umane sono più attrezzate a narrare storie, elaborare sistemi e spiegare il mondo e l'uomo di quanto possa farlo una rudimentale mitologia mediorientale antica: ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immaginassero i profeti mediorientali e gli dèi di loro invenzione.

    Le religioni più inadeguate per il mondo moderno sono sicuramente i monoteismi, che pretendono di possedere una verità unica e direttamente rivelata. Naturalmente, di monoteismi veri ce ne può essere al massimo uno: quando invece ce ne sono due o, Dio non voglia, addirittura tre, le cose si complicano ed esplodono. Da un lato, gli altri monoteisti verranno percepiti come sacrileghi e blasfemi, e massacrati nelle reciproche carneficine che hanno segnato la storia antica e recente di ebrei, cristiani e musulmani. Dall'altro lato, gli infedeli verranno considerati come esseri inferiori da eliminare o redimere, attraverso le innumerevoli guerre di conquista che gli imperialismi ebraico, cristiano e islamico hanno perpetrato nei secoli, negli anni e nei mesi passati.

    Ma l'inadeguatezza del monoteismo non è soltanto politica. Considerare testi storicamente datati quali la «Bibbia» e il «Corano» come se fossero divinamente ispirati porta infatti a scambiare i costumi alimentari, sessuali e sociali di antichi popoli per comandamenti e precetti universali e immutabili. Chiedere all'uomo delle città odierne di continuare a comportarsi come nel deserto di ieri significa ridurlo a un'astrazione senza tempo nè luogo, invece di riconoscerne la storicità, e porta direttamente al fondamentalismo e alla perversione.

    Questi si manifestano, soprattutto, in una patologica (e tutt'altro che immacolata) concezione della donna e della sessualità, che causa da un lato il disincanto dei fedeli e il loro disinteresse per le politiche familiari della Chiesa, soprattutto nel campo anticoncezionale, e porta dall'altro lato a fenomeni imbarazzanti quali la pedofilia di molti preti, che interpretano in maniera «sui (de)generis» l'esortazione "lasciate che i pargoli vengano a me", e sono recentemente costati al Vaticano duemila miliardi di vecchie lire in risarcimenti nei soli Stati Uniti.

    E' però forse nella loro superbia antropocentrica che i monoteismi rivelano le proprie limitazioni di fronte al pensiero scientifico. Credere che l'uomo sia il figlio prediletto di un dio cozza infatti contro tutte le scoperte scientifiche della storia moderna: il sistema copernicano che rimuove la Terra dal centro del mondo, l'evoluzionismo darwiniano che collega l'uomo alla scimmia, la psicoanalisi freudiana che svela la potenza dell'inconscio, la relatività einsteniana che elimina ogni sistema di riferimento privilegiato, la biologia molecolare che riduce la vita all'informazione genetica, sono tutte tappe di un progressivo ridimensionamento dell'uomo che la Chiesa non può che cercare pateticamente di contrastare e contenere.

    Alla luce delle sue incompatibilità con la modernità, si comprendono e si spiegano le vicende recenti della religione nel mondo occidentale. Il Vaticano, ad esempio, ha da tempo concentrato le sue attenzioni sugli anelli più deboli della catena umana: il terzo mondo, i giovani e i "poveri di spirito". Ad essi si rivolgono le apparizioni mediatiche di un Papa Superstar in moto perpetuo da più di un ventennio, che adora madonne ed esorcizza demoni, crede nei miracoli e canonizza ciarlatani.

    A testimoniare l'ambivalenza della sua figura basterà l'episodio della "rivelazione" del terzo segreto di Fatima, orchestrato in occasione del Giubileo del 2000: la spiegazione del fallito attentato di Piazza San Pietro mediante un intervento diretto della Madonna, preannunciato con decenni di anticipo a tre pastorelle, costituisce infatti un numinoso segno di predilezione divina per gli uomini di buona volontà, ma un pericoloso sintomo di delirio di potenza per gli uomini di buona razionalità.

    Che dire poi dei miracoli profusi dai santi e dai beati che nel suo instancabile attivismo il Papa ha proclamato a centinaia, elevandone da solo agli onori degli altari più di tutti i suoi predecessori messi insieme? Le sceneggiate come la recente cerimonia di canonizzazione di Padre Pio, accompagnate da un'imbarazzante mercificazione di «gadgets», non possono che scavare un solco di separazione fra chi crede e chi pensa, e testimoniano il disinteresse della Chiesa cattolica verso coloro che vorrebbero soddisfare i propri bisogni di spiritualità, senza però rinunciare ai doveri della razionalità.

    Naturalmente il problema non è soltanto contemporaneo, e fin dal Settecento ci sono stati tentativi di purgare il cristianesimo dagli aspetti superstiziosi, quali appunto la credenza nei miracoli, e di ridurlo a una religione naturale e non rivelata: sostanzialmente, all'esistenza di un Dio che governa o garantisce il mondo fisico e, eventualmente, quello morale. Purtroppo per la religione, quest'impresa sconfina inevitabilmente nel libero pensiero, quando non direttamente nell'ateismo, che sono appunto le scelte naturali dei pensatori di ieri e di oggi. E, più in generale, di tutti coloro che non riescono a vivere schizofrenicamente una doppia vita, scientifica e tecnologica durante la settimana, e superstiziosa e irrazionale la domenica e le altre feste comandate.

    Per coloro che, pur rigettando l'intrinseco fondamentalismo offerto dai tre monoteismi, desiderano comunque perseguire in qualche modo una scelta spirituale, ci sono soluzioni meno radicali che costituiscono le nuove vie della religione nel mondo moderno, in alternativa a quelle ormai logore delle istituzioni canoniche. Alcune di queste "nuove" vie sono in realtà altrettanto vecchie di quelle solite, ma presentano per un occidentale caratteristiche di freschezza e di diversità che le rendono respirabili come una ventata di aria fresca in un ambiente stantío e malsano.

    La prima e più appetibile alternativa è certamente quella delle religioni orientali, soprattutto nelle varie denominazioni del buddhismo, sulle quali da tempo si è concentrata l'attenzione dell'Occidente in generale, e degli Stati Uniti in particolare. Il motivo è presto detto: le credenze e i dogmi che ingabbiano rigidamente la dottrina cristiana, soprattutto nella versione cattolica, appaiono ormai o incomprensibili o irrilevanti, e sono per la maggior parte ignorati dagli stessi sedicenti fedeli.

    Ad esempio, non è possibile essere cattolici senza credere alla duplice natura e volontà di Cristo, all'esistenza del purgatorio, alla transustanziazione, all'immacolata concezione, all'assunzione, all'infallibilità pontificia, e compagnia bella. Ma basta provare a indagare fra parenti e conoscenti per accorgersi, ad esempio, di quanti immaginano che "immacolata concezione" significhi non che la Madonna è nata senza peccato originale, cosa difficile da comprendere, ma che ha concepito un figlio senza sporcarsi per cosí dire le mani, cosa invece difficile da digerire.

    Non è difficile immaginare che la maggioranza assoluta, per non dire la quasi totalità, delle vecchiette, dei giovani e dei semianalfabeti del terzo mondo che frequentano le chiese, professi al più un generico e vago cristianesimo, e che sia completamente ignara delle sottigliezze teologiche in base alle quali si appartiene a una delle varie sette cristiane, Chiesa di Roma compresa, invece che a un'altra.

    Di fronte a un cristianesimo teistico, dogmatico e irrazionale, il buddhismo si presenta invece agli occidentali come una religione umanistica, democratica e scientifica. Lungi dal basarsi sul mito truculento della passione e morte di un dio sceso in terra per redimerci dai nostri peccati, esso si ispira alla favola bella di un uomo come noi che cerca, sperimenta, sbaglia, e infine trova la via per la liberazione dalla sofferenza. E, dopo averla trovata, la insegna modestamente a chi si dimostri interessato, dicendo: "Io ho fatto cosí, se vuoi prova anche tu".

    La ricerca del Buddha si basa su una fenomenologia assolutamente scientifica: un'analisi della genesi del dolore e dei possibili mezzi per la sua eliminazione. E l'analisi scopre una completa interdipendenza degli eventi, una rigorosa concatenazione di cause ed effetti secondo il principio del «karma», che altro non è se non il principio di azione e reazione, e cioè la causalità. C'è forse da stupirsi che il buddhismo interessi e attragga in un'era scientifica? Soprattutto quand'è propagandato da personaggi come il Dalai Lama, la cui personalità allegra e modesta contrasta profondamente con quella tetra e conservatrice di un papa polacco?

    Naturalmente, il buddhismo e le religioni orientali sono soltanto alcune delle opzioni che si offrono all'occidentale in cerca di alternative al cristianesimo. Una delle più interessanti, quasi sconosciuta da noi ma diffusa ormai in duecento paesi, è il «baha'ismo», che già Tolstoj aveva definito "la più alta e pura forma di religione". Essa fu fondata nel 1863 da un persiano di nome Mirza Husain Ali Nuri, che si considerava la decima incarnazione di Vishnu, il messia degli ebrei, il successore di Zarathustra, il Buddha Maitreya, il Cristo risorto e il dodicesimo imam. Il suo insegnamento si basa sulle precedenti religioni rivelate, e le fonde insieme in un'originale e interessante sincretismo universale.

    Va da sè che in Italia le vie delle religioni alternative al cristianesimo sono scarsamente praticate, a causa dell'ostruzionismo della Chiesa e dei suoi sensali politici. La quale e i quali considerano l'aderenza a qualunque fede diversa, fosse pure un altro monoteismo, come un tradimento di quei supposti valori occidentali che essi pretenderebbero addirittura di iscrivere nella futura Costituzione Europea.

    Posti di fronte all'alternativa "meglio atei che miscredenti", molti soddisfano allora i propri bisogni di spiritualità cascando dalla padella nella brace e rifugiandosi in versioni semilaiche e parascientifiche delle religioni. Esorcisti, demonologi, medium, maghi, parapsicologi, chiaroveggenti, sensitivi, cartomanti, guaritori, astrologi e compagnia bella contendono dunque ai preti il monopolio dello sfruttamento della stupidità e della creduloneria umana, e tutti insieme competono per spartirsi i lauti guadagni di un mercato florido e ricco.

    Ma l'irrazionalità mascherata delle pseudoscienze e la fede negli astri, nelle carte o nell'occulto non sono meno anacronistiche dell'irrazionalità palese delle religioni tradizionali e della fede nello Zeus greco, nel Giove latino o nel Gesù cristiano. Soltanto portando a compimento la decostruzione delle religioni e delle pseudoscienze, e scegliendo apertamente la via della razionalità e della scienza, l'Occidente potrà finalmente approdare a una concezione non caricaturale della spiritualità e trovare il sacro dove veramente sta: cioè, nella natura e nell'uomo.

  2. #2
    La Borga L'avatar di Jimmy
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    simux ha scritto sab, 04 dicembre 2004 14:15
    Soltanto portando a compimento la decostruzione delle religioni e delle pseudoscienze, e scegliendo apertamente la via della razionalità e della scienza, l'Occidente potrà finalmente approdare a una concezione non caricaturale della spiritualità e trovare il sacro dove veramente sta: cioè, nella natura e nell'uomo.
    Complessivamente un bell'articolo, forse dai toni un po' troppo accesetti.
    Peccato perché invece mi ha lasciato un po' deluso l'ultima frase.

  3. #3
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Grazie Odifreddi, ora so dove cercare la..."""Risposta""".
    Sì, su quell'"era scientifica" mi son messo a sghignazzare. Capzioso in tutto, ogni - singolo - ragionamento è discutibile.
    D'altronde sono religioso dunque idiota. E meno male che sa lui dov'è il sacro.

  4. #4
    Lo Zio L'avatar di michy79
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    JimmyPage ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 16:10

    Complessivamente un bell'articolo, forse dai toni un po' troppo accesetti.

    Ma, io invece sono perplesso dalla tesi di fondo secondo a cui all'uomo occidentale non interessa piu' Dio...
    Io vivo a Londra, ci sono segni ed espressioni del culto verso Dio in ogni forma ed in ogni luogo, in ogni strada e su quasi tutti i volti.

    Che esageri io?
    Buon weekend,
    Michele

  5. #5
    Shogun Assoluto L'avatar di Mithrandir
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    simux ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 14:15
    Al primo, generico e ovvio, alludeva Gadda notando che "non tutti sono condannati a essere intelligenti".
    Da qui in poi non ho letto più...

  6. #6
    Emack
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 16:26]Capzioso in tutto, ogni - singolo - ragionamento è discutibile.
    Io di discutibile ci vedo solo gli ultimi tre paragrafi
    Quote:
    D'altronde sono religioso dunque idiota. E meno male che sa lui dov'è il sacro.
    No, non ha scritto questo.
    Ha ben specificato che:
    Quote:
    le religioni tradizionali ormai non sanno offrire altro che soluzioni di qualità inferiore. I bisogni ai quali abbiamo accennato sono infatti meglio e più adeguatamente soddisfatti da altre parrocchie. Ad esempio, la letteratura, la filosofia e le scienze naturali e umane sono più attrezzate a narrare storie, elaborare sistemi e spiegare il mondo e l'uomo di quanto possa farlo una rudimentale mitologia mediorientale antica: ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immaginassero i profeti mediorientali e gli dèi di loro invenzione.
    Ed è effettivamente vero.

    Il titolo fa semplicemente da esca, ma non costituisce il nocciolo della questione: Odifreddi non accenna minimamente a Dio. Non è lui il bersaglio: lo sono le religioni tradizionali occidentali. Nello specifico, il cristianesimo. A cui si approccia nella stessa maniera di Sant'Agostino: credo ut intellegam, intellego ut credam (credo per capire, capisco per credere). Cioé, lo valuta in qualità di strumento di indagine gnoseologica ed ontologica. Arricchendolo successivamente di significato politico.
    Si può notare che in questo passaggio
    Quote:
    La sensibilità e l'interesse per il trascendente non sono infatti molto diffuse in società materialiste come quelle occidentali, e la fede si riduce spesso soltanto a una pratica sociale, adottata senza troppi pensieri per tranquillità personale, o simulata con precisi calcoli per convenienza elettorale.
    viene descritto con sufficiente precisione il modo in cui la religione veniva vissuta all'epoca prima dello Stato e poi dell'Impero Romano.

    EDIT: avrei dovuto concludere in qualche modo, ma quando sono arrivato al punto mi so scordato quello che volevo dire

  7. #7
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 17:05

    No, non ha scritto questo.
    Ha ben specificato che:
    Quote:
    le religioni tradizionali ormai non sanno offrire altro che soluzioni di qualità inferiore. I bisogni ai quali abbiamo accennato sono infatti meglio e più adeguatamente soddisfatti da altre parrocchie. Ad esempio, la letteratura, la filosofia e le scienze naturali e umane sono più attrezzate a narrare storie, elaborare sistemi e spiegare il mondo e l'uomo di quanto possa farlo una rudimentale mitologia mediorientale antica: ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne immaginassero i profeti mediorientali e gli dèi di loro invenzione.
    Ed è effettivamente vero.
    Letteratura, filosofia, scienza...che c'entrano? Non si capisce.

    Quote:

    Il titolo fa semplicemente da esca, ma non costituisce il nocciolo della questione: Odifreddi non accenna minimamente a Dio. Non è lui il bersaglio: lo sono le religioni tradizionali occidentali. Nello specifico, il cristianesimo. A cui si approccia nella stessa maniera di Sant'Agostino: credo ut intellegam, intellego ut credam (credo per capire, capisco per credere). Cioé, lo valuta in qualità di strumento di indagine gnoseologica ed ontologica. Arricchendolo successivamente di significato politico.
    Si può notare che in questo passaggio
    Quote:
    La sensibilità e l'interesse per il trascendente non sono infatti molto diffuse in società materialiste come quelle occidentali, e la fede si riduce spesso soltanto a una pratica sociale, adottata senza troppi pensieri per tranquillità personale, o simulata con precisi calcoli per convenienza elettorale.
    viene descritto con sufficiente precisione il modo in cui la religione veniva vissuta all'epoca prima dello Stato e poi dell'Impero Romano.

    Evabbè Emack, c'avrai ragione tu. A me è bastato questo
    Quote:

    Prima di rispondere a queste domande, sarà utile cercare di capire i motivi per i quali la gente crede, quando ancora crede. Al primo, generico e ovvio, alludeva Gadda notando che "non tutti sono condannati a essere intelligenti". Benchè sia infatti imbarazzante dirlo, la maggioranza degli uomini non brilla nè per cervello nè per cultura, e costituisce un fertile terreno per la disseminazione e l'attecchimento delle sciocchezze più disparate: dalle promesse dei governanti alle menzogne della pubblicità, dalle banalità dei media alle soprannaturalità dei preti.
    che non mi pare un attacco "ad personam" (al cristianesimo, qui), ma un insulto vero e proprio. Ma non me la prendo, figuriamoci.

  8. #8
    Emack
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Ph@ntom ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 17:35

    Letteratura, filosofia, scienza...che c'entrano? Non si capisce.
    Filosofia e scienza c'entrano in quanto strumenti conoscitivi.
    Odifreddi, inoltre, vuole demolire i racconti anche dal punto di vista di contenuto artistico. Per questo chiama in causa la letteratura.
    Quote:
    che non mi pare un attacco "ad personam" (al cristianesimo, qui), ma un insulto vero e proprio.
    Che però l'autore stesso bolla poi come semplicistico e superficiale.
    Quote:
    Ma non me la prendo, figuriamoci.
    Sei troppo "intelligente" () per prendertela

  9. #9
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    michy79 ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 16:28
    JimmyPage ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 16:10

    Complessivamente un bell'articolo, forse dai toni un po' troppo accesetti.

    Ma, io invece sono perplesso dalla tesi di fondo secondo a cui all'uomo occidentale non interessa piu' Dio...
    Io vivo a Londra, ci sono segni ed espressioni del culto verso Dio in ogni forma ed in ogni luogo, in ogni strada e su quasi tutti i volti.

    Che esageri io?
    Buon weekend,
    Michele
    Paradossalmente questa è l'epoca più religiosamente sentita.
    Con buona pace del mito odifreddiano e roboante della scienza.

    Il brutto è che Piergiorgio la prende in modo conflittuoso, in cui scienza e religione sono i contendenti, e naturalmente s'ha da votare.
    Io non credo nella scienza e io non credo alla religione. Credere significa alienare la scienza e la religione da sè, vuol dire renderle mero strumento da cui si diventa schiavi. Scienza e religione siamo noi, hic et nunc. Quando dico di non credere alla scienza non credo innanzitutto alle *mie* possibilità d'indagine (e cioè all'infinitezza della mia conoscenza). Ecco perchè ritengo stupide queste "guerre di religione", la classificazione uomo di scienza aut uomo di fede.

  10. #10
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 17:43
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 17:35]
    Letteratura, filosofia, scienza...che c'entrano? Non si capisce.
    Filosofia e scienza c'entrano in quanto strumenti conoscitivi.
    Odifreddi, inoltre, vuole demolire i racconti anche dal punto di vista di contenuto artistico. Per questo chiama in causa la letteratura.
    E non ti pare una stupidata? Io la vedo grossa come una casa. Tra l'altro trovami un solo libro in cui venga surclassata la poesia di una chessò...Genesi, di un Ecclesiaste, di un Cantico dei Cantici, di un'Apocalisse. Fai tu, insomma.

    Quote:

    Quote:
    che non mi pare un attacco "ad personam" (al cristianesimo, qui), ma un insulto vero e proprio.
    Che però l'autore stesso bolla poi come semplicistico e superficiale.
    Eh, che finezze retoriche questo pier .


    Quote:
    Quote:
    Ma non me la prendo, figuriamoci.
    Sei troppo "intelligente" () per prendertela
    'stardo...

  11. #11
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 17:50]E non ti pare una stupidata? Io la vedo grossa come una casa. Tra l'altro trovami un solo libro in cui venga surclassata la poesia di una chessò...Genesi, di un Ecclesiaste, di un Cantico dei Cantici, di un'Apocalisse. Fai tu, insomma.
    Considera però che la Sacra Scrittura è passata per molte mani e per molte vite umane.
    Per quel poco che ho letto dell'Apocalisse, un Paradiso Perduto di Milton o un qualsiasi componimento di Poe reputo possa reggere con dignità il confronto.

    Quote:
    Eh, che finezze retoriche questo pier .
    Diciamo piuttosto che ha uno stile fumoso, e che bisogna scavare per trovare qualcosa di buono.
    Comunque non è questo il campo in cui Odifreddi esprime il meglio di sé.
    Avete letto "la fisica mente", saggio pubblicato in "scienza e tecnologia"? Sublime.

    Quote:
    Scienza e religione siamo noi, hic et nunc.
    E' appunto proprio questo il messaggio

  12. #12
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 18:03

    Considera però che la Sacra Scrittura è passata per molte mani e per molte vite umane.
    'lora??

    Quote:

    Per quel poco che ho letto dell'Apocalisse, un Paradiso Perduto di Milton o un qualsiasi componimento di Poe reputo possa reggere con dignità il confronto.
    E gli altri che ti ho elencato? .
    Ho una battuta cattiva ma non te la dico (comunque non ci siamo proprio...).

    Quote:

    Diciamo piuttosto che ha uno stile fumoso, e che bisogna scavare per trovare qualcosa di buono.
    Comunque non è questo il campo in cui Odifreddi esprime il meglio di sé.
    Avete letto "la fisica mente", saggio pubblicato in "scienza e tecnologia"? Sublime.
    Certo che l'ho letto. Bello, bellissimo. Ma non in tutto siamo perfetti.

    Quote:

    E' appunto proprio questo il messaggio
    Chissà cos'avrai capito...

  13. #13
    Emack
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Ph@ntom ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 18:10

    'lora??
    Beh, si tratta del meglio del meglio di tanti scrittori, con un labor limae perpetuo.

    Quote:
    E gli altri che ti ho elencato? .
    Ho una battuta cattiva ma non te la dico (comunque non ci siamo proprio...).
    Gli altri che hai elencati non li ho letti.
    Del resto, l'affermazione non l'ho fatta io. Allo stato attuale delle cose, me ne sbatto altamente del contenuto artistisco della Bibbia

    Quote:
    Chissà cos'avrai capito...
    non so te, ma io interpreto passaggi come questi
    Quote:
    Considerare testi storicamente datati quali la «Bibbia» e il «Corano» come se fossero divinamente ispirati porta infatti a scambiare i costumi alimentari, sessuali e sociali di antichi popoli per comandamenti e precetti universali e immutabili. Chiedere all'uomo delle città odierne di continuare a comportarsi come nel deserto di ieri significa ridurlo a un'astrazione senza tempo nè luogo, invece di riconoscerne la storicità, e porta direttamente al fondamentalismo e alla perversione.
    come un invito a non cedere in atteggiamenti alienanti dall'hic et nunc.

  14. #14
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 20:31

    Beh, si tratta del meglio del meglio di tanti scrittori, con un labor limae perpetuo.
    Vogliam paragonare?

    Quote:

    Gli altri che hai elencati non li ho letti.
    Del resto, l'affermazione non l'ho fatta io. Allo stato attuale delle cose, me ne sbatto altamente del contenuto artistisco della Bibbia
    Hai introdotto tu l'argomento, per cui...

    Quote:

    non so te, ma io interpreto passaggi come questi
    Quote:
    Considerare testi storicamente datati quali la «Bibbia» e il «Corano» come se fossero divinamente ispirati porta infatti a scambiare i costumi alimentari, sessuali e sociali di antichi popoli per comandamenti e precetti universali e immutabili. Chiedere all'uomo delle città odierne di continuare a comportarsi come nel deserto di ieri significa ridurlo a un'astrazione senza tempo nè luogo, invece di riconoscerne la storicità, e porta direttamente al fondamentalismo e alla perversione.
    come un invito a non cedere in atteggiamenti alienanti dall'hic et nunc.
    Ah, ok. Domanda: quali sarebbero gli atteggiamenti da uomo del deserto?

  15. #15
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Ph@ntom ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 20:44
    Vogliam paragonare?
    eh, appunto: se prendiamo tutta la letteratura odierna, questa se magna e se ricaca la bibbia, secondo odifreddi...

    Quote:
    Hai introdotto tu l'argomento, per cui...
    Io? A parte il fatto che il testo è di odifreddi, la domanda l'hai fatta tu...

    Quote:
    Ah, ok. Domanda: quali sarebbero gli atteggiamenti da uomo del deserto?
    Lavare i piedi a un ospite, ad esempio.

  16. #16
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 21:42
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 20:44]Vogliam paragonare?
    eh, appunto: se prendiamo tutta la letteratura odierna, questa se magna e se ricaca la bibbia, secondo odifreddi...

    Quote:
    Hai introdotto tu l'argomento, per cui...
    Io? A parte il fatto che il testo è di odifreddi, la domanda l'hai fatta tu...
    Tu eri d'accordo con la sua opinione.

    Quote:

    Quote:
    Ah, ok. Domanda: quali sarebbero gli atteggiamenti da uomo del deserto?
    Lavare i piedi a un ospite, ad esempio.
    Cacchio, m'hai fregato. Lo faccio sempre.
    Qualcuno deve aver fatto la spia.

  17. #17
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 21:52]
    Tu eri d'accordo con la sua opinione.
    Non mi risulta.
    Ho affermato che Milton e Poe siano in grado di reggere il confronto, ma niente di più.

    Quote:
    Cacchio, m'hai fregato. Lo faccio sempre.
    Qualcuno deve aver fatto la spia.
    Non c'ho tempo per rispondere seriamente Domani lo farò.

    Comunque ribadisco: Odifreddi non ce l'ha tanto con la fede in sé, quanto piuttosto con le sue aberrazioni (fede per mancanza di raziocinio; fede per condizionamento educativo; fede per fondamentalismi vecchi di millenni).

  18. #18
    the_lamb
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Brevemente, per dare il contentino ai miei fanS ():

    L'avevo già letto.
    Mi fece veramente cacare. Riesce ad avere torto perfino quando ha ragione.
    L'"analisi" sul Budda nel complesso fa pena (ma ho visto adesso che questa è una versione decurtata, senza le boiate più grosse).
    C'ha ragione Fantom.


    Ok, il mio koan quotidiano l'ho piazzato.

  19. #19
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Possibile che il tono antipatico prevalga sui contenuti?

    Sono curioso di sapere quali boiate - quelle poi decurtate - abbia scritto

  20. #20
    the_lamb
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 01:12
    Possibile che il tono antipatico prevalga sui contenuti?
    Possibile che tu debba pensare che il tono antipatico prevalga sui contenuti?

    Quote:
    Sono curioso di sapere quali boiate - quelle poi decurtate - abbia scritto
    In sostanza, che l'induismo è idealista (in senso stretto, filosofico) e il buddismo mater... argh, non ce la faccio, non ce la faccio...

    (comunque ne rimangono anche in questa versione; quando parla delle dottrina del dolore fa passare 'sto Sakyamuni come il santo patrono degli anestetisti...)

  21. #21
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    the_lamb ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 01:54

    Possibile che tu debba pensare che il tono antipatico prevalga sui contenuti?
    Non lo so, Fantom mi ha spiazzato...

    Quote:
    In sostanza, che l'induismo è idealista (in senso stretto, filosofico) e il buddismo mater... argh, non ce la faccio, non ce la faccio...

    (comunque ne rimangono anche in questa versione; quando parla delle dottrina del dolore fa passare 'sto Sakyamuni come il santo patrono degli anestetisti...)
    non mi esprimo, sono troppo ignorante

    devo sapere qualcosa di più sul baha'ismo

  22. #22
    the_lamb
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Mithrandir81 ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 16:39
    simux ha scritto sab, 04 dicembre 2004 alle 14:15
    Al primo, generico e ovvio, alludeva Gadda notando che "non tutti sono condannati a essere intelligenti".
    Da qui in poi non ho letto più...
    Bene facesti.

  23. #23
    the_lamb
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Emack ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 02:11
    non mi esprimo, sono troppo ignorante
    Dovresti universalizzare questo principio.

    (sovrei farlo io, in realtà )

    Quote:
    devo sapere qualcosa di più sul baha'ismo
    Ma direi che te ne puoi pure sbattere...

  24. #24
    Banned L'avatar di Dixie Flatline
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    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    Un mucchio di cacate.
    Il tema però è interessante, sebbene se ne discuta già da tempo, anche fra i boss del Vaticano.

  25. #25
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Che fine ha fatto Dio?

    the_lamb ha scritto dom, 05 dicembre 2004 alle 02:29
    Ma direi che te ne puoi pure sbattere...

    non è un criterio scientifico, questo

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