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  1. #26
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    OTTIME notizie in arrivo Leggete bene, mi raccomando... grazie lega, grazie bossi, grazie FEDERALISMO

    Il fisco e la giungla dei rincari: 647 euro in più a testa in 5 anni
    Rialzi per 14 milioni di contribuenti. La mappa degli aumenti

    ROMA - La riforma del fisco che ridurrà a tre le aliquote (20%, 30% e 40%) è affidata ai tempi lunghi del disegno di legge delega (tre anni dall'approvazione del ddl) mentre tasse e imposte stanno aumentando e aumenteranno nei prossimi anni per effetto della manovra (il taglio del 5% delle agevolazioni dal 2013 e del 20% dal 2014) e del federalismo. Proprio ieri la giunta Pisapia ha deciso di introdurre a Milano, che finora non l'aveva, l'addizionale Irpef: si pagherà lo 0,2% già da quest'anno ma con l'esenzione fino a 26 mila euro di reddito. Tra Patto per la salute, attuazione dei decreti del federalismo fiscale, senza contare i ticket sanitari aggiuntivi, quest'anno, per circa 14 milioni di contribuenti, cioè uno su tre, ci sarà un rialzo consistente del prelievo, con forti differenze sul territorio. Il fisco a macchia di leopardo penalizza infatti sopratutto gli abitanti delle cinque Regioni dove è scattato l'aumento dell'Irpef a causa dell'extradeficit sanitario, che sono Lazio, Molise, Campania, Puglia e Calabria. Ma anche quelli dei 179 Comuni che hanno deliberato l'incremento dell'addizionale Irpef. Già da quest'anno, infatti, sono possibili aumenti delle aliquote comunali se queste sono sotto lo 0,4%, mentre a partire dal 2013 i ritocchi sono liberi fino al tetto dello 0,8%. Allo stesso tempo le addizionali regionali Irpef potranno salire fino al 2% nel 2014 e al 3% dal 2015. Ma questi limiti potranno essere superati di 0,3 punti nelle Regioni col buco nei conti della sanità, come già accade ora.

    UN SALASSO PER I ROMANI - Sono 62 i Comuni che hanno messo per la prima volta quest'anno il balzello Irpef, tra cui Venezia (0,19% fino a 55mila euro, 0,2% sopra), Brescia (0,2%) e appunto Milano, mentre i restanti 117 hanno aumentato l'imposta per problemi di bilancio, con il massimo raggiunto a Roma, dove l'addizionale è passata dallo 0,5% del 2010 allo 0,9% del 2011. Un vero salasso per ogni contribuente della Capitale che dovrà versare in media 119 euro in più nelle casse del Campidoglio, ai quali si aggiungono 71 euro in più di Irpef regionale, per un totale di 190 euro aggiuntivi a testa rispetto al 2010. Oggi sono in tutto 6.199 i municipi che applicano l'addizionale Irpef, per un gettito di oltre 2,9 miliardi (94 euro per ciascun contribuente), il 5,3% in più rispetto all'anno scorso.

    IRPEF, MA NON SOLO - Colpiti pure i cittadini delle 36 Province che hanno deciso di maggiorare l'imposta sull'assicurazione Rc auto, anche questa una facoltà prevista dal federalismo. L'aliquota sul servizio sanitario applicata al premio assicurativo, finora fissata al 12,5%, può infatti salire di 3 punti e mezzo, fino al 16%, sempre in base a uno dei decreti del federalismo fiscale. Trentuno Province hanno già sfruttato questa possibilità interamente. Tra le 36 che hanno comunque aumentato l'aliquota, che con incassi pari a 1,8 miliardi rappresenta il 41% delle entrate proprie, anche 7 capoluoghi: Milano (16%), Venezia (16%), Bologna (16%), Ancona (15,5%), Perugia (16%), L'Aquila (15,5%) e Catanzaro (15%), per rincari medi di circa 45 euro ad assicurato. Questi dati, commenta Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil che dirige l'osservatorio del sindacato che sforna periodicamente un monitoraggio del fisco locale completo e preciso, «sono solo l'antipasto di quanto potrà succedere quando il federalismo fiscale entrerà a regime, in particolare dal 2013, quando tra l'altro si faranno sentire i tagli a Regioni e Province previsti dalla recente manovra», che prevede anche la riduzione del 20% delle detrazioni e deduzioni fiscali, con un appesantimento del prelievo che non risparmierà neppure la prima casa. Senza contare, infine, i continui aumenti delle tariffe dell'acqua e dei rifiuti che, come ha calcolato la Cgia di Mestre elaborando i dati Istat, sono quelle che negli ultimi dieci anni sono aumentate di più: +55,3% l'acqua potabile, più 54% la Tarsu o Tia.

    ADDIZIONALI IRPEF: +126% - Alla fine, calcola ancora l'osservatorio Uil, se tutti i Comuni e le Regioni utilizzeranno la leva fiscale fino al massimo consentito dai decreti attuativi del federalismo, un lavoratore con un reddito imponibile di 30 mila euro annui (uno stipendio di circa 1.600 euro), si ritroverà a pagare in media nel 2015, 647 euro in più rispetto a quanto ha pagato per queste due voci nel 2010: 1.158 euro contro 511, il 126,6% di aumento. In particolare, l'addizionale Irpef regionale, passerà da 364 euro medi nel 2010 a 917 nel 2015 (con un rincaro di 553 euro) mentre quella comunale da 147 a 241 (94 euro in più). Il rincaro è già cominciato quest'anno, con le due addizionali considerate insieme che passano da 511 euro in media a 532 euro. Ma l'accelerazione ci sarà dal 2013 con l'entrata a regime dei decreti, che porterà il prelievo addizionale Irpef (comunale e regionale) sui redditi da 30 mila euro a 678 euro e poi a 858 euro nel 2014 e a 1158 euro appunto nel 2015. Ogni Regione e Comune segue le sue regole per le addizionali. Si va da situazioni dove il fisco usa la mano leggera, come a Milano dove fino a ieri non c'era l'addizionale comunale, e quella regionale va dallo 0,9% all'1,4% secondo gli scaglioni di reddito, a situazioni dove il prelievo è molto pesante: oltre a Roma, Napoli, Campobasso e Catanzaro, dove l'aliquota regionale dell'1,7% colpisce tutti i redditi. Di conseguenza anche gli aumenti medi nel quinquennio saranno diversi. Sempre prendendo i 30 mila euro di reddito, si pagheranno per le addizionali 480 euro in più a Campobasso, passando dai 750 euro del 2010 ai 1.230 del 2015, fino a 870 euro in più a Venezia, rispetto ai 270 euro versati nel 2010. Il fisco locale, sottolinea Loy, colpirà maggiormente lavoratori e dipendenti nelle Regioni e nei Comuni dove non sono previste deduzioni, detrazioni e fasce d'esenzione.
    Questa è macelleria sociale bella e buona... poi Chiwaz dice che la gente fa male ad incazzarsi ed a sbraitare
    Ultima modifica di Manu; 26-07-11 alle 09:26:49

  2. #27
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Le tasse sono una cosa bellissima

    Sono dei bei rincari, non c'è dubbio. Spero che da qui al 2015 riescano a compensarli in qualche modo (sorry, ora non ho tempo per altro di più articolato).

    Poi francamente che a Roma o Campobasso paghino più addizionali comunali, beh...
    Ultima modifica di Chiwaz; 26-07-11 alle 09:43:19

  3. #28

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Tirrenia passa alla cordata Cin


    GENOVA
    Tirrenia è passata ai privati. Ieri pomeriggio Ettore Morace, ad di Compagnia italiana di navigazione (Cin), la cordata che si era aggiudicata, a maggio, la gara per la privatizzazione della società statale di navigazione, ha firmato, con il commissario straordinario della compagnia, Giancarlo D'Andrea, il contratto d'acquisizione di ramo d'azienda che sancisce il trasferimento di Tirrenia ai privati. Il definitivo closing dell'operazione, però, è condizionato al via libera dell'Antitrust europeo, che dovrebbe arrivare, se non ci saranno intoppi, tra metà settembre e i primi di ottobre.
    Alla fine, dunque, nonostante i dubbi e le frenate sull'operazione che ne hanno determinato il prolungamento ed erano dovuti soprattutto all'ingresso sul mercato, con rotte in concorrenza, della Saremar, la società di navigazione controllata dalla Regione Sardegna, i soci di Cin, cioè Marinvest (che fa capo al gruppo dell'armatore Gianluigi Aponte e controlla Grandi navi veloci e Snav), Grimaldi Group (che fa capo a Manuel Grimaldi) e Moby (guidata da Vincenzo Onorato) hanno deciso di procedere all'acquisto.
    «Il governo – ha commentato il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, a proposito della dismissione, iniziata a gennaio 2010 e portata a termine dopo il passaggio del gruppo in amministrazione straordinaria – ha mantenuto un altro importante impegno programmatico. Con la cessione di Tirrenia si rispettano le indicazioni e gli accordi europei, si salvaguardano la continuità territoriale e i livelli occupazionali. Una pratica difficile, complessa ma che abbiamo portato quasi in porto grazie alla forte determinazione politica dell'esecutivo. Resta solo il parere dell'Antitrust europea e auspico che presto si sancisca la bontà» dell'operazione.
    Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha aggiunto: «L'acquisizione di Tirrenia, da parte di Cin, chiude con successo una lunga e complessa procedura di privatizzazione, salvaguardando il futuro industriale dell'azienda e il posto di lavoro di tutti gli oltre mille lavoratori».
    Il contratto, sottoscritto da Cin negli uffici dello studio legale Legance, prevede l'acquisto del marchio Tirrenia, di 18 navi e delle linee attraverso una convenzione che verrà stipulata con il ministero dei Trasporti; sono esclusi dall'acquisizione la Siremar, i fast ferries (già venduti a parte), le proprietà immobiliari e le opere d'arte. Il piano industriale di Cin, spiega una nota dell'azienda, «prevede il mantenimento dell'intero organico (1.400 persone, ndr), la sostituzione immediata del naviglio obsoleto, il potenziamento della rete commerciale, l'adeguamento degli standard di bordo ai livelli internazionali e il miglioramento immediato dei servizi e delle condizioni di viaggio dei passeggeri».
    Finalmente privatizzata questa schifezza che perdeva decine di milioni di euro all'anno. 380 milioni in cassa...ora privatizzare anche i rottami ambulanti chiamati Trenitalia, RAI, Alitalia, ecc. ecc.

  4. #29
    Suprema Borga Imperiale
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    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    ma Alitalia non è stata già privatizzata ??

    Certo, sono favorevilissimo alle privatizzazioni...ma non quelle ''all'italiana''

  5. #30
    PinHead81
    ospite

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Solo alcune parti di Alitalia...io al momento lavoro in un'azienda che ha rilevato una fetta Alitalia relativa al catering; la nuova dirigenza si è trovata con millemila lavoratori fancazzisti a fronte di un centinaio che lavorano, un totale di circa 600 persone per un lavoro per il quale ne bastano 400, tutti sindacalisti, tutti livelli alti e abituati (onestamente) a lavorare poco rispetto ai ritmi che l'azienda cerca di imporre ora, tutti che ne se fregano dei regolamenti e della produttività, tutti parenti/amici tra loro o con gli ex dirigenti insomma, una cosa proprio rosea da gestire, i tedeschi son disperati. Gli strumenti di intervento in tal senso sono a dir poco tarpati...

  6. #31
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Con la firma avvenuta ieri del contratto di cessione alla cordata Cin (Compagnia italiana di navigazione) si è conclusa, dopo due anni e mezzo, la procedura di privatizzazione dell’ormai ex compagnia marittima di bandiera Tirrenia. Il contratto, secondo una nota di Cin, prevede «l'acquisto del marchio Tirrenia, di 18 navi e delle linee attraverso la convenzione che verrà stipulata con il ministero dei Trasporti» (di cui esiste già una bozza, citata in vari documenti dell’amministrazione straordinaria della compagnia e mai resa pubblica, ndr).

    Confermati il prezzo: 380 milioni di euro, 200 cash più 3 tranche condizionate al versamento delle sovvenzioni pubbliche previste per i prossimi 8 anni, la «formula Alitalia» e il piano industriale anticipati da Linkiesta ma «il passaggio di Tirrenia a Cin rimane condizionato all’ottenimento del via libera antitrust da parte della Commissione Europea e interverrà definitivamente solo in tale data». Oltre all’europlacet, le incognite maggiori restano la trattativa coi sindacati per la ridefinizione dei contratti e la (tardiva) minaccia della Regione Sardegna di impugnare la legge sulla privatizzazione se non sarà accolta la richiesta di un suo ingresso (al 25%) nel capitale di Cin con una sorta di golden share che le attribuisca, a statuto, particolari diritti amministrativi a tutela – è la tesi della Regione – della continuità territoriale.

    In attesa di questi passaggi vale la pena ripercorrere i momenti salienti di una privatizzazione ingarbugliata, caratterizzata da scarsa trasparenza e da molti interrogativi ancora aperti, che solo parziale risposta (anche a causa dei numerosissimi omissis) trovano nei documenti resi noti dall’amministrazione straordinaria della compagnia. Occorre innanzitutto spiegare che alla scelta di privatizzare Tirrenia si è arrivati per l’incompatibilità con la normativa europea del sistema italiano a garanzia della continuità territoriale. Il ventennale meccanismo convenzionale italiano, scaduto il 31/12/2008 e prorogato alla conclusione della privatizzazione (con conseguente apertura di procedura di infrazione da parte della Commissione Europea), prevede che la compagnia di Stato effettui quelle tratte che il privato non avrebbe convenienza ad operare e che applichi tariffe tali da garantire la continuità territoriale.

    Lo Stato in cambio si impegna a ripianare il gap fra costi e ricavi di una simile gestione, quale che sia l’importo. Così distorcendo il mercato, perché Tirrenia può permettersi per anni qualunque inefficienza gestionale e l’applicazione di tariffe sottocosto anche sulle rotte soggette a competizione.
    Scaduta la convenzione, l’attuale esecutivo preferisce vendere la compagnia (controllata dal Ministero dell’Economia attraverso Fintecna), piuttosto che – come caldeggiato anche a Bruxelles – mettere a gara le sovvenzioni riconosciute ai singoli servizi e magari mantenere la proprietà di Tirrenia. Scelta scaturita dalla considerazione che, in un mercato così liberalizzato, Tirrenia, gravata dal passivo di decenni di gestione allegra e da contratti col personale diversi (e per essa sfavorevoli) da quelli applicati dai privati, fallirebbe presto. La strada intrapresa è accompagnata dalla proroga delle convenzioni, dallo scorporo delle controllate regionali di Tirrenia e dalla definizione di nuove convenzioni: a garanzia della continuità territoriale Tirrenia riceverà 72,6 milioni di euro annui per 8 anni, mentre le regionali beneficeranno di sovvenzioni per 12 anni.

    Il primo tentativo di vendita fallisce però nell’agosto 2010 a causa del mancato accordo contrattuale fra Fintecna e la newco Mediterranea Holding, unica offerente (circa 25 milioni l’offerta). Il bando infatti spaventa tutti gli interessati. Contrariamente alle altre regioni competenti, la Sicilia ha rifiutato il conferimento della sua regionale (Siremar), che viene accollata alla compagnia madre, inficiandone l’appetibilità, già compromessa dall’incredibile passivo. Quando la compagnia domanda e ottiene l’amministrazione straordinaria, dopo la gara, l’esposizione debitoria di Tirrenia è di 701 milioni di euro e quella di Siremar di 78,1 milioni. A questo punto il neocommissario straordinario Giancarlo D’Andrea, che rimpiazza Franco Pecorini (da 25 anni al timone di Tirrenia), pubblica bandi distinti per Tirrenia e Siremar. Non si parla più di «intero complesso aziendale», bensì di «ramo di azienda di Tirrenia», e si fa strada l’ipotesi, ancora oggi non chiarita, della creazione di una bad company stile Alitalia cui accollare il passivo della compagnia.

    Ipotesi avallata dalla perizia affidata a Banca Profilo, che valuta Tirrenia 380 milioni (non considerando evidentemente i debiti) e Siremar 55. Di certo c’è lo stato passivo da 620 milioni di euro e 1700 iscritti (dipendenti, fornitori, banche, consulenti e Fintecna stessa), mentre dal bando sono esclusi immobili, opere d’arte, una nave desueta e i 6 famosi traghetti veloci, ordinati negli anni novanta alla Fincantieri zoppicante per circa 500 miliardi di lire e quasi mai usati perché troppo onerosi come consumi. Una commessa così sballata che D’Andrea le dedica addirittura un capitolo della «relazione sulle cause di insolvenza». Da settembre in poi si prosegue fra manifestazioni di interesse, due diligence e data room, all’insegna di mancanza di pubblicità e gran confusione, fino a quando, in primavera, si delinea l’unica offerta ricevibile: 200 milioni, suscettibili di diventare i 380 (ritenuti il minimo accettabile), in tre rate vincolate all’ottenimento dei 72,6 milioni annui di sovvenzione (su cui pende ancora il giudizio della Commissione Europea che potrebbe giudicarle illegittime).

    A presentarla è la newco Cin formata da tre big dell’armamento italiano: Gianluigi Aponte (Msc e Snav), Manuel Grimaldi (Grimaldi Napoli) e Vincenzo Onorato (Moby). Un insieme che, considerato che Aponte ha da poco comprato il 50% di Grandi Navi Veloci assumendone il controllo, occupa nel complesso una posizione rilevante nel Tirreno, in particolare nei servizi con la Sardegna (l’unico player fuori dalla cordata è Corsica Ferries). Ma, quando a novembre la newco si palesa come favorita, nessuno solleva problemi di concentrazione di mercato e solo a cose praticamente fatte (il 15 giugno scorso) l’Antitrust si accorge di non essere competente e passa la palla a Bruxelles. D’altro canto anche sull’altra cordata in gara, protagonista pure nel primo bando, nessuno ha avuto da eccepire malgrado Mediterranea Holding, guidata dall’armatore Salvatore Lauro (gruppo Lauro, ex senatore Pdl), vanti come socio di riferimento la Regione Siciliana, prefigurando quindi l’ipotesi che una privatizzazione finisca con il passaggio ad una Regione.

    Un’assurdità non solo semantica, perché, in caso di perdite, l’eventuale ripiano configurerebbe una sovvenzione pubblica indebita identica a quelle stigmatizzate per anni dall’Europa. Partiamo proprio dalla Sicilia per vedere cosa è stato delle compagnie locali. Per Siremar, rifiutata dalla Regione, finita in amministrazione straordinaria e messa in vendita, D’Andrea, dopo una procedura ancor più opaca di quella Tirrenia, ha ricevuto a fine maggio le offerte di Compagnia delle Isole (60,1 milioni) e Società Navigazione Siciliana (55,1 milioni), neonata joint venture fra Ustica Lines (storico e fortissimo operatore locale) e Caronte&Tourist.
    Compagnia delle Isole è una newco guidata da Lauro e controllata al 60% da Mediterranea Holding. Cioè dalla Regione Siciliana, pronta quindi a pagare ciò che le era stato offerta gratuitamente un anno e mezzo prima… Fra i soci minoritari Navigazione Generale Italiana, società partecipata al 50% da Caronte&Tourist (delle famiglie Franza e Matacena). Caronte partecipa quindi ad entrambe le cordate e, se non bastasse, poche settimane fa ha registrato l’ingresso nel capitale della controllata Cartour del Fondo Italiano d’Investimento Sgr (con una quota del 25% e un investimento di 17,5 milioni di euro), fra i cui soci (paritari) vi sono Cassa Depositi e Prestiti e Ministero dell’Economia. Il vincitore non è ancora stato proclamato.

    La Toscana Regionale Marittima (Toremar) è l’unica regionale già venduta, ma anche qui le anomalie non mancano. Dopo una gara condotta in modo abbastanza trasparente, la Regione ha capovolto l’iniziale verdetto, assegnando la compagnia a Moby (che rinuncia a 14 dei 174 milioni di euro di sovvenzione previsti per 12 anni) e decretando la sconfitta di Toscana di Navigazione, newco guidata dal solito Lauro. Bocciato dal Tar fiorentino il ricorso di quest’ultimo, il problema concentrazione è stato «risolto» dall’Antitrust autorizzando l’operazione, ma condizionandola ad alcune misure tali da portare la quota di slot assegnati a Moby e Toremar dall’80% al 66%. Per quanto riguarda Caremar (che nei prossimi 12 anni riceverà 29,8 milioni di euro l’anno) l’unica novità degli ultimi 18 mesi è l’avvenuto passaggio, a febbraio, del ramo pontino della compagnia alla Regione Lazio, con la creazione ad hoc di Laziomar. Né Campania né Lazio hanno ancora chiarito le rispettive intenzioni.

    La Sardegna fa infine caso a sé. Quando a gennaio è emerso il cosiddetto fenomeno del caro-traghetti, la Regione, previa denuncia all’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria) del presunto cartello fra Moby, Gnv, Snav e Corsica Ferries, ha deciso di conservare la proprietà di Saremar (beneficiaria nei prossimi 12 anni di 13,6 milioni di euro l’anno di sovvenzioni) per effettuare collegamenti col continente. Un progetto abborracciato per tempistica e tale da scatenare le ire degli armatori privati. I quali, dopo aver derubricato a invenzione il cartello, evidenziando, anche in Parlamento il legame fra incremento dei prezzi e caro-petrolio, hanno minacciato di ricorrere alle autorità europee: se pure il sovvenzionamento ai servizi pubblici regionali di Saremar può esser aggirato con una doppia contabilità (una per i collegamenti locali e una per i nazionali), l’eventuale ripiano delle perdite da parte della Regione configurerebbe l’indebito aiuto pubblico.

    Intanto il piglio acceso con cui l’Autorità garante della concorrenza ha avviato l’ istruttoria fa pensare che saranno esaminati anche elementi apparentemente laterali, dalla «fusione» Gnv-Snav, al default della compagnia T-Link, allo stemperarsi della storica concorrenza fra Moby e Corsica Ferries. Nel frattempo Saremar si è trasformata per la giunta Cappellacci nel simbolo della difesa della continuità territoriale, tanto da arrivare alla minaccia di «attaccare» giuridicamente l’intera procedura di privatizzazione. Ultimo colpo di mano con i traghetti veloci. Messi separatamente in vendita da D’Andrea con la solita procedura bulgara, le navi hanno finora continuato a languire nei rispettivi porti di disarmo, ma la settimana scorsa pare sia stata conclusa la vendita (a circa 1 milione l’uno, prezzo da rottamazione) ma senza nessuna comunicazione ufficiale.

  7. #32
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Solo alcune parti di Alitalia...io al momento lavoro in un'azienda che ha rilevato una fetta Alitalia relativa al catering; la nuova dirigenza si è trovata con millemila lavoratori fancazzisti a fronte di un centinaio che lavorano, un totale di circa 600 persone per un lavoro per il quale ne bastano 400, tutti sindacalisti, tutti livelli alti e abituati (onestamente) a lavorare poco rispetto ai ritmi che l'azienda cerca di imporre ora, tutti che ne se fregano dei regolamenti e della produttività, tutti parenti/amici tra loro o con gli ex dirigenti insomma, una cosa proprio rosea da gestire, i tedeschi son disperati. Gli strumenti di intervento in tal senso sono a dir poco tarpati...
    Un kalashnikov potrebbe servire...

  8. #33
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    Solo alcune parti di Alitalia...io al momento lavoro in un'azienda che ha rilevato una fetta Alitalia relativa al catering; la nuova dirigenza si è trovata con millemila lavoratori fancazzisti a fronte di un centinaio che lavorano, un totale di circa 600 persone per un lavoro per il quale ne bastano 400, tutti sindacalisti, tutti livelli alti e abituati (onestamente) a lavorare poco rispetto ai ritmi che l'azienda cerca di imporre ora, tutti che ne se fregano dei regolamenti e della produttività, tutti parenti/amici tra loro o con gli ex dirigenti insomma, una cosa proprio rosea da gestire, i tedeschi son disperati. Gli strumenti di intervento in tal senso sono a dir poco tarpati...

    Strano, non l'avrei mai detto

    Oltretutto, dopo aver parlato svariate volte con personale alitalia, vorrei andarmi a vedere se -come penso- c'è una voce "si richiede conoscienza parlata e scritta del romanesco" nei form di assunzione quando fai richiesta per lavorare con loro

  9. #34
    La Borga L'avatar di Firestorm
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    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    Con la firma avvenuta ieri del contratto di cessione alla cordata Cin (Compagnia italiana di navigazione) si è conclusa, dopo due anni e mezzo, la procedura di privatizzazione dell’ormai ex compagnia marittima di bandiera Tirrenia. Il contratto, secondo una nota di Cin, prevede «l'acquisto del marchio Tirrenia, di 18 navi e delle linee attraverso la convenzione che verrà stipulata con il ministero dei Trasporti» (di cui esiste già una bozza, citata in vari documenti dell’amministrazione straordinaria della compagnia e mai resa pubblica, ndr).

    Confermati il prezzo: 380 milioni di euro, 200 cash più 3 tranche condizionate al versamento delle sovvenzioni pubbliche previste per i prossimi 8 anni, la «formula Alitalia» e il piano industriale anticipati da Linkiesta ma «il passaggio di Tirrenia a Cin rimane condizionato all’ottenimento del via libera antitrust da parte della Commissione Europea e interverrà definitivamente solo in tale data». Oltre all’europlacet, le incognite maggiori restano la trattativa coi sindacati per la ridefinizione dei contratti e la (tardiva) minaccia della Regione Sardegna di impugnare la legge sulla privatizzazione se non sarà accolta la richiesta di un suo ingresso (al 25%) nel capitale di Cin con una sorta di golden share che le attribuisca, a statuto, particolari diritti amministrativi a tutela – è la tesi della Regione – della continuità territoriale.

    In attesa di questi passaggi vale la pena ripercorrere i momenti salienti di una privatizzazione ingarbugliata, caratterizzata da scarsa trasparenza e da molti interrogativi ancora aperti, che solo parziale risposta (anche a causa dei numerosissimi omissis) trovano nei documenti resi noti dall’amministrazione straordinaria della compagnia. Occorre innanzitutto spiegare che alla scelta di privatizzare Tirrenia si è arrivati per l’incompatibilità con la normativa europea del sistema italiano a garanzia della continuità territoriale. Il ventennale meccanismo convenzionale italiano, scaduto il 31/12/2008 e prorogato alla conclusione della privatizzazione (con conseguente apertura di procedura di infrazione da parte della Commissione Europea), prevede che la compagnia di Stato effettui quelle tratte che il privato non avrebbe convenienza ad operare e che applichi tariffe tali da garantire la continuità territoriale.

    Lo Stato in cambio si impegna a ripianare il gap fra costi e ricavi di una simile gestione, quale che sia l’importo. Così distorcendo il mercato, perché Tirrenia può permettersi per anni qualunque inefficienza gestionale e l’applicazione di tariffe sottocosto anche sulle rotte soggette a competizione.
    Scaduta la convenzione, l’attuale esecutivo preferisce vendere la compagnia (controllata dal Ministero dell’Economia attraverso Fintecna), piuttosto che – come caldeggiato anche a Bruxelles – mettere a gara le sovvenzioni riconosciute ai singoli servizi e magari mantenere la proprietà di Tirrenia. Scelta scaturita dalla considerazione che, in un mercato così liberalizzato, Tirrenia, gravata dal passivo di decenni di gestione allegra e da contratti col personale diversi (e per essa sfavorevoli) da quelli applicati dai privati, fallirebbe presto. La strada intrapresa è accompagnata dalla proroga delle convenzioni, dallo scorporo delle controllate regionali di Tirrenia e dalla definizione di nuove convenzioni: a garanzia della continuità territoriale Tirrenia riceverà 72,6 milioni di euro annui per 8 anni, mentre le regionali beneficeranno di sovvenzioni per 12 anni.

    Il primo tentativo di vendita fallisce però nell’agosto 2010 a causa del mancato accordo contrattuale fra Fintecna e la newco Mediterranea Holding, unica offerente (circa 25 milioni l’offerta). Il bando infatti spaventa tutti gli interessati. Contrariamente alle altre regioni competenti, la Sicilia ha rifiutato il conferimento della sua regionale (Siremar), che viene accollata alla compagnia madre, inficiandone l’appetibilità, già compromessa dall’incredibile passivo. Quando la compagnia domanda e ottiene l’amministrazione straordinaria, dopo la gara, l’esposizione debitoria di Tirrenia è di 701 milioni di euro e quella di Siremar di 78,1 milioni. A questo punto il neocommissario straordinario Giancarlo D’Andrea, che rimpiazza Franco Pecorini (da 25 anni al timone di Tirrenia), pubblica bandi distinti per Tirrenia e Siremar. Non si parla più di «intero complesso aziendale», bensì di «ramo di azienda di Tirrenia», e si fa strada l’ipotesi, ancora oggi non chiarita, della creazione di una bad company stile Alitalia cui accollare il passivo della compagnia.

    Ipotesi avallata dalla perizia affidata a Banca Profilo, che valuta Tirrenia 380 milioni (non considerando evidentemente i debiti) e Siremar 55. Di certo c’è lo stato passivo da 620 milioni di euro e 1700 iscritti (dipendenti, fornitori, banche, consulenti e Fintecna stessa), mentre dal bando sono esclusi immobili, opere d’arte, una nave desueta e i 6 famosi traghetti veloci, ordinati negli anni novanta alla Fincantieri zoppicante per circa 500 miliardi di lire e quasi mai usati perché troppo onerosi come consumi. Una commessa così sballata che D’Andrea le dedica addirittura un capitolo della «relazione sulle cause di insolvenza». Da settembre in poi si prosegue fra manifestazioni di interesse, due diligence e data room, all’insegna di mancanza di pubblicità e gran confusione, fino a quando, in primavera, si delinea l’unica offerta ricevibile: 200 milioni, suscettibili di diventare i 380 (ritenuti il minimo accettabile), in tre rate vincolate all’ottenimento dei 72,6 milioni annui di sovvenzione (su cui pende ancora il giudizio della Commissione Europea che potrebbe giudicarle illegittime).

    A presentarla è la newco Cin formata da tre big dell’armamento italiano: Gianluigi Aponte (Msc e Snav), Manuel Grimaldi (Grimaldi Napoli) e Vincenzo Onorato (Moby). Un insieme che, considerato che Aponte ha da poco comprato il 50% di Grandi Navi Veloci assumendone il controllo, occupa nel complesso una posizione rilevante nel Tirreno, in particolare nei servizi con la Sardegna (l’unico player fuori dalla cordata è Corsica Ferries). Ma, quando a novembre la newco si palesa come favorita, nessuno solleva problemi di concentrazione di mercato e solo a cose praticamente fatte (il 15 giugno scorso) l’Antitrust si accorge di non essere competente e passa la palla a Bruxelles. D’altro canto anche sull’altra cordata in gara, protagonista pure nel primo bando, nessuno ha avuto da eccepire malgrado Mediterranea Holding, guidata dall’armatore Salvatore Lauro (gruppo Lauro, ex senatore Pdl), vanti come socio di riferimento la Regione Siciliana, prefigurando quindi l’ipotesi che una privatizzazione finisca con il passaggio ad una Regione.

    Un’assurdità non solo semantica, perché, in caso di perdite, l’eventuale ripiano configurerebbe una sovvenzione pubblica indebita identica a quelle stigmatizzate per anni dall’Europa. Partiamo proprio dalla Sicilia per vedere cosa è stato delle compagnie locali. Per Siremar, rifiutata dalla Regione, finita in amministrazione straordinaria e messa in vendita, D’Andrea, dopo una procedura ancor più opaca di quella Tirrenia, ha ricevuto a fine maggio le offerte di Compagnia delle Isole (60,1 milioni) e Società Navigazione Siciliana (55,1 milioni), neonata joint venture fra Ustica Lines (storico e fortissimo operatore locale) e Caronte&Tourist.
    Compagnia delle Isole è una newco guidata da Lauro e controllata al 60% da Mediterranea Holding. Cioè dalla Regione Siciliana, pronta quindi a pagare ciò che le era stato offerta gratuitamente un anno e mezzo prima… Fra i soci minoritari Navigazione Generale Italiana, società partecipata al 50% da Caronte&Tourist (delle famiglie Franza e Matacena). Caronte partecipa quindi ad entrambe le cordate e, se non bastasse, poche settimane fa ha registrato l’ingresso nel capitale della controllata Cartour del Fondo Italiano d’Investimento Sgr (con una quota del 25% e un investimento di 17,5 milioni di euro), fra i cui soci (paritari) vi sono Cassa Depositi e Prestiti e Ministero dell’Economia. Il vincitore non è ancora stato proclamato.

    La Toscana Regionale Marittima (Toremar) è l’unica regionale già venduta, ma anche qui le anomalie non mancano. Dopo una gara condotta in modo abbastanza trasparente, la Regione ha capovolto l’iniziale verdetto, assegnando la compagnia a Moby (che rinuncia a 14 dei 174 milioni di euro di sovvenzione previsti per 12 anni) e decretando la sconfitta di Toscana di Navigazione, newco guidata dal solito Lauro. Bocciato dal Tar fiorentino il ricorso di quest’ultimo, il problema concentrazione è stato «risolto» dall’Antitrust autorizzando l’operazione, ma condizionandola ad alcune misure tali da portare la quota di slot assegnati a Moby e Toremar dall’80% al 66%. Per quanto riguarda Caremar (che nei prossimi 12 anni riceverà 29,8 milioni di euro l’anno) l’unica novità degli ultimi 18 mesi è l’avvenuto passaggio, a febbraio, del ramo pontino della compagnia alla Regione Lazio, con la creazione ad hoc di Laziomar. Né Campania né Lazio hanno ancora chiarito le rispettive intenzioni.

    La Sardegna fa infine caso a sé. Quando a gennaio è emerso il cosiddetto fenomeno del caro-traghetti, la Regione, previa denuncia all’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria) del presunto cartello fra Moby, Gnv, Snav e Corsica Ferries, ha deciso di conservare la proprietà di Saremar (beneficiaria nei prossimi 12 anni di 13,6 milioni di euro l’anno di sovvenzioni) per effettuare collegamenti col continente. Un progetto abborracciato per tempistica e tale da scatenare le ire degli armatori privati. I quali, dopo aver derubricato a invenzione il cartello, evidenziando, anche in Parlamento il legame fra incremento dei prezzi e caro-petrolio, hanno minacciato di ricorrere alle autorità europee: se pure il sovvenzionamento ai servizi pubblici regionali di Saremar può esser aggirato con una doppia contabilità (una per i collegamenti locali e una per i nazionali), l’eventuale ripiano delle perdite da parte della Regione configurerebbe l’indebito aiuto pubblico.

    Intanto il piglio acceso con cui l’Autorità garante della concorrenza ha avviato l’ istruttoria fa pensare che saranno esaminati anche elementi apparentemente laterali, dalla «fusione» Gnv-Snav, al default della compagnia T-Link, allo stemperarsi della storica concorrenza fra Moby e Corsica Ferries. Nel frattempo Saremar si è trasformata per la giunta Cappellacci nel simbolo della difesa della continuità territoriale, tanto da arrivare alla minaccia di «attaccare» giuridicamente l’intera procedura di privatizzazione. Ultimo colpo di mano con i traghetti veloci. Messi separatamente in vendita da D’Andrea con la solita procedura bulgara, le navi hanno finora continuato a languire nei rispettivi porti di disarmo, ma la settimana scorsa pare sia stata conclusa la vendita (a circa 1 milione l’uno, prezzo da rottamazione) ma senza nessuna comunicazione ufficiale.

    a questo punto era meglio tenersela dato che alla fine paghiamo lo stesso...

  10. #35
    Il Nonno L'avatar di lory
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    tra le tasse "nascoste" possiamo aggiungere anche il rinvio degli scatti stipendiali dei pubblici dipendenti? faccio l'esempio, guarda caso , di un insegnante, che dovrebbe avere lo scatto di anzianità dopo 7 anni (anche questo un lascito dei precedenti governi B.): diciamo circa 120 euro netti. Già nella precedente finanziaria erano stati posticipati di due anni, ora si prolunga il posticipo di un ulteriore anno.
    Due conti, quindi: 120€/mese*13 mensilità= 1560€ ogni anno che pago come mancato introito. Che si aggiungono a tutti gli aumenti fiscali e al taglio delle detrazioni
    per 3 anni corrispondono a 4680 €
    senza tenere da conto i mancati contributi pensionistici e quindi una pensione ridotta alla fine.
    e mi si viene a dire che questo è il governo che non aumenta le tasse, che non mette le mani nelle tasche degli italiani?
    chiwaz, anni fa dicesti che tua valutazione di un governo la facevi guardando il conto in banca e facendo il confronto con l'anno precedente: per quanto trovai la regola assolutamente miope, perché non tiene conto dei servizi offerti e dell'equità sociale, onestamente possiamo promuovere questi anni di governo? vogliamo continuare a dire che tutto va bene? che il federalismo è LA soluzione per cui ingoiare ogni boccone?
    non è forse il caso di ammettere che qualcosa è andato storto?

  11. #36
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    più che altro è il caso di cambiare titolo, da 2011-2014 a 2011-2013

  12. #37
    Chiwaz
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    chiwaz, anni fa dicesti che tua valutazione di un governo la facevi guardando il conto in banca e facendo il confronto con l'anno precedente: per quanto trovai la regola assolutamente miope, perché non tiene conto dei servizi offerti e dell'equità sociale, onestamente possiamo promuovere questi anni di governo? vogliamo continuare a dire che tutto va bene? che il federalismo è LA soluzione per cui ingoiare ogni boccone?
    non è forse il caso di ammettere che qualcosa è andato storto?
    Forse c'è anche una crisi economica mondiale in atto.
    Così tanto per palare di miopia.
    A sentire te e altri sembra che il modo per essere tutti ricchi e felici ci sia, ma il governo non lo voglia fare perché è cattivo

    Comunque non ho capito 'sta maniera di rivolgerti come se fossi IO a decidere cosa deve fare il governo.

    Comunque, penso che le più grosse pecche di questo governo siano state due:
    - perdere troppo tempo appresso alle menate di Berlusconi
    - non aver promosso vere liberalizzazioni, cosa che per un governo di destra e che dovrebbe essere liberista, è ancora peggio. E secondo me non era necessario arrivare alle abolizioni degli ordini professionali per arrivarci, bastava facilitarne l'accesso e mantenerli come organismo di vigilanza e garanzia sui proprio membri.

    Non posso avere la controprova, ovviamente, ma dubito che un altro governo avrebbe saputo fare poi tanto meglio, in questo periodo storico.
    Ultima modifica di Chiwaz; 06-08-11 alle 13:35:37

  13. #38
    Il Nonno L'avatar di lory
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    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Forse c'è anche una crisi economica mondiale in atto.
    Così tanto per palare di miopia.
    A sentire te e altri sembra che il modo per essere tutti ricchi e felici ci sia, ma il governo non lo voglia fare perché è cattivo

    Comunque non ho capito 'sta maniera di rivolgerti come se fossi IO a decidere cosa deve fare il governo.
    crisi? ma dai, è solo pessimismo dei giornali e dei comunisti

    "noi abbiamo una economia solida: vero che siamo indebitati fino al collo, ma il risparmio privato c'è" (cit. Tramonti, l'altro ieri): il che si traduce così:"se ci troviamo con la canna del gas alla gola, ricorreremo ad una forte patrimoniale e da lì tireremo fuori i soldi".

    Chiwaz, la crisi mondiale c'è ovunque, lo sappiamo bene nonostante i millemila inviti a non vederla. Ma la situazione italiana è più grave che altrove, ed è dovuta anche alle politiche fin qui attuate. In altre nazioni come spagna e portagallo hanno almeno avuto la decenza di ammetterlo e di ritirarsi. Da noi si continua a nascondere la polvere sotto il tappeto.
    E mi rivolgo a te perché sei stato sempre un fautore di questo governo. Mica parlo a nuora perché suocera intenda


    ps: non vale, modifichi in corso di risposta
    comunque, il governo non è "brutto e cattivo", s'è dimostrato incompetente e soprattutto concentrato a risolvere beghe, interessi e poteri personali, in un'ottica da sacco dello Stato.
    Ultima modifica di lory; 06-08-11 alle 13:47:45

  14. #39
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Chiwaz, la crisi mondiale c'è ovunque, lo sappiamo bene nonostante i millemila inviti a non vederla. Ma la situazione italiana è più grave che altrove, ed è dovuta anche alle politiche fin qui attuate. In altre nazioni come spagna e portagallo hanno almeno avuto la decenza di ammetterlo e di ritirarsi. Da noi si continua a nascondere la polvere sotto il tappeto.
    Tu vedi le dimissioni di Zapatero come un gesto responsabile, per me è soltanto vigliaccheria e dire "ok, arrangiatevi".

    Che l'Italia sia in una situazione finanziaria diversa è vero, non è questione di inviti a ignorare la crisi, tant'è che abbiamo tenuto botta un paio di anni in più rispetto a quello che si pensava anni fa. Il problema è che in questo periodo non si è corsi sufficientemente ai ripari.

    Un governo tecnico, ammettendo pure che si faccia, come credi che agirà se non con patrimoniali e altri tagli a te e ai tuoi colleghi ?

  15. #40
    Il Nonno L'avatar di lory
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    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Tu vedi le dimissioni di Zapatero come un gesto responsabile, per me è soltanto vigliaccheria e dire "ok, arrangiatevi".

    Che l'Italia sia in una situazione finanziaria diversa è vero, non è questione di inviti a ignorare la crisi, tant'è che abbiamo tenuto botta un paio di anni in più rispetto a quello che si pensava anni fa. Il problema è che in questo periodo non si è corsi sufficientemente ai ripari.

    Un governo tecnico, ammettendo pure che si faccia, come credi che agirà se non con patrimoniali e altri tagli a te e ai tuoi colleghi ?
    guarda che io la patrimoniale, IN QUESTE CONDIZIONI, la vedo anche bene: non so quelli che votano Lega e PdL, sempre che si siano resi conto del significato delle parole di mister tVemonti. Come vedrei bene una tassazione a livello europeo delle transazioni finanziarie; come vedrei una tassa fissa sui capitali scudati a percentuali irrisorie un paio d'anni fa.
    Un governo tecnico avrebbe dalla sua il fatto di poter generare fiducia nei mercati: noi ora, oltre a tutto il resto, stiamo pagando un dazio enorme al fatto che l'estero ci vede governati senza speranza da quello che ormai considera un buffone. E come dargli torto?

    ps: non abbiamo tenuto botta due anni, altrimenti non saremmo dove siamo. Abbiamo nascosto la botta, questo è un altro par di maniche

  16. #41
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    2 giorni fa mi è arrivata una carta dall'assicurazione,dice che per effetto del federalismo fiscale il costo delle assicurazioni subirà variazioni comprese fra il -3,5% al +3,5% a seconda della regione.Guardacaso qui l'hanno aumentato del 3,5 %,il massimo possibile (Veneto).Giusto in tempo per prenderla in culo,visto che devo pagarla la prossima settimana.

  17. #42
    Chiwaz
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    guarda che io la patrimoniale, IN QUESTE CONDIZIONI, la vedo anche bene: non so quelli che votano Lega e PdL, sempre che si siano resi conto del significato delle parole di mister tVemonti. Come vedrei bene una tassazione a livello europeo delle transazioni finanziarie; come vedrei una tassa fissa sui capitali scudati a percentuali irrisorie un paio d'anni fa.
    Un governo tecnico avrebbe dalla sua il fatto di poter generare fiducia nei mercati: noi ora, oltre a tutto il resto, stiamo pagando un dazio enorme al fatto che l'estero ci vede governati senza speranza da quello che ormai considera un buffone. E come dargli torto?
    Beh, anche Obama deve essere visto come un buffone, visto che gli USA sono appena stati declassati. Oppure è un pelo più complicato di così, che dici?

    La patrimoniale la stai pagando attraverso il mancato adeguamento dello stipendio, lo hai detto tu stessa. Eppure mi pareva di capire che non ti andasse poi così bene.
    Purtroppo la "tassa che colpisce i ricchi" non è abbastanza per risanare il debito pubblico, tocca pagare tutti indipendentemente dal reddito.
    Ho sentito che anticiperanno il pareggio, quindi io ci rimetterò sulle detrazioni fiscali per il mutuo, e mia moglie per quelle della madre al ricovero, e son mazzate anche queste.

    ps: non abbiamo tenuto botta due anni, altrimenti non saremmo dove siamo. Abbiamo nascosto la botta, questo è un altro par di maniche
    Invece sì, altrimenti adesso staremmo non dico come la Grecia che è esagerato, ma come l'Irlanda e la Spagna si, che non è che perché per UNA giornata hanno lo spread più alto del nostro hanno risolto i loro problemi, dato che è da marzo che hanno la gente in piazza, e la disoccupazione al 15% da anni.

  18. #43
    La Borga
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    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    ...è da marzo che hanno la gente in piazza, e la disoccupazione al 15% da anni.
    Non ti preoccupare che a questo ci arriveremo rapidamente:anche se la cosa non viene pubblicizzata è pieno di aziende che stanno continuando a chiudere,ogni giorno ci sono centinaia di persone che finiscono nella cacca.Tanto per fare un esempio:1 mese fa un'azienda a pochi chilometri da casa mia ha lasciato a casa 280 operai in un colpo solo(alcuni li conosco pure).

  19. #44
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    Tu vedi le dimissioni di Zapatero come un gesto responsabile, per me è soltanto vigliaccheria e dire "ok, arrangiatevi".

    Che l'Italia sia in una situazione finanziaria diversa è vero, non è questione di inviti a ignorare la crisi, tant'è che abbiamo tenuto botta un paio di anni in più rispetto a quello che si pensava anni fa. Il problema è che in questo periodo non si è corsi sufficientemente ai ripari.
    \Thread

    Il problema è che non solo si è corso ai ripari ma si è anche fatto finta di non vedere la crisi. La crisi prima non c'era, poi c'era ma senza effetti per l'Italia, poi (1 anno fa) la crisi era passata senza far danni.

    E oggi ci ritroviamo con la crisi mondiale ??


    Comunque, dal mio punto di vista, sarebbe l'occasione giusta per fare una profonda ristrutturazione statale, eliminare province (o regioni o quello che è ), ma soprattutto tagliare gli sprechi della burocrazia alla base piuttosto che alla testa.

    Un PdR che intasca centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile
    un parlamentare/ministro che guadagna centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile. Certo..una riduzione non farebbe male ma porterebbe più a vantaggi formali che altro.

    Il problema sono quelle migliaia e migliaia di dirigentucoli pubblici (Provincie, Regioni, Comuni, Aziende municipalizzate, etc. etc etc) che percepiscono stipendi da CEO di multinazionali

  20. #45
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Citazione Originariamente Scritto da Zuma90 Visualizza Messaggio
    \Thread

    Il problema è che non solo si è corso ai ripari ma si è anche fatto finta di non vedere la crisi. La crisi prima non c'era, poi c'era ma senza effetti per l'Italia, poi (1 anno fa) la crisi era passata senza far danni.

    E oggi ci ritroviamo con la crisi mondiale ??


    Comunque, dal mio punto di vista, sarebbe l'occasione giusta per fare una profonda ristrutturazione statale, eliminare province (o regioni o quello che è ), ma soprattutto tagliare gli sprechi della burocrazia alla base piuttosto che alla testa.

    Un PdR che intasca centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile
    un parlamentare/ministro che guadagna centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile. Certo..una riduzione non farebbe male ma porterebbe più a vantaggi formali che altro.

    Il problema sono quelle migliaia e migliaia di dirigentucoli pubblici (Provincie, Regioni, Comuni, Aziende municipalizzate, etc. etc etc) che percepiscono stipendi da CEO di multinazionali
    I modi per risparmiare soldi ed avere ENORMI benefici ci sono, purtroppo abbiamo politici che non vogliono rischiare di socntentare qualcuno e/o ridurre i privilegi, le poltrone ed i benefit alle varie clientele...

    "Basterebbe" accorpare i comuni più piccoli, abolire le province e distribuire competenze e dipendenti tra regioni e comuni (ovviamente eliminando consiglieri, presidenti, assessori e consulenti) per risparmiare 2-3 miliardi di euro e soprattutto razionalizzare un bel po' l'apparato burocratico...

    Dopodiché, si passa ad eliminare gli enti inutili, come quelli che si occupano di analizzare le condizioni di vita dei girini nel lago di como o giù di lì, facendo la stessa cosa: ridistribuzione dei dipendenti dove serve ed eliminazione dei capoccia.

    Però, sai com'è... è un lavoro difficile, si fa prima a tagliare indiscriminatamente... però direi che qualcosa va fatto, se come pare togli altri 1.000 € a famiglia ogni anno si cominciano a rischiare i disordini.

    Dopodiché, si comincia a fare una SERIA lotta alla corruzione ed alla MALAGESTIONE, rivedendo completamente il sistema degli appalti e cambiando e/o aggiungendo leggi dove servono, ed eliminando quell'aborto dell'odiosa depenalizzazione del falso in bilancio. Toh, un esempio di come si potrebbe fare... http://www.ilfattoquotidiano.it/2010...iggerla/59500/ http://www.ilfattoquotidiano.it/2010...2%80%9D/59313/

    Il passo successivo è velocizzare finalmente la velocità dei processi, eliminando parte delle varie eccezioni e cavilli presenti, abolendo/accorpando BENE le leggi inutili, dando più strumenti ai tribunali vari (sia personale che computer/cancelleria) e soprattutto ELIMINANDO le sezioni staccate dei Tribunali (oltre ai Tribunali piccoli...), più fonte di ingiustizia che altro... in tali sezioni il personale c'è OGNI TANTO perchè ovviamente non ce n'è abbastanza da destinarvi, e quindi le UDIENZE di tengono ogni tanto... è grasso che cola se in tali sezioni trovi l'impiegato e il cancelliere giusto, e i giudici addetti sono pochi, pochissimi.... se uno o due impiegati si ammalano o sono in ferie in pratica la sezione staccata cessa di funzionare, con tutta la barcata di udienze che si ingorga di conseguenza.


    Servirebbero pure liberalizzazioni fatte BENE, cosa che silvio promette da 17 anni... ce la farà? Oltre ovviamente ad un federalismo SERIO con costi standard, non quell'aborto che vogliono fare...

    La legalizzazione delle droghe leggere e della prostituzione, poi, porterebbe un altro po' di ossigeno..

    ah: magari eliminamo gli ufficetti della Lega sotto casa (Monza), che ne dite?

    Mi ripeto, se 'sta manovra consiste in balzelli e ticket vari, si può solo classificare come PORCATA. Cosa risolvi? Finisci solo e soltanto per deprimere il mercato. Qualsiasi cretino è in grado di aumentare le tasse e bòn, eh...

    Concordiamo? Non ditemi che sono grillate, daì.
    Ultima modifica di Manu; 06-08-11 alle 15:58:25

  21. #46
    Il Nonno L'avatar di lory
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    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Beh, anche Obama deve essere visto come un buffone, visto che gli USA sono appena stati declassati. Oppure è un pelo più complicato di così, che dici?
    certo che è più complicato, Chiwaz! anche perché il declassamento non è il bund sui BDT, e comunque anche negli Usa hanno i loro bei peni da gestire. Non si può negare che al momento stiamo pagando un deficit di fiducia, però. Anche se spiace ammetterlo.



    La patrimoniale la stai pagando attraverso il mancato adeguamento dello stipendio, lo hai detto tu stessa. Eppure mi pareva di capire che non ti andasse poi così bene.
    Purtroppo la "tassa che colpisce i ricchi" non è abbastanza per risanare il debito pubblico, tocca pagare tutti indipendentemente dal reddito.
    Ho sentito che anticiperanno il pareggio, quindi io ci rimetterò sulle detrazioni fiscali per il mutuo, e mia moglie per quelle della madre al ricovero, e son mazzate anche queste.
    la patrimoniale la stanno pagando soprattutto i ceti bassi, e questo è uno schifo. Nessuno dice: paghino solo i ricchi, ma che ci mettessero qualcosa anche loro magari non farebbe schifo. I soldi andrebbero presi dove ce n'è di più, non si capisce perché le rendite finanziare e i fondi scudati debbano pagare cifre irrisorie. Sia per questioni di equità che anche di mera cassa.

    Invece sì, altrimenti adesso staremmo non dico come la Grecia che è esagerato, ma come l'Irlanda e la Spagna si, che non è che perché per UNA giornata hanno lo spread più alto del nostro hanno risolto i loro problemi, dato che è da marzo che hanno la gente in piazza, e la disoccupazione al 15% da anni.
    perché, secondo te stiamo messi meglio?

  22. #47
    Chiwaz
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    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Citazione Originariamente Scritto da Nimoc Visualizza Messaggio
    Non ti preoccupare che a questo ci arriveremo rapidamente:anche se la cosa non viene pubblicizzata è pieno di aziende che stanno continuando a chiudere,ogni giorno ci sono centinaia di persone che finiscono nella cacca.Tanto per fare un esempio:1 mese fa un'azienda a pochi chilometri da casa mia ha lasciato a casa 280 operai in un colpo solo(alcuni li conosco pure).
    Questo sta succedendo dal 2009.

  23. #48
    Chiwaz
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    Citazione Originariamente Scritto da Zuma90 Visualizza Messaggio
    Comunque, dal mio punto di vista, sarebbe l'occasione giusta per fare una profonda ristrutturazione statale, eliminare province (o regioni o quello che è ), ma soprattutto tagliare gli sprechi della burocrazia alla base piuttosto che alla testa.

    Un PdR che intasca centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile
    un parlamentare/ministro che guadagna centinaia di migliaia di euro è ancora accettabile. Certo..una riduzione non farebbe male ma porterebbe più a vantaggi formali che altro.

    Il problema sono quelle migliaia e migliaia di dirigentucoli pubblici (Provincie, Regioni, Comuni, Aziende municipalizzate, etc. etc etc) che percepiscono stipendi da CEO di multinazionali
    Gli stipendi dei dirigenti sono sì un ramo da tagliare, ma guardate che accorpare regioni, provincie etc. significa mandare a spasso decine di migliaia di persone, e non sono dirigenti ma semplici impiegati.

  24. #49
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: Thread generale - Finanziaria "lacrime e sangue" 2011-2014

    Citazione Originariamente Scritto da lory Visualizza Messaggio
    la patrimoniale la stanno pagando soprattutto i ceti bassi, e questo è uno schifo. Nessuno dice: paghino solo i ricchi, ma che ci mettessero qualcosa anche loro magari non farebbe schifo. I soldi andrebbero presi dove ce n'è di più, non si capisce perché le rendite finanziare e i fondi scudati debbano pagare cifre irrisorie. Sia per questioni di equità che anche di mera cassa.
    Infatti li prendono dove ce n'è di più: nei ceti medi che sono molto più numerosi dei ceti alti. E' una merda, ma è l'unico modo per incassare tanto e in fretta.

    perché, secondo te stiamo messi meglio?
    Pardon, avevo letto male.
    rispetto alla Spagna non lo so. La crescita che hanno avuto negli anni passati era gonfiata dalla bolla immobiliare, francamente non conosco a sufficienza la loro situazione da poter fare paragoni. Secondo me rischiamo di arrivare al loro livello in breve tempo.

  25. #50
    Il Nonno L'avatar di lory
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    Citazione Originariamente Scritto da Chiwaz Visualizza Messaggio
    Gli stipendi dei dirigenti sono sì un ramo da tagliare, ma guardate che accorpare regioni, provincie etc. significa mandare a spasso decine di migliaia di persone, e non sono dirigenti ma semplici impiegati.
    non si capisce perché per loro si piange e per 144.000 (centoquarantaquattromila!) lavoratori nella scuola non s'è battuto ciglio: si doveva risparmiare! forse perché sono bacini elettorali differenti?
    ecco perché un governo tecnico potrebbe funzionare: non deve temere il confronto con l'elettorato tra due anni

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