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Discussione: Ray Bradbury

  1. #1
    Il Puppies L'avatar di Freezah
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    Predefinito Ray Bradbury

    Qualcuno conosce questo scrittore di fantascienza che scrisse numerosi episodi per la serie americana "the twilight zone"?
    Io di lui ho letto fahrenait 451 (da cui è tratto anche l'ottimo film di truffaut),molto dopo mezzanotte (una serie di eccelenti racconti brevi),il popolo dell'autunno (anche da esso è tratto un film,nonchè ha ispirato "the last temptation" del grande alice cooper) e l'ultimo tangerine.Di questo autore ammiro particolarmente la prosa,ricca di immagini e vivide descrizioni,anche psicologiche dei personaggi.
    Qualche altro consiglio? (Escluso cronache marziane,che conosco di nome ma non mi ispira)

  2. #2
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Obi-Fran Kenobi
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Male, Cronache Marziane lo ritengo il migliore della sua produzione .

  3. #3
    Lo Zio L'avatar di Toru Watanabe
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    io ho letto oltre a fahrenhenait anche Io canto il corpo elettrico, una raccolta di racconti, molto bello

  4. #4
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Obi-Fran Kenobi ha scritto gio, 03 agosto 2006 alle 14:26
    Male, Cronache Marziane lo ritengo il migliore della sua produzione .
    Cronache marziane non l'ho letto, ma rimane tra i miei libri preferiti, se non addirittura il mio libro preferito fahrenait 451 compreso anche il film,



    e ci aggiungo pure equilibrium.



  5. #5

    Predefinito Re: Ray Bradbury

    in effetti apprezzare bradbury senza aver letto cronache marziane, è come amare dante senza sapere cosa sia la divina commedia...

  6. #6
    Il Fantasma L'avatar di Umibozu
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Io, dopo aver visto commenti entusiastici sulle opere di questo autore, ho comprato Cronache Marziane, Fahreneit 451 e Tangerine. Ho letto prima quest' ultimo perchè essendo un libro di racconti brevi si adattava di più ai frammenti di tempo che avevo disponibili per la lettura. Devo dire che è stato il libro più raccapricciante che abbia mai letto. Sono pochi i racconti che salvo. Ho iniziato a leggere Cronache Marziane terrorizzato che fosse altrettanto terrificante, ma per fortuna invece mi è piaciuto. Ho apprezzato particolarmente il racconto con "le palle azzurre" e gli ultimi capitoli. Lo consiglio vivamente. Ora mi rimane da leggere Fahreneit 451. Speriamo bene.

    Colgo l'occasione per fare un osservazione su Cronache Marziane:
    Spoiler:
    ma quando scoppia la guerra sulla Terra, perchè tutti ci tornano? Di solito la gente scappa dalla guerra invece di gettarsi tra le braccia della morte. Bradbury cerca di giustificare questo comportamento, ma mica mi ha convinto.
    Subito dopo Cronache Marziane, inoltre, mi è capitato di leggere "ma gli androidi sognano pecore elettriche?" di Dick. Anche lì c'è stata una grande guerra sulla Terra, ma si vede che la gente era più furba perchè la Terra devastata è rimasta in gran parte disabitata e la gente è andata a vivere su altri pianeti (tra cui Marte). Comunque, a parte questo CM rimane un bel libro.

  7. #7
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Umibozu ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 02:45
    Io, dopo aver visto commenti entusiastici sulle opere di questo autore, ho comprato Cronache Marziane, Fahreneit 451 e Tangerine. Ho letto prima quest' ultimo perchè essendo un libro di racconti brevi si adattava di più ai frammenti di tempo che avevo disponibili per la lettura. Devo dire che è stato il libro più raccapricciante che abbia mai letto. Sono pochi i racconti che salvo. Ho iniziato a leggere Cronache Marziane terrorizzato che fosse altrettanto terrificante, ma per fortuna invece mi è piaciuto. Ho apprezzato particolarmente il racconto con "le palle azzurre" e gli ultimi capitoli. Lo consiglio vivamente. Ora mi rimane da leggere Fahreneit 451. Speriamo bene.

    Colgo l'occasione per fare un osservazione su Cronache Marziane:
    Spoiler:
    ma quando scoppia la guerra sulla Terra, perchè tutti ci tornano? Di solito la gente scappa dalla guerra invece di gettarsi tra le braccia della morte. Bradbury cerca di giustificare questo comportamento, ma mica mi ha convinto.
    Subito dopo Cronache Marziane, inoltre, mi è capitato di leggere "ma gli androidi sognano pecore elettriche?" di Dick. Anche lì c'è stata una grande guerra sulla Terra, ma si vede che la gente era più furba perchè la Terra devastata è rimasta in gran parte disabitata e la gente è andata a vivere su altri pianeti (tra cui Marte). Comunque, a parte questo CM rimane un bel libro.
    Farhenheit rimane il migliore !! ( le "h" le ho messe a caso ) quindi vai piu' che tranquillo... unica cosa: DEVO ASSOLUTAMENTE SBRIGARMI COLL'INDICE AUTORI...su Bradbury ci sono già 3 o 4 topic!! entro la settiamna prox posto tutto! ( ma se vi è possibile cercate prima di aprire topic doppi! )


    il libro che citi di Dick se non sbaglio è quello da cui è stato poi tartto Blade Runner...

  8. #8
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    sava73 ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 09:31
    il libro che citi di Dick se non sbaglio è quello da cui è stato poi tartto Blade Runner...

  9. #9
    Il Puppies L'avatar di Tiphareth
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Io sto cercando Il Popolo dell'Autunno in qualche libreria vicino a me, l'ho sempre voluto leggere ma non l'ho mai trovato... provo ancora un po' poi me lo accatto su BOL

  10. #10
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Tiphareth ha scritto mer, 16 agosto 2006 alle 10:53
    Io sto cercando Il Popolo dell'Autunno in qualche libreria vicino a me, l'ho sempre voluto leggere ma non l'ho mai trovato... provo ancora un po' poi me lo accatto su BOL
    Strano, io l'ho comprato nella collana "Piccola Biblioteca" degli Oscar Mondadori, ed è uno di quelli di Bradbury che si trova più facilmente

  11. #11
    The Keka
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Umibozu ha scritto ven, 04 agosto 2006 alle 02:45

    Colgo l'occasione per fare un osservazione su Cronache Marziane:
    Spoiler:
    ma quando scoppia la guerra sulla Terra, perchè tutti ci tornano? Di solito la gente scappa dalla guerra invece di gettarsi tra le braccia della morte. Bradbury cerca di giustificare questo comportamento, ma mica mi ha convinto. .
    Spoiler:
    L'ho letto molto tempo fa, ma mi pare che il motivo per cui tutti tornassero sulla Terra fosse per stare vicino ai loro cari rimasti lì...


  12. #12
    King Elessar
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Aggiungo alla lista un breve romanzo che ho lettto da piccolo, molto prima di sapere chi fosse mr B, ma che mi è rimasto impresso fino a oggi. L'ho riletto direcente e lo confermo: è un piccolo capolavoro, a confermarmi che Bradbury è uno dei miei autori preferiti.
    Si chiama "L'albero di Halloween", una breve favola oscura che esplora il rapporto dell'uomo con la morte.


    Ho letto anche laraccolta di racconti "L'uomo illustrato", in cui è presente anche il bellissimo omaggio a Poe "Usher II", preso da cronache marziane. Anche il resto dei racconti è molto godevole

  13. #13
    Il Puppies L'avatar di Freezah
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Si trova ancora l'albero di halloween?Io per trovare molto dopo mezzanotte ho dovuto cercare su ebay...

  14. #14
    King Elessar
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Freezah ha scritto gio, 31 agosto 2006 alle 18:41
    Si trova ancora l'albero di halloween?Io per trovare molto dopo mezzanotte ho dovuto cercare su ebay...

    L'ho visto di recente da Feltrinelli a napoli...
    immagino si trovi anche altrove

  15. #15
    Ragnarokker
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    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Intervista da Il Venerdì di Repubblica, di oggi

    FAHRENHEIT 451
    Quel titolo mi venne chiamando i pompieri

    La biblioteca di Alessandria. I roghi nazisti. L’antenata strega. Ray Bradbury racconta la nascita di un capolavoro. Che ora viene ripubblicato e torna in teatro. “Ora i libri non li bruciamo più” dice. “Solo, non li leggiamo…”
    Di Monica Capuani

    “La persona che sta chiamando non accetta telefonate non identificate. Il suo codice di identificazione non è pervenuto. Per inserire un codice di accesso, premere 1. Per registrare il suo nome, in modo da poterla annunciare, premere 2, e la sua chiamata sarà deviata su una segreteria telefonica.” Ci sono voluti tre giorni per riuscire a parlare con Ray Bradbury. La voce sintetica del messaggio, che non mi consente di arrivare a quella leggenda vivente che è oggi l’autore di Farenheit 451, sembra far risuonare echi della sua opera, come quando Montag all’inizio della piece teatrale si interroga sulla voce dell’orologio “Non è… una persona viva. Chiunque abbia inciso questa registrazione potrebbe essere morto trent’anni fa, per quanto ne sappiamo”.
    Mentre mi perdo in queste fantasticherie componendo per l’ennesima volta il numero di Los Angeles, sento una vocina lontana che dice debolmente “Good afternoon”. Per lui sono le 11 del mattino, ma Ray Bradbury evidentemente pensa a me, al telefono a Roma in un tardissimo pomeriggio che è quasi sera. Alla domanda: “Come sta?”, risponde divertito: “I’m here…”, come a lasciare intendere che a 86 anni e mezzo è quello il dato più importante: “Sono ancora qui…”

    Prima domanda, ovvia. Come è nata l’idea di Fahrenheit 451?
    Di suggestioni ce ne sono tante. L’incendio della biblioteca di Alessandria, cinquemila anni fa. I roghi di libri nelle strade di Berlino sotto il regime di Hitler, all’inizio degli anni Trenta. La censura e la distruzione di milioni di volumi in Russia, nell’era di Stalin. La minaccia che gravava sulla cultura nell’epoca del maccartismo, in America. Chi tocca i libri, tocca Ray Bradbury: sono cresciuto in una biblioteca e sono diventato l’uomo che sono grazie ai libri. Una mia antenata, Mary Bradbury, fu sottoposta a un processo per stregoneria nel 1580. Si salvò, ma mi hanno sempre affascinato i libri sui roghi nei quali le donne sospettate di possedere poteri soprannaturali venivano uccise. Sono cresciuto a Waukegan, Illinois, e quando andavo a spasso con mio padre ci fermavamo sempre alla stazione dei vigili del fuoco. Lui sapeva tutto sui pompieri, perché avevamo dei parenti nell’arma. Un mio zio morì in un incendio, nell’esercizio delle sue funzioni. Quindi avevo una conoscenza approfondita dell’argomento, e cominciai a domandarmi: nel futuro, quando tutte le case saranno a prova di incendio, cosa ne sarà dei vigili del fuoco? Avremo un sacco di pompieri a spasso. Be’, forse cominceranno ad appiccare gli incendi invece che estinguerli

    Perché Farhenheit 451 è diventato un libro di culto?
    Perché è scritto magnificamente! (ride) Vivevo con mia moglie a Venice, California, in un piccolo appartamento da trenta dollari al mese. Non avevamo un soldo e lei rimase incinta della prima delle nostre quattro figlie. Andai a New York per procurarmi un po’ di lavoro e cercare di tirare avanti. Nel frattempo scrivevo racconti. Ne scrissi uno che si chiamava Il Pedone, perché una sera un poliziotto mi fermò mentre camminavo con un amico e mi chiese: “Cosa sta facendo?”. “Metto un piede dietro l’altro”, dissi, ma a lui non piacque affatto questa risposta. Era molto sospetto camminare in quel modo, di sera. Mi guardai intorno e in effetti sui marciapiedi non c’era nessuno. Il poliziotto mi fece la ramanzina e promisim che la cosa non si sarebbe mai più ripetuta. Andai a casa e scrissi il racconto di getto. Poi, qualche tempo dopo, presi quel pedone e lo portai a fare una passeggiata in un’altra storia, dove svoltato un angolo, incontrava una ragazza di nome Clarisse McClellan che annusava l’aria e diceva: “Io lo so chi sei. Sei il Vigile del fuoco, sei l’uomo che brucia i libri”. Nove giorni dopo era nato Fahrenheit 451. Lo scrissi nel settembre 1950 in biblioteca, all’UCLA, dove c’era una macchina da scrivere che si poteva noleggiare per 10 cent alla mezzora. Arrivai là con una borsa piene di monetine che avevo risparmiato e non mi mossi per 9 giorni. Spesi in tutto 9 dollari e 28 cents. Andavo su e giù per la biblioteca come un pazzo. Ogni tanto correvo tra gli scaffali, tiravo giù dei libri, li aprivo, cercavo le citazioni che mi sembravano più appropriate, me le annotavo, poi correvo giù nella sala-scrittura e le inserivo nel romanzo. Non avevo idea di cosa sarebbe venuto fuori.

    Come le è venuta l’idea del titolo?
    Non avevo un titolo convincente. Quello originario era Il Vigile del Fuoco. poi un giorno chiamai il dipartimento de chimica e varie facoltà scientifiche dell’università della California, che però non riuscivano a darmi l’informazione che mi serviva. Così, alla fine, mi venne l’idea di chiamare alla caserma dei vigili del fuoco. Mi feci passare il comandante. Gli dissi: “Devo farle una domanda che potrà sembrarle stupida. A che temperatura prendono fuoco i libri?”. Mi disse di aspettare, poi tornò al telefono e rispose: “A 451 gradi fahrenheit”. Suonava bene come titolo…

    certo non aveva idea che sarebbe diventato uno dei più grandi best-seller del ventesimo secolo…
    No, ma mi ha fatto piacere! (ride) All’inizio fu pubblicato su Galaxy, una rivista di fantascienza, poi lo estesi fino a cinquantamila parole, la versione che i lettori conoscono oggi. Nel 1953, arrivò un giovane editore squattrinato e mi chiese se potevo vendergli qualcosa per 400 dollari. “Si”, gli dissi. “Ho un romanzo intitolato Fahrenheit 451”. Credo che il libro abbia avuto il successo mche ha avuto. Io ne sono letteralmente innamorato. Non sono mai andato al college, non c’erano soldi, e la mia istruzione me la sono costruita da solo andando in biblioteca. Ed è un modo che consiglio caldamente a chiunque sia interessato alla conoscenza: è maglio andare in biblioteca che a scuola. C’era una biblioteca a qualche isolato da casa mia, a cinque anni accompagnai là mio fratello più grande e da quel momento praticamente mi ci trasferii. Tra me e i libri, fu amore a prima vista e davvero, dall’età di cinque anni, i libri hanno completamente dominato la mia vita. Cominciai a leggere tutte le fiabe, i racconti di fantascienza sul pianeta Marte. A cinque anni, impazzii per Il Mago di Oz e Alice nel Paese delle Meraviglie. Appena avevo qualche nichelino, mi precipitavo in libreria a comprare le edizioni più economiche. Credo che la fortuna di Fahrenheit 451 dipenda dal fatto che i libri e i loro templi, che sono le biblioteche, continuano a esercitare un potere di seduzione sulla gente. Con quel romanzo mi sono limitato a dare un consiglio ai miei lettori basato sulla mia esperienza: “Andate in biblioteca come me, divertitevi un mondo e crescete grazie ai libri!” Oggi noi non bruciamo più libri, è vero. Ma non li leggiamo più.

    La storia doveva essere molto chiara nella sua mente, per scriverla in così pochi giorni…
    Non penso mai a questo genere di cose. Per quanto riguarda le mie storie, sento, è semplice. O meglio, esplodo. Non ho mai avuto la tentazione di intellettualizzare il mio lavoro. Scrivere per me è un entativo inconscio di sondare cosa c’è nella mia testa. Solo io, la macchina da scrivere, e il futuro. Semplicemente, vomito. E poi ripulisco

    Quali sono stati i libri più importanti nella sua vita?
    Il teatro di Shakespeare, i romanzi di Dickens, e tutti i libri su marte di Edgar Rice Burroughs, hanno avuto un effetto enorme sul mio pensiero e sulla mia sensibilità. L’autore che ha influenzato di più la mia scrittura teatrale è George Bernard Shaw: ho scritto circa 40 commedie negli ultimi quarant’anni sotto la sua influenza.

    Faber, l’intellettuale del suo romanzo, è un vigliacco…
    Molti intellettuali sono persone deboli. Brillanti magari, ma spesso incapaci di scelte coraggiose. Faber si nasconde, si limita a suggerire la verità all’orecchio di Montag, attraverso l’auricolare. Con quell’idea, in un certo senso, ho inventato il walkman: un giorno un gruppo di giapponesi è venuto a portarmene uno esclamando “Fahrenheit 451! Fahrenheit 451!”. Anche l’avvento della televisione ultrapiatta a parete (e del potere che avrebbe avuto sulla gente) non era difficile da immaginare.

    Le è piaciuta la versione cinematografica di Francois Truffaut?
    Il film mi è piaciuto molto, il cast era eccellente. L’unica cosa che mi ha lasciato perplesso è che Julie Christie interpretasse sia il ruolo di Mildred che quello di Clarisse. Credo che la cosa creasse confusione nello spettatore. C’è la possibilità che si faccia un nuovo film tratto da Fahrenheit 451. E’ un’idea di Mel Gibson (opporc…! N.d.Ragnarokker), sta cercando finanziamenti. Ha 17 versioni della sceneggiatura, al momento. E’ semplicemente ridicolo! “Gira il libro” gli ho detto. “Filma il romanzo. E’ tutto lì, di cos’altro hai bisogno?”

    Che effetto fa essere il padre di uno dei più grandi bestseller della storia?
    non mi fa molto effetto, perché è stato un bestseller per accumulazione. All’inizio vennero stampate cinquemila copie di Fahrenheit 451, poi ogni anno venne ristampato e si assestò sulle duemila copie l’anno. Poi uscì l’edizione economica: una tiratura modesta, di dieci, quindicimila copie l’anno. Poi cominciarono le traduzioni. E così, anno dopo anno, dagli anni cinquanta a oggi ha totalizzato qualcosa come cinque milioni di copie…

  16. #16
    King Elessar
    ospite

    Predefinito Re: Ray Bradbury

    Bella intervista... sconvolgente leggere quanto poco ci ha messo!

  17. #17
    Ragnarokker
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury


  18. #18
    Ken Shabby
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury

    ma lol
    la tipa con "i love kurt vonnegut"

  19. #19
    King Elessar
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury

    più che una stronzata la definirei una puttanata

    carino il riferimento a vonneguto, e l'interpretazione di something wicked comes this way (il popolo dell'autunno)

  20. #20
    Antares
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury

    oddio

  21. #21
    alberace
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury


  22. #22
    Trickster
    ospite

    Predefinito Riferimento: Ray Bradbury

    Letto solo Fahrenheit 451, un capolavoro, neinte altro da dire...

  23. #23
    Shogun Assoluto L'avatar di showa
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