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  1. #1
    Il Nonno L'avatar di Muccolo
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    Via libera a Porto Tolle. Class action “operaia” se gli ambientalisti insistono

    Porto Tolle: manifesti contro la centrale Enel

    ROMA – Il Consiglio di Stato, accogliendo le tesi dell’Enel e della Regione Veneto, ha definitivamente sbloccato l’iter per la conversione della centrale al carbone pulito di Porto Tolle. Ha stabilito, il Consiglio, che è legittimo applicare la legge veneta che modificava le norme sui vincoli ambientali del Parco del Po. Tra via libera, ricorsi, stop and go, la vicenda si è trascinata per sette anni: da una parte gli sforzi per ridurre i costi del fabbisogno energetico, incentivare lo sviluppo e salvaguardare posti di lavoro, dall’altra la preoccupazione dell’associazionismo ambientalista per l’eco-sistema del Parco del Po, minacciato dalla nuova centrale.
    Premesso che la guerra finora l’ha persa il sistema Paese nel suo complesso (sette anni per decidere), la battaglia sembra davvero un duro colpo per gli ambientalisti. Almeno in quest’occasione si sono coagulati, in difesa della conversione della centrale, gli interessi industriali di Enel, gli sforzi della Regione, i sindacati: con la novità, potenzialmente dirompente, che il comitato lavoratori dell’Enel ha minacciato una class action contro le associazioni ambientaliste che presentassero nuovi ricorsi. Per Wwf, Legambiente, Greenpeace, letta la sentenza, “rimangono irrisolte le questioni che determinarono la bocciatura del progetto Enel”.
    Ma i lavoratori non ce l’hanno solo con loro quando chiamano in causa “gli interessi poco puliti che sostengono i profesionisti del ricorso e che producono solo danni”. Contro la centrale, infatti, a dar manforte agli ambientalisti c’erano operatori turistici e alcuni comitati di cittadini. Quelli che, con un felice acronimo, gli inglesi chiamano “nimby” (not in my backyard), quelli cioè che non sarebbero contrari a centrali o infrastrutture che considererebbero utili e improrogabili, ma non nel loro giardino di casa. Costruitele ovunque, ma non sotto casa mia.
    Sarà la crisi e la penuria occupazionale, ma stavolta i lavoratori hanno fatto davvero la voce grossa, minacciando di trascinare in tribunale gli ambientalisti stessi: dietro c’è l’ansia e la preoccupazione delle famiglie di 380 dipendenti Enel, 350 addetti alla manutenzione, 100 addetti alla logistica del carbone, più 2000 mila lavoratori da impiegare nel prosieguo dei lavori per altri 5 anni, con punte anche di 380o operai.
    21 giugno 2012 12:56 | Economia
    cioè la cl€ss€ccion rischia di ritorcersi contro coloro che ne sono stati i principali sponsor ed in genere beneficiari.

    per una volta una notizia positiva dal regno del nimby, speriamo di riempire in futuro sto topic di notizie positive e di vedere sparire post dall'altro topic, quello della giustizia che fa cag... è uguale per tutti.

  2. #2
    Il Nonno L'avatar di lishi
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    Predefinito Re: ecoslowpoke & nimbyfag: A NOI!

    Attento a non sporcati i pantaloni

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