nel modulo di registrazione account mettere una bella casella da spuntare, che chiede se si vuole autorizzare la lettura della posta in seguito alla propria morte...
nel modulo di registrazione account mettere una bella casella da spuntare, che chiede se si vuole autorizzare la lettura della posta in seguito alla propria morte...
Io non capisco una cosa.
Che lettere vorrebbero leggere? Uno quando scrive una mail solitamente la invia anche, non si prapara una scorta di mail per un mese, le infila nella cartella delle bozze e poi le invia una al giorno. No?
Quindi, che cosa vorrebbero leggere?
Forse le mail che ha inviato ad altri?
Beh questo lo trovo totalmente sbagliato, perchè viola la privacy delle persone con cui il ragazzo era in contatto.
esistono le bozze.
senza contare che potrebbe aver ricevuto email che spingevano a compiere gesti tipo il suicidio, capire quindi con chi si aveva contatti... etc etc etc
Ragazzi, stiamo parlando di Yahoo!, non dell'account aperto presso il server del salumaio sotto casa.ghost80 ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 14:16
Io credo che in determinati casi bisognerebbe chiudere un occhio,almeno nei casi di suicidio. Dubito che una mail possa chiarire i motivi di un tale gesto,ma bisogna anche capire il dolore dei genitori. Accertato il decesso,e accertata l'identità di genitore di chi fa la richiesta,io credo che un tentativo del genere vada concesso.
Fermo restando poi che una mail, in quanto spesso possa essere l'ultimo baluardo fisico delle vicende intime di un essere umano,possa nascondere sorprese inaspettate per chi legge. Sorprese tali da cambiare del tutto la visione che chi legge ha della persona scomparsa. Ma questo è un problema su cui starebbe ai genitori riflettere...
E' normale, seppure sembrino insensate, che abbiano regole interne stabilite dal loro pool di avvocati.
Vi faccio un esempio su tale vicenda:
La madre legge le e-mail del figlio
Ci trova la verità sullo zio pedofilo che infastidiva il povero marine da bambino
La madre cita in giudizio lo zio (magari suo fratello!)
Il fratello chiede: "Come ti permetti, chi te l'ha detto?"
La madre: "L'ho letto nelle mail di Yahoo di tuo nipote!"
Lo zio cita in giudizio Yahoo!
FINE.
se si leggessero le mail dell'80% delle persone, nn penso si scoprirebbero delle gran cose, io l'e-mail la vedo ancora come una cosa per mandarsi notizie nn così "importanti"..se leggessero le mie caselle nn ci troverebbero niente che nn sia spam, newsletters, mail di cazz.ate varie, ecc..
ma forse per un marine lontano da casa, la mail potrebbe essere l'unico modo per sentirsi vicini alla famiglia, e eventualmente leggere le sue ultime parole..
niente che cambi lo stato delle cose, ma se una madre vuole leggere, nn penso sia neanche da discutere..
Menion83 ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:20
A me sembra una cavolata! Fossi in loro ingaggerei un Hacker! CIAO!
E io ti denucnierei e ti metterei in prigione a te e all'Hacker.
Sirion ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:45
Come fanno ad appellarsi alla privacy se l'utente è morto ?
Non trovi risposta perchè ti stai ponendo una domanda sbagliata.
Decade il concetto di Privacy quando ci si riferisce ad un morto.
La privacy definisce la riservatezza al fine di tutelare la persona.
Se la persona è morta l'unica riservatezza è quella della memoria.
E' dunque ovvio che non esista privacy, almeno non quella a cui siamo abituati a pensare, ma quella della tutela della memoria è una questione altrettanto critica e dignitosa.
Non capisco se "salvate" è un imperativo o un participio.keiser ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:13
Salvate le email del soldato Ryan
Sono state salvate o no? Non lo capisco dall'editoriale. Anche se il punto "La cosa non si è risolta" mi fa sospettare.
NoNickName ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 14:59
inanzitutto i morti che io sappia nn hanno diritti...
Bhè, non hanno neanche obblighi
Capisco, ma restringendoci a questo caso non credo che il padreBodyKnight ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 21:27
Sirion ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:45
Come fanno ad appellarsi alla privacy se l'utente è morto ?
Non trovi risposta perchè ti stai ponendo una domanda sbagliata.
Decade il concetto di Privacy quando ci si riferisce ad un morto.
La privacy definisce la riservatezza al fine di tutelare la persona.
Se la persona è morta l'unica riservatezza è quella della memoria.
E' dunque ovvio che non esista privacy, almeno non quella a cui siamo abituati a pensare, ma quella della tutela della memoria è una questione altrettanto critica e dignitosa.
infanghi la memoria di un figlio caduto in guerra.
In generale sarei daccordo con te, il discorso della tutela della memoria funziona ed è giusto salvaguardare i dati, ma qui è yahoo stesso che impedisce di tutelare la memoria, propio perchè dopo 90 giorni i dati vengono cancellati.
sciocco che sono!BodyKnight ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 21:31
Non capisco se "salvate" è un imperativo o un participio.keiser ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:13
Salvate le email del soldato Ryan
Sono state salvate o no? Non lo capisco dall'editoriale. Anche se il punto "La cosa non si è risolta" mi fa sospettare.
mi immaginavo che l'aver ripreso cosi similmente il titolo del film di spielberg bastasse da solo a rispondere alla domanda...
imperativo
dite che la privacy smette di esistere nel momento in cui una persona muore, allora in questo caso a parere mio Yahoo dovrebbe rimuovere l'account...è giusto quello che ha fatto Yahoo imho.
Sirion ha scritto ven, 14 gennaio 2005 alle 01:34
Capisco, ma restringendoci a questo caso non credo che il padre
infanghi la memoria di un figlio caduto in guerra.
In generale sarei daccordo con te, il discorso della tutela della memoria funziona ed è giusto salvaguardare i dati, ma qui è yahoo stesso che impedisce di tutelare la memoria, propio perchè dopo 90 giorni i dati vengono cancellati.
No. Il tipo ha sottoscritto un contratto quando ha aperto l'account su Yahoo; sapeva quali erano le condizioni.
Yahoo sta rispettando quell'account e non sta venendo meno ai patti stabiliti; dubito che il contratto preveda l'esplicazione delle norme relative al caso di decesso, ma non è immaginabile che chi sottoscrive un contratto lo faccia pensando di vivere per sempre.
Al più yahoo può essere incolpata di eccessiva tutela, ma non di negazione a questa.
keiser ha scritto ven, 14 gennaio 2005 alle 08:42
sciocco che sono!BodyKnight ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 21:31
Non capisco se "salvate" è un imperativo o un participio.keiser ha scritto gio, 13 gennaio 2005 alle 11:13
Salvate le email del soldato Ryan
Sono state salvate o no? Non lo capisco dall'editoriale. Anche se il punto "La cosa non si è risolta" mi fa sospettare.
mi immaginavo che l'aver ripreso cosi similmente il titolo del film di spielberg bastasse da solo a rispondere alla domanda...
imperativo
Io avevo capito che il tipo morto si chiamava Ryan.
Ecco perchè non mi tornavano né i nomi né i tempi.
Esatto! Eccessiva e quindi non funzionale, allora si sfora nell'assurdo e tutelare i dati diventa "non tutelarli" perchè così yahoo elimina una proprietà del defunto (gli scritti sono del defunto non di yahoo).BodyKnight ha scritto ven, 14 gennaio 2005 alle 12:05
Sirion ha scritto ven, 14 gennaio 2005 alle 01:34
Capisco, ma restringendoci a questo caso non credo che il padre
infanghi la memoria di un figlio caduto in guerra.
In generale sarei daccordo con te, il discorso della tutela della memoria funziona ed è giusto salvaguardare i dati, ma qui è yahoo stesso che impedisce di tutelare la memoria, propio perchè dopo 90 giorni i dati vengono cancellati.
No. Il tipo ha sottoscritto un contratto quando ha aperto l'account su Yahoo; sapeva quali erano le condizioni.
Yahoo sta rispettando quell'account e non sta venendo meno ai patti stabiliti; dubito che il contratto preveda l'esplicazione delle norme relative al caso di decesso, ma non è immaginabile che chi sottoscrive un contratto lo faccia pensando di vivere per sempre.
Al più yahoo può essere incolpata di eccessiva tutela, ma non di negazione a questa.
Il fatto che ci sia un contratto dalla parte di yahoo legalmente funziona (ahimè), ma le leggi secondo me vanno interpretate e non applicate alla cieca (infatti quando gli fa comodo le grandi società i cavilli li trovano ).
Yahoo sfrutta la storia cinicamente solo per fini pubblicitari e questo fa schifo. "Gli account Yahoo sono inviolabili anche quando siete morti!", è questo messaggio pubblicitario che vogliono dare con questa storia ?
Tristezz...