Farmaci, Sofosbuvir contro epatite C in India costa 1 euro, qui 45 mila
Indagini della Procura di Torino: sono 24 i pazienti morti non curati col medicinale
di Paola Diana - 23 giugno 2015 17:26
Da quando è entrato in commercio lo scorso anno, il
superfarmaco contro l’epatite C Sofosbuvir su cui molti pazienti avevano pensato di poter riporre le proprie speranze era rimasto comunque una chimera. Un fatto di cui si sono accorti lo scorso gennaio alcuni parlamentari, quando hanno chiesto un’interrogazione sull’utilizzo che ne stavano facendo le Regioni, e su cui la Procura di Torino vuole vederci chiaro, con un indagine per omicidio colposo e omissione di cure in relazione ai suoi costi per il sistema sanitario nazionale.
Circa 45 mila euro a trattamento in Italia. Solo 1 euro invece in India, secondo quanto emerge dalle indagini.
L’indagine della Procura è a carico di ignoti e riguarda
24 morti per epatite C ai quali non è stata somministrata la cura. Va precisato che nonostante i costi elevati il farmaco non garantisce la guarigione, ma solo una presunzione di guarigione, dato che non si può provare ora l’eradicazione del virus sul lungo termine. Ma ciò che emerge dall’inchiesta, e che sarà presumibilmente oggetto di approfondimenti, è che il
prezzo proibitivo per il sistema sanitario nazionale (oltre che ovviamente per i singoli pazienti se dovessero pagarselo da soli) non è lo stesso in tutti Paesi: in India, lo stesso trattamento costa un solo euro, in Egitto poco di più. E infatti, come hanno riferito ai giudici alcuni testimoni, sono stati diversi i pazienti che per acquistarlo sono andati all’estero.
Altra circostanza al vaglio delle indagini è il fatto che, dopo l’immissione in commercio di Sofosbuvir nel novembre 2014, altri
sei farmaci simili sono stati resi disponibili sul mercato da altre case farmaceutiche.
Nel gennaio di quest’anno, nonostante l’annuncio secondo cui il farmaco sarebbe stato passato dal servizio nazionale per 50 mila pazienti, solo in tre Regioni (Veneto, Lazio e Lombardia) veniva somministrata. Un argomento oggetto di una interrogazione parlamentare del deputato Pd Federico Gelli. Allora, si era parlato di un
costo di 50 mila euro per paziente, secondo quanto era stato stabilito nel contratto sottoscritto tra l’Aifa, l’Agenzia ministeriale del farmaco, e la Gilead, l’azienda produttrice del medicinale.
Ulteriori indagini serviranno, si spera, a chiarire almeno l’impressionante differenza del prezzo. Anche se come sempre a pagare il prezzo più alto potrebbero essere i cittadini.
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