A meno che non si volesse solo buttar giù Crocetta.
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che a questo punto e' la cosa piu' probabile
Renzi ha già fatto capire che non è il caso se no vince il M5S
Come per Marino, in pratica
A questo punto sembra plausibile...
Pubblicare una 'forse' intercettazione senza averla tra le mani è qualcosa di fortemente stupido...e costoso per una causa che si va perdere magari sono stati pagati di più...
Non così eccessivo.
http://www.tgcom24.mediaset.it/polit...-201502a.shtml
No ma qua mi pare peggio...almeno qualcosa di registrato lo avevano tra le mani qua sembra che abbiano ascoltato una volta Crocetta stare in silenzio e non hanno nulla neanche per dimostrarlo...per Crocetta non ho grande interesse ma i giornalisti sononstati idioti.
:bah:
L'intercettazione della culona inchiavabile non è mai saltata fuori.
La legge che stanno approvando, per quanto non credo si applicherebbe retroattivamente al caso Crocetta, è abbastanza tollerante verso un reato grave come la diffamazione a mezzo stampa, in linea con la mitezza del codice penale italiano. Certo, poi rimane comunque la possibilità di chiedere risarcimenti individuali milionari, come Crocetta sembra essere intenzionato a fare.
Trovo invece giusto aver previsto una sanzione anche per la querela temeraria, che spesso viene usata da chi ha mezzi economici sufficienti per intimidire chi fa ad esempio inchieste giornalistiche sgradite.
Comunque mi sembrerebbe veramente assurdo se l'intercettazione non esistesse. Rischi di farti pelare vivo.
Storia strana.
(non ricordo la questione della culona come venne fuori, fu pubblicata da qualche giornale in qualche modo? Il Fatto?)
Penso che fosse il Fuckto. Comunque nessuno ha mai confermato che quell'intercettazione esistesse.
Eppure basterebbe così poco a fermare questi episodi...
Non capisco come mai il nostro illuminato legislatore non lo abbia ancora fatto.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...bonus/1897337/
Vi ricordate la storia del viadotto crollato in Sicilia? Ecco...
Beh ora saranno sicuramente tutti destituiti e obbligati a risarcire il danno, qui c'è Renzi che ha dato una sferzata al paese, non siamo mica in Grecia
non ancora
Non credo sia del tutto esatto...
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Magari non attira click come i graffiti su un muro, però...
Ostia, sequestrato il porto turistico
In carcere il presidente Balini
Il suo nome era nell’inchiesta sulla mafia del litorale. Insieme a tre avvocati e commercialisti, anche loro arrestati, avrebbe fatto fallire una società e con parte del denaro avrebbe comprato un attico e un catamarano di 20 metri
Sequestrato il porto turistico di Ostia, in carcere il presidente Mauro Balini. La bufera, l’ennesima, arriva il giorno dopo cheil sindaco Ignazio Marino ha varato la nuova giunta, con il commissario Pd del litorale, Stefano Esposito, diventato assessore ai Trasporti . Il blitz del Nucleo tributario della Finanza è scattato all’alba: sono quattro gli arrestati di un’organizzazione criminale che farebbe capo appunto a Balini. Associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori sono i reati contestati dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Le Fiamme gialle hanno bloccato 1.300 beni demaniali tra posti barca, parcheggi, immobili e aree portuali (tecnicamente è stato sequestrato il diritto di superficie) più quote societarie e conti correnti. Valore, 400 milioni. Nove gli indagati in libertà.
Il deus ex machina
Su ordine del gip Maria Grazia Giammarinaro con l’imprenditore Balini sono finiti in carcere tre suoi collaboratori, avvocati e commercialisti: Sergio Capograssi, Massimo Amicucci ed Edoardo Sodano. L’imprenditore finora non era indagato, ma il suo nome era già spuntato nelle carte dell’inchiesta «Nuova alba»: 51 arresti, due anni fa, che avevano decapitato i vertici delle famiglie mafiose del litorale. «Il presidente Balini è in interessenze inquietanti con ambienti malavitosi», aveva scritto la Dda all’epoca. Ipotizzando che i clan del lido volessero mettere le mani sulla preziosa marina e gli affari d’oro che produceva.
Fallimento pilotato
Concessionaria dell’infrastruttura sequestrata è la Porto Turistico di Roma srl, che fa capo a Balini. Fino al 2008 invece la gestione era dell’Ati spa, fallita nel 2012. Partendo dalla denuncia di una banca tedesca che vantava un credito di 25 milioni, gli investigatori hanno ricostruito come i quattro arrestati abbiano volontariamente provocato il crac della società. Che peraltro apparteneva a un gruppo di imprese riconducibili, direttamente o indirettamente, proprio a Balini. Secondo il Nucleo tributario, guidato dal colonnello Cosimo Di Gesù, fin dal 2005 l’imprenditore, grazie a prestanomi e società schermo, avrebbe svuotato le casse dell’Ati di 220 milioni di euro. Con una parte del denaro avrebbe comprato l’attico in via Bocche di Bonifacio, sul litorale, dove vive e, in leasing, il catamarano di 20 metri «Ocean Pearl» intestandoli a società apparentemente terze.
«Il porto continuerà a funzionare»
Costruito nel 2001, il porto di Ostia dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. I 16 pontili hanno ospitato in più occasioni anche super-yacht di personaggi del mondo dello spettacolo ed emiri arabi. Adesso, nonostante il sequestro, «continuerà a funzionare». Lo precisa Rossi spiegando che «il Tribunale ha nominato due amministratori di grande esperienza che svolgeranno tutte le attività: quindi non ci sarà alcun effetto paralizzante».
Vediamola in positivo: si fanno le indagini.
Il sindaco Marino è appena ritornato dalle ferie nelle Isole dei Buzunga.
Si è molto divertito e si è portato appresso qualche souvenir.
Oh bene, Vespa che ospita i Casamonica.