Scramasax ha scritto dom, 23 gennaio 2005 alle 23:09
Deus ha scritto dom, 23 gennaio 2005 22:36
Allora...il dizionario definisce la fede come la “ferma credenza in qualcosa per cui non esistono prove”. Lungi dal promuovere questa idea, la Bibbia sottolinea invece l’esatto contrario. La fede si basa su fatti, su realtà, sulla verità. Le Scritture dicono: “La fede è la sicura attesa (o aspettazione) di cose sperate, l’evidente dimostrazione di realtà benché non vedute”. (Ebrei 11:1) Chi ha fede ha la garanzia che tutto ciò che Dio ha promesso è come se fosse già adempiuto. La prova convincente di realtà non vedute è talmente chiara che viene detto che la fede equivale a tale prova.
Nella Bibbia, la forma causativa del verbo ebraico ’amàn è a volte tradotta “esercitare fede”. Stando a un dizionario teologico, “il significato fondamentale della radice è l’idea di certezza, che è in contrasto con concetti moderni secondo i quali la fede sarebbe qualcosa che è possibile e che si spera vero, ma che non è certo”. Inoltre la forma derivata ’amen, ‘veramente’, si ritrova nel Nuovo Testamento nella parola amen . Gesù usò spesso questa parola per sottolineare la certezza di una questione”. Anche il termine tradotto “fede” nelle Scritture Greche Cristiane indica una credenza basata fermamente sui fatti o sulla verità.
Il termine greco tradotto “sicura attesa (aspettazione)” in Ebrei 11:1 (hypòstasis) era usato comunemente in antichi documenti commerciali su papiro per indicare qualcosa che garantisce un futuro possesso. Diciamo che si potrebbe dire che la Fede è l’atto di proprietà di cose sperate
. Ovviamente, chi possiede l’atto di proprietà di un possedimento può avere la “sicura aspettazione” che un giorno la sua speranza di ottenerlo si realizzerà.
In Ebrei 11:1 il termine greco tradotto “evidente dimostrazione” (èlegchos) dà l’idea di produrre prove per dimostrare qualcosa, in particolare qualcosa di contrario alle apparenze. Queste prove sicure e concrete rendono chiaro quello che prima non si capiva, e quindi confutano ciò che è semplice apparenza. Perciò, sia nelle Scritture Ebraiche che in quelle Greche, la fede non è affatto la “ferma credenza in qualcosa per cui non esistono prove”. Al contrario, la fede si basa sulla verità. Questo dovrebbe essere il VERO significato di fede.
P.S. Quella sulla definizione era una battuta
Ahi! Se però usiamo la definizione della Bibbia rischiamo di cadere in un errore abbastanza concreto. Ti spiego subito per non essere frainteso: se intendiamo la fede come certezza concreta andiamo implicitamente a tirare in ballo il metodo conoscitivo. Bisogna fare quindi un pò di antipatica gnoseologia per arrivare ai nodi nel pettine in modo esatto.
Come fa un uomo a conoscere? per esperienza prima di tutto, come fanno anche i cagnolini e gli animali domestici, ma anche tramite il pensiero razionale. E questo è il modo di conoscere proprio anche della scienza, che presupponendo l'esistenza della realtà riesce in qualche modo a riordinarla "esattamente", senza alcuna pretesa (si spera sempre
) di giungere a verità oggettive.
Ma il problema diventa molto più grande se noi decidiamo di raggiungere una sorta di consocenza superiore. Il significato della realtà non è intelleggibile, ci sono opere molto belle a riguardo, redatte da grandi pensatori, che trattano molto bene questo discorso. Kant (tanto ormai lo tiro in ballo ogni due post... avete il permesso di prendermi in giro) affermava l'inconoscibilità del noumeno(la controparte metafisica del mondo materiale), pur non negandone l'esistenza.
Questo è illuminismo, e magari può non piacere, ma è sicuramente molto difficile da oppugnare e invito ogni fedele a leggere a riguardo.
Nessuno può dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio, eppure in molti ci credono. Se prendiamo quella definizione della fede sembra che tutte queste persone siano certe dell'esistenza di Dio ma non capisco come possano esserlo!
Io arrivo alle conclusioni dopo aver analizzato dei dati di partenza e dopo aver seguito un ragionamento logico, come fa il fedele a credere saltando questo passaggio?
Il dizionario molto diplomaticamente e, a mio avviso, correttamente da una definizione ottima di fede. Perchè a prendere al 100% quella della Bibbia si "inciampa" in quell errore gnoseolocico di cui sopra.
Posso capire comunque perchè nella Bibbia vi sia un riferimento del genere, ma devo tirare di nuovo in ballo al mia tesi del Sacro Testo come antropologia. La mia tesi è che 2000 o 3000 anni fa il pensiero dell'uomo non fosse ancora ben conscio dei processi con i quali la ragione si muove, e scambiasse la fede con la conoscenza, e la conoscenza con la verità. Un errore non dovuto a "stupidità" o a "credulità", ma ad un metodo ancora molto rudimentale e vicino a quello più pagano che tendeva a rispondere con la superstizione a tutte le domande rimaste insolute.
Questa però è sempre un'opinione e mi rendo conto che potrebbe fare in<azzare qualcuno che la fede ce l'ha e non l'esercita come superstizione.
Quello che mi sta a cuore è affermare con una certa sicurezza, che nessuno può avere una Verità assoluta nella testa, se cerca di capire i fatti con la ragione, ma che se cerca di capirli senza utilizzarla, finisce per affermare molte fesserie, o addirittura ad agire in modo "dionisiaco". Avete presente le "Baccanti" di Euripide?