scusate per la lunghezza del mio post, l'ho scritto di getto ma a vederlo pare un monolite..
se avete la pazienza di leggerlo vincete un premio
scusate per la lunghezza del mio post, l'ho scritto di getto ma a vederlo pare un monolite..
se avete la pazienza di leggerlo vincete un premio
L'ho letto... ora voglio il premio!Scramasax ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 23:03
scusate per la lunghezza del mio post, l'ho scritto di getto ma a vederlo pare un monolite..
se avete la pazienza di leggerlo vincete un premio
Mi dispiace dirlo, ma è un pensiero utopicoNessun religioso sarebbe disposto a mettere in dubbio la quasi totalità della sua religione, anche se per un motivo nobile come questo...Scramasax ha scritto
Oggi più che mai, quando il mondo è diventato uno e le civiltà se lo contendono, avvolte di paura e ignoranza, sarebbe necessario un enorme sforzo, ed un passo indietro.
Se tutti coloro che sono portatori dei millenari messaggi che le religioni portano commettessero un atto di umiltà rimettendo tutto in discussione, porrebbero i presupposti per la stesura di una nuova ed unica visione dell'uomo. Certo non definitiva, ma perlomeno logica e condivisa.
Al posto di combattere affinchè la propria verità venga affermata sulle altre, occorerebbe astenersi dall'arrogarsi la verità affinchè non si combatta, ma si dialoghi.
Ph@ntom ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 17:51
A Piergi, ma che stai a di'?skywolf ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 16:46
"[...]Quanto alle varie fedi religiose, militanti e dogmatici non capiscono che esse sono necessariamente relative. Anche assumendo che il trascendente ed il necessario debbano esistere, essi non possono che rivelarsi nell'immanente e nel contingente. Ogni specifica rivelazione e' quindi una distorsione e una approssimazione, che non puo' e non deve essere presa sul serio."
che hai da criticare? E' una frase bellissima.
Se hai obiezioni, dille!
Semplicemente non ho capito la consecutio. In particolare quando postulando l'immanenza della rivelazione ne trae la necessarietà dell'approssimazione. Proprio non la capisco.skywolf ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 11:49
Ph@ntom[/email] ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 17:51]A Piergi, ma che stai a di'?skywolf ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 16:46
"[...]Quanto alle varie fedi religiose, militanti e dogmatici non capiscono che esse sono necessariamente relative. Anche assumendo che il trascendente ed il necessario debbano esistere, essi non possono che rivelarsi nell'immanente e nel contingente. Ogni specifica rivelazione e' quindi una distorsione e una approssimazione, che non puo' e non deve essere presa sul serio."
che hai da criticare? E' una frase bellissima.
Se hai obiezioni, dille!
A me paiono lampanti le affinità (cfr buddismo e cristianesimo ad esempio, il torsolo rimane quello: terra differente, differenti condizioni).Scramasax ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 22:54
La mia opinione è che se un Dio onnipotente avesse voluto comunicare a tutti gli uomini un messaggio, lo avrebbe fatto nella medesima maniera. Ma questo non è accaduto, e dunque un interrogativo sorge
Lo studio delle religioni ci dimostra che ogni civiltà ha caratterizzato i propri dei quasi "a propria immagine e somiglianza", ricavando da loro un messaggio morale vicino alla natura delle stesse civiltà. Natura venutasi a costituire nei secoli, tramite la sedimentazione delle esperienze di uomini diversi, accumunati dall'appartenenza di una medesima terra e da medesime condizioni.
Ma poi perché avrebbe dovuto comunicare nella medesima maniera se le condizioni sono appunto tanto diverse tra loro?Ph@ntom ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 18:07
A me paiono lampanti le affinità (cfr buddismo e cristianesimo ad esempio, il torsolo rimane quello: terra differente, differenti condizioni).Scramasax ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 22:54
La mia opinione è che se un Dio onnipotente avesse voluto comunicare a tutti gli uomini un messaggio, lo avrebbe fatto nella medesima maniera. Ma questo non è accaduto, e dunque un interrogativo sorge
Lo studio delle religioni ci dimostra che ogni civiltà ha caratterizzato i propri dei quasi "a propria immagine e somiglianza", ricavando da loro un messaggio morale vicino alla natura delle stesse civiltà. Natura venutasi a costituire nei secoli, tramite la sedimentazione delle esperienze di uomini diversi, accumunati dall'appartenenza di una medesima terra e da medesime condizioni.
(non m'interessa sostenere alcunché, è per rilevare un punto che non mi è chiaro del ragionamento)
Perchè vuole dimostrare che il concetto divino è relativo, dunque necessariamente umano, dunque falso. Non che abbia torto, anzi il ragionamento lo condivido.the_lamb ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 21:00
Ma poi perché avrebbe dovuto comunicare nella medesima maniera se le condizioni sono appunto tanto diverse tra loro?
Ph@ntom[/email] ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 18:07]A me paiono lampanti le affinità (cfr buddismo e cristianesimo ad esempio, il torsolo rimane quello: terra differente, differenti condizioni).Scramasax ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 22:54
La mia opinione è che se un Dio onnipotente avesse voluto comunicare a tutti gli uomini un messaggio, lo avrebbe fatto nella medesima maniera. Ma questo non è accaduto, e dunque un interrogativo sorge
Lo studio delle religioni ci dimostra che ogni civiltà ha caratterizzato i propri dei quasi "a propria immagine e somiglianza", ricavando da loro un messaggio morale vicino alla natura delle stesse civiltà. Natura venutasi a costituire nei secoli, tramite la sedimentazione delle esperienze di uomini diversi, accumunati dall'appartenenza di una medesima terra e da medesime condizioni.
(non m'interessa sostenere alcunché, è per rilevare un punto che non mi è chiaro del ragionamento)
Io, per me, ravviso una sottile tensione che accomuna la parte maggiore delle religioni, se non tutte.
Ph@ntom ha scritto mar, 25 gennaio 2005 21:38
Perchè vuole dimostrare che il concetto divino è relativo, dunque necessariamente umano, dunque falso. Non che abbia torto, anzi il ragionamento lo condivido.the_lamb ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 21:00
Ma poi perché avrebbe dovuto comunicare nella medesima maniera se le condizioni sono appunto tanto diverse tra loro?
Ph@ntom[/email] ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 18:07]A me paiono lampanti le affinità (cfr buddismo e cristianesimo ad esempio, il torsolo rimane quello: terra differente, differenti condizioni).Scramasax ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 22:54
La mia opinione è che se un Dio onnipotente avesse voluto comunicare a tutti gli uomini un messaggio, lo avrebbe fatto nella medesima maniera. Ma questo non è accaduto, e dunque un interrogativo sorge
Lo studio delle religioni ci dimostra che ogni civiltà ha caratterizzato i propri dei quasi "a propria immagine e somiglianza", ricavando da loro un messaggio morale vicino alla natura delle stesse civiltà. Natura venutasi a costituire nei secoli, tramite la sedimentazione delle esperienze di uomini diversi, accumunati dall'appartenenza di una medesima terra e da medesime condizioni.
(non m'interessa sostenere alcunché, è per rilevare un punto che non mi è chiaro del ragionamento)
Io, per me, ravviso una sottile tensione che accomuna la parte maggiore delle religioni, se non tutte.
Una piccola precisazione sul termine "falso" : non intendo proprio falso, ma rappresentato. Insomma un'interpretazione dei bisogni psicologici\sentimentali.
Per il resto phantom ha egregiamente sintetizzato il mio pensiero a riguardo
Pensate, questo è finito ad essere l'ultimo thread del nostro elenco, con così tanti quesiti interessanti ancora aperti...
bisogna porre attenzione a cosa si intende con ispirate:Ph@ntom ha scritto dom, 23 gennaio 2005 alle 00:51
Penso che sia sbagliato prendere per oro colato tutto ciò che traspare dalle letture sacre. Anzi, tout court ne rigetto una diretta ispirazione divina.
In più, è un torto all'uomo. Non credo che un libro, pure uno con la elle maiuscola, debba sedere al di sopra dell'uomo. E' un modo di pervenire a Dio di già determinato.
Ma personalmente, ammetto di avere una strana cultura del travaglio. E lo intendo come cammino che mi costruisco da solo.
Come vi rapportate alle scritture sacre (di qualsiasi genere)?
il corano è un libro dettato da allah, non ispirato (secondo i musulmani ovviamente): è quindi la mano di allah che scrive tramite il profeta.
la bibbia è un libro ispirato: sono i profeti che, grazie alle loro conoscenze di dio, dei fatti avvenuti e tramandati dai patriarchi, scrivono ciò che gli ebrei devono sapere di dio.
il vangelo è invece una cronaca: tre sono la cronaca dell'operato di gesù, e il quarto la cronaca del sogno di giovanni riguardante l'apocalisse.
io personalmente la bibbia tendo a filtrarla molto, nel senso che è stata tradotta dal greco, poi in aramaico, latino, ancora greco. Ci possono essere stati errori più o meno gravi, ok, per questo bisogna sempre cercare di calarsi nei panni del periodo storico. non mi spiego molto bene...
cmq per me vangelo rulez
Rispondo.
Ed è la cosa che non sopporto delle 3 famose religioni monoteisteBen Gurion ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 00:39
il punto è che l'uomo ha questa posizioe di privilegio... è stato creato superiore a tutte le creature... il perchè, non te lo saprei dire, si va in un terreno un po troppo advanced per me...
Nel caso dell'induismo, si aspetta la fine del kali yuga, e all'avvento di Kalki (identificabile appunto con il Messia degli ebrei, il Redentore dei cristiani o il 13° imam degli islamici). E sullo yuga seguente, il satya yuga, le somiglianze con le altre religioni sono molto evidenti.Quote:
sul futuro dell'umanità, le tue ipotesi non possono avvenire nel quadro della religione ebraica, in quanto nella Torah c'è esplicitamente scritto che verrà il Messia... di conseguenza, il mondo come lo conosciamo noi ora non finirà perchè il sole diventera una gigante rossa, ma perchè verrà l'Era Messianica..
Un buon senso che per migliaia di anni è mancato. Forse gli antichi non hanno buon senso come noi. O forse siamo noi che crediamo di averne troppo.Ash'84 ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 10:07
Di certo non ho le prove per "dimostrare" che quelle cose non sono mai avvenute, ma uso il buon senso, e il mio buon senso mi dive che si tratta di eventi che si sono modificati nella storia, diventando leggenda, e ora purtroppo qualcuno crede a queste cose. Tutto quaDeus ha scritto dom, 23 gennaio 2005 alle 20:01
Fammi capire...se una cosa è "strana" o fuori dall'umana comprensione per te di conseguenza non esiste ?Ash'84 ha scritto dom, 23 gennaio 2005 alle 19:56
Perchè su, dai, la magia non esiste! Non si curano gli storpi, l'acqua non diventa vino, una volta morti non si risorge, non scherziamo, dai
Perchè non dovrebbe essere presa sul serio? Forse andrebbe presa con le pinze, ma da qui a non prenderla sul serio...suvvia...skywolf ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 16:46
Vorrei contribuire al discorso citando un pezzo di Odifreddi, a memoria .
E spero di non ripetere concetti troppo vicini ad altri gia' espressi (francamente nn ho letto tutto con attenzione ) (grassetti miei!):
"[...]Quanto alle varie fedi religiose, militanti e dogmatici non capiscono che esse sono necessariamente relative. Anche assumendo che il trascendente ed il necessario debbano esistere, essi non possono che rivelarsi nell'immanente e nel contingente. Ogni specifica rivelazione e' quindi una distorsione e una approssimazione, che non puo' e non deve essere presa sul serio."
(si in effetti e' quasi tutto bold... )
Ph@ntom ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 18:03
skywolf ha scritto mar, 25 gennaio 2005 alle 11:49
Ph@ntom[/email] ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 17:51]A Piergi, ma che stai a di'?skywolf ha scritto lun, 24 gennaio 2005 alle 16:46
"[...]Quanto alle varie fedi religiose, militanti e dogmatici non capiscono che esse sono necessariamente relative. Anche assumendo che il trascendente ed il necessario debbano esistere, essi non possono che rivelarsi nell'immanente e nel contingente. Ogni specifica rivelazione e' quindi una distorsione e una approssimazione, che non puo' e non deve essere presa sul serio."
che hai da criticare? E' una frase bellissima.
Se hai obiezioni, dille!
Semplicemente non ho capito la consecutio. In particolare quando postulando l'immanenza della rivelazione ne trae la necessarietà dell'approssimazione. Proprio non la capisco.
grazie all'up di michy ritrovo la tua risposta... allora andiamo in ordine di... bold.
-il 1o bold e' una affermazione "dogmatica", se vuoi. non deriva da niente di precedente
-idem x il 2o, sta postulando (io direi "osservando", ma se tu hai in mente mezzi cognitivi che io non conosco, dimmi!!!) che trascendente e necessario non possano rivelarsi che eccetera, senza dedurlo da niente di precedente.
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Qualcuno potrebbe aggiungere: e dal fatto che la "perfezione" divina non puo' che "degradarsi" quando viene "implementata" in qualcosa di terreno. ma questa e' una tesi che non tutti sposerebbero.
pero' la precedente mi pare proprio innegabile!...
-il 4o e' conseguenza abbastanza logica del 3o, mi pare, posto che "prendere sul serio" venga interpretato in senso non troppo forte; se si sa che una affermazione deriva da una verita', ma in essa quella verita' e' stata distorta, allora l'affermazione non va... creduta troppo.
Questa è una delle svariate cose che non mi piace del Piergi: se vuole sparare le bordate ne ha tutto il diritto, però lo faccia e basta. Invece finisce sempre a fare l'accomodante e con la scusa del "senso debole" si para il culo. E dai.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 4o e' conseguenza abbastanza logica del 3o, mi pare, posto che "prendere sul serio" venga interpretato in senso non troppo forte; se si sa che una affermazione deriva da una verita', ma in essa quella verita' e' stata distorta, allora l'affermazione non va... creduta troppo.
the_lamb ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:37
Questa è una delle svariate cose che non mi piace del Piergi: se vuole sparare le bordate ne ha tutto il diritto, però lo faccia e basta. Invece finisce sempre a fare l'accomodante e con la scusa del "senso debole" si para il culo. E dai.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 4o e' conseguenza abbastanza logica del 3o, mi pare, posto che "prendere sul serio" venga interpretato in senso non troppo forte; se si sa che una affermazione deriva da una verita', ma in essa quella verita' e' stata distorta, allora l'affermazione non va... creduta troppo.
guarda che nn sono il fake di odifreddi. sto interpretando a modo mio!
E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
Ph@ntom ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 17:22
E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
a volte non riesco a seguire i discorsi troppo "raffinati".
nella mia mente, immagino la Luce della Verita' che giunge a noi attraverso un mezzo dispersivo, ad esempio il vetro (e' ovvio che esso simboleggia la Realta', no?) e ne esce "distorta" (*). che e' un caso particolare dell'"imperfezione".
(*)l'indice di rifrazione dipende dalla frequenza dunque le diverse frequenze escono con angoli diversi da quelli con cui sono entrati; anche l'assorbimneto dipende dalla frequenza e quindi le diverse armoniche risultano attenuate in modo diverso -> i rapporti fra le ampiezze IN sono diversi da quelli OUT (luce bianca potrebbe ad es. diventare bianco panna, tanto x sparare eh).
Però il vetro al limite può rappresentare la nostra percezione della Realtà, non la Realtà stessa. La Realtà E' e basta, non significa una bega dire che è imperfetta.skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 14:43
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 17:22]E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
a volte non riesco a seguire i discorsi troppo "raffinati".
nella mia mente, immagino la Luce della Verita' che giunge a noi attraverso un mezzo dispersivo, ad esempio il vetro (e' ovvio che esso simboleggia la Realta', no?) e ne esce "distorta" (*). che e' un caso particolare dell'"imperfezione".
(*)l'indice di rifrazione dipende dalla frequenza dunque le diverse frequenze escono con angoli diversi da quelli con cui sono entrati; anche l'assorbimneto dipende dalla frequenza e quindi le diverse armoniche risultano attenuate in modo diverso -> i rapporti fra le ampiezze IN sono diversi da quelli OUT (luce bianca potrebbe ad es. diventare bianco panna, tanto x sparare eh).
forse si'...Il Nero ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 15:14
Però il vetro al limite può rappresentare la nostra percezione della Realtà, non la Realtà stessa. La Realtà E' e basta, non significa una bega dire che è imperfetta.skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 14:43
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 17:22]E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
a volte non riesco a seguire i discorsi troppo "raffinati".
nella mia mente, immagino la Luce della Verita' che giunge a noi attraverso un mezzo dispersivo, ad esempio il vetro (e' ovvio che esso simboleggia la Realta', no?) e ne esce "distorta" (*). che e' un caso particolare dell'"imperfezione".
(*)l'indice di rifrazione dipende dalla frequenza dunque le diverse frequenze escono con angoli diversi da quelli con cui sono entrati; anche l'assorbimneto dipende dalla frequenza e quindi le diverse armoniche risultano attenuate in modo diverso -> i rapporti fra le ampiezze IN sono diversi da quelli OUT (luce bianca potrebbe ad es. diventare bianco panna, tanto x sparare eh).
pero' io non ho detto, del vetro, che sia imperfetto.
ho detto che e' un mezzo dispersivo (termine tecnico per dire che fa quelle robe la' che ho detto alle varie frequenze luminose), tutto qua.
dunque potrebbe anche essere (e a me piace di piu') il vetro e' la Realta' e non e' "imperfetto", o forse anche si', ma cmq quel che conta e' che non e' del tutto "adatto" alla trasmissione della luce; e' nella sua natura il deformare un po' la radiazione che lo attraversa.
Il punto è questo, la distinzione tra imperfezione e imperfezione. Una trasmissione può essere tanto imperfetta da pregiudicarne il messaggio, o magari solo lievemente e il significato rimane intatto (magari previa interpolazione...). Piergi nemmeno tanto furbescamente nega questa "scala di grigi".skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 14:43
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 17:22]E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
a volte non riesco a seguire i discorsi troppo "raffinati".
nella mia mente, immagino la Luce della Verita' che giunge a noi attraverso un mezzo dispersivo, ad esempio il vetro (e' ovvio che esso simboleggia la Realta', no?) e ne esce "distorta" (*). che e' un caso particolare dell'"imperfezione".
(*)l'indice di rifrazione dipende dalla frequenza dunque le diverse frequenze escono con angoli diversi da quelli con cui sono entrati; anche l'assorbimneto dipende dalla frequenza e quindi le diverse armoniche risultano attenuate in modo diverso -> i rapporti fra le ampiezze IN sono diversi da quelli OUT (luce bianca potrebbe ad es. diventare bianco panna, tanto x sparare eh).
Ph@ntom ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 16:43
Il punto è questo, la distinzione tra imperfezione e imperfezione. Una trasmissione può essere tanto imperfetta da pregiudicarne il messaggio, o magari solo lievemente e il significato rimane intatto (magari previa interpolazione...). Piergi nemmeno tanto furbescamente nega questa "scala di grigi".skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 14:43
Ph@ntom[/email] ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 17:22]E diciamo che date alcune premesse ci si può accordare.skywolf ha scritto gio, 07 settembre 2006 alle 16:02
-il 3o e' effettivamente una deduzione; da cosa lo deduce?
beh, direi intanto dal fatto che la nostra rappresentazione della realta' e' imperfetta.
Ti ricordo, però, che il Piergi parla proprio di distorsione, che è più veemente di una semplice "imperfezione".
a volte non riesco a seguire i discorsi troppo "raffinati".
nella mia mente, immagino la Luce della Verita' che giunge a noi attraverso un mezzo dispersivo, ad esempio il vetro (e' ovvio che esso simboleggia la Realta', no?) e ne esce "distorta" (*). che e' un caso particolare dell'"imperfezione".
(*)l'indice di rifrazione dipende dalla frequenza dunque le diverse frequenze escono con angoli diversi da quelli con cui sono entrati; anche l'assorbimneto dipende dalla frequenza e quindi le diverse armoniche risultano attenuate in modo diverso -> i rapporti fra le ampiezze IN sono diversi da quelli OUT (luce bianca potrebbe ad es. diventare bianco panna, tanto x sparare eh).
se la trasmissione e' in digitale, sotto una certa soglia di rumore si puo' ricostruire il segnale alla perfezione.
ma se e' in analogico, non c'e' [quasi] niente da fare.
Ergo se la Verità non è digitale siamo cagati
Poi ci sarebbe da valutare il SNR dopo la realtà, ma lasciamo stare
Parecchio attinente .skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 16:54
se la trasmissione e' in digitale, sotto una certa soglia di rumore si puo' ricostruire il segnale alla perfezione.
ma se e' in analogico, non c'e' [quasi] niente da fare.
Ph@ntom ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 17:19
Parecchio attinente .skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 16:54
se la trasmissione e' in digitale, sotto una certa soglia di rumore si puo' ricostruire il segnale alla perfezione.
ma se e' in analogico, non c'e' [quasi] niente da fare.
non capisco se scherzi.
Scherzo, nel senso che intendo il contrario di quanto ho scritto (ma magari non ho capito io).skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 17:21
non capisco se scherzi.
Ph@ntom[/email] ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 17:19]Parecchio attinente .skywolf ha scritto ven, 08 settembre 2006 alle 16:54
se la trasmissione e' in digitale, sotto una certa soglia di rumore si puo' ricostruire il segnale alla perfezione.
ma se e' in analogico, non c'e' [quasi] niente da fare.
Ma perchè invece di vedere in digitale o analogico non si va oltre?
La definizione dell'Assoluto è appunto "ciò che non ha dualità".