E poi c'è Ian, questa volta mandato in missione nelle terre roventi del Vhacondar.
E' solo, braccato ed affamato(ad un certo punto si concederà il lusso di un po' di pane sordo, molto probabilmente stantio) e sa quel tanto che gli basta giacché il vecchio Alben gli ha tenuto nascoste alcune cose per la buona riuscita dell'impresa.
E' un viaggio della Compagnia in solitaria, con deserti infuocati, boschi insidiosi, labirinti carsici sotterranei(proprio come a Gardaland) con mostri acquatici in agguato fino a raggiungere una sorta di "petrolchimico perduto" -Marghera del mondo antico- dove viene raffinato il temutissimo Fango Pirico(e dagli col Fango Pirico...).
Ottimi gli scontri con i "mastini infernali" e con quel coso-Kraken antropomorfo; rivediamo con piacere il capitano Khail.
Le nubi si addensano, oscure forze sono all'opera e una grave minaccia incombe(manca giusto l'"empia voce nell'aria"): in teoria una discreta botta alla continuity, in pratica vai a sapere.
L'importante è che arrivi presto il tanto agognato full frontal di Myrva.
La storia di per sè è molto buona: una missione segretissima, un viaggio a rotta di collo verso il Sud selvaggio, lontano dal ventre opulento e protettivo dell'Impero, il tutto ben illustrato e colorato da una miriade di artisti che figuriamoci se mi metto ad elencare.
Un bel 7 e 1/2, corroborato dall'orchino bricconcello che stuzzica il bestio volante a pag.26, dalla lucertolina(
) a pag.130 e dall'esilarante scena di pag.145.