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  1. #301
    Shogun Assoluto L'avatar di firewall76
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    ma pare che per qualcuno le intercettazioni siano prove inequivocabili di colpevolezza.

  2. #302
    L'Onesto L'avatar di ale30
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    firewall76 ha scritto ven, 02 giugno 2006 alle 23:30
    ma pare che per qualcuno le intercettazioni siano prove inequivocabili di colpevolezza.
    Chiedere ai designatori o fare pressioni per avere determinati arbitri così come manipolare i sorteggi nn costituisce,forse, una violazione dell'etica sportiva?
    <<Come viene affermato nel Codice di Etica Sportiva del Consiglio d’Europa (dichiarazione di intenti adottata dai Ministri europei responsabili per lo Sport), “Fair play” significa molto di più che semplice rispetto delle regole. Esso comprende la lotta contro l'imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale), allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità e alla corruzione. >>
    Qui si parla di giustizia sportiva ma continuate a confonderla con quella penale.
    Altro che pissi pissi bau bau.





    Ritornando al Milan:

    Il 17 aprile 2005 Meani non accetta le giustificazioni di Gennaro Mazzei sull'errore dell'assistente Baglioni (gol annullato a Crespo nella partita Siena - Milan) ammettendo di non averlo mai chiesto né voluto nelle partite del Milan: «Adesso state attenti, state attenti perché Galliani è super velenoso, mandateci gente, perché ormai…anche perché …mandateci anche a noi un po' il Consolo, non è che lo mandi sempre a Torino...mandaci gente tipo Consolo…hai capito?». E Mazzei intimorito replica «Si, no, no, no te lo mando, non è che…ci mancherebbe altro ». Meani capisce di poter osare qualcosa in più e insiste: «Allora se devi far ruotare, fa ruotare anche Puglisi sul Milan…che questa cosa incomincia a starci sul cavolo che uno che fa il…lavoro con noi se ne sta fuori un anno e mezzo…allora fammi bene, fammi vedere di mandarmelo mercoledì». Mazzei accetta: «Va bene!». Il giorno dopo Meani rincara la dose: «Galliani è furibondo eh!...ha tirato fuori i cannoni di Navarone...».
    I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini.
    Il 18 aprile 2005 Bergamo riferisce a Pairetto che a seguito di consistenti pressioni ha dovuto inserire nella prossima partita del Milan l'assistente Puglisi: «C'è stata qualche pressione e quindi…si mette Puglisi a fare Milan - Chievo …eh questi dicono: perché ci penalizzate? Ehm, cioè, con me non hanno parlato. Ti dico la verità hanno chiamato Gennaro Mazzei».
    Nel mondo arbitrale le designazioni dei guardalinee sono un segnale inequivocabile. Collina chiama Meani: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti e…ma va a cagare te e tutti quanti…ho aperto il computer ho visto la coppia, dico non ci posso credere, da morire dal ridere veramente…da morire dal ridere». E Meani gonfiandosi il petto per quello che è riuscito a compiere replica: «E' bastato tirargli le orecchie, come quelle dell'asino». L'arbitro Messina è ancora più diretto con Meani: «Oh cavolo! Ma li hai designati te i guardialinee o loro?...no perché cavolo, se li, se li sceglieva, se li sceglievi te avresti scelto quei due lì te». E Meani non si risparmia neppure in questo caso ed affonda il colpo: «Mi sa che erano un po' con la coscienzina sporca, ieri sono scattate un po' di tirate d'orecchie».
    Puglisi riferisce a Meani di aver istruito Babini: «Gli ho detto se ti mandano lì ti mandano perché sanno che sei abbastanza gradito all'ambiente... nel dubbio da una parte vai su e dall'altra parte stai giù! poi le cose eclatanti che vedono tutti nessuno dice nente eh!...come fanno gli altri…gli altri cosa fanno? Nel dubbio se è la Juventus stanno giù, se è un'altra aquadra vanno su! Finito!». Babini è imbarazzato perchè la designazione è sfacciata e in una telefonata dice a Meani: «Facciamo ridere tutta Italia con questa designazione! ». Meani risponde: «Noi facciamo ridere tutta Italia? E gli altri là quando si fanno le loro?».
    MILAN-JUVENTUS
    CI PENSA BERGAMO
    Il giorno 28 aprile 2005. Il designatore Bergamo chiama Meani: «Ascoltami io ho urgenza di parlare con il grande capo…». Bergamo riferisce a Galliani che si sta facendo unico scudo contro un fronte fortissimo, perchè dall'altra parte (Juventus) volevano aggiustare la pratica della squalifica di Ibrahimovic tramite l'assistente Griselli che, «secondo loro», avrebbe dovuto riferire di aver visto l'episodio incriminato salvando così «capra e cavoli», permettendo la diminuzione dei turni della squalifica e l'impiego del calciatore nella partita contro il Milan. Galliani lo ringrazia di cuore per aver fatto in modo, anche tramite Griselli, che l'escamotage Juventino non fosse andato a buon fine. Bergamo poi parla con Meani: «Eh no, no con me credimi trovano una porta non chiusa, chiusa ma chiusa a chiave perché io avevo già capito dai giornali che stavano preparando tutta una cosa perché la disciplinare rivedesse il suo giudizio e questo poteva dipendere soltanto da Griselli…».
    «STAGNOLI E AYROLDI?
    VANNO BENE...»
    Meani approfitta della situazione e chiede a Bergamo lumi sui guardalinee per la giornata successiva: «Chi pensi di mandarmi domenica a Firenze?». Bergamo è conciliante: «Voi con Stagnoli come vi siete trovati ultimamente?». La riposta positiva del dirigente permette a Bergamo di affermare «Beh lui potrebbe essere uno». Meani continua: «Anche se vuoi mettere uno che ha fatto poche partite con noi che noi ci troviamo bene è anche Ambrosino!...eh a me Stagnoli e Ambrosino vanno anche bene eh ». Bergamo gli chiede «mentre invece Ayroldi no eh?». Meani: «Ayroldi può andare bene anche…». Conclude definitivamente il discorso Bergamo: «Ed allora mi danno una certa garanzia Stagnoli e Ayroldi».
    «Che battaglie con Pairetto...»
    Meani e Bergamo si risentono il 7 maggio 2005. Il designatore, riferendosi, alla partita decisiva Milan - Juventus fa presente a Meani di essere riuscito, grazie a mille battaglie soprattutto contro Pairetto che fino all'ultimo voleva mandare l'assistente Consolo a Milano, a portare in porto quello che avevano stabilito «Che battaglie ragazzi! E comunque è andato tutto in porto hai visto?», Meani gli risponde: «Dio buono che guerra!... Ma si sa che comandi tu eh!». Bergamo continua il racconto «Eh ma tu sapessi l'amico che…già dalla…anche dalla griglia eh! Perché per fare una griglia senza preclusioni ho dovuto fare… E poi dopo in tutte le maniere…tanto te lo dico doveva venire Consolo, Consolo, Consolo, Consolo...». Meani: «Ma tu vedrai adesso al di là di tutto se andiamo, ammettiamo che si pareggi tu vedrai le prossime tre giornate che pressioni che ti fanno!». E Bergamo: «Eh lo so ma noi, te intanto tienimi sempre tranquillo il Presidente…poi ci sentiamo di volta, poi il campo è il campo tu lo sai!».
    LE METAMORFOSI
    DI DE SANTIS
    Meani chiede a Bergamo anche un parere sull'arbitro De Santis, che improvvisamente si è messo ad arbitrare senza condizionamenti. La risposta di Bergamo è eloquente e conferma la metamorfosi e i vecchi trascorsi: «Lui quest'anno si è trovato ad un bivio o ascolta me o ascolta chi vuole lui! Gli ho detto: amico caro, io c'ho i mondiali da portare avanti…e quindi non posso, non posso giocarmi la mia credibilità con te (...) probabilmente qualche sirena in passato l'ha dovuta ascoltare e non era sgombro in testa come, come avrebbe dovuto essere». Meani allora insiste e propone per la relativa analisi anche l'arbitro Bertini. Anche in questo caso Bergamo rassicura Meani: «no, si sta sgombrando, stai tranquillo si sta sgombrando. Anche se non diventerà mai un grande arbitro è un buon arbitro…è un buon arbitro, è uno che ha capito di aver sbagliato! È uno che ha capito di aver sbagliato, stai tranquillo te lo dico con certezza…e lui è uno che si sta completamente mettendo la testa a posto».
    E ALLA FINE SPUNTANO
    GLI OROLOGI
    Meani si adopera come può per cercare di dare un segnale a coloro che potrebbero decidere il match dell'anno Milan-Juve, decisivo per lo scudetto. Il 6 maggio 2005, contatta l'assistente Mitro, uno dei due designati per la partita cruciale, e lo invita a sostenere una gara imperniata sulla imparzialità. L'altro assistente Farneti,dopo essere venuto a conoscenza che sarà uno dei due assistenti chiama Meani lo stesso giorno esprimendogli la sua soddisfazione per il graditissimo impegno che lo attende, Meani da parte sua gli fa capire che questo si è verificato perchè lo ha voluto la società rossonera: «Chi potrebbe aver dato il benestare?» e l'assistente gli risponde: «lo avete dato voi di sicuro» .Infine, quando Farneti ringrazia per l'ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale.GLI ARBITRI
    PER LA CHAMPIONS
    Sul versante europeo della Champions League, Meani ottiene da Pairetto la garanzia che nel prossimo e doppio turno di coppa il Milan sarà diretto dall'arbitro Vassaras nel primo incontro casalingo e dall'arbitro Aughe nella successiva trasferta. In virtù dell'ottimo risultato centrato sui due arbitri, Meani comunica a Galliani - gli arbitri della semifinale di Champions League «sono Vassaras e Aughe i due arbitri della semifinale…ho lavorato bene?». Galliani entusiasta: « bene…stupendo, stupendo…stupendo, bravo, bravo…».


  3. #303
    L'Onesto L'avatar di ale30
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Orologio ha scritto ven, 02 giugno 2006 alle 23:26


    Ohhh...hai scritto la frase magica...

    Perche' c'e' il rischio che non succeda niente...o cmq poco ?

    Perche' le intercettazioni nn servono a niente, sono solo delle aggiunte...un mezzo per scoprire il reato. Dire che si commette un reato, non comporta alcun illecito se nn lo si individua effettivamente.

    Quindi bisogna provare senza ombra di dubbio che la partita/e erano truccate, indipendentemente dalle intercettazioni.

    Questo e' il casino...
    Le intercettazioni servono e come..anzi costituiscono diretta fonte di prova della colpevolezza dell'imputato...forse nn comprendi la loro reale portata.
    Sul fatto che "bisogna provare senza ombra di dubbio che la partita/e erano truccate,indipendentemente dalle intercettazioni" ti riporto quanto successe al Verona nel 1974:

    Siamo nel 1974. Il Verona, conquista la salvezza alla quintultima giornata di campionato battendo il Napoli 1-0. Un quotidiano napoletano però, svela un retroscena, che oggi farebbe poco più che sorridere, che condanna i gialloblù alla retrocessione a tavolino. Protagonisti, l’allora presidente della società veneta Saverio Garonzi, e l’ex di turno, il centravanti brasiliano Clerici, passato al Napoli.

    Alla vigilia della delicata partita Garonzi chiama Clerici. Saluti, convenevoli, e quattro chiacchiere sul futuro del giocatore, che rivela la sua volontà di tornare a fine carriera in Brasile e inventarsi un nuovo mestiere al di fuori dell’ambito sportivo. È a questo punto che Garonzi, un pezzo grosso nel commercio di automobili, promette un personale interessamento per fare in modo che Clerici possa aprire, in Brasile, una concessionaria della Fiat. Non una parola in più. La telefonata viene confermata dallo stesso giocatore, che riferirà però, anche, di non essersi sentito in alcun modo condizionato da quel colloquio amichevole. Tanto basta, comunque, per far scattare l’operato dell’ufficio inchieste. Garonzi, interrogato, nega tutto, dice di non sentire il giocatore da tempo e crolla solo messo di fronte al fatto compiuto della confessione del suo ex tesserato, ammettendo solo in un secondo tempo di aver fatto la telefonata ma continuando a negare la tentata corruzione.

    Niente intercettazioni inchiodanti. Niente elementi scandalosi. Niente pressioni moleste. Solo una bugia, rifilata agli inquirenti federali, che la giudicano la prova della malafede. Risultato? Verona in serie B, presidente squalificato a vita.

    L’equazione sorge spontanea. Basta provare ad affiancare la mole di intercettazioni a disposizione dei magistrati, anche volessimo solo considerare quelle già rese pubbliche, a quella provata da una semplice testimonianza verbale, che peraltro, se non per l’inopportuna tempistica, non può neanche essere paragonata per contenuti alla più innocente tra quelle che abbiamo letto nelle ultime settimane.

  4. #304
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Orologio
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Vedrai che questa volta utilizzeranno le regole del diritto penale...e nn della giustizia sportiva.


  5. #305
    L'Onesto L'avatar di blackwolf45
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Che schifo...meritiamo la b , questi due signori devono essere cacciati a calci in c**o e non farsi piu vedere a milanello.

    p.s. se noi andiamo in b la rubentus deve minimo andare in serie c2 pero

  6. #306
    Shogun Assoluto L'avatar di uccio
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Ho la vaga impressione che a fine estate diventerò un appassionato di rugby.

  7. #307
    Lo SPAM in BS sono io L'avatar di Angelo
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    blackwolf45 ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 09:49
    Che schifo...meritiamo la b , questi due signori devono essere cacciati a calci in c**o e non farsi piu vedere a milanello.

    p.s. se noi andiamo in b la rubentus deve minimo andare in serie c2 pero
    Tipico...siete sporchi quanto noi altrochè...e spero che assieme a moggi sparisca pure il pelato...

    "prima scrivo le regole, poi mi dimetto..."

  8. #308
    Shogun Assoluto L'avatar di uccio
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Un bell'articolo su Fabio Capello:

    Don Fabio, le tante (troppe) vie della furbizia
    Capello promette fedeltà alla Juve e accetta la corte del Real Madrid. Dagli attacchi a Giraudo alle lodi per Moggi

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    Fabio Capello ha molti meriti; se fa così, però, rischia di dissiparli. Ognuno di noi gli deve qualcosa. I romanisti, lo storico scudetto del 2001 (per i romanisti ogni scudetto è storico). I milanisti, il dominio dei primi Anni Novanta, e il ricordo di quando in Champions il Milan batteva il Barcellona. Gli juventini, 76 giornate in testa alla classifica. I veneti e i calabresi di Stoccarda, l'unico lampo nel Mondiale «azzurro tenebra» di Germania 1974, il gol della vana speranza contro la Polonia. Tutti quanti, il tocchetto di Wembley '73, la prima vittoria italiana in Inghilterra. Ma lui ora non dovrebbe approfittarne.

    Vuole restare alla Juve e, intanto, accetta la corte dei vari candidati alla presidenza del Real Madrid. Non rinnega l'amicizia con Moggi, ma neppure quella con Sainz. Brinda nel suo dammuso di Pantelleria con l'altro possibile presidente madridista Calderon, ma fa sapere che il contratto da oltre tre milioni di euro netti con la Juve è ancora valido, in A come in C. Nessuno potrebbe disconoscere le sue qualità, compresa la furbizia. Qualcuno comincia a pensare che stia facendo il furbo.

    Non sarebbe la prima volta. 18 aprile 2003: «Ho già detto che la Juve è una squadra che non mi interessa, per un discorso mio personale. Tutti vorrebbero allenare la Juve alla mia età, per quello che la Juve permette di fare. Io no». 7 febbraio 2004: «Sulla panchina della Juve, no. È una delle prime cinque società del mondo. Ma io non ci vado. È una mia precisa scelta di vita». 19 febbraio 2004: «Come ve lo devo dire? La Juve non mi stimola. Non è lei che non mi cerca; sono io che non sono interessato. Rispetto i suoi giocatori e la famiglia Agnelli, ma a 57 anni devo trovare qualcosa che mi intriga». Come Mexès, talentuoso difensore francese, strappato all'Auxerre tra le polemiche. Appena arrivato a Roma, Capello lo invitò a pranzo: «Tu e io, Philippe, faremo grandi cose». Ai giornalisti che gli chiedevano «che Roma sarà?» rispose: «Ve lo saprò dire quando ci sarà la presentazione ufficiale, quando saremo in ritiro». Il giorno dopo pranzò con Giraudo, amministratore delegato della Juventus. Che finalmente lo stimolò.

    Anche il suo rapporto con Moggi è in continua evoluzione. 5 novembre 2002: «Il gruppo Gea è una cosa anomala. Sono anche amico di Moggi. Ma mio figlio non è l'amministratore di una società che tratta gli acquisti con il padre». Dopo la garbata replica di Moggi («alle stupidaggini rispondo solo dopo le 20 e questa è l'ora giusta...») che lo invitava a occuparsi dei figlioli suoi, il 7 novembre Capello chiarì: «Mio figlio è un avvocato che si occupa di sport, non fa il procuratore. È una cosa diversa: lui non ha contatti con i giocatori. Mio figlio è un libero professionista, non l'amministratore delegato di una società che tratta cessioni e ingaggi con suo padre. Sono stato chiaro?». Erano anni in cui anche con Giraudo l'amicizia era meno calorosa. «Il doping amministrativo non uccide» disse Capello quando la Juve era sotto processo per farmaci e la Roma sotto accusa per i conti in disordine. Giraudo la prese bene: «Molti non danno LIBRI E PASSIONI
    la giusta importanza all'illecito sportivo di carattere finanziario; d'altronde siamo in un Paese dove qualcuno prende la residenza a Campione d'Italia per evadere le tasse». Il «qualcuno» era Capello, che rispose: «Certa gente ha il nervo scoperto».

    Ora di Moggi Capello prende cautamente le difese. «Quale può essere stata la responsabilità di Luciano? Dico solo un parola: superficialità». Moggi come Craxi: «Mi sembra di rivedere la storia di Tangentopoli, quando venne preso di mira il Partito socialista.

    Ecco, la Juve di oggi è come il partito socialista». Gli amici non si rinnegano: «Luciano l'ho conosciuto quand'ero alla Juve come giocatore, poi l'ho ritrovato da dirigente. Ed è un dirigente eccezionale. Sono suo amico e lo stimo». Una stima prudente: «Arbitri? Con Moggi di designazioni non abbiamo mai parlato». E, nell'euforia triste del ventinovesimo scudetto: «Questo è un tiro al bersaglio, ma aspettate, ci sarà da ridere».

    Non sarebbe giusto dimenticare che Capello non è un allenatore qualsiasi. È il più bravo. Capace di vincere ovunque. Era già il più intelligente da calciatore, quando faceva girare il centrocampo della Roma, della Juve, del Milan, della Nazionale. Tre su quattro, per il momento, le ha ritrovate da allenatore. È colto, legge molto, colleziona arte contemporanea.
    Ha rapporti di amicizia e di stima al di fuori dello sport, ad esempio con Francesco de Gregori. Ha l'antipatia dei cinici e dei vincenti, che proprio antipatici non sono mai. Ora però il cinismo rischia di perderlo. Oppure, più semplicemente, Fabio Capello è incerto. Nell'attesa, prende tempo. Si è trovato, con ogni probabilità incolpevole, al centro di uno scandalo di sistema, che ha tentato di derubricare a commedia con battute da Azzeccagarbugli. Ora insiste, con qualche ragione, a dire che non tutto era finto, i novantuno punti, i gol, gli scudetti e tutto. Ma nello stesso tempo cerca una via d'uscita. La Juve deve restare in A. Capello deve restare alla Juve. Certo che a Madrid hanno conservato un buon ricordo, lo chiamano Don Fabio. Hanno anche preso Cassano, il puledro di razza che solo lui aveva saputo domare. Moggi è innocente, con gli Agnelli e gli Elkann il rapporto è ottimo, con Sainz pure, e i tramonti di Pantelleria sono dolcissimi. Noi aspettiamo. Per il momento, non c'è nulla da ridere.

    Aldo Cazzullo
    03 giugno 2006



    E la strategia difensiva della Juventus:

    Juventus, ecco la strategia difensiva: negare l'illecito

    10:23 del 03 giugno


    Smontare la Cupola e negare l'illecito Ecco la strategia difensiva della Signora

    «L'ultimo ballo della Vecchia Signora». Il titolo scelto da un settimanale per descrivere le settimane che decideranno del calcio italiano è già una mezza sentenza per la squadra più amata e odiata d'Italia.
    La strategia difensiva degli uomini che cercheranno di salvare il salvabile per la Juventus, soprattutto sul piano sportivo, viene elaborata ogni tre giorni a Torino. Il primo incontro è avvenuto nello studio di Cesare Zaccone, l'avvocato che rappresenta la società torinese, gli altri, a rotazione, presso i legali di Antonio Giraudo e Luciano Moggi. Fino agli eventuali deferimenti si marcia uniti. Dopo, si vedrà.

    I testi sacri di queste riunioni sono i «Libri neri del calcio» con tutte le informative dei carabinieri di Napoli, pubblicati dall'Espresso. Perché anche le vicende penali e quelle sportive si tengono. La speranza (esaudita, sembra) che il calendario stilato dall'Ufficio Indagini della Figc metta Moggi e Giraudo nelle ultime caselle delle persone da ascoltare non è certo generata dalla scaramanzia. I legali dei due ex capi della Juventus ritengono fondamentale presentarsi davanti a Borrelli con l'inchiesta della Procura di Napoli in dirittura d'arrivo.

    Il primo snodo della strategia difensiva prevede la negazione assoluta dell'associazione a delinquere, ipotesi di reato della quale devono rispondere l'ex amministratore delegato e l'ex direttore generale bianconeri.

    Dalla lettura delle intercettazioni, sempre secondo la «squadra» di avvocati torinese, emerge la mancanza di un traguardo comune per quella che è stata definita la «cupola» del calcio. Innocenzo Mazzini, l'amico targato Figc di Moggi, manovrava per farsi largo all'interno della Federazione; Massimo De Santis fischiava e parlava di conseguenza per inseguire un suo sogno privato, diventare il nuovo Collina, raggiungere gli agognati Mondiali del 2006 e soprattutto aumentare il suo peso nel mondo arbitrale. Sono solo esempi di una «differenziazione» di obiettivi personali che verrà marcata per ognuno dei soggetti coinvolti nell'inchiesta e far così cadere l'ipotesi dell'associazione a delinquere, che per reggere deve basarsi su un fine comune.

    Davanti al giudice sportivo, lo spartito sarà un altro. I legali «juventini» stanno sovrapponendo ogni singola intercettazione alle partite «sospette» nelle quali è implicata la Juventus, con lo scopo di dimostrare che i fiumi di parole di Moggi e Giraudo non hanno alterato nessun risultato sportivo. «Manca qualunque prova di combine» ripete con forza Fulvio Gianaria, il legale di Moggi. Lette e rilette le intercettazioni, la tagliola dell'articolo 1 del Codice sportivo («Violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità») viene considerata ineludibile. Quel che conta è evitare l'articolo 6 («Illecito sportivo»), dimostrando che Moggi e Giraudo si sono indubbiamente dati molto da fare su ogni aspetto dello scibile calcistico, ma non hanno mai aggiustato nessuna partita.

    Le chiamate di correo che in questi giorni vengono fatte dall'avvocato Gianaria tirando in ballo il Milan, come connivente del sistema e manipolatore di guardalinee, sono per ora l'unica mossa non pianificata. Almeno ufficialmente, il legale di Moggi parla e lavora in proprio per il suo assistito. In realtà, il «così fan tutti» viene valutato dalla Juventus come l'equivalente giuridico della zona Cesarini, l'extrema ratio alla quale appellarsi nel caso l'ultimo ballo si metta proprio male. Muoia Sansone Moggi insomma, ma con tutti i filistei, che magari ci si fa meno male.
    (Corriere della Sera)

  9. #309
    NetmanXP
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    AngeloG ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 10:34
    blackwolf45 ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 09:49
    Che schifo...meritiamo la b , questi due signori devono essere cacciati a calci in c**o e non farsi piu vedere a milanello.

    p.s. se noi andiamo in b la rubentus deve minimo andare in serie c2 pero
    Tipico...siete sporchi quanto noi altrochè...e spero che assieme a moggi sparisca pure il pelato...

    "prima scrivo le regole, poi mi dimetto..."

    Invece blackwolf45 ha ragione, il problema è che la Rubentus in c2 non ci andrà mai, le perdite economiche sarebbero mostruose...perciò tutti insieme appassionatamente in B oppure Maxi-Condono, tradotto in "la morte del calcio italiano".

    Per quanto riguarda il "pelato", fidati, se ti dico che perfino molti milanisti vorrebbero che sparisse

  10. #310
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di DeGeNeRo
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    mi darò alla pallavolo.

    Cmq Galliani deve solo stare zitto, nella cacca c'è pure lui fino al collo, inutile negare l'evidenza

  11. #311
    Lo Zio L'avatar di Dolphin
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    INTERESSANTE


    C'è anche il sistema Milan: ecco le carte in mano ai pm di Napoli

    10:30 del 03 giugno

    Moggi galliani

    Scandalo calcio: c’è anche il sistema Milan.
    L’accusa: tenne testa alla Juve con ottimi risultati, anche grazie a Galliani.
    La ricostruzione dei carabinieri, le carte consegnate in aprile.
    ALLA PROCURA DI NAPOLI IPOTIZZANO CHE IL CLUB ROSSONERO FOSSE CONSAPEVOLE DEI METODI USATI DA MOGGI E GIRAUDO.

    Viaggiavano assieme, Juventus e Milan, quando c’era da pilotare le «scelte di palazzo», facevano invece la «guerra» quando si incrociavano sul prato, ovviamente, ma pure quando c’era da garantirsi una «fazione di arbitri e assistenti», da opporre all’esercito nemico. E questo, è un po’ meno ovvio. Champions League compresa. E’ questo «il fronte di guerra», testuale, descritto nell’ultima informativa (in possesso de «Il Romanista» e visionata da «La Stampa») dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e consegnata nell’aprile scorso ai Pm di Napoli che indagano sui malaffari del pallone.

    Certo, nella battaglia c’era Luciano Moggi, nel ramo uno da menzione d’onore, ma non era l’unico: perché, sul pianeta calcio, c’erano due «poteri forti», «due contendenti». Un «match a due», combattuto «senza esclusione di colpi», che porta i due club, Juve e Milan, «a intrecciare rapporti di natura commistiva con l’intero sistema arbitrale, con particolare e primario interesse verso i signori designatori».

    Se Moggi era un drago, anche il Milan, aveva il suo controspionaggio: decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un’azione permanente, ben lontana dall’istintiva sfuriata che può seguire a un’arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività, almeno dalle telefonate, pare essere l’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell’informativa dei militari.

    I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell’allungo decisivo per il successo finale».

    Solo quando c’è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d’accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E’ lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate da Juventus e Milan. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».

    L’infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l’8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l’ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell’incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l’assistente «ringrazia per l’ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».

    Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l’ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c’era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».

    Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l’allora designatore. Cosi’, «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com’è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall’assistente Contini e dall’arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all’attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».

    Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a cagare te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere». Inevitabile la conclusione dei carabinieri, da settimane sul tavolo dei Pm di Napoli: «Da anni il calcio va avanti così sporco e inquinato, la Juventus fa il bello e il cattivo tempo, e il Milan giocoforza segue sulla stessa scia, decidendo terne arbitrali e articoli di giornali».

    (La Stampa)

    Ma che è Old??

  12. #312
    david
    ospite

    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Cavolo Meani si dà da fare per il big match con la Juve dell'8 Maggio e poi ci negano un rigore solare su Cafù che, sommato ai due dell'andata, fanno un totale di tre rigori negati in due partite!
    Ma sticazzi

  13. #313
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di Orologio
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Abbiamo sempre pensato che le partite le vincessero i giocatori...e invece i veri fuoriclasse erano i dirigenti...spero che l'anno prossimo inseriscano loro nel fantacalcio




    Il prossimo derby milanese

  14. #314
    Banned L'avatar di Brasato di Pollo
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Dolphin ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 12:25
    INTERESSANTE


    C'è anche il sistema Milan: ecco le carte in mano ai pm di Napoli

    10:30 del 03 giugno

    Moggi galliani

    Scandalo calcio: c’è anche il sistema Milan.
    L’accusa: tenne testa alla Juve con ottimi risultati, anche grazie a Galliani.
    La ricostruzione dei carabinieri, le carte consegnate in aprile.
    ALLA PROCURA DI NAPOLI IPOTIZZANO CHE IL CLUB ROSSONERO FOSSE CONSAPEVOLE DEI METODI USATI DA MOGGI E GIRAUDO.

    Viaggiavano assieme, Juventus e Milan, quando c’era da pilotare le «scelte di palazzo», facevano invece la «guerra» quando si incrociavano sul prato, ovviamente, ma pure quando c’era da garantirsi una «fazione di arbitri e assistenti», da opporre all’esercito nemico. E questo, è un po’ meno ovvio. Champions League compresa. E’ questo «il fronte di guerra», testuale, descritto nell’ultima informativa (in possesso de «Il Romanista» e visionata da «La Stampa») dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e consegnata nell’aprile scorso ai Pm di Napoli che indagano sui malaffari del pallone.

    Certo, nella battaglia c’era Luciano Moggi, nel ramo uno da menzione d’onore, ma non era l’unico: perché, sul pianeta calcio, c’erano due «poteri forti», «due contendenti». Un «match a due», combattuto «senza esclusione di colpi», che porta i due club, Juve e Milan, «a intrecciare rapporti di natura commistiva con l’intero sistema arbitrale, con particolare e primario interesse verso i signori designatori».

    Se Moggi era un drago, anche il Milan, aveva il suo controspionaggio: decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un’azione permanente, ben lontana dall’istintiva sfuriata che può seguire a un’arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività, almeno dalle telefonate, pare essere l’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell’informativa dei militari.

    I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell’allungo decisivo per il successo finale».

    Solo quando c’è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d’accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E’ lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate da Juventus e Milan. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».

    L’infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l’8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l’ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell’incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l’assistente «ringrazia per l’ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».

    Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l’ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c’era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».

    Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l’allora designatore. Cosi’, «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com’è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall’assistente Contini e dall’arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all’attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».

    Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a cagare te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere». Inevitabile la conclusione dei carabinieri, da settimane sul tavolo dei Pm di Napoli: «Da anni il calcio va avanti così sporco e inquinato, la Juventus fa il bello e il cattivo tempo, e il Milan giocoforza segue sulla stessa scia, decidendo terne arbitrali e articoli di giornali».

    (La Stampa)

    Ma che è Old??
    Guarda guarda un articolo contro il milan della stampa.....sinceramente non me lo aspettavo.....

  15. #315

    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Brasato di Pollo ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 12:38
    Dolphin ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 12:25
    INTERESSANTE


    C'è anche il sistema Milan: ecco le carte in mano ai pm di Napoli

    10:30 del 03 giugno

    Moggi galliani

    Scandalo calcio: c’è anche il sistema Milan.
    L’accusa: tenne testa alla Juve con ottimi risultati, anche grazie a Galliani.
    La ricostruzione dei carabinieri, le carte consegnate in aprile.
    ALLA PROCURA DI NAPOLI IPOTIZZANO CHE IL CLUB ROSSONERO FOSSE CONSAPEVOLE DEI METODI USATI DA MOGGI E GIRAUDO.

    Viaggiavano assieme, Juventus e Milan, quando c’era da pilotare le «scelte di palazzo», facevano invece la «guerra» quando si incrociavano sul prato, ovviamente, ma pure quando c’era da garantirsi una «fazione di arbitri e assistenti», da opporre all’esercito nemico. E questo, è un po’ meno ovvio. Champions League compresa. E’ questo «il fronte di guerra», testuale, descritto nell’ultima informativa (in possesso de «Il Romanista» e visionata da «La Stampa») dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e consegnata nell’aprile scorso ai Pm di Napoli che indagano sui malaffari del pallone.

    Certo, nella battaglia c’era Luciano Moggi, nel ramo uno da menzione d’onore, ma non era l’unico: perché, sul pianeta calcio, c’erano due «poteri forti», «due contendenti». Un «match a due», combattuto «senza esclusione di colpi», che porta i due club, Juve e Milan, «a intrecciare rapporti di natura commistiva con l’intero sistema arbitrale, con particolare e primario interesse verso i signori designatori».

    Se Moggi era un drago, anche il Milan, aveva il suo controspionaggio: decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un’azione permanente, ben lontana dall’istintiva sfuriata che può seguire a un’arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività, almeno dalle telefonate, pare essere l’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell’informativa dei militari.

    I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell’allungo decisivo per il successo finale».

    Solo quando c’è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d’accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E’ lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate da Juventus e Milan. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».

    L’infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l’8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l’ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell’incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l’assistente «ringrazia per l’ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».

    Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l’ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c’era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».

    Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l’allora designatore. Cosi’, «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com’è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall’assistente Contini e dall’arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all’attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».

    Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a cagare te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere». Inevitabile la conclusione dei carabinieri, da settimane sul tavolo dei Pm di Napoli: «Da anni il calcio va avanti così sporco e inquinato, la Juventus fa il bello e il cattivo tempo, e il Milan giocoforza segue sulla stessa scia, decidendo terne arbitrali e articoli di giornali».

    (La Stampa)

    Ma che è Old??
    Guarda guarda un articolo contro il milan della stampa.....sinceramente non me lo aspettavo.....

    scusa ma non cita fonti ufficiali ?

    Carabinieri di Roma e Procura di Napoli ?

    Se fosse uscito sulla Repubblica sarebbe lo stesso....la Repubblica è di sinistra e contro berlusca.

    Il fatto è che se non esce sulla Gazzetta non è ufficiale ?

    Ora magari sono tutte stro.nzate ma se Procura e Carabinieri non hanno negato....

  16. #316
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    anthonykiedis ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 12:28
    Cavolo Meani si dà da fare per il big match con la Juve dell'8 Maggio e poi ci negano un rigore solare su Cafù che, sommato ai due dell'andata, fanno un totale di tre rigori negati in due partite!
    Ma sticazzi
    Non siamo buoni manco a imbroglià... ma se ne vadano a casa tutti...

  17. #317
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    I QUOTEEEEEEEEEEEE

  18. #318
    La Borga L'avatar di Cily
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    uccio ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 09:55
    Ho la vaga impressione che a fine estate diventerò un appassionato di rugby.
    Per quello non c'è mica bisogno di aspettare fine estate sai

    [COMMERCIAL MODE ON]c'è un topic apposito in bar sport,visitatelo numerosi![COMMERCIAL MODE OFF]

    Cmq concordo con blackwolf,chiunque sia coinvolto in società va cacciato a calci in c**o.
    Alla fine quello che temevo sta pian piano emergendo (al di là della stampa o meno)
    Altro che cacà e scevcenco,mi sa che l'anno prossimo si partirà con abbruscato-muzzi

  19. #319
    Shogun Assoluto L'avatar di Manu
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Cily ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 15:35
    uccio ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 09:55
    Ho la vaga impressione che a fine estate diventerò un appassionato di rugby.
    Per quello non c'è mica bisogno di aspettare fine estate sai

    [COMMERCIAL MODE ON]c'è un topic apposito in bar sport,visitatelo numerosi![COMMERCIAL MODE OFF]

    Cmq concordo con blackwolf,chiunque sia coinvolto in società va cacciato a calci in c**o.
    Alla fine quello che temevo sta pian piano emergendo (al di là della stampa o meno)
    Altro che cacà e scevcenco,mi sa che l'anno prossimo si partirà con abbruscato-muzzi
    Io preferisco Bucchi-Spinesi

  20. #320
    La Borga L'avatar di Cily
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Bucchi

  21. #321
    Lo SPAM in BS sono io L'avatar di Angelo
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    NetmanXP ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 11:50
    AngeloG ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 10:34
    blackwolf45 ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 09:49
    Che schifo...meritiamo la b , questi due signori devono essere cacciati a calci in c**o e non farsi piu vedere a milanello.

    p.s. se noi andiamo in b la rubentus deve minimo andare in serie c2 pero
    Tipico...siete sporchi quanto noi altrochè...e spero che assieme a moggi sparisca pure il pelato...

    "prima scrivo le regole, poi mi dimetto..."

    Invece blackwolf45 ha ragione, il problema è che la Rubentus in c2 non ci andrà mai, le perdite economiche sarebbero mostruose...perciò tutti insieme appassionatamente in B oppure Maxi-Condono, tradotto in "la morte del calcio italiano".

    Per quanto riguarda il "pelato", fidati, se ti dico che perfino molti milanisti vorrebbero che sparisse
    Io voglio che sparisca tutta la gente immischiata...moggi e giraudo per primo, ma da come si vede anche il pelatone che parla solo per dire cagate deve sparire...a sto punto eliminare certa gente m'interessa più delle retrocessioni e punizioni.

  22. #322
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Quote:
    Calciopoli: spunta anche il nome di Ciccio Graziani
    03.06.2006 15.38 di Francesco Graffagnini articolo letto 1360 volte
    ‘La Nazione’ di oggi ha riportato sulle sue pagine il testo di una curiosa conversazione telefonica tra Luciano Moggi e Ciccio Graziani, dopo Roma-Juventus del 5 Marzo 2005.

    Graziani: "Luciano? Ciao sono Ciccio, amico mio come stai?"

    Moggi: "Tutto bene"

    Graziani: "Luciano! Tutto bene anche da parte mia. Senti, ascoltami una cosa, vado a Controcampo che ti serve?"

    Moggi: "Mi serve che tu dica quello che nella realtà, considera ci hanno fatto di tu...azione intimidatoria, prima, dopo e durante...E'stata una cosa vergognosa quella che è stata fatta, schiaffi, a questo e a quello, in campo Dacourt che entra sulle gambe, poi pretendono che gli arbitri arbitrino bene, ma come fanno in quella bolgia poveri diavoli?"

    Graziani: "Luciano, non c'è dubbio"

    Moggi: "Questo fallo presente"

    Graziani: "Degli episodi che possiamo dire?"

    Moggi: "C'era un gol valido da parte nostra, c'era un rigore a favore...Poi può darsi ci siano state irregolarità nel gol, però...

    Graziani: "Si si, ci penso io".


  23. #323
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    AngeloG ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 18:11

    a sto punto eliminare certa gente m'interessa più delle retrocessioni e punizioni.
    Questo è il grave errore che si rischia di commettere. Certo vi farebbe comodo a voi juventini. I dirigenti vengono puniti e la juventus se ne esce senza condanne.


  24. #324
    La Borga L'avatar di Brix
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    AngeloG ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 18:12
    Quote:
    Calciopoli: spunta anche il nome di Ciccio Graziani
    03.06.2006 15.38 di Francesco Graffagnini articolo letto 1360 volte
    ‘La Nazione’ di oggi ha riportato sulle sue pagine il testo di una curiosa conversazione telefonica tra Luciano Moggi e Ciccio Graziani, dopo Roma-Juventus del 5 Marzo 2005.

    Graziani: "Luciano? Ciao sono Ciccio, amico mio come stai?"

    Moggi: "Tutto bene"

    Graziani: "Luciano! Tutto bene anche da parte mia. Senti, ascoltami una cosa, vado a Controcampo che ti serve?"

    Moggi: "Mi serve che tu dica quello che nella realtà, considera ci hanno fatto di tu...azione intimidatoria, prima, dopo e durante...E'stata una cosa vergognosa quella che è stata fatta, schiaffi, a questo e a quello, in campo Dacourt che entra sulle gambe, poi pretendono che gli arbitri arbitrino bene, ma come fanno in quella bolgia poveri diavoli?"

    Graziani: "Luciano, non c'è dubbio"

    Moggi: "Questo fallo presente"

    Graziani: "Degli episodi che possiamo dire?"

    Moggi: "C'era un gol valido da parte nostra, c'era un rigore a favore...Poi può darsi ci siano state irregolarità nel gol, però...

    Graziani: "Si si, ci penso io".

    devo essere sincero l'ho sempre sospettato questo...

  25. #325
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    Predefinito Re: Insabbia insabbia nascondi brucia e fuggi [Intercettazioni telefoniche inside]

    Finrod Felagund ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 19:45
    AngeloG ha scritto sab, 03 giugno 2006 alle 18:11

    a sto punto eliminare certa gente m'interessa più delle retrocessioni e punizioni.
    Questo è il grave errore che si rischia di commettere. Certo vi farebbe comodo a voi juventini. I dirigenti vengono puniti e la juventus se ne esce senza condanne.

    Credo che angelo intendesse dire,che è più importante che la gente marcia scompaia per sempre dal calcio,che le penalità stesse,quelle ci devono essere,ma non sono certo le penalità che risolvono la questione,ma il fatto che si allontani per sempre un certo tipo di gentaia,risolve eccome.
    Quando la smetti di ragionare come un ultras antijuve-milan ?
    Sei na campana che suona sempre lo stesso motivo,non so se te ne rendi conto....

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