Just another [awful] day
Oggi hanno dato la puntata dei Simpson con il più bel finale in assoluto: "E con Maggie son tre", quella in cui Homer racconta della nascita di Maggie. Il finale, geniale, mostra la stanza dove lavora Homer completamente tappezzata dalle foto della terzogenita, che coprono anche un cartello con la scritta "Don't forget, you stay here forever" ("Non dimenticare, tu starai qui per sempre") - messa a scopo punitivo - lasciando scoperta solo la scritta "Do it for her" ("Fallo per lei"). Una conclusione bellissima e poetica che a distanza di anni e almeno una decina di repliche riesce ancora a commuovermi.
La visione di questa puntata è stata un po' il salvagente che ha risollevato una giornata pazzescamente kafkiana. Di quelle non apertamente orribili, ma in cui tutto ha l'aria di essere stato solennemente orchestrato, da chissà quale entità superiore, solo per prenderti gioiosamente per il culo.
- Sveglia alle 7.22 (no, 23) dopo una notte angosciosa. Il lunedì è stato massacrante, avrei voluto dormire almeno 10 ore, e invece ne ho dormite circa sei e mezza.
- Arrivo al lavoro contemporaneamente alla mia capa, di solito in ritardo di un quarto d'ora, il che pregiudica i dieci minuti di cavoleggio/dormiveglia con cui inizio la giornata (visto che fino alle 12 non c'è pausa, sfrutto ogni momento libero).
- Occhiata alle piastre delle analisi straordinarie, lo spettacolo è catastrofico. Non è tale da far scattare un allarme, ma bisognerà prendere qualche provvedimento.
- Salta fuori che ci sono prelievi straordinari da fare. Niente per cui suicidarsi, ma bisogna girare per il monte come scemi per mezz'ora. Ovviamente l'auto della ditta è fuori sede, tocca prendere la Fiesta. Al ritorno, la Panda della ditta è al suo posto. Mi guarda. Sogghigna.
- A mezzogiorno mio padre dice che mi ha fissato un colloquio di lavoro per le nove di sera. UNICA SERA DELLA SETTIMANA CHE HO IMPEGNATA. Ovviamente chiedermi prima se ero libero era troppo gravoso.
- Nel frattempo è uscita l'afa. Io odio, odio, odio, odio, odio l'afa.
- Il pomeriggio è sostanzialmente tranquillo fino alle 17, dove decido di dare un'occhiata alla stanza del prodotto campionato (dove ogni giorno vengono immagazzinate alcune bottiglie del prodotto fatto durante il giorno, e conservate fino alla scadenza (1,5-2 anni)). Lo spettacolo che mi si para davanti è desolante, e non spiegabile a chiunque non si sia mai occupato di un lavoro simile. Diciamo che mi sono sentito come se buona parte del lavoro che ho fatto fino all'estate scorsa sia stato gettato nel cesso. Ci sono approssimativamente 7000 bottiglie da sistemare. E non sono in ordine. Voi probabilmente non potete capire quanto sia disastrosa la situazione. Vi invidio.
- Ore 18, timbro l'uscita. Salgo in macchina e accendo la radio: la Gialappa non c'è perchè hanno anticipato le partite.
- C'è sempre afa.
- Arrivato a casa butto un occhio ai risultati delle partite: Germania-Ecuador 3-0. E ha perso anche il CostaRica.
- Arrivo al colloquio di lavoro in lieve anticipo sperando di sfangarlo presto e correre alla riunione del campo, invece i tre tizi si presentano con ritardi abissali.
- Il lavoro propostomi ha caratteristiche abbastanza merdose. Purtroppo però sarà dura evitarlo. Se non altro sembrerebbe scampato il rischio più grosso, quello di dover saltare i campi per andare a lavorare lì.
- Finito il colloquio fuggo alla riunione a rrivo giusto in tempo per vedere gli ultimi che se ne vanno. Riesco tuttavia a parlare coi don e ad avere notizie tutt' altro che tranquillizzanti (ma di questo parlerò magari più avanti)
- A degna conclusione, don Michele mi invita alla partenza del viaggio in Moldova, che guardacaso avverrà il primo giorno di ferie della mia capa (con conseguente probabile obbligo ad essere al lavoro, anche perchè con i giorni di ferie per me è un bel macello, dato che già per fare i campi sono ricorso a sotterfugi).
Ora sono a casa. Sto ascoltando Even numbers dei Gregor Samsa. Sono sfatto dal caldo, dagli sforzi, da quel che è successo e da quel che non è successo (è incredibile come a volte anche l'assenza di un piccolo particolare si riveli decisiva nell'economia di una giornata). Penso che questo giorno è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
E' dura ammetterlo, ma sono ripombato di nuovo in una crisi esistenziale (Dio, quanti secoli sono passati dall'ultima?). Ma devo anche riconoscere che sarebbe in realtà stato strano non ricaderci dopo tutto quello che è mi successo negli ultimi 12 mesi.
Sono stufo marcio di tutto.
Re: [Circolino] L'angolo tirapacchi dello zio Cojak
mi manca un pò la scuola
....l'RTR comunque rende il gioco più tosto anche in battaglia....e ciò è bene
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