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  1. #76
    Shogun Assoluto L'avatar di Ethan81
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    smartly dressed, shaven-headed Italian

  2. #77
    Il Nonno
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  3. #78
    Shogun Assoluto L'avatar di Camus
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    Gervinho fantacosa

  4. #79
    Il Nonno
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da Camus Visualizza Messaggio
    Gervinho fantacosa
    Sì, in alcuni passaggi è un po' psichedelico .

    --------------------------------------------------

    La finta di Gervinho non è “ti faccio credere che vado di qua, e poi vado di là”, la finta di Gervinho è “sto per partire, tenimi”.

  5. #80
    alberace
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    quando ferma il tempo appena fuori dall'area si entra in zona gervinho.
    lo si capisce quando inizia la mossa che io chiamo l'ubriachella

  6. #81
    Vitor
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Stasera Federico Buffa racconta Arpad Weisz alle 19 su SS1 e alle 23 su SS3.

  7. #82
    Shogun Assoluto
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    Stasera Federico Buffa racconta Arpad Weisz alle 19 su SS1 e alle 23 su SS3.
    e aggiungo non sarà uguale all'ultima volta, cosi ieri la d'amico diceva.

  8. #83
    Shogun Assoluto L'avatar di Ethan81
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Confido nell'amico GZNBA

  9. #84
    Vitor
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    I Totti che non furono, domani a Roma
    http://www.rivistastudio.com/in-brev...-zero-geremei/

  10. #85
    PinHead81
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Beh però poter dire di aver giocato assieme a Totti nella Roma e che il 10 lo davano a te...

  11. #86
    Il Nonno
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic


  12. #87
    La Borga L'avatar di Brix
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da MrWashington Visualizza Messaggio
    e aggiungo non sarà uguale all'ultima volta, cosi ieri la d'amico diceva.
    cosa è cambiato?

  13. #88
    Shogun Assoluto L'avatar di Angels
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da ABS ^----^ Visualizza Messaggio
    I retropassaggi, ricordi del tempo che furono

  14. #89
    Shogun Assoluto L'avatar di Numero_6
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Meno male che c'è Angels a spiegarci il senso del contenuto delle pagine linkate.

  15. #90
    Shogun Assoluto L'avatar di Angels
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da Numero_6 Visualizza Messaggio
    Meno male che c'è Angels a spiegarci il senso del contenuto delle pagine linkate.
    Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo

  16. #91
    Vitor
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Manusia su calcio e statistiche nel calcio
    http://www.vice.com/it/read/stili-di...io-fantacalcio

  17. #92
    alberace
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    Manusia su calcio e statistiche nel calcio
    http://www.vice.com/it/read/stili-di...io-fantacalcio

    Spoiler:

  18. #93
    Shogun Assoluto L'avatar di Frykky
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic


  19. #94
    Vitor
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    L'intervista della Gazzetta a Roberto Carlos
    http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero...44885848.shtml

    Sivas non è Vegas. Nell'unica grande piazza della città, a cui conduce un'unica grande strada, gli uomini si ritrovano a bere tè seduti in cerchio, mentre salgono le voci dal mercato e il muezzin invita alla preghiera dal minareto. Roberto Carlos vive a qualche minuto dal centro, perché in città è al contempo re e straniero. Ha scelto Sivas, antica città bizantina, più vicina alla Siria che a Istanbul, per cominciare la carriera di allenatore: cercava un laboratorio in cui sbagliare in libertà, per poi partire verso città e squadre più nobili. In quattro mesi, però, lo scenario è cambiato: il Sivasspor è quarto e domenica ha fatto saltare il Fenerbahce allo stadio "Quattro settembre", a pochi chilometri dalla moschea. Gala e Besiktas, tornati in corsa in Süper Lig, in primavera potrebbero ringraziare offrendo a Carlos il suo primo maxi-contratto da allenatore.

    Il primo in assoluto, invece, qual è stato?
    "In Brasile, a 12 anni: tempo pieno in una fabbrica tessile, 200 euro al mese però ne valeva la pena. Quello stabilimento assumeva le ragazze più belle della città e all'argomento ero già sensibile...".

    In effetti in Italia abbiamo perso il conto delle mogli.
    "Quello è facile: due. Il difficile sono le donne con cui ho fatto un figlio: ne ho otto da sei o sette madri diverse".

    Come sei o sette?
    "Non me lo ricordo. Allora... una era messicana, una ungherese, le altre brasiliane. Quattro più due, sei".

    All'Inter ricordano soprattutto il matrimonio fallito con Hodgson nel 1996.
    "Voleva farmi giocare ala, io volevo giocare terzino. Però non è colpa sua se sono rimasto un solo anno".

    Chi è il giocatore più forte visto in Italia?

    "Totti. Se parliamo in assoluto, Zidane e Ronaldo. Una volta a Madrid stavo uscendo da un ristorante quando si avvicinò una signora: 'Ronaldo, Ronaldo, mi firmi un autografo?'. E io: 'Ok, mi dia il foglio. Con affetto, Ro-nal-do'. Quando lei capì, andò dalla Polizia a denunciarmi. Ho dovuto spiegare ai poliziotti che scherzavo".

    Chi è il più matto incontrato in una vita di calcio?
    "Gravesen, il danese ex Real. Viveva a un ritmo accelerato. In campo era divertente: ti faceva dei falli atroci e poi si metteva a ridere. Però una bravissima persona...".

    Gli anni del Real sono quelli delle vittorie: tre Champions, il Mondiale. Qual è stato il giorno più felice?
    "Quello in cui ho salvato la vita a Roberto Carlos junior, mio figlio adottivo. Aveva cinque mesi e un problema molto grave al cuore: senza operazione sarebbe morto in una settimana. Adesso ha 12 anni".

    In quegli anni Roberto Carlos-Seedorf era coppia fissa. Clarence diventerà un buon allenatore?
    "Certo, in campo è sempre stato leader, voleva insegnare tutto a tutti. Kakà mi ha detto che Clarence capisce bene i giocatori ma io lo sapevo, abbiamo vissuto nella stessa casa per un anno e mezzo: ogni volta stava in bagno tre ore a sistemarsi quei capelli con una crema cattivissima. Insopportabile".

    È sempre stato così serio?
    "Suonava a caso agli appartamenti dei vicini e, se quelli rispondevano, diceva che aveva delle pizze da consegnare. Abbiamo tutti un lato infantile".

    Carlos invece è un allenatore rivelazione: quarto. Piani per il futuro?
    "Due anni a Sivas, poi...".

    Come due anni?
    "Ah, lo sapete già? Va bene, uno. Per la prossima stagione ho due offerte concrete (una dalla Cina, ndr ) e con altre 4-5 squadre ho già parlato. A maggio dirò dove vado, forse in Turchia, forse in Spagna".

    Che fine ha fatto la Bugatti Veyron, l'auto più veloce del mondo?
    "La tengo in garage a Madrid. Per contratto posso usarla solo io, perché ha più di 1.000 cavalli contro i 700-800 di una Formula 1: è troppo pericolosa, e poi io non voglio che un altro tocchi la mia auto".

    Mai guidata in città?
    "Impossibile: in Brasile so dove sono gli autovelox, a Madrid no. E poi non sono appassionato come una volta, con le auto è come con gli orologi e le donne: dopo un po', mi stufo".

    Giusto per completare il censimento: è vero che in dotazione c'è anche un aereo?
    "No, era un elicottero. Ma in Brasile avere qualcosa di così caro è offendere molta gente povera. L'ho venduto".

    C'entra la religione?
    "Sono molto religioso anche se non vado in chiesa, no grazie. Mi inginocchio e resto in adorazione a casa, è uguale".

    Anche perché a Sivas ci sono solo moschee...
    "Dio è lo stesso, cambia solo il nome: per noi è Gesù Cristo, qui Allah. Io gli ho parlato prima di ogni partita".

    Quella volta nel '97 a Lione fu generoso. La punizione alla Francia è sovrumana.
    "Mai capito come mi è uscita. Usavo scarpe strette, e di sicuro hanno aiutato. Il pallone era molto leggero, e ha aiutato. La mia coscia sinistra ha una circonferenza di 64 centimetri, e anche quello c'entra. Però il tiro con le tre dita l'ho provato mille volte. Non mi è mai più riuscito".

    Qual è stata la cosa migliore fatta in carriera con il piede destro?
    "Andare in bicicletta, perché col destro spingo più forte. In campo, niente di niente: 2 gol in 25 anni. Tutto quello che Dio mi ha dato per il sinistro, per il destro me lo ha tolto. Mio papà era destro, i miei figli sono destri e anche io non scrivo con la sinistra. Mia mamma me la legava dietro la schiena perché non imparassi".

    Parliamo di Mondiali. Francia '98.
    "Sono stato il primo a vedere la crisi di Ronaldo, sul letto dell'hotel prima della finale. Per me era un attacco epilettico. Ho ancora paura: tremava, era rigido, tutto bloccato. Non aveva il fisico per giocare ma avevamo mezz'ora per decidere. E Ronie in Brasile è come un Dio, doveva esserci".

    Giappone e Corea 2002.
    "Eravamo la famiglia Scolari: tutti amici, Cafu e Ronaldo i leader, io un clown. Il bambino della famiglia".

    Brasile 2014.
    "Vince il Brasile, se dico un altro nome mi uccidono. Ma mi fa paura la Germania".

    Si può spiegare che cos'è l'Anzhi a chi non lo ha mai visto dal vivo?
    "Kerimov aveva il sogno di lavorare con me e mi ha fatto quel supercontratto. È una persona come noi ma se vai a casa sua e suoni, ti aprono 15 guardie del corpo. Lì è pericoloso...".

    Più di Makhachkala?
    "Mai avuto paura a Makhachkala. La gente lì è carina, ma la città è una follia. Una follia".

    È vero che è finito tutto per Eto'o?
    "Ha il suo carattere. Non ho niente contro di lui però Samuel vuole controllare tutto. Se ci sono un allenatore e un direttore, non puoi parlare con il presidente per decidere".

    Si può parlare della banana lanciata nel finale di Krylya-Anzhi, nel 2011?
    "Sarei uscito dal campo anche se fosse successo al terzo minuto. La gente ha problemi a casa, viene allo stadio e si sfoga: mi fanno pena. Quell'uomo mi ha lanciato la banana, poi mi ha chiesto di fare una foto".

    Com'è finita?

    "Ha fatto tre mesi di carcere. Gli hanno fatto mangiare solo banane. Colazione, pranzo e cena".

  20. #95
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Perchè sostenere la squadra della propria città è fuori moda

    di Christopher Harris

    In un mondo perfetto, tutti noi faremmo il tifo per le squadre di calcio professionistico della nostra città. Non solo tiferemmo per loro, ma andremmo a vederle giocare nelle partite in casa. Compreremmo il loro merchandising e le seguiremmo fino alla fine dei nostri giorni. Eppure, sono convinto che questa sia un’idea obsoleta e antidemocratica. Lasciatemi spiegare perché.
    Dopo la recente sfida tra Union Philadelphia e Manchester United, il lettori di questo sito che vivono in America e tifano per il Manchester, sono stati criticati dalle tifoserie sia dello Union sia dello United per aver sostenuto i Red Devils. I tifosi dello Union lamentavano il fatto che i supporter dello United negli Stati Uniti dovrebbero tifare per una squadra locale della MLS. E anche i supporter del Manchester in Inghilterra hanno detto la stessa cosa.
    Ma chi stabilisce le regole? Sappiamo tutti che la maggioranza dei supporter del Manchester United in Inghilterra non vive a Manchester. Dunque questi supporter dovrebbero tifare solo per la squadra della loro città e rispettare il “divieto” di tifare United? E riguardo ai tifosi che vivono negli Stati Uniti, sarebbe corretto che tifassero solo per la loro squadra locale di MLS quando potrebbero non avere con essa alcun legame, potrebbero non abitarvi vicino o non vederla in Tv tanto spesso? Dopotutto, nel caso del Manchester United, i Red Devils appaiono in Tv assai più spesso della vostra squadra media di MLS.
    Il motivo per cui il vecchio adagio “sostieni la squadra della tua città” non va più di moda è che esso non tiene conto della globalizzazione. Oggi possiamo provare un’affinità più stretta per una squadra, non importa di che sport, distante mille miglia da noi, perché la vediamo sul nostro televisore, che ci sta davanti per tutto il tempo a soli tre metri di distanza. Se viveste in Inghilterra, negli Stati Uniti o in qualunque altro posto del mondo, molti di voi probabilmente tiferebbero per squadre diverse di paesi e campionati diversi. Tanto per fare un esempio,Tyler Bleszinski, il fondatore di SB Nation, tifa per Roma, Oakland Athletics e New Jersey Devils. Tutte squadre che sono distanti mille miglia l’una dall’altra.
    A mio avviso è antidemocratico pretendere che i tifosi sostengano solo la squadra della loro città. È quasi come se ci fosse un regime fascista che ti impone cosa puoi o non puoi fare. Che succede se sei nato a Newcastle, una città terribilmente passionale, ma disprezzi Mike Ashley, il proprietario del club? Anche se non sei d’accordo con il modo in cui conduce i suoi affari, hai per caso scelta? Ovviamente sì, ma se credi alla maggioranza della gente che ti dice insistentemente di tifare solo per la squadra della tua città, hai ben poco da scegliere per il resto della vita.
    La pura fortuna di nascere e vivere vicino alla propria squadra non dà ai tifosi il diritto di criticare chiunque altro nel mondo dovesse tifare proprio per quella squadra. Perché vivere vicino alla tua squadra non fa di te un tifoso migliore né meglio informato. Un tifoso che vive a Lexington, Kentucky, o a Melbourne, Australia, potrebbe essere un supporter del tuo club di gran lunga migliore e saperne in proposito più di te.
    E cosa dovrebbe accadere a gente come il sottoscritto, che è cresciuto tifando per una squadra ma poi si è trasferito? Durante la mia adolescenza in Galles, scelsi di tifare per la squadra dello Swansea City non perché fosse la più vicina, non perché fosse lo “Swansea”, non perché mi ero innamorato di quel club durante la sua esplosiva risalita dalle serie minori fino al vertice del sistema piramidale del calcio inglese. Ma perché, essendo la squadra della mia città, per me era più facile vederla. Del resto, la maggior parte dei miei amici faceva il tifo per altre squadre, come Manchester United o Leeds United. E lo fa tuttora.
    Ma quando, da adolescente, sono partito per gli Stati Uniti, avrei dovuto lasciare la mia fede per lo Swansea City alla frontiera? A dispetto di quel che avrei dovuto fare, tifo ancora per lo Swansea ed è ancora la mia squadra preferita. Sono piuttosto tradizionalista in parecchi modi, perciò da quando vivo nella Florida del Sud, ho finito per tifare per i Fort Lauderdale Strikers e, più tardi, il Miami Fusion e – adesso – il Miami FC. Ma stando a quei supporter della MLS secondo cui dovrei seguire e sostenere la Major League Soccer, che tipo di legame ci sarebbe? Nessuno. Vivo a mille miglia di distanza dalla squadra di MLS più vicina. E allora? Dovrei indossare una maglia del DC United e tifare per loro anche se non ho nessun legame con Washington DC?
    Capisco che sia importante sostenere il calcio locale perché altrimenti, se tutti noi guardassimo solo i club esteri, non potrebbe sopravvivere. Ma la realtà delle squadre locali, specie quelle della Major League Soccer, è che non competono più sui mercati locali. Competono su scala globale. Perciò, se vogliono riempire i posti a sedere nei loro stadi, devono vendere le loro squadre su mercati differenti. Le fedi locali decrescono mentre la globalizzazione si espande sempre di più. Perché andare a vedere un calcio inferiore giocato dalla squadra della tua città quando sul tuo televisore puoi vedere il meglio del meglio da tutto il mondo?
    L’altro argomento che sento molto spesso, e che trovo divertente, è quello per cui la gente si domanda: come possono i tifosi di un club essere veri tifosi se non sono mai stati allo stadio casalingo di quel club? Secondo me è un argomento debole, perché se tutti noi avessimo i soldi per farlo, sono certo che visiteremmo lo stadio del nostro club ogni volta che ne abbiamo voglia. Anche se, per la maggior parte dei tifosi, assistere di persona a una gara casalinga del loro club è un sogno, è impossibile. Prendiamo il Manchester United: si stima che abbia oltre 330 milioni di tifosi in tutto il mondo. L’Old Trafford è uno stadio capiente, ma il club dovrebbe disputare più di 4.000 gare casalinghe di fila e radunare 76.212 tifosi diversi in ciascuna gara per avvicinarsi a quella cifra. Gli abbonati potrebbero sentirsi un tantino preoccupati di fronte a una prospettiva del genere.
    Insomma, la mia opinione è questa. Andate a tifare per la squadra della vostra città, ma non vergognatevi di tifare anche per una squadra che è distante cento o mille miglia da voi. In un’epoca come la nostra, in cui consumiamo entertainment da ogni parte del mondo, non dovremmo sentirci dire cosa possiamo o non possiamo fare. Faremo il tifo per squadre diverse per ragioni diverse. Che non saranno sempre del tipo “perché quella è la squadra migliore”. Non siamo tutti fanatici dei grandi club. E per quanto riguarda quei tifosi del calcio inglese che ci ridono in faccia perché scegliamo le squadre, be’, semplicemente, ignorateli. Non capiscono. Lo stesso vale per i tifosi delle squadre di MLS.

    Sostieni tutte le squadre che vuoi e amale per le ragioni che credi.
    qui il link all'articolo originale in lingua inglesehttp://worldsoccertalk.com/2010/07/3...m-is-outdated/

  21. #96
    Shogun Assoluto L'avatar di Angels
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    Bell'articolo

  22. #97
    alberace
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    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    analisi perfetta di come io possa tifare il guanghzou evergrande di lippi, ma c'entra poco col sapere che nel tessuto urbano in cui vivi si intersecano storia e cultura popolare legate allo sport.
    non si tratta di essere migliori, si tratta di essere diversi.
    la cosa può giusto dar fastidio appiattendo le caratteristiche di una persona su di una linea retta, il che è ridicolo.
    il mio ipotetico guanghzou evergrande me lo pipperei al massimo su internet ed in tivvù.
    uscendo dal portone di casa mia è come se non esistesse, ma non sarebbe un problema.
    è solo diverso.

  23. #98
    Volo85
    ospite

    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    uff
    se bar sport fosse community alberacie sarebbe BRITTA

  24. #99
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic

    se fossi britta starei tutto il tempo a toccarmi (cit.)

  25. #100
    Volo85
    ospite

    Predefinito Re: Il topic della Rassegna Stampa radical-chic


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